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Cronaca

Tragedia a Palermo, muore trentacinquenne per complicazioni post operazione: ecco chi era

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Foto: lasiciliaweb

Calcoli biliari che finiscono in tragedia. La vittima,Vito Manno, un giovane di 35 anni, ha perso la vita a seguito di diverse operazioni per rimuovere calcoli biliari. Il decesso è avvenuto il 3 novembre.

Dopo tre interventi alla colecisti presso la clinica Torina a Palermo le complicazioni hanno portato al trasferimento del paziente in regime d’urgenza all’ospedale Villa Sofia. Nonostante i tentativi di soccorso, Manno è deceduto al pronto soccorso di Villa Sofia.

Sono 11 i medici, tra le due strutture, indagati per negligenza e omicidio colposo.

Manno lascia una moglie e due figlie, una delle quali non è ancora nata. Il dramma che ha colpito la famiglia ha sollevato numerose domande e dubbi.

A seguito della tragedia, è stata disposta un’autopsia, che avverrà al Policlinico di Palermo, per chiarire le cause del decesso. I legali della famiglia Manno vogliono andare in fondo per rendere giustizia a questa famiglia distrutta.

Classe 2002. Alfiere della Repubblica Italiana. Studentessa in Scienze della Comunicazione all'Università degli studi di Palermo. Aspirante lavoratrice nel campo artistico-letterario. Appassionata di letteratura, arte e poesia.

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Cronaca

Angelo Vassallo: 4 arresti per l’omicidio di 14 anni fa del “sindaco pescatore”

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Si apre un nuovo capitolo sull’omicidio di Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica che, per non piegarsi al potere criminale della camorra, fu assassinato la sera del 5 settembre 2010.

A finire in manette per il coinvolgimento di questo omicidio, sono quattro persone, ovvero due carabinieri, il figlio di un boss della Camorra, e un imprenditore.

IL SINDACO PESCATORE”

Angelo Vassallo, soprannominato “il sindaco pescatore“, è stato il primo cittadino di Pollica, un comune situato nel napoletano .
Apprezzato dal mondo ambientalista per le iniziative che realizzava, e al contempo osteggiato da alcuni personaggi delle istituzioni collusi con la criminalità,  Vassallo si era impegnato per contrastare in prima linea le attività di narcotraffico.
Ha esercitato la carica di sindaco fino al 2010, anno in cui prima dell’omicidio venne nuovamente rieletto.

GLI ARRESTI

I soggetti ritenuti corresponsabili per l’omicidio di Vassallo sono: il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, l’imprenditore Giuseppe Cipriano, il figlio del boss e collaboratore di giustizia Romolo Ridosso, appartenente al clan di Scafati,  e l’ex brigadiere dei carabinieri Lazzaro Cioffi.
A Tali soggetti è stato disposto il provvedimento di custodia cautelare in carcere, con l’accusa di aver commesso un omicidio volontario.

L’INCONTRO DOPO L’OMICIDIO

Secondo gli inquirenti, qualche giorno dopo l’assassinio del sindaco, si sarebbe organizzato un incontro tra Romolo Ridosso, il brigadiere Lazzaro Cioffi, e Giuseppe Cipriano.
Naturalmente l’argomento di quell’incontro fu relativo alla morte di Vassallo, nello specifico Ridosso aveva esclamato una frase molto esplicita: “Pure il pescatore lo abbiamo messo a posto”.

IL MOVENTE DELL’OMICIDIO E IL DEPISTAGGIO

Sempre attraverso la ricostruzione degli inquirenti, si è dedotto che il movente dell’omicidio Vassallo sia legato alla scoperta di un traffico di stupefacenti gestito dalla Camorra, e che ha visto la collaborazione di alcuni uomini dell’Arma.

È proprio da questa collusione che, prima della morte di Vassallo, ci sarebbe stato un depistaggio delle indagini ad opera del colonnello Cagnazzo.

LE PAROLE DEL FIGLIO DI VASSALLO

Antonio Vassallo, figlio di Angelo, è intervenuto commentando gli sviluppi di questa vicenda, definendola una svolta: “Ora siamo curiosi di approfondire questa vicenda che abbiamo conosciuto in questo percorso e prima non ne conoscevamo assolutamente la dinamica. Non capivamo cosa poteva essere successo, non conoscevamo questo filone, di questa droga che arrivava e che non abbiamo mai visto. Tutta questa realtà che mio padre aveva conosciuto ancor prima di tanti investigatori e inquirenti”. 

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Cronaca

Ragazza muore dopo intervento di rinoplastica: i medici indagati rischiano nuove accuse

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Il dramma di Margaret Spada: una giovane vita spezzata per un intervento di filler rinoplastico. Sotto accusa l’equipe medica per presunto omicidio colposo e negligenza professionale.

La tragica morte di Margaret Spada, giovane di 22 anni, deceduta dopo un intervento di rinoplastica eseguito presso uno studio privato a Roma, ha scosso l’opinione pubblica e portato all’apertura di un’inchiesta. Due medici dell’equipe che ha eseguito l’intervento sono ora indagati per presunto omicidio colposo e potrebbero affrontare nuove accuse, tra cui possibili violazioni delle norme di sicurezza e negligenza professionale.

LA VICENDA

Margaret, ragazza siciliana, si era recata a Roma per sottoporsi a un intervento estetico al naso in una clinica che aveva conosciuto su Tik Tok. Purtroppo, qualcosa è andato terribilmente storto: la giovane è morta improvvisamente poco dopo “l’intervento”. Secondo i primi rilievi, ci sarebbero stati problemi già nelle fasi iniziali. Le condizioni della ragazza sarebbero precipitate velocemente, costringendo i medici a dichiarare il decesso poco dopo il termine della procedura. Si parla di mancanza di informazioni basi come possibili allergie e nessun consenso informato firmato.

