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Calcio

Il primo errore dal dischetto di Calha sancisce il pareggio. Lo scontro scudetto termina 1-1

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Fonte: X Inter

Lo scontro tra le ultime due dominatrici della Serie A. L’ultimo atto della 12ª giornata si conclude con un pari tra Inter e Napoli. Il match tra le due squadre in vetta alla classifica non vede alcun vincitore, con le reti di McTominay e Calhanoglu che sanciscono un pareggio che rende ancora più spettacolare questo avvio di campionato. Con sei squadre racchiuse in due punti, il rientro dalla sosta promette spettacolo.

L’importanza della partita, con la vetta che reclama un padrone, si fa sentire fin dai primi minuti. L’Inter tenta il fraseggio dal basso, con il Napoli compatto dietro la linea del pallone. Inzaghi tenta di scardinare il blocco partenopeo portando a ridosso degli attaccanti i due braccetti, Pavard da una parte e Bastoni dall’altra, e la risposta di Conte è affidata alla velocità e alla lucidità delle ripartenze, guidate dai movimenti di Lukaku e Kvaratskhelia. Il primo squillo della gara è un inserimento dalle retrovie di Pavard, stoppato a pochi metri dalla porta dalla scivolata di Buongiorno. Le uniche occasioni dei nerazzurri arrivano dalla distanza, come quella che al 20′ porta al tiro Barella, palla fuori di poco. Nel miglior momento dei nerazzurri il Napoli trova il vantaggio: corner di Kvaratskhelia sul primo palo, sporcatura di Rrahmani e zampata vincente di Scott Mctominay, al secondo centro in campionato. La scelta del Napoli è conservativa, in gestione del risultato. L’Inter alza il baricentro e sfiora il pareggio con una conclusione di Acerbi, attento Meret sul primo palo. Prima dell’intervallo i nerazzurri rimettono in equilibrio la gara: Bastoni apparecchia per Calhanoglu che ha tutto il tempo per controllare e sparare un destro che si insacca all’incrocio dei pali.

Al rientro dagli spogliatoi il canovaccio tattico è simile al primo tempo, con l’Inter in possesso del pallone (più del 60% del possesso palla per la squadra di Inzaghi nella prima frazione) e il Napoli pronto a ripartire. Cinque minuti e Dimarco spaventa Meret con un mancino forte e preciso, che sfiora il palo e termina fuori di pochissimo. L’uscita dei partenopei è molto farraginosa, Lukaku è ingabbiato dalla marcatura di Acerbi e Conte cerca di ridare smalto al possesso e alla gestione in mezzo al campo. All’ora di gioco torna in campo Lobotka, al rientro dopo tre partite saltate per un infortunio muscolare, al posto di Gilmour. I maggiori pericoli per la difesa del Napoli arrivano sempre da sinistra, al 67′ Dimarco si coordina e incrocia il mancino, sicuro Meret in tuffo. Pochi minuti dopo l’episodio che riaccende la gara: Dumfries si avventa su un pallone vagante in area, viene agganciato da Anguissa e va giù. Il direttore di gara assegna il calcio di rigore ma dal dischetto Calhanoglu angola troppo il destro e colpisce il palo, primo errore in Serie A per il centrocampista turco. Nell’ultimo quarto di gara Conte rileva Lukaku, sommerso dai fischi assordanti di San Siro, con Simeone. Nel finale il ritmo si abbassa, le due squadre non ne hanno più e le sostituzioni dei due allenatori vanno a lenire quelli che sono gli schemi e gli equilibri della gara. L’ultima emozione della partita è una conclusione di Simeone che termina alta di poco, l’argentino anticipa De Vrij ma non riesce a inquadrare lo specchio della porta.

Nessun vincitore in questo scontro al vertice. La squadra di Conte mantiene il primo posto a quota 26 punti, seguita dall’Inter. Il pareggio tra le due squadre mette la parola ‘fine’ alla 12ª giornata e a questa prima fase di campionato. L’ultima sosta nazionali dell’anno arriva in un momento in cui molte squadre stanno macinando punti su punti. In soli due punti sono racchiuse ben sei squadre e al rientro dalla sosta, dove l’Italia di Spalletti cercherà di blindare il primo posto contro la Francia, si attende una fuga delle squadre che sognano o ambiscono alla conquista dello scudetto.

Classe 2005. Studente in Scienze della Comunicazione all’Università degli Studi di Palermo. Amante del calcio fin da bambino, vivo ogni partita con la stessa passione del primo giorno. Aspirante giornalista con una passione per lo storytelling e gli editoriali.

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Calcio

Il Super Commento della 12ª giornata di Serie A

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Il commento completo di tutte le partite, con la Top11 alla fine, della dodicesima giornata di Serie A.

