Calcio
Il Derby della capitale si tinge di giallorosso. Pellegrini e Saelemaekers regalano i tre punti alla Roma
La Roma vince il Derby della capitale, le reti del ritrovato Pellegrini e Saelemaekers rilanciano i giallorossi in classifica.
Dopo un inizio statico dove le due squadre si limitano allo studio reciproco dal punto di vista tattico, la Roma prova a rendersi pericolosa dopo appena tre minuti con la conclusione di Koné deviata in calcio d’angolo da Provedel, azione nata dai piedi di Angelino e Pellegrini e portata avanti dall’ottima protezione di palla da parte di Dovbyk. Nonostante la forte partenza dei giallorossi, la Lazio non si chiude, muovendo anch’essa i primi passi in area di rigore avversaria, tentando più volte di concludere in porta nella stessa azione con Isaksen e Marušić. L’azione che porta in vantaggio la Roma arriva al decimo minuto, quando sul cross di Saelemaekers, Pellegrini riceve palla dal limite dell’area per poi spostarsi il pallone sul destro e scaricarlo all’incrocio dei pali, trovando oltre che la rete del vantaggio, la possibile rete del riscatto dopo un periodo buio. Nei minuti successivi al gol di Pellegrini, la Lazio si apre nel tentativo di pareggiare subito la gara, lasciando però troppo spazio alla Roma di ripartire e fare male, in questo caso con Saelemaekers, autore di una lunga cavalcata e del secondo gol della Roma avvenuta dopo una splendida occasione che parte dai piedi di Svilar. Tramortita dal doppio gol, la Lazio è costretta a invertire subito la marcia, affidandosi alle giocate di Dele-Bashiru, protagonista di un ottimo primo tempo nonostante il doppio svantaggio della propria squadra.
La voglia di provare a riaprire la gara da parte dei biancocelesti si nota già nei primi cinque minuti del secondo tempo, quando in due occasioni, sia Castellanos che Guendouzi, vanno vicini al gol che avrebbe riaperto la sfida, reti negate in entrambi i casi da due ottimi interventi di Svilar. Dopo un avvio di ripresa dove i giallorossi si limitano a difendere il doppio vantaggio, gli uomini di Ranieri si affacciano nell’area avversaria con Pellegrini, protagonista di una conclusione neutralizzata dall’intervento provvidenziale di Provedel. Dopo lo scampato spavento, la Lazio torna a riempire l’area di rigore avversaria con i nuovi due subentrati: sulla sponda nata dal colpo di testa di Dia, Tchaouna calcia di prima intenzione ma il suo tiro termina sulla parte alta della traversa. Nei minuti seguenti alla traversa colpita di Tchaouna, la Lazio crea un’altra occasione importante con Rovella, ma la conclusione dell’ex centrocampista della Juve viene bloccata dall’intervento in scivolata di Paredes. Dopo settanta minuti di alta tensione tenuta a bada dal direttore di gara, entrambe le squadre si lasciano andare al nervosismo più totale, alimentando l’essenza del Derby. A dieci dalla fine, la Lazio costruisce bene ma spreca una delle azioni più nitide della ripresa con Nuno Tavares che, dopo aver saltato El Shaarawy, immette un cross teso all’interno dell’area di rigore senza però trovare nessun compagno in grado di ribadire in rete il pallone. Nei cinque minuti finali, oltre ai numerosi tentativi di riaprire la gara, la Lazio rimane con un uomo in meno per l’espulsione di Castellanos, cartellino rosso arrivato dopo un presunto colpo al volto ai danni Hummels.
Calcio
Il Super Commento della 19ª di Serie A
Il Supercommento della 19ª giornata, il turno che chiude il girone d’andata. Con la vittoria del Milan in Supercoppa, in attesa dei recuperi dei tre match che vedranno protagoniste Inter, Juve, Milan e Atalanta, ecco il commento delle altre gare di Serie A (i tre match citati verranno aggiunti, insieme alla top11, al termine delle suddette gare).
