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“La Targa Florio per me è casa”: intervista a Simone Rappa

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Grafica: Julya Marsala

Descrivere e raccontare la Targa Florio parlando solo di automobili sarebbe riduttivo e ingenuo, perché la storia racchiude al suo interno paesi e territori che regalano a questa competizione un’impronta culturalmente unica nel suo genere, non solo in Sicilia. Tra panorami mozzafiato e paesaggi variabili (dai monti alle colline, passando per le coste), le Madonie diventano teatro di un vero e proprio sogno automobilistico: una gara che esplora territori nascosti, la Targa Florio. Shakespeare raccontava che bisogna accendere un sogno e lasciarlo bruciare in noi stessi, ed è proprio da un sogno, una passione coltivata e consumata fin da piccolo, che siamo qui a presentare Simone Rappa.

Simone è un ragazzo di 18 anni che ha deciso di intraprendere la carriera da pilota automobilistico. Per dare avvio al suo sogno ha scelto di partire da una gara storica e unica come la Targa Florio. L’esordio di Simone nella Targa Florio rappresenta la voglia di coronare una passione che racchiude nel suo interno tante difficoltà e tante insidie, ma affrontate con lo sguardo mirato sempre in avanti. Simone è diventato famoso sui social grazie ai suoi contenuti, dove ha raccontato tutte le tappe del suo percorso, oltre a una serie di video informativi sul mondo del rally e dell’automobilismo in generale.

Ecco l’intervista completa a Simone Rappa, realizzata da Dennis Rusignuolo e Julya Marsala:

Simone, È un piacere averti qui con noi. Grazie a Tik Tok abbiamo visionato i tuoi contenuti e abbiamo inquadrato il modo in cui stai cercando di coronare il tuo sogno, ma vogliamo partire da una domanda off-topic: ci racconti chi è veramente Simone Rappa? Da dove nasce la tua passione per il rally e in che modo l’hai coltivata nel tempo? 

Simone Rappa è un ragazzo appassionato di motori da praticamente tutta la vita. La mia passione nasce grazie a mio padre, che già nel 2009-2010, quando avevo tre/quattro anni, mi portava a vedere le sue gare di rally. Alla visione di macchine cosi grandi e maestose, fu amore a prima vista, e da quel momento non ho mai smesso di seguire e vivere il mondo dell’automobilismo. Grazie ai simulatori di guida ho avuto modo di avvicinarmi sempre di più a questo mondo, e ho cominciato questo percorso nel mondo del gaming che adesso mi sta portando ad approcciare la realtà, allontanandomi sempre di più dalla semplice simulazione. 

La tua passione ha una forte influenza casalinga, e siamo sicuri che la tua famiglia sia il supporto principale per questo sogno. Ma come mai hai scelto la Targa Florio come prima gara? 

“Ho scelto la targa Florio perché per me vuol dire “casa”. Mio padre ha corso in queste strade in passato, ed è stato lui a farmi capire l’unicità di questa manifestazione. Lì ho visto una delle mie primissime gare, forse addirittura la prima, e i ricordi più belli sono legati non solo alla gara, ma ai meravigliosi territori che le Madonie offrono. Correre in tracciati come Collesano, Polizzi e Scillato vuol dire esplorare strade su cui è stata fatta la storia, su cui i piloti hanno scritto e creato la loro storia, e tutto questo per me rappresenta un’occasione unica e incredibile.”

Secondo te la Targa Florio è una competizione accessibile a tutti, o riservata a un gruppo ristretto di persone? 

“La Targa Florio è per tutti, sia per chi la corre che per chi la osserva. Tutti possono partecipare e correre, e chiunque può andare a guardare. Ovviamente sappiamo che il Motorsport è un mondo molto “costoso”, però con tanti sacrifici e la giusta passione, si può vivere in prima persona questa esperienza, che consiglio a tutti”

Quali sono le tue figure di riferimento nel rally? 