Genoa – Como (A cura di Dennis Rusignuolo)

A un passo dal colpaccio, il Como viene raggiunto dal gol nel recupero di Vogliacco. La gara del Ferraris inaugura la 12ª giornata, anticipata a giovedì sera a causa del Rally della Lanterna. Tante le assenze da una parte e dall’altra, con Fabregas che sostituisce gli infortunati Perrone e Sergi Roberto con Engelhardt e Da Cunha. Fabregas impiega il francese in mezzo al campo per non concedere punti di riferimento alla mediana del Grifone. Thorsby agisce alle spalle di Pinamonti e Ekhator, e tra le linee comincia a emergere Nico Paz. In avvio il Genoa prova a spingere sull’acceleratore, con il Como che si compatta a ridosso dell’area di rigore e prova a risalire il campo giocando sulla profondità, data dai movimenti di Cutrone. I lariani cominciano ad affacciarsi dalle parti di Leali con Nico Paz, al quarto d’ora lo spagnolo calcia forte sul primo palo, e l’estremo difensore italiano deve calare la prima grande parata della serata. Il Como rimane in pressione alta, e passa in vantaggio un minuto più tardi: Pinamonti prova a guidare la ripartenza genoana, ma viene ingabbiato da tre giocatori del Como e perde palla, la sfera arriva a Fadera al vertice dell’area, l’esterno serve Nico Paz in area e lì serve tutta la classe dello spagnolo, bravo ad attirare la marcatura di Frendrup e appoggiare al limite per Da Cunha, il francese prende la mira e porta in vantaggio il Como. La rete del centrocampista certifica il predominio della squadra di Fabregas, sempre equilibrata e compatta dietro la linea del pallone. Il raddoppio sistematico di Strefezza su Martin oscura la fascia sinistra del Genoa, e porta i padroni di casa a sviluppare sulla destra, dove però Sabelli è bloccato da Fadera e Nico Paz. L’esterno angolano sfiora il raddoppio in contropiede ma Leali respinge. Il Genoa approfitta di un momento di squilibrio del Como e in tre passaggi manda Ekhator (18 anni) a tu per tu con Reina (42 anni), l’estremo difensore spagnolo fa valere tutta la sua esperienza e intercetta il pallonetto del giovane attaccante italiano. Nel secondo tempo Gilardino cambia modulo, inserisce Miretti per Martin e passa a una difesa a quattro. Il Como riparte con gli stessi undici e l’inerzia della gara è decisamente a favore del lariani. Il Genoa concede spazi tra le linee e Nico Paz e Cutrone attaccano sistematicamente la profondità. Al 70’ l’attaccante italiano trova il 2-0, con un diagonale sul secondo palo, ma la rete viene annullata per fuorigioco dal VAR. Nel finale il Como spreca un paio di occasioni con Cutrone e Strefezza, e il Genoa attacca a testa bassa, sospinta dall’orgoglio e dal tifo incessante di Marassi. L’ingresso di Balotelli fomenta il Ferraris, ma non cambia il canovaccio tattico della partita. Nel recupero il Genoa riacciuffa il pareggio, corner di Miretti sul primo palo, il Como difende a zona e orienta le marcature verso il vertice dell’area, Pinamonti spizza la sfera che arriva al centro dell’area piccola, Nico Paz si perde Vogliaccoche arriva a concludere con il destro.
Pareggio dai due volti, da una parte il cuore genoano, dall’altra il rammarico e la delusione lariana. Il Como gioca un’ottima gara, con tante occasioni e una discreta compattezza tra i reparti. Nonostante le assenze, Fabregas era riuscito a imbrigliare per bene il Genoa, ma nel finale i lariani peccano di attenzione e malizia, e la rete di Vogliacco certifica la fragilità difensiva del Como (almeno un gol subito in ogni gara). Il Genoa si aggrappa all’orgoglio e al cuore di uno dei ragazzi di Genova, pareggio che permette alla squadra di Gilardino di rimanere attaccata al Como, entrambe a 10 punti.

Lecce – Empoli ( A cura Tommaso Patti)

Termina in parità la sfida tra Lecce e Empoli, i salentini salgono a quota nove punti, rimanendo però  impigliato nella zona bassa della classifica. Per gli azzurri invece, arriva un punto importante se messo in relazione con i rischi e i pericoli presi negli ultimi minuti di gioco. Al Via del Mare l’avvio di partita è molto tranquillo, con molto equilibrio ma con pochissime conclusioni nello specchio della porta nella prima mezz’ora. Dopo una trentina di minuti senza particolari acuti offensivi, la gara si sblocca al 33′ con Pietro Pellegri: l’attaccante azzurro viene servito da Cacace dopo un personale coast to coast e, dopo essere stato servito del terzino australiano, l’ex centravanti di Genoa e Torino piazza il pallone all’angolino, trovando il suo secondo gol consecutivo dopo la rete decisiva nel successo contro il Como della scorsa giornata. La reazione dei padroni di casa arriva a ridosso del duplice fischio, quando dopo un calcio di punizione battuto da Oudin (schierato a sorpresa da Gotti alle spalle di Krstovic), Gaspar arriva più in alto di tutti ma angola troppo il pallone di testa, sprecando l’opportunità di pareggiare una gara che fin li, rispecchia esattamente il momento complicato dei giallorossi. Nella ripresa l’Empoli va vicino al raddoppio con Cacace che, con un diagonale mancino, colpisce il palo, confermando però l’ottima intuizione di D’Aversa di schierarlo titolare al posto di Pezzella. Dopo aver provato continuamente di pareggiare la gara, il Lecce riesce a mettere tutto in parità al 77′ con Santiago Pierotti, l’attaccante argentino (subentrato dopo l’infortunio di Banda al 20‘), segna il suo primo gol in Serie A grazie ad un suo recupero a metà campo ma soprattutto grazie all’assist di Gallo, che propizia il colpo di testa del numero cinquanta giallorosso. I padroni di casa, carichi mentalmente dal gol del pareggio, si proiettano nell’area di rigore avversaria sfiorando il gol del 2-1 con Krstovic che, di testa, colpisce nuovamente la traversa. Nei cinque minuti finali, entrambe le squadre provano ad affondare il colpo senza però riuscirci.