Venezia – Empoli (A cura di Simone Scafidi)
Nella prima partita di Serie A del 2025, al Penzo Venezia ed Empoli si annullano, portandosi a casa un punto a testa che non fa comodo a nessuno e lascia più di qualche rimpianto. La partita si stappa immediatamente, con l’errore gravissimo di Davis Vasquez, che nel rinviare rilancia la palla su Pohjanpalo, facendola finire in porta e siglando così il gol dell’1-0. L’Empoli prova subito a farsi vedere con un tiro a giro di Anjori che, al 13’, viene bloccato dalle braccia sicure di Stankovic. Appena superata la metà del primo tempo, Esposito prova a calciare di controbalzo da fuori area, sbattendo, anche in questo caso, sul portiere serbo di Di Francesco. Pochi istanti dopo il pareggio dell’Empoli arriva con le due stelle del suo attacco: Colombo confeziona un assist abbastanza complicato per Esposito, eludendo praticamente l’intera difesa del Venezia e il numero 99, da solo contro Stankovic, non può sbagliare. Neanche un minuto e Stankovic si trova a dover salvare nuovamente il Venezia, sulla conclusione dalla distanza di Maleh, successivamente deviata. Nel secondo tempo la storia non cambia, al 66’ Colombo trova ancora la grande risposta di Stankovic, che scampa il pericolo. La partita si conclude così con il risultato di 1-1, che lascia l’amaro in bocca a entrambe le squadre, ma soprattutto all’Empoli, che si è ritrovato contro un supereroe senza mantello e con i guanti.
Fiorentina – Napoli (A cura di Simone Scafidi)
Il Napoli continua la sua cavalcata trionfale e sbaraglia la Fiorentina in casa sua, riprendendosi momentaneamente il primo posto in classifica, in attesa delle partite di Inter e Atalanta. Al 15’ è già 1-0, con lo scambio tra Olivera e Lukaku che si conclude con il gol del laterale uruguaiano, immediatamente annullato per fuorigioco. Quattordici minuti più tardi, David Neres trova un corridoio centrale superando il centrocampo viola e arrivando quasi sul fondo, dal quale calcia e (stavolta sí) trova il gol delll’1-0. I viola la pareggiano praticamente subito con la girata vincente di Kean in area di rigore, che viene però annullato per un tocco di mano irregolare dell’attaccante italiano. Nel secondo tempo Anguissa si prende la scena: corre, lotta, combatte come un guerriero in mezzo al campo e al 52’ ruba palla alla difesa della Fiorentina, entrando in rea e facendosi buttare giù dal neo acquisto Matias Moreno, è calcio di rigore per il Napoli. Sul dischetto si presenta Romelu Lukaku, che spiazza De Gea e raddoppia il parziale. Nell’azione immediatamente successiva, la Fiorentina prova a trovare la motivazione per reagire, ma sulla doppia conclusione di Mandragora e Beltran, i Viola sbattono su uno straordinario Meret, che impedisce il gol del 2-1. Al 67’ un’altra, straordinaria discesa di Anguissa porta al gol del 3-0. Dopo il cross rasoterra del centrocampista camerunense, respinto male da Comuzzo, arriva ad arretrare McTominay, che sigla il definitivo 3-0.
Hellas Verona – Udinese (A cura di Simone Scafidi)
Domina la monotonia al Bentegodi: Verona e Udinese aprono il 2025 lasciando le reti bianche e incassando un punto a testa. Tra le due compagini, a partire forte sono gli Scaligeri, con la conclusione di Serdar al 3’ respinta da Sava. Al 40’ l’Udinese, dopo una fase di studio e stallo totale, riesce a farsi vedere per la prima volta dalle parti di Montipò, con la punizione di Thauvin mandata in calcio d’angolo proprio dal portiere italiano. Come nel primo tempo, all’inizio del secondo parte a razzo il Verona, con il cross di Tchachoua per Tengstedt, che con la punta non riesce a battere Sava, che blocca in maniera sicura. Al 50’, ancora Montipò si immola e salva il Verona, sul tiro al volo ravvicinato e insidioso di Lovric, respinto in maniera brillante. Da questo momento in poi, l’Udinese prende coraggio e soprattutto con Lucca si rende pericolosa, trovando però sempre, prontamente la risposta di Montipò, corrisposta dall’altra parte da un’altra ottima parata di Sava, che manda in calcio d’angolo la punizione battuta da Suslov. Al 71’ il Verona rimane in dieci uomini, per l’espulsione di Serdar, che si procura il secondo giallo della sua partita. Il culmine della prestazione sensazionale di Montipò arriva all’86’, con un intervento fenomenale sul tiro di Atta, mandato sulla traversa, immediatamente seguito da un altrettanto fenomenale tuffo sulla conclusione di Ekkelenkamp, respinta agilmente. Come l’Empoli, anche il Verona deve ringraziare il suo estremo difensore, che dopo tantissime critiche si è preso la squadra sulle spalle e l’ha fatta uscire dal campo con un punto che può rivelarsi fondamentale.