“Ho due figure di riferimento, due idoli che mi hanno sempre accompagnato nella mia crescita: il primo è Paolo Andreucci, un mito assoluto dell’automobilismo italiano. Andreucci è un campione, un mito qui in Sicilia. Ricordo ancora quando corse nel 2014 con una delle nuove classi di auto, vederlo sfrecciare con quella macchina meravigliosa è uno dei ricordi più belli che ho nel rally. L’altro mio idolo, questa volta internazionale, è stato invece Ken Block, che purtroppo ci ha lasciato nel 2023. Ricordo tutti i suoi video, dove esibiva i suoi traversi e le sue curve, e rivedere quei video, ancora oggi, è uno spettacolo”

Non vogliamo metterti ulteriori pressioni, ma cosa ti aspetti da questa gara? Cosa passa per la mente di un ragazzo a pochi giorni dal suo esordio?

“Parlando con amici e colleghi, tutti mi hanno detto di “andare piano”, non correre particolari rischi ma acquisire esperienza e divertirmi. Ovviamente, l’istinto del pilota alla guida richiede la massima velocità, ma con tutta onestà spero di concludere al meglio queste prime prove, perché il massimo a cui posso ambire è provare a stare nello stesso gruppo degli altri.” 

Come descriveresti il mondo del rally in poche parole? 

“Il rally è spettacolo, concentrazione ma soprattutto linguaggio delle note. Sappiamo bene che nel rally esiste un pilota e un copilota, e la coppia di piloti deve sviluppare un linguaggio che entrambi devono capire al meglio. In poche parole, devono parlare la stessa lingua e capirsi con poche semplici frasi o parole chiavi. L’altro lato del rally è la corsa su pista. Uno spettacolo incredibile, un’esperienza che consiglio a tutti perché sfrecciare in pista è un mix di emozioni uniche. 

Fin dove si può spingere il tuo sogno? Quali sono i tuoi obiettivi dopo la Targa?

“L’obiettivo è puntare sempre più alto, arrivare nel gradino più alto del podio, metaforicamente parlando. Sia come pilota, che come personaggio pubblico nei social, sto cercando di migliorare giorno dopo giorno. Ho una grande fanbase che mi vuole tanto bene, e questo mi spinge sempre a dare il massimo per raggiungere il mio sogno.”

In attesa del suo esordio, auguriamo a Simone Rappa le migliori fortune per la Targa Florio e per il futuro. 

Classe 2005. Studente in Scienze della Comunicazione all’Università degli Studi di Palermo. Amante del calcio fin da bambino, vivo ogni partita con la stessa passione del primo giorno. Aspirante giornalista con una passione per lo storytelling e gli editoriali.

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Scenari di guerra , gli USA attaccano l’Iran: follia o necessità? -Video

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La situazione in Medio Oriente è sempre più tesa. 

Dopo l’attacco di Israele contro l’Iran, gli Stati Uniti hanno deciso di entrare ufficialmente nel conflitto con un attacco notturno contro tre siti di ricerca iraniani sospettati di essere coinvolti nello sviluppo di armi nucleari.

L’Iran aveva già ritirato dagli accordi internazionali sul nucleare e aveva ostacolato il lavoro degli ispettori dell‘Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, e adesso la situazione è precipitata.

Leggi anche Guerra in Medio Oriente, notizia shock degli USA: “Israele sta per attaccare L’Iran”

Il ministro degli esteri iraniano ha condannato l’attacco, affermando che l’Iran si riserva tutte le opzioni per difendere la propria sovranità e il proprio popolo. Inoltre, l’Iran ha dichiarato che questo attacco porterà delle conseguenze eterne.

La comunità internazionale è divisa: il segretario generale delle Nazioni Unite ha espresso allarme per l’attacco americano, mentre alcuni paesi, tra cui l’Italia, hanno difeso l’iniziativa statunitense come misura per prevenire lo sviluppo di armi atomiche da parte dell’Iran.