Venezia – Parma (A cura di Simone Scafidi)

Il Parma vince al Penzo e ritrova i tre punti dopo quasi tre mesi, condannando il Veneziaall’ultimo posto in classifica. A passare in vantaggio sono però i lagunari, che partono subito con la marcia ingranata e al 4’ trovano il gol dell’1-0 con Nicolussi Caviglia, che stoppa il cross di Oristanio e calcia al volo, insaccando la sfera alle spalle di Suzuki e trovando il secondo gol nelle ultime tre partite. La squadra di Pecchia non tarda a rispondere e al 16’, sugli sviluppi di un corner, Valeri raccoglie un passaggio di Man al limite dell’area e calcia verso la porta, trovando una bellissima traiettoria che mette Stankovic fuori dai giochi e pareggia la partita. Dopo il gol, il Parma prende sempre più campo rinchiudendo il Venezianella sua area, e dieci minuti dopo il gol del pareggio Benedyczak sfiora il vantaggio con un destro dal limite dell’area. Al 68’, dopo diverse azioni pericolose, i padroni di casa provano a concretizzare il vantaggio con i tiri di Oristanio e Busio ribattuti dal muro emiliano. Proprio da quest’ultima azione nasce un rapidissimo contropiede guidato da Sohm, che in profondità trova Man, che calcia in porta e impegna Stankovic, la cui respinta viene raccolta da Bonny, che ribadisce in porta e torna al gol dopo quattro partite. Il Venezia prova timidamente a reagire a 5’ dalla fine con Pohjanpalo che colpisce di testa su un corner, trovando però le mani sicure di Suzuki. Il Parma torna dunque alla vittoria, e lo fa con una partita iniziata male, che è stato capace di recuperare e successivamente vincere, difendendo con cognizione di causa e con solidità. Il Venezia continua il suo pessimo periodo di forma, con una prestazione di poco carattere, in una partita in cui non si è quasi mai reso pericoloso, lasciando inoltre troppi spazi all’attacco dei ducali, che ne approfittano e trovano due gol perfettamente evitabili.

Cagliari – Milan (A cura di Marco Rizzuto)

Gara folle quella dell’Unipol Domus tra Cagliari e Milan. Rimonte e contro rimonte per uno dei match più spettacolari di questo campionato. Dalla doppietta di Leao ai due gol di Zappa, passando per l’esordio di Camarda e i gol di Abraham e Zortea.

Juventus – Torino (A cura di Dennis Rusignuolo)

La Juventus si aggiudica il Derby della Mole. Allo Stadium i bianconeri dominano contro il Torino e si portano a ridosso della vetta con i gol di Weah nel primo tempo, e Yildiz nel secondo.

Atalanta – Udinese (A cura di Marco Rizzuto)

