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Insegnante viene punito con una sospensione e con lo stipendio dimezzato dopo aver criticato il ministro dell’istruzione

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Foto: Quotidiano Nazionale

In un contesto politico in cui il dissenso sembra essere considerato più come una minaccia da debellare che come un diritto da tutelare, la sospensione dell’insegnante e scrittore Christian Raimo diventa un campanello d’allarme per tutti coloro che credono nella libertà di pensiero e nell’autonomia del corpo docente.

Christian Raimo, professore di liceo e intellettuale da tempo impegnato nel dibattito pubblico, è stato sospeso per tre mesi dall’insegnamento e gli è stata imposta una riduzione dello stipendio del 4%.
Il motivo? Un discorso critico nei confronti del Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, (pronunciato durante un dibattito alla festa nazionale di Alleanza Verdi e Sinistra a Roma). Nel corso dell’intervento, Raimo ha espresso giudizi duri sul ministro, definendolo “cialtrone, lurido, repressivo e pericoloso”. Parole forti, certo, ma che riflettono un punto di vista critico e una preoccupazione che l’insegnante sente urgente condividere.

Questo provvedimento punitivo non arriva come un fulmine a ciel sereno. Solo poche settimane fa, diversi studenti dissidenti sono stati oggetto di manganellate durante proteste pacifiche: un segnale chiaro che il dissenso, anche nelle sue forme più pacifiche e costituzionalmente tutelate, non è ben accetto dalla realtà attuale.

La sospensione di Raimo appare dunque come una sorta di punizione esemplare, un messaggio diretto a chiunque osi criticare apertamente le scelte governative e il ministro Valditara, tra i più controversi esponenti dell’attuale esecutivo. In questo contesto, non è difficile vedere un disegno di repressione politica più ampio, in cui il potere mira a disciplinare e silenziare la scuola e i suoi operatori per evitare che diventi un terreno di discussione critica e opposizione sociale.

La reazione governativa, tuttavia, ha colpito Raimo con una misura disciplinare tanto drastica quanto disincentivante per chiunque pensi di esprimersi in futuro. La sospensione di tre mesi è una misura straordinaria e raramente applicata in simili contesti, e potrebbe rivelarsi il preludio di una lunga serie di azioni tese a limitare la libertà di pensiero tra i docenti e a controllare gli studenti.

Non sorprende, dunque, che gli studenti del liceo Archimede, dove Raimo insegna, abbiano reagito prontamente, esponendo uno striscione all’entrata della scuola con la scritta “3 mesi di sospensione per un’opinione”.

Gli studenti sono consapevoli che mettere a tacere un docente per aver espresso un’opinione può significare, in ultima analisi, negare a loro stessi il diritto a un’educazione libera, aperta, dove il pensiero critico è accolto e non censurato.

L’Italia, un tempo baluardo di libertà di pensiero e discussione, rischia così di scivolare in una forma di autoritarismo strisciante.

Per questo motivo, il caso Raimo rappresenta una chiamata alla responsabilità e alla vigilanza: ogni cittadino, e in particolare ogni educatore, deve essere libero di esprimere le proprie idee senza temere ritorsioni. È una questione di libertà fondamentale e un valore che non può essere sacrificato.

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Attualità

“Il tasso di disoccupazione femminile più alto di sempre” con Giorgia Meloni –Video

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Giorgia Meloni continua a criticare le femministe e finge di voler essere da parte delle donne facendo la gaffe più clamorosa di sempre.

È virale il video della Presidente (e non è solo politico il nostro rivolgersi a lei al femminile ma semplice applicazione dell’uso della lingua italiana) che con un clamoroso lapsus ci insegna che non è conveniente imparare discorsi a memoria e farsi prendere dall’euforia dell’attacco fine a se stesso senza calibrare l’uso delle parole.