La situazione è estremamente volatile e potrebbe portare a una pesante escalation. Gli Stati Uniti hanno affermato di aver agito per difendere i propri interessi e quelli dei propri alleati, ma l’Iran non sembra intenzionato a cedere. La domanda adesso è: cosa succederà dopo? La risposta potrebbe cambiare il corso della storia.

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USA, arrestato il presunto killer di Minneapolis: aveva sparato a due politici democratici

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Minneapolis

È stato arrestato l’uomo sospettato degli attacchi a Minneapolis, in cui sono stati uccisi un parlamentare dello stato del Minnesota e di averne sparato a un altro: lo riporta il New York Times citando le autorità locali.

La caccia all’uomo è durata due giorni e, nel mentre, Vance Boelter aveva fatto perdere le sue tracce dopo aver ucciso la deputata Melissa Hortman e il marito e aver ferito il senatore John Hoffman e sua moglie.

Poco prima di entrare in azione ha scritto ai suoi coinquilini: “Ho bisogno di riposo. Vi voglio bene, non volevo finisse così. Potrei morire a breve“.

Minneapolis

Foto: ANSA

L’IDENTIKIT DEL KILLER DI MINNEAPOLIS

Il killer è un cristiano evangelico fermamente contrario all’aborto e, insieme alla moglie, gestisce una società di sicurezza privata, la Praetorian Guard Security Services.

Di recente lavorava sei giorni alla settimana in due imprese di pompe funebri per “arrivare a pagare i conti” a fine mese, ha detto in un video postato online.
Un lavoro che svolgeva dopo avere frequentato nel 2023 e 2024 un corso online sulle scienze mortuarie, che si aggiunge al suo dottorato in leadership, al master in scienze del management e alla laurea in relazioni internazionali.

Prima della società di sicurezza con la moglie, ha gestito un negozio 7Eleven a Minneapolis, ma è stato anche il direttore di una stazione di servizio a St Paul.
Più di recente su LinkeIn si è descritto come l’amministratore delegato di Red Lion Group, azienda nella Repubblica Democratica del Congo impegnata a creare posti di lavoro per la popolazione locale.

Boelter e sua moglie in passato dirigevano un’organizzazione no profit chiamata Revoformation Ministries e una versione archiviata del suo sito web – riporta il Washington Post – chiamava il killer ‘reverendo‘ affermando che era stato ordinato sacerdote nel 1993.

Prima dell’11 settembre, Vance aveva già compiuto viaggi in diverse zone di Gaza e della Cisgiordania – si legge sul sito -. Si rivolgeva ai militanti islamici per condividere il Vangelo e dire loro che la violenza non era la risposta“.

Il killer è stato portato al carcere della contea di Hennepin ed è stato incriminato a livello federale con diverse accuse per le quali rischia la pena di morte.
Il governatore del Minnesota, Tim Walz, ha tirato un sospiro di sollievo dopo la cattura e poi ha esortato gli americani a ribellarsi a una normalità di violenza politica: “Non possiamo diventare insensibili. Siamo un paese diviso. Il modo per risolvere i problemi – ha detto l’ex candidato alla vicepresidenza di Kamala Harrisnon è l’odio, ma è l’umiltà, la grazia e la civiltà“.

LE DICHIARAZIONI DEI SUOI CONOSCENTI

Non ho idea di cosa stesse pensando, stava cercando lavoro ma forse le cose non hanno funzionato, forse si è arreso e ha deciso di andarsene nel tripudio della gloria“: ha dichiarato David Carlson, suo inquilino, raccontando di come Boelter vivesse con lui in una stanza in affitto e, lo scorso venerdì, aveva pagato quattro mesi anticipati nonostante vivesse con grosse difficoltà economiche e psicologiche.

Nel manifesto trovato nell’auto del killer sono stati trovati 70 nomi di politici, inclusi tutti i democratici al Congresso del Minnesota, oltre che dei gestori di alcune cliniche Planned Parenthood per l’aborto.