L’Atalanta ribalta l’udinese e manda un segnale ai piani alti, la rete di Pasalic e l’autogol di Tourè, permettono alla Dea di guardare alla vetta.Dieci minuti di fuoco al Gewiss, entrambe le squadre si alternano nel creare occasioni pericolose. Ma la prima palla gol spetta all’Udinese. Lovric viene mandato a tu per tu con Carnesecchi che risponde prima sulla conclusione dello sloveno, e poi in tuffo negando il gol a Davis. Continuano le occasioni di una partita pazza e impronosticabile, l’Atalanta sigla il gol del vantaggio con il solito Retegui, rete che viene annullata però per il tocco in posizione irregolare di Lookman. L’Udinese risponde subito dopo, dimostrando la grande grinta impressa da Runjaic ai suoi. Payero si inserisce alle spalle di Kossounou e dal vertice dell’area scheggia la traversa. Il pressing molto alto messo in campo dai friulani rende veramente difficile la costruzione ai padroni di casa. Al 25′ Gasperini è costretto ad effettuare il primo cambio della partita, Djimsiti rimane dolorante dopo un contrasto di gioco con Thauvin, e viene sostituito da Ederson. Poco dopo l’Udinese trova la rete del vantaggio con Davis ma anche in questo frangente viene annullata per l’intervento falloso dell’inglese ai danni di De Roon. Nel finale i bianconeri riescono a sbloccarla, stavolta in modo regolare, Thauvin guida il contropiede bianconero e allarga nella zona di Kamara che da lontanissimo prende la mira e calcia un bolide che si insacca in rete, inutile il tentativo in tuffo di Carnesecchi. L’Udinese nonostante il vantaggio non si chiude in difesa e cerca sempre di partire in contropiede alla ricerca del raddoppio. La Dea pareggia dopo dieci minuti dalla ripresa. Ripartenza fulminea di Bellanova (entrato a secondo tempo per l’infortunato Zappacosta) che serve un cioccolatino per Pasalic che non sbaglia il rigore in movimento. L’Atalanta ribalta tutto in quattro minuti grazie ad un autogol sfortunato di Tourè, che in scivolata devia in porta il traversone basso di Bellanova. Incubo ad occhi aperti per Runjaic che si riflette anche sui suoi giocatori, l’aggressività vista nel primo tempo è andata sciamando pian piano, lasciando alla Dea molta più libertà in costruzione. Col passare dei minuti, i nerazzurri mirano ad addormentare la partita, abbassando drasticamente i ritmi visti nella prima frazione. Nei minuti conclusivi si ferma anche Zaniolo. Il numero dieci si accascia per un guaio muscolare e viene sostituito da Cuadrado, match sfortunatissimo per l’Atalantasul piano fisico. Il match si chiude con la vittoria in rimonta dei bergamaschi, sesto centro consecutivo che permette alla Dea di godersi il big match di San Siro. L’Udinese crolla ancora, sebbene un primo tempo giocato a grandi livelli, nel secondo sono bastati cinque minuti per mandare tutto in fumo. La squadra di Runjaic rimane inchiodata a 16 punti, da ormai tre giornate.

Fiorentina – Verona (A cura di Tommaso Patti)

Nel segno di Kean, la Fiorentina cala il tris e supera il Verona. Al Franchi, la viola parte fortissimo, portandosi subito in vantaggio al quarto minuto con Kean, servito dopo una cavalcata da parte di Beltran. La reazione degli ospiti non tarda ad arrivare, all’ottavo minuto Lazovic immette un cross teso, sventato da De Gea prima del tap-in di Tengstedt. L’occasione precedentemente sbagliata dal centravanti danese è solo un assaggio di quello che accade dieci minuti più avanti quando, dopo aver portato palla, Saut Serdar calcia trovando un grandissimo gol che vale il pareggio. Dal gol dell’1-1 i ritmi si abbassano, le azioni diminuiscono fino al 59′, quando sul corner battuto da Adli, Kean anticipa tutti all’interno dell’area piccola, realizzando il gol del nuovo vantaggio per la viola. Ferita dal gol subito, la squadra di Zanetti accusa il colpo senza riuscire a reagire, rischiando di subire la terza rete sul lancio di Comuzzo per Beltran che, dopo un controllo di petto, impegna Montipò. Il colpo del K.O. la Fiorentina lo affonda al minuto ottantatré, quando dopo il recupero palla di Kouame in una zona insidiosa del campo, l’attaccante viola si immola verso la porta salta anche l’estremo portiere gialloblù e serve a centro area Kean, che da pochi passi firma la sua prima tripletta in carriera e chiude la partita grazie alla sua ottava rete in Serie A.

Roma – Bologna (A cura di Marco Rizzuto)

Non basta la doppietta di  El Shaarawy ai giallorossi, il tridente OrsoliniCastroKarlssonstende una Roma ferita e spettacolare. L’avvio all’Olimpico è molto lento, poche occasioni e tanti duelli in mezzo al campo. Al 20′ Orsolini con una super giocata lascia sul posto Angelino e scappa verso la porta, l’esterno, con un tiro-cross calcia largo e in allungo Ndoye, tenta di insaccare in spaccata ma mancando il contatto col pallone sbatte contro il palo rimanendo a terra dolorante. Italiano così è costretto ad effettuare il primo cambio forzato della gara, inserendo Karlsson con Ndoye che esce in barella. Pochi minuti dopo, il Bolognapassa avanti, Castro insacca da pochi metri dopo la deviazione di Celik sul il corner tagliente di Orsolini. I giallorossi tentano una reazione, e alla mezz’ora, Konè dalla fascia sinistra  arriva sul fondo e mette un pallone pericoloso in mezzo per Soulé che calcia di prima, spaccando la traversa. Il primo tempo termina senza troppe emozioni, con le squadre che tornano negli spogliatoi sotto la pioggia di fischi incessanti dei tifosi giallorossi. Ripresa che segue lo stesso copione, si assiste ad una partita da un’intensità molto bassa. Per dare una scossa, Juric richiama in panchina Soulé ed inserisce Shomurodov. Poco dopo l’ora di gioco la Roma riesce a pareggiare con El Shaarawy, l’esterno giallorosso riesce a spedire in rete con un colpo di testa su assist di Mancini. Questo gol suona la carica alla Roma, ma proprio nel momento migliore dei giallorossi, il Bologna torna in vantaggio dopo solamente tre minuti. Orsolini servito con un lancio millimetrico da Castro rientra sul sinistro e calcia, il pallone sbatte su Mancini e finisce in rete beffando Svilar. Al 77′ il Bologna cala il tris con Karlsson, il numero dieci viene servito con un filtrante alto da Miranda e davanti Svilar non sbaglia, facendo calare le tenebre nuovamente sull’Olimpico. A dieci dalla fine Juric è costretto a sostituire Koné per un problema fisico, mettendo al suo posto Paredes. Nel minuto successivo la Roma torna in partita infiammando il finale, sempre con El Shaarawy, che insacca da dentro l’area su assist di Shomurodov. Gli animi di scaldano ed il finale diventa frizzante. Sul finale Dallinga si divora il gol del poker, chiudendo troppo il destro e mandando la sfera sul fondo da pochi metri. Il match termina con la terza vittoria consecutiva del Bologna sulla Roma, vittoria che permette ai ragazzi di Italiano di eguagliare il Milan a diciotto punti. Condannata la Roma, altra sconfitta per 2-3 che inchioda i giallorossi a 13 punti. Con l’esonero di Juric, il ritorno dalla pausa nazionali sarà una grande incognita.