Durante una breve apparizione in video-collegamento per la chiusura della campagna elettorale in Emilia-Romagna, Giorgia Meloni ha rivendicato, come “vero” atto femminista-dice lei-, il volersi fare chiamare “Il presidente” ignorando completamente sistemi di regole della lingua italiana che attribuiscono alla parola “presidente” sia il genere maschile che quello femminile e quindi, come tale, deve essere l’articolo a concordare con il genere della persona incaricata.

Attaccando altre donne, La Presidente afferma che il vero femminismo non è declinare al femminile parole storicamente maschili come “Sindaco” o “Assessore” ( ignorando che prima delle lotte femministe era impensabile che donne potessero svolgere questi compiti- e che quindi lei si possa trovare a sedere tra le cariche più importanti dello stato) ma è orgogliosa delle vere lotte per le donne che sta portando avanti sotto il suo governo: “Il più alto tasso di disoccupazione femminile”.

 

Un errore? Sicuramente, ma ci permette di riflettere su quanto effettivamente le donne vivano questa clamorosa situazione di disoccupazione e divario salariale solo per il loro genere.

Ed anche se Giorgia voleva intendere che il tasso di disoccupazione femminile è sceso in realtà sappiamo che non è proprio così.

Per raggiungere la parità nel lavoro serviranno così tanti anni che è troppo da scrivere a lettere. E dal punto di vista culturale, beh, non abbiamo una stima esatta. Perché continuiamo a crescere bambine e bambini nella logica del patriarcato che rovina non solo la vita delle giovani donne ma anche quella di giovani uomini che si ritrovano a dover esaudire stereotipi soffocanti.

Il 25 novembre sarà la giornata contro la violenza sulle donne. Come ogni anno ci auguriamo che non sia solo un giorno ma che l’intera vita di ogni individuo sia costellata da un impegno sempre più partecipato verso una causa che non dovrebbe neanche esistere, così come non dovrebbe neanche esistere una violenza perpetuata di genere.

Perché nel voler la parità nelle differenze troviamo la più alta forma di democrazia e civilizzazione di un intero paese.

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Attualità

Il vaticano annuncia Luce, la mascotte pop del Giubileo

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La nuova mascotte del vaticano Luce, realizzata dal designer romano Simone Legno, raffigura una pellegrina in chiave moderna ispirata all’estetica giapponese con l’obiettivo di avvicinare di più i giovani.

Luce, che indossa un‘impermeabile giallo, stivali sporchi e croce al collo, sarà la mascotte del Giubileo e del padiglione del Vaticano per l’Expo di Osaka 2025.

Disegnata dall’artista romagnolo Simone Legno, noto per essere il founder del brand Tokidoki e lanciato Italia Chan, la mascotte italiana all’Expo Osaka 2025, è stata presentata lo scorso lunedì dal monsignor Rino Fisichella, prefetto del dicastero per l’Evangelizzazione, l’addetto a tutte le attività di promozione dell’Anno Santo.

LA SCELTA DELLO STILE DI DESIGN INNOVATIVO PER LA CHIESA

La mascotte ricorda molto lo stile manga, tanto che per Fisichella la scelta di questo design risponde al “desiderio di vivere anche all’interno della cultura pop, tanto amata dai nostri giovani“.

 

I SIMBOLI DEL PELLEGRINAGGIO

Luce rappresenta una pellegrina con incorporati alcuni elementi fortemente legati a concetti o valori legati al Giubileo, al pellegrinaggio e alla religione cattolica:

  • L’impermeabile giallo: protegge il pellegrino dalle intemperie lungo il cammino della vita
  • Gli stivali: sporchi di terra per la strada percorsa.
  • Gli occhi: all’interno raffigurano delle conchiglie, simbolo di perseveranza della fede ( in riferimento al cammino di Santiago de Compostela) mentre l’illuminazione degli occhi sono il simbolo della speranza del cuore.
  • Bordone: stretto tra le mani, simboleggia lo strumento del cammino eterno
  • Rosario: attorno al collo, rappresenta il simbolo cristiano.