Monza – Cagliari (A cura di Marco Rizzuto)
Piove sul bagnato per il Monza, Zortea e Piccoli regalano i tre punti al Cagliari. Dal primo minuto vediamo animi abbastanza accesi, con Felici che sfiora un clamoroso gol sui risvolti di un calcio d’angolo che la traversa ha negato, salvando i padroni di casa. La risposta dei brianzoli non tarda ad arrivare ed al 6′ viene concesso un calcio di rigore a favore dei padroni di casa per il tocco con la mano di Makoumbou sul tiro in porta di Ciurria, che ha ritrovato spazio negli schemi di Bocchetti. Dal dischetto Caprari incrocia sull’angolo basso, Scuffet intuisce ma non basta, Monza avanti. Il match prosegue e il Cagliari ritorna pericoloso fin quando, Felici scarica palla al limite per Zortea che apre il sinistro siglando un gol bellissimo, conclusione imparabile per Turati. La rete del pareggio galvanizza il Cagliari che, rinchiude il Monza nella propria metà campo dominando nel possesso del pallone (64%). La prima frazione, molto accesa e divertente, termina per 1-1. La ripresa offre una gara giocata a ritmi molto più bassi, entrambe le squadre si studiano e la tattica prende il sopravvento. Al 55′ Bocchetti decide di inserire Djuric e Bianco per Dany Mota e Sensi, ma due minuti dopo i cambi, il Cagliari trova la rete che completa la rimonta: progressione palla al piede di Obert che serve in profondità Piccoli che, è bravo a smarcarsi e a calciare verso la porta battendo Turati, che poteva fare sicuramente di più per evitare il gol. All’ora di gioco il Monza sfiora il pareggio con Pedro Pereira, il portoghese salta secco Mina e si invola a tu per tu con Scuffet, bravissimo a chiudere lo specchio e negare il pari. Pochi minuti più tardi arriva il cartellino rosso diretto per D’ambrosio, che complica ulteriormente la gara per i padroni di casa. Il match sembra essere indirizzato quando Lapadula, entrato ad un quarto d’ora dal termine, si mette in proprio calciando una rasoiata che colpisce il palo interno ma non entra. L’azione successiva, ultima della gara, vede Birindelli mettere in mezzo un tiro-cross smanacciato all’ultimo istante da Scuffet, che permette al Cagliari di uscire vittoriosa dall’U-Power Stadium. Gli uomini di Bocchetti non riescono a cambiare la rotta, perdendo un match salvezza importantissimo che, lancia il Cagliari al diciassettesimo posto, facendo sprofondare il Monza sempre più in fondo.
Lecce – Genoa (A cura di Marco Rizzuto)
Al Via del Mare, Lecce e Genoa si dividono la posta in palio senza violare le imbattibilità dei portieri. Al 22′ l’errore di impostazione di De Winter favorisce l’imbucata di Pierret per Krstovic che calcia dal limite colpendo in pieno il palo. La prima frazione vede un dominio continuo dei padroni di casa, con il Genoa che è costretto a difendersi senza mai risultare pericolosa. Al tramonto del primo tempo gli ospiti sfiorano il vantaggio, colpendo clamorosamente due volte la traversa nella stessa azione: Vitinha sfida e salta Gallo sulla fascia, mette un cioccolatino in mezzo per Thorsby che in allungo colpisce il legno, sulla ribattuta Pinamonti trova lo stesso destino del compagno. Alla ripresa Dorgu prova a sfondare centralmente e calcia verso la porta, ma Leali vince il duello deviando in corner. Il secondo tempo regala meno spettacolo del primo. Sul finale Guilbert calcia dalla distanza di poco alto sopra la traversa. Il match termina a reti bianche, nonostante le numerose azioni da gol del Lecce e la clamorosa doppia traversa del Genoa. Entrambi i peggiori attacchi del campionato quest’oggi hanno sparato a salve.