Monza – Lazio (A cura di Tommaso Patti)

Vittoria di misura per la Lazio di Baroni, a Monza la decide una grandissima rete di Zaccagniche spedisce i biancocelesti a 25 punti. Le due squadre approcciano la gara con due stati d’animo diversi: gli ospiti vengono da un momento decisamente positivo condito dal primo posto in Europa League e un avvio di campionato sorprendente, il Monza invece, è reduce da un periodo buio, con solo un punto nelle ultime tre gare di Serie A. L’inizio di gara all’U-Power Stadium è equilibrato, con occasioni da entrambe le parti, portate avanti da Maldini, Dia e Nuno Tavares, quest’ultimo protagonista di un cross deviato che stava per ingannare Turati. Nei minuti successivi la gara si sblocca dal punto di vista degli interventi irregolari: in due occasioni vengono assegnati altrettanti cartellini gialli per il Monza a causa dei falli di Pedro Pereira e Carboni su Nuno Tavares e Pedro. Al 32′ la Lazio prova a concretizzare, andando vicino al gol del vantaggio con Zaccagni, il capitano bianco celeste calcia a giro colpendo il palo a portiere battuto dopo esser stato servito nuovamente da un incontenibile Nuno Tavares. Dopo aver spedito alto il pallone sulla ribattuta del palo preso da Zaccagni, qualche minuto dopo Pedro si rende protagonista di un recupero palla fondamentale a metà campo ai danni di Daniel Maldini, l’azione prosegue con il possesso palla di Mattéo Guendouzi che serve Zaccagni nella stessa posizione dell’azione precedente, anche questa volta il numero dieci laziale si sposta  il pallone sul piede forte e calcia a giro sul secondo palo, segnando la sua quarta rete in campionato. L’unico acuto del primo tempo brianzolo al gol subito arriva al tramonto dell prima frazione: sul cross di Pedro Pereira, Djuric colpisce di testa e, nel tentativo di respinta sbagliato da parte di Marusic, Dany Mota approfitta della situazione provando a pareggiare la gara con un rovesciata. che termina alta. Nella ripresa parte meglio la squadra ospite, che rischia di raddoppiare con il tiro da fuori da parte di Rovella, in risposta arriva un ottimo intervento da parte di Turati. La gara subisce un altro abbassamento dei ritmi, fino al 70′, quando con due occasioni in meno di due minuti, il Monza va vicina al gol del pareggio con il colpo ti testa di Izzo prima, e poi con la conclusione alta da buona posizione di Maldini. A pochi minuti dal termine, Baroni schiera Castellanos, l’attaccante argentino riesce a sollevare il baricentro della Lazio sfiorando più volte la sua sesta marcatura in campionato.

Inter – Napoli (A cura di Dennis Rusignuolo)

A San Siro termina in parità la sfida tra Inter e Napoli. La gara viene sbloccata dal gol di McTominay, mentre il gol del pareggio arriva dal bellissimo destro di Çalhanoğlu, protagonista di un penalty sbagliato nella seconda frazioni.

LA TOP 11 DELLA 12ª GIORNATA

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Calcio

Nel giorno di Del Piero, il sigillo del nuovo 10: la Juventus vince il Derby della Mole. Pazzo Milan a Cagliari

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In questo ultimo sabato prima della sosta nazionali due partite dall’alto contenuto emotivo e piene di spettacolo. All’Unipol Domus Cagliari e Milan danno vita a un 3-3 a dir poco pirotecnico. La doppietta di Zappa, ex Inter, condanna i rossoneri al terzo pareggio del loro campionato. Nel match delle 20.45 la Juventus batte 2-0 il Torino e si aggiudica il Derby della Mole con i gol di Weah e Yildiz.