LE ACCUSE E L’INCHIESTA

La Procura di Roma ha immediatamente aperto un’indagine, con i sospetti che si concentrano su eventuali errori commessi dall’equipe chirurgica e sull’adeguatezza delle procedure di emergenza adottate. I due medici responsabili sono ora accusati di omicidio colposo e potrebbero dover rispondere anche di altre ipotesi di reato, se dalle perizie emergessero ulteriori irregolarità o mancanze nelle prassi. Forse mancavano anche apparecchiature salvavita che sono importanti in studi come questi. La famiglia di Margaret, affranta dalla perdita, ha chiesto chiarezza su quanto accaduto e si è rivolta alle autorità per ottenere giustizia.

LA RICHIESTA DI GIUSTIZIA DA PARTE DELLA FAMIGLIA

I familiari della giovane chiedono risposte, addolorati dalla perdita di una ragazza descritta come solare e piena di sogni. La loro speranza è che l’inchiesta possa far emergere la verità e che sia fatta giustizia, non solo per Margaret ma anche per evitare che simili tragedie possano ripetersi. “Vogliamo solo che si faccia chiarezza su ciò che è successo a nostra figlia,” hanno dichiarato i genitori ai giornalisti.

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Cronaca

Nubifragio in Sicilia: Torre Archirafi sott’acqua con 500 mm di pioggia –Video

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In appena 12 ore, l’area Jonica ha visto cadere ben 500 millimetri di pioggia, portando a devastanti allagamenti nel Catanese.

Torre Archirafi, una zona marinara di Riposto, è stata particolarmente colpita con le strade che sono diventate fiumi e auto trascinate via dalla furia dell’acqua. Fortunatamente non ci sono state vittime; un automobilista è stato salvato mentre si aggrappava a una corda mentre la sua macchina veniva travolta.

La Protezione civile siciliana avverte che gli ingenti danni a Torre Archirafi sono stati causati “dall’esondazione dei torrenti Babbo e Archi, pesantemente cementificati a valle”. I sindaci hanno preso precauzioni chiudendo le scuole nella maggior parte dei comuni colpiti dal nubifragio dopo l’allerta meteo diramata nei giorni scorsi.

La situazione continua ad essere monitorata mentre i vigili del fuoco lavorano per aiutare le persone intrappolate nelle loro case.

La prefettura di Catania ha attivato subito il Centro coordinamento soccorsi dopo la violenta ondata di maltempo. Il prefetto Carmela Librizzi ha dichiarato: “La cosa più importante è stata che in una situazione di grave pericolo non ci siano stati né feriti, né dispersi”. Ha anche ricevuto rassicurazioni dalla Protezione civile nazionale riguardo alla diminuzione dei fenomeni atmosferici, permettendo così di valutare meglio la situazione domani.

Il ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, ha commentato: “La violenta ondata di maltempo… conferma che ci troviamo di fronte alla ‘nuova normalità'”. Ha aggiunto che “l’unico strumento… per mitigarne le conseguenze si chiama prevenzione” e ha espresso gratitudine a tutte le unità coinvolte nel ridurre i disagi delle persone colpite.

Dalle notti scorse, squadre di vigili del fuoco sono state impegnate in oltre cento interventi dopo il violento nubifragio. Con 150 pompieri richiamati in servizio, il comandante regionale Agatino Corallo ha dichiarato: “Stiamo prestando assistenza alla popolazione e saremo accanto a loro”.

I vigili del fuoco hanno salvato automobilisti intrappolati lungo l’autostrada Messina-Catania tra Giarre e Fiumefreddo. Ad Aci Sant’Antonio hanno messo in salvo persone bloccate in un supermercato allagato, mentre ad Acireale uno è stato salvato da un’abitazione completamente sommersa.

Interventi sono stati effettuati anche con mezzi anfibi ad Altarello (Riposto), dove un fiume esondato ha invaso una casa abitata da quattro persone, due delle quali disabili. A Giarre acqua è entrata nel seminterrato di un carcere senza causare problemi ai detenuti, ma cinque famiglie hanno dovuto lasciare le proprie case; tra gli sfollati ci sono anche tre neonati.

La situazione stradale è complessa: sulla A18 Messina-Catania, Statale 114 e provinciale della Timpa di Acireale ci sono stati blocchi causati da alberi e fango che ostruiscono la viabilità.

La prefettura ha mobilitato un sacco di uomini e mezzi delle forze di polizia, vigili del fuoco – con squadre arrivate anche da Messina e Reggio Calabria – Protezione civile e Croce Rossa per soccorrere i cittadini colpiti dal maltempo. La situazione è particolarmente critica a Torre Archirafi, frazione di Riposto, dove l’ondata di maltempo ha causato allagamenti ingenti.

Il sindaco ha spiegato che “a causa dello straripamento del torrente Babbo, l’acqua ha invaso le strade e abbiamo diverse case allagate”. Il torrente ha trascinato tutto verso il mare, incluso tre auto: “Due sono vuote mentre per una che è sott’acqua sono in corso verifiche con i sommozzatori. Ufficialmente non abbiamo notizie di dispersi”.

Ad Altarello, tra Giarre e Riposto, la situazione è drammatica. Molti hanno le cantine allagate e sono senza luce: “Stiamo aspettando la Protezione Civile perché in alcune zone dobbiamo andare con le idrovore”, avverte il sindaco. C’è anche preoccupazione riguardo a una cabina Enel che se salta potrebbe lasciare gran parte della città al buio per giorni!

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