Torino – Parma (A cura di Marco Rizzuto)
Altro pareggio a reti bianche quello di Torino e Parma. Sebbene le occasioni da entrambe le parti, nessuno la spunta. La prima vera occasione del match passa dalla testa di Adams, vero trascinatore dei granata: Vlasic scodella un pallone morbido in area, l’inglese schiaccia di testa ma Suzuki in qualche modo riesce a deviare in calcio d’angolo. Al 16′ il Torino fallisce una clamorosa occasione da gol: Ricci lancia in verticale Karamoh che salta Suzuki ma perde l’attimo per calciare o servire un compagno, si salva il Parma. Prosegue il momento favorevole del Toro, che schiaccia il Parma nella propria metà campo. Altra palla gol di Adams che, perde nuovamente il duello contro il portiere giapponese, duello che rende i due, protagonisti del primo tempo. Alla ripresa gli ospiti si fanno vedere in zona gol con Bonny, appena subentrato. Il francese recupera palla a centrocampo sfondando centralmente e arrivando al limite dell’area, poi calcia forte trovando la risposta di Milinkovic-Savic che smanaccia in calcio d’angolo. Con l’ingresso in campo di Bonny i ducali diventano più pericolosi in zona gol, spaventando la difesa granata al 64′: Mihaila chiude il triangolo con Bonny e conclude da fuori area scheggiando il palo. Sul finale Linetty riceve al limite da Adams, calcia verso la porta e Suzuki si invola salvando nuovamente il risultato. Risultato che sta stretto al Torino per le numerose occasioni sprecate nel primo tempo, e l’ultima palla gol salvata dall’estremo difensore avversario. I granata salgono a 21 punti, mentre il Parma aggancia il Verona a 19 lunghezze.
Roma – Lazio (A cura di Tommaso Patti)
Il Derby della capitale si tinge di giallorosso. Pellegrini e Saelemaekers regalano i tre punti alla Roma.
Calcio
Riyadh si veste di rosso e nero. Il Milan vince in rimonta la Supercoppa Italiana.
Un derby bellissimo, giocato a duemila da entrambe le squadre, regala uno spettacolo unico in una cornice tanto discussa come quella di Riyadh. Dopo il doppio schiaffo firmato da Lautaro e Taremi, il Milan reagisce e porta a casa l’ottavo successo in Supercoppa.
Primi spunti che arrivano già dalle scelte dei due allenatori. Da una parte Inzaghi conferma il blocco che ha battuto l’Atalanta, ad eccezione dell’infortunato Thuram, sostituito da Taremi; Dall’altra parte Conceição sostituisce Bennacer, apparso fuori forma contro la Juve, con Musah. È un Milan strano, anzi straniero, perché per la prima volta nella sua lunghissima storia il Milan non schiera nemmeno un italiano nell’undici titolare. In avvio il Milan cerca di mantenere unito e compatto il blocco alto voluto da Conceicao, Reijnders si conferma il pendolo che oscilla tra centrocampo e attacco mentre Pulisic e Jimenez vengono invertiti rispetto alla semifinale, con l’americano che si sposta sulla sinistra per rinforzare il binario con Theo Hernandez. L’Inter cerca di scavalcare la linea rossonera affidandosi ai piedi educatissimi di Bastoni e Calhanoglu, le cui sventagliate mettono sempre in apprensione Thiaw e Tomori. Il primo squillo del derby è una conclusione di Reijnders con il mancino, con palla che termina di poco a lato, ma che dimostra quanto l’olandese sia un pericolo costante per l’Inter con la sua posizione ibrida. La risposta dei nerazzurri arriva in transizione, con Taremi che guida il contropiede, allarga verso Dimarco che calcia forte verso la porta e costringe Maignan all’intervento in tuffo. Le due squadre giocano praticamente a specchio, con il Milan che costruisce e pressa con una linea da tre e un centrocampo folto, e l’occasione di Dimarco arriva nel primo momento di squilibrio della squadra di Conceição. Alla mezz’ora Inzaghi è costretto a rinunciare a Calhanoglu, sostituito da Asllani, problema all’adduttore per il centrocampista turco. All’ultimo secondo del primo tempo l’Inter trova il vantaggio: errore di Jimenez che causa una rimessa laterale, battuta rapidamente dall’Inter. Il Milan è sbilanciato e Mikitharyan trova Taremi al limite dell’area, l’iraniano riceve di fronte alla porta e saggiamente appoggia verso Lautaro Martinez, il capitano nerazzurro si sistema il pallone sul mancino e calcia sul primo palo, stappando la finale nell’ultimissima giocata della prima frazione. Nel momento più difficile della sua carriera il Toro si conferma “il re della Supercoppa”, con il quarto gol in quattro finali di Supercoppa giocate.