Juventus-Torino

Potenza contro orgoglio, le due facce di un Derby della Mole che arriva al 159º appuntamento della sua storia. Fin dalle prime battute la Juventus cerca di dominare il gioco, provando a controllare con pulizia e lucidità il pallone. Il Torino si affida al pressing alto uomo su uomo ed è in questo particolare che la squadra di Thiago Motta comincia gradualmente a costruire le ripartenze. La scelta dei bianconeri è quella di attirare il Torino per poi colpirlo alle spalle con velocità e verticalità. Al 20′ la Juventus sblocca il derby: discesa poderosa di Cambiaso, che approfitta delle marcature a uomo del Toro e si avventa in area, calcia forte sul primo palo ma Milinkovic risponde, il pallone arriva nei pressi dell’area dove Weah insacca a porta vuota, quarto centro in campionato per lo statunitense (miglior rendimento realizzativo in carriera). La posizione di Cambiaso è il centro dello sviluppo bianconero, perché il terzino si stacca dalla linea e permette ai giocatori di Thiago Motta di avere sempre un vantaggio nel possesso. Nel frangente centrale del primo tempo la Juve gioca bene, sviluppa in verticale e cerca sempre il rimorchio verso Koopmeiners. L’olandese in fase di non possesso occupa prevalentemente la parte destra del campo, ma quando la Juventus attacca è sempre nel vivo del gioco e cerco più volte la conclusione da fuori area, alla ricerca del primo gol in maglia bianconera. La ripresa si apre con un cambio tra le file granata, con Gineitis che rileva Ilic. Vanoli prova a scuotere i suoi cercando più compattezza in mezzo al campo, dove il Toro ha sofferto le uscite palla a terra della Juve. La scossa non cambia vistosamente il copione della gara ma abbassa il ritmo della gara, con la Juventus che si limita a gestire il risultato minimizzando i rischi. Al 71′ i bianconeri trovano il raddoppio, con una traccia visionaria di Koopmeiners, che taglia il campo in verticale e trova Weah, l’americano controlla con un braccio e poi realizza. Rete annullata dal direttore di gara. Nell’ultimo quarto Motta sostituisce Vlahovic con Conceicao, avanzando Weah come riferimento centrale. Il portoghese va vicino al raddoppio a dieci dal termine, con una conclusione a giro che sfiora l’incrocio dei pali. Il sigillo al Derby lo mette Kenan Yilidz. Nel giorno del cinquantesimo compleanno di Alex Del Piero, la stellina turca riceve il cross perfetto di Conceicao e di testa batte Milinkovic. La rete del 2-0 è l’ultima giocata del numero 10 bianconero, sostituito da McKennie. Un dominio schiacciante per la squadra di Thiago Motta, mai veramente in difficoltà e sempre in controllo della gara e del risultato. La Juventus sale a quota 24 punti e rimane in scia di Inter e Napoli, impegnate domani sera nel big match di questa 12ª giornata. Continua il periodo nero del Torino, sempre in difficoltà nella produzione offensiva e nel dominio del gioco in mezzo al campo. L’assenza di Zapata non è stata rimpiazzata e in attacco il Torino non riesce a sopperire alla mancanza del capitano colombiano.

Cagliari-Milan (A cura di Marco Rizzuto)