Il tutto è stato arricchito con i colori del logo del Giubileo 2025.

Il  mons. Fisichella ha infine concluso la presentazione di Luce dicendo: “Speriamo che questa mascotte possa piacere a tutti e possa essere quel segno di unità tra il cammino del pellegrinaggio e l’Esposizione di Osaka“.

I COMPAGNI DI LUCE

Le sorprese non si limitano solo a Luce, perché insieme a lei sono stati presentati altri personaggi: il cane Santino, la colomba Aura e l’angelo Iubi. Tutti raffiguranti simboli cristiani.

In più ci sono anche altri 3 pellegrini, gli amici di Luce: Fe, Xin e Sky. Il tutto sembra voler costruire un unico grande universo narrativo dal mondo della Chiesa cattolica.

DICHIARAZIONE DI LEGNO SUL PROGETTO

In un’intervista Simone Legno, nonché il creatore della mascotte, racconta com’è nata l’idea di Luce e la sua collaborazione con il Vaticano.

Romano, 45 anni, l’artista Legno ha dietro di sé una lunga esperienza professionale, collaborando nel corso degli anni con brand di un certo calibro come Hello KittyKarl Lagerfeld ed oggi anche con il Vaticano tramite il Dicastero per l’Evangelizzazione, con il quale si è confrontato e ha realizzato la proposta.

Legno ha spiegato come l’idea del Vaticano sia stata quella di cercare un’immagine fresca e giovane, che potesse mediare anche il gusto dei ragazzi. Per questi motivi Luce è una pellegrina con il rosario al collo ma realizzata in chiave moderna e giovane.

In più l’artista durante un’intervista a La Repubblica, ha spiegato di provenire da una famiglia cattolica, ma di non essere praticante, aggiungendo: “Dal Vaticano non si sono opposti alle mie idee, mi hanno consigliato i colori da usare per il rosario. Mi piacerebbe regalare una statuetta di Luce a Papa Francesco, sarebbe emozionante poterlo fare.”

 

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Attualità

Studentessa iraniana arrestata per aver protestato contro il velo –Video

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Foto: ANSA Brasil

Sta scuotendo il mondo intero la notizia della scomparsa di una giovane studentessa iraniana, arrestata sabato a Teheran dopo un gesto di protesta contro l’obbligo del velo.

Il suo atto di coraggio, ripreso in un breve video ormai virale, ha scatenato angoscia e preoccupazione tra chi teme per la sua sicurezza, ricordando la tragica vicenda di Mahsa Amini che due anni fa perse la vita in custodia della polizia morale.

La giovane, iscritta al dipartimento di Scienza e Ricerca dell’Università Azad di Teheran, ha scelto di manifestare il suo dissenso spogliandosi degli abiti nel cortile dell’università, rimanendo in biancheria intima. Un gesto tanto semplice quanto potente, che ha fatto subito il giro dei social, diventando il simbolo di una ribellione giovanile che non accetta più le limitazioni imposte dal regime in tema di diritti delle donne.

Secondo i testimoni, la ragazza avrebbe fatto tutto in un silenzio che esprimeva la forza della sua volontà, senza grida, senza parole, come se il suo corpo da solo potesse parlare per tutte le donne iraniane che ogni giorno vivono sotto il peso di restrizioni e imposizioni.

L’Iran sta vivendo da anni un clima di crescente tensione sociale, con manifestazioni che vedono in prima linea le donne, spesso giovani studentesse, che reclamano il diritto di esprimere liberamente la propria identità e autonomia. Nonostante le dure repressioni, queste donne continuano a sfidare le norme con piccoli atti di ribellione, come rifiutare il velo o organizzare proteste in spazi pubblici.

Ogni volta che una di loro viene arrestata o scompare la paura della comunità cresce, ma cresce anche la determinazione di lottare per i propri diritti.

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