Al rientro dagli spogliatoi Taremi mette il sigillo alla finale: l’attaccante iraniano riceve il lancio di De Vrij, controlla in maniera sublime il pallone ed è freddissimo nel battere Maignan con un piatto destro. Inter che si conferma una macchina da guerra nel primo quarto d’ora del secondo tempo. Conceição inserisce subito Leão per riaccendere la miccia, e il portoghese dà subito l’impulso giusto, conquistando un calcio di punizione dal limite, con annessa ammonizione per Mikitharyan. Dai venti metri Theo Hernandez calcia forte sul lato del portiere e accorcia del distanze. Sembrava virtualmente al tappeto, ma la rete del francese riaccende la gara del Milan, che comincia a esplorare continuamente la fascia di Theo e Leão e conquistare terreno e cartellini (ammonito Dumfries e il sopracitato Mikithryan). Il Milan va ad un passo dal pareggio, con Leao che sguscia via a Bisseck, attende l’uscita di Sommer e serve in mezzo Reijnders, l’olandese calcia a botta sicura ma Bastoni si immola con la testa e salva il risultato. I rossoneri continuano a spingere senza sosta e sfiorano nuovamente il gol con il colpo di testa di Morata, su cui è necessario un grande intervento di Sommer. Inzaghi capisce il momento di difficoltà fisiologica e prova a rimediare aggiungendo qualità al centrocampo e velocità sugli esterni: Zielinski e Carlos Augusto rilevano Mikitharyan e Dimarco. Maignan torna a sporcarsi i guanti dopo più di un quarto d’ora con la conclusione potente, ma non precisa, di Lautaro. L’Inter sfiora nuovamente il gol con Carlos Augusto che sale in cielo e impatta di testa un cross di Dumfries, la palla colpisce il palo e per poco non supera interamente la linea, decisiva la presa di Maignan; nel ribaltamento del fronte Barella viene ammonito per una scivolata in ritardo su Leão, decisamente l’uomo in più dei rossoneri nella ripresa. La gara si conferma intensa e accesa, con le due squadre sbilanciate in avanti. Conceição tenta il tutto per tutto e aggiunge Loftus-Cheek e Abraham in avanti, sostituendo Musah e Reijnders. Il Milan rimette in equilibrio la gara a dieci dalla fine, ancora con la fascia sinistra: palla perfetta di Leao nello spazio verso Theo, abile nel crossare all’indietro dove Pulisic controlla e scarica un mancino sul palo lontano, dove Sommer non può arrivare. Ferita dal doppio graffio subito dai rossoneri, l’Inter cerca di riportarsi in avanti per evitare i calci di rigore. Maignan salva su Dumfries al minuto 87, occasione gigantesca per l’esterno olandese che non riesce a superare il muro eretto dal francese in uscita. L’incredibile diventa realtà a due dal termine: Pulisic pesca un grandissimo inserimento di Leão, freddo nel scavalcare Sommer e appoggiare in mezzo per il tap-in di Abraham.
Un’impresa firmata Sergio Conceição, che in due gare è riuscito a riaccendere la miccia di un Milan decisamente spento. Il successo in Supercoppa è frutto del coraggio e della spregiudicatezza del Milan. Menzione assoluta per Rafael Leão, il volto che ha cambiato la partita del Milan. L’ingresso dopo il 2-0 ha riacceso la fascia sinistra, e con l’ausilio dell’altro tenore statunitense, il Milan conquista l’ottava Supercoppa della sua storia, raggiungendo proprio l’Inter alle spalle della Juventus. L’Inter cade ancora nel derby e non riesce a conquistare l’ennesimo trofeo della gestione Inzaghi. Al doppio vantaggio la finale sembrava indirizzata verso il club nerazzurro, ma la reazione del Milan è stata furente e l’Inter non è riuscita a riorganizzarsi.
Calcio
Inizio 2025 più nero che bianco per la Juve. Il Milan vince in rimonta e raggiunge l’Inter in finale
Nella notte di Riyadh, Milan e Juventus si affrontano per la seconda semifinale di una “araba” Supercoppa Italiana. In uno stadio totalmente sold-out, Conceicao è chiamato a riscattare l’altalenante stagione del Milan, contro un Thiago Motta che deve obbligatoriamente sbloccare la fase offensiva della sua Juve.