L’Unipol Domus scatena emozioni dall’inizio alla fine. Alla doppietta di Leao risponde la doppietta di Zappa, Abraham e Zortea fanno da contorno per un match di grande livello, giocato ad intensità altissima. Partenza lampo del Cagliari, in nemmeno due minuti di gioco la squadra di casa trova il gol del vantaggio con Zortea, che calcia indisturbato in diagonale sui risvolti di un calcio d’angolo. I rossoneri reagiscono subito, aggredendo l’out di destra due volte in pochi minuti grazie agli spunti di Chukwueze. Allo scoccare del quarto d’ora, il Milan pareggia i conti grazie al genio e la classe di Rejinders, l’olandese scucchiaia un filtrante meraviglioso per Leao, che prende il tempo a Sherri e con uno scavetto sigla l’1-1 di una partita dall’avvio travolgente. Al 27’ il Cagliari torna avanti ma solo per un attimo, Piccoli (di poco in fuorigioco) viene pescato tra Thiaw e Pavlovic che se lo perdono, la punta rossoblù con un tocco sotto batte Maignan ma la rete viene annullata. A cinque minuti dal duplice fischio Zortea domina il gioco aereo su Emerson Royal e sfiora la doppietta girando di testa sul cross di Luperto, l’estremo difensore rossonero riesce a bloccare la sfera in tuffo con un intervento clamoroso. L’azione seguente si trasforma in quella del vantaggio per il Milan. Con un passaggio in verticale illuminante di Fofana, Leao viene mandato a tu per tu contro Sherri, il portoghese lo dribbla secco e finalizza a porta vuota. Allo scadere del primo tempo viene annullata un’altra rete al Cagliari: ennesimo cross pericolosissimo di Augello sul secondo palo, Theo Hernandez si perde completamente Zappa che calcia col piattone al volo, poco prima che la sfera sorpassasse la linea di porta però, Viola in posizione di offside lo insacca, non cambiando di fatto il destino del pallone ma causando l’annullamento del possibile 2-2. Nonostante i tentativi iniziali del Milan di addormentare la partita, il Cagliari continua a pressare e spaventare la retroguardia rossonera ed il meritatissimo gol del pari non tarda ad arrivare. Sull’amnesia di Fofana che sbaglia il tocco all’indietro verso la difesa, Zappa si avventa e s’inventa il gol del pari, arrivando di fronte a Maignan e battendolo sul primo palo, stavolta il gol è buono e il tabellone dice due pari. Per mettere ordine Fonseca ridisegna i suoi inserendo Abraham e Loftus-Cheek per Chukwueze e Camarda. Le scelte del mister portoghese ripagano subito, in contropiede Loftus-Cheek apre nella zona di Pulisic che impegna Sherri, la deviazione favorisce il tap-in vincente di Abraham che segna al suo primo pallone toccato. All’Unipol Domus si assiste ad un match spettacolare, tra gol annullati e intensità alle stelle. Nicola tenta il tutto per tutto facendo cinque cambi nel giro di sei minuti. Nei minuti finali i rossoneri temono l’attacco a viso aperto del Cagliari e cercano di palleggiare per far correre a vuoto gli avversari. I padroni di casa tentano un arrembaggio finale e trovano il gol del pari con una meraviglia di Zappa. Altro appoggio di Luvumbo per Augello, altro cross tagliente sul secondo palo, e come al termine del primo tempo, Zappa viene nuovamente lasciato libero di calciare al volo, stavolta rompe la porta con un tiro di esterno che fa scoppiare di gioia l’intero Unipol Domus. Il match termina regalando spettacolo dal primo all’ultimo minuto. Cagliari e Milan si dividono la posta in palio, i padroni di casa raggiungono quota dieci punti, accompagnati da Parma e Como. Il Milan, dopo la straordinaria impresa al Bernabeu in Champions League è costretta a rallentare ed accontentarsi del settimo posto a quota 18 punti.

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Calcio

EUReka: scopriamo insieme come sono andate le coppe europee del giovedì

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Arriva il giovedì europeo e con esso anche moltissimi gol e spunti interessanti da analizzare, per restare aggiornati su quella che è la situazione in Europa e Conference League, ormai arrivate a metà della loro fase iniziale.

 

Male Roma e Fiorentina, Lazio prima in solitaria

In Belgio la squadra di Juric inciampa, ottenendo niente di più che un pareggio contro un’Union Saint-Gilloise mai veramente pericolosa se non nell’occasione del gol. I Giallorossi si mostrano subito propositivi con un palo colpito da Baldanzi e riescono a passare in vantaggio con Mancini, che impatta il cross di Pellegrini e anticipa Moris portando avanti i suoi. Quindici minuti più tardi, la confusione all’interno della difesa costa alla Roma il gol del pareggio, siglato da Kevin Mac Allister, fratello del più famoso Alexis, giocatore del Liverpool. Sul finale i belgi tentano addirittura di vincerla, fermati solamente da Celik, che fa da muro ed evita il gol del 2-1. Nella Capitale invece, una Lazio in forma smagliante vince la quarta partita su quattro e si porta prima in classifica a punteggio pieno. Nel recupero di un primo tempo decisamente divertente e dopo una clamorosa traversa colpita da Fabio Vieira, la squadra di Baroni passa in vantaggio con Romagnoli, che fa da torre e batte Diogo Costa. Il Porto però non molla mai la presa e dopo diverse occasioni passate per i piedi di Omorodion trova il pareggio con Eustaquio, che insacca la sfera alle spalle di Provedel. I Biancocelesti non muoiono letteralmente mai, e il sangue vincente di questa Lazio viene confermato con il gol (un altro) nel recupero, siglato da Pedro, rinato in questa prima parte di stagione. In Conference League arriva la prima sconfitta per la Fiorentina, che cade a Cipro, in casa dell’Apoel Nicosia per 2-1. La squadra di Palladino appare totalmente spenta e subisce i colpi inferti dall’Apoel, che passa in vantaggio al 37’ con Donis e raddoppia poco dopo con Abagna, che approfitta di un grave errore di Biraghi. Nel secondo tempo la Viola si sveglia e accorcia le distanze con Ikone, non riuscendo però a pareggiare i conti e uscendo così sconfitta dal Neo GSP Stadium.

 

La giornata di Europa League

Vediamo ora come si sono comportate le avversarie di Roma e Lazio. A Istanbul vincono sia Besiktas che Galatasaray: i primi battono abbastanza agilmente gli svedesi del Malmö per 2-1, mentre i secondi fanno la voce grossa con un Tottenham messo alle strette, grazie alla doppietta di Osimhen e al gol di Akgun (quarto gol in quattro partite) che apre la partita. Serata dolceamara per gli Spurs, con il gol del giovane Lankshear, all’esordio da titolare, che viene successivamente espulso, indirizzando inevitabilmente la partita dei suoi. In Olanda domina l’Ajax, che batte il Maccabi Tel Aviv per 5-0 portandosi al secondo posto e vince anche l’AZ Alkmaar, che batte il Fenerbahce per 3-1. L’Eintracht vince di misura contro lo Slavia Praga grazie al gol su punizione di Marmoush, che sta attraversando un periodo di forma straordinario, mentre l’Hoffenheim pareggia per 2-2 con il Lione dopo una partita senza senso, con quattro gol tutti messi a segno nel secondo tempo. Se la cava lo United, che sotto la guida di Van Nistelrooij batte per 2-0 il PAOK, grazie alla doppietta di Diallo. Soffrono le spagnole in trasferta: l’Athletic Bilbao rimonta il Ludogorets e vince per 1-2, mentre crolla con lo stesso risultato la Real Sociedad in casa del Viktoria Plzen. Nizza e Anderlecht pareggiano con Twente (rimontato dopo lo 0-2 iniziale) e Riga Futbola Skola, mentre, nel campo neutro di Amburgo, il Ferencvaros spazza via la Dinamo Kiev per 4-0. Ad Atene l’Olympiakos non va oltre il pareggio per 1-1 con i Glasgow Rangers, e la stessa sorte tocca anche all’Elfsborg che inchioda il Braga sull’1-1. Per concludere, in Norvegia cade il Bodo Glimt per mano del Qarabag, che porta a casa i tre punti.

Altri risultati:

– Steaua Bucarest – Midtjylland 2-0

La Top 11 di Europa League

Modulo: 3-4-3

POR: Trapp (Eintracht Francoforte)

DS: Bayramov (Qarabag)

DC: Romagnoli (Lazio)

DD: Popescu (Steaua Bucarest)

ES: Pedro (Lazio)

CC: Akgun (Galatasaray)

CC: Taylor (Ajax)

ED: Gendrey (Hoffenheim)

AS: Barnabas Varga (Ferencvaros)

ATT: Osimhen (Galatasaray)

AD: Diallo (Manchester United)

 

La giornata di Conference League

Per finire, diamo uno sguardo complessivo ai risultati di Conference League, che tra sorprese e conferme è anch’essa arrivata al giro di boa della ”fase campionato”. A Londra il Chelsea travolge a valanga gli armeni del Noah per 8-0 e si porta al primo posto in classifica, con un gioco che, nonostante l’avversario non di altissimo livello, sembra essere tornato quello di una squadra che può davvero fare paura. Dietro ai Blues troviamo il Legia Varsavia, che batte per 4-0 la Dinamo Minsk e la sorpresa di questa Conference: lo Jagellonia, che sconfigge per 3-0 il Molde e si posiziona, a punteggio pieno, al terzo posto della classifica. Prima vittoria per il Betis, che finalmente si sblocca e batte il Celje, grazie ai gol di Natan e Juanmi, e prima vittoria anche per il San Gallo, che vince fuori casa contro il Larne. In Danimarca Copenaghen e Basaksheir danno vita ad uno spumeggiante pareggio per 2-2, che mette in luce il giovane Chiakha, autore di una doppietta. Il Gent vince di misura e batte l’Omonia Nicosia per 1-0, così come vincono con scarto di un gol anche Pafos e Shamrock Rovers, che battono Astana e New Saints. Soffre ma vince anche il Vitoria Guimaraes contro il Mlada Boleslav, e crolla fuori casa il Panathinaikos sotto i colpi del Djurgarden, alla prima vittoria in stagione. I tedeschi dell’Heidenheim vincono in Scozia, sconfiggendo gli Hearts e portandosi al sesto posto a punteggio pieno, così come il Rapid Vienna, che vince in Moldavia contro il Petrocub Hincesti. Ottime prestazioni anche del Backa Topola, che in casa vince per 4-1 contro il Lugano e dell’Olimpia Lubiana, che in Finlandia batte l’Helsinki e sale a sei punti in classifica.

Altri risultati:

-Vikingur Reykjavik – Borac Banja Luka 2-0

-LASK – Cercle Brugge 0-0

La Top 11 di Conference League

Modulo: 3-5-2

POR: Jorgensen (Chelsea)

DS: Natan (Betis)

DC: Oscar Rivas (Vitoria Guimaraes)

DD: Bolla (Rapid Vienna)

ES: Donis (Apoel Nicosia)

CC: Joao Felix (Chelsea)

CC: Stanic (Backa Topola)

CC: Peter Agba (Olimpia Lubiana)

ED: Hansen (Jagiellonia)

ATT: Burgstaller (Rapid Vienna)

ATT: Marc Gual (Legia Varsavia)

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