Le sorprese cominciano ancor prima del fischio d’inizio, con l’infortunio di Conceicao che costringe l’allenatore italo-brasiliano a ripiegare su Yildiz. Il ritorno da titolare di Bennacer e la chance concessa a Mbangula caratterizzano le scelte iniziali dei due allenatori, che mettono in campo due asset solidi al centro ma abbastanza rapidi sulle fasce, che in campo si equivalgono per caratteristiche tattiche e fisiche. I primi minuti sono totalmente a tinte rossonere, la squadra di Conceicao schiaccia la Vecchia Signora nella propria metà campo con una rete di passaggi fitta ed efficace, che vede i suoi principali interpreti in Reijnders e Fofana, che spesso e volentieri scelgono l’opzione laterale per dare continuità alla manovra. Pian piano la Juve prende coraggio e riesce ad allungare le proprie fila. Sui piedi di Vlahovic si presentano diverse occasioni, seppur non clamorose, tutte sprecate, contornate da prestazioni fino a questo momento non brillanti di Mbangula e Yildiz a destra e sinsitra. Al 20′ si sblocca la partita, in seguito ad un passaggio luminario di Mbangula che elude Theo Hernandez, il quale non riesce a intercettare il pallone lasciando totalmente da solo Yildiz a tu per tu con Maignan, che non sbaglia e porta in vantaggio la squadra di Thiago Motta. Il primo tempo procede a ranghi serrati e con ritmi abbastanza lenti. Sullo scadere proprio della prima frazione di gara, si fa nuovamente vedere Vlahovic, che arrivato in zona tiro lascia partire il sinistro, costringendo Maignan ad un intervento salvifico.
La gara riprende con gli stessi ventidue del primo tempo. Partono subito forte gli uomini di Thiago Motta, che escono alla grande dalla prima pressione del Milan e in contropiede Yildiz incrocia il destro e sfiora la doppietta. Appena un minuto dopo a sfiorare il raddoppio è Vlahovic, che da solo contro Maignan impatta il pallone di prima, spedendolo fuori di molto. Al 55′ il Milan ha nei piedi una clamorosa occasione per trovare il pareggio: su situazione di corner, il pallone vaga all’interno dell’area e raggiunge Theo Hernandez, totalmente isolato, che sbaglia spedendo la sfera sopra la traversa. Con l’ingresso di Musah a inizio secondo tempo, il Milan riesce finalmente a trovare del buon gioco, creando azioni pericolose e ragionate, che riescono ad impensierire la difesa juventina. Al 65′ Thiago Motta interviene a pugno duro sulla formazione: fuori Vlahovic e Mbangula, assenti in questo secondo tempo, e dentro Nico Gonzalez e Cambiaso, per dare velocità alla costruzione offensiva. Il punto di svolta arriva a venti minuti dalla fine, su situazione di contropiede in favore dei rossoneri, Pulisic viene abbattuto in area di rigore da Locatelli, che regala così il penalty alla squadra di Conceicao. Sul dischetto si presenta lo stesso Pulisic, che spiazza Di Gregorio e pareggia i conti, con un tiro centrale ma potente, che batte il portiere italiano. Pochi istanti dopo il Milan va vicino al completare la rimonta, con Morata che non controlla benissimo il pallone e lo regala a Di Gregorio, che esce in presa sicura. Passano pochi secondi, e la rimonta arriva davvero. Contropiede fulmineo dei rossoneri, che si trovano in un tre contro tre con la difesa bianconera, Musah tenta di servire Abraham, appena entrato, lasciato da solo in mezzo al campo, ma il passaggio viene deviato da Gatti, che dalla sua trequarti si butta clamorosamente il pallone in porta, sorprendendo Di Gregorio fuori dai pali. La Juventus si allunga, troppo, e il Milan continua a punzecchiare in contropiede, con Di Gregorio coinvolto in un miracoloso intervento sul tentativo di scavetto di Pulisic, perno assoluto della compagine rossonera. Forcing finale e disperato della Juve, che si conclude con il tiro al volo di Gatti, respinto. Dopo quest’ultima azione arriva il triplice fischio che sancisce l’eliminazione della Vecchia Signora. In finale sarà Derby di Milano, con rossoneri e nerazzurri che si sfideranno per regalare i propri colori al cielo notturno di Riyadh.
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