David Carlson ha raccontato che Boelter era andato in Africa alcuni mesi fa nella speranza di avviare una società per la sicurezza.
Quando è rientrato ha accettato un lavoro che prevedeva l’estrazione di bulbi oculari da cadaveri per la donazione di organi.
Carlson gli ha parlato l’ultima volta venerdì sera intorno alle 19, quando Boelter era già a letto così da essere riposato per il giorno successivo ma nulla lasciava presagire un gesto folle, ha precisato Carlson descrivendo il killer come una brava persona e difendendolo da coloro che tentano di dipingerlo come un esaltato di destra.

Boelter non parlava di politica e non aveva mai nominato le sue vittime, ha aggiunto il coinquilino riferendo però che consultava il sito Infowars del cospirazionista Alex Jones e aveva votato per Donald Trump nel 2024.

LA RICOSTRUZIONE DELL’ATTENTATO DI MINNEAPOLIS

Il killer di Minneapolis, giubbotto anti-proiettile sopra la maglietta e i pantaloni blu, si è presentato a casa del senatore Hoffman a Champlin, due membri democratici del Congresso dello Stato, in piena notte: l’allarme è scattato alle due del mattino quando la polizia è arrivata alla residenza in seguito a una sospetta sparatoria.

Un’ora e mezzo dopo gli agenti hanno ricevuto una chiamata di emergenza vicino Brooklyn Park, nell’abitazione della deputata Hortman.
Arrivate sul posto, le forze dell’ordine si sono trovate davanti a un uomo che usciva dalla casa della deputata con giubbotto antiproiettile e il distintivo.

Nel viale davanti casa era parcheggiata un’auto con le luci di emergenza accese.
Il killer ha aperto il fuoco contro gli agenti e poi è scappato dal retro della casa della deputata: da allora aveva fatto perdere le sue tracce fino al ritrovamento grazie ad un drone degli agenti di polizia, qualche giorno dopo.
La deputata Melissa Hortman e il marito sono morti, mentre il senatore John Hoffman e la moglie sono rimasti gravemente feriti.

 

Minneapolis

In foto: le due vittime del killer di Minneapolis
Foto: ANSA

 

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Guerra in Medio Oriente, notizia shock dagli USA: “L’Israele sta per attaccare L’Iran”

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Gli Stati Uniti sono in massima allerta, in Medio Oriente, in vista di un possibile attacco israeliano contro l’Iran, nonostante il presidente americano Donald Trump sia in trattative avanzate con Teheran per un accordo diplomatico volto a limitare il suo programma nucleare.

Il dipartimento di Stato ha autorizzato l’evacuazione di parte del personale in Iraq, mentre il Pentagono ha dato il via libera alla partenza dei familiari dei militari in tutto il Medio Oriente.
Ordine al personale non essenziale e alle famiglie di lasciare anche le ambasciate in Bahrain e in Kuwait.

IL COMUNICATO DELL’IRAN

L’Iran non rinuncerà al suo diritto all’arricchimento dell’uranio a causa delle crescenti tensioni nella regione. Lo ha detto un alto funzionario iraniano alla Reuters, come riporta l’agenzia sul proprio sito, aggiungendo che un Paese della regione “amico” aveva avvisato Teheran di un possibile attacco militare da parte di Israele.

Il funzionario ha affermato che le tensioni hanno lo scopo di “influenzare Teheran affinché cambi la sua posizione” in vista del nuovo round di colloqui con gli Stati Uniti previsti domenica in Oman.

LE PAROLE DI ISRAELE SUL MEDIO ORIENTE

Il ministero degli Esteri israeliano ha dichiarato che “l’Iran è impegnato in un programma di armamento nucleare segreto e sistematico“.

Secondo Gerusalemme: “l’accumulo rapido di uranio altamente arricchito dimostra chiaramente che la natura del programma non è civile, l’Iran ostacola in modo costante le attività di verifica e monitoraggio dell’Aiea, ha espulso ispettori, ripulito e nascosto siti sospetti non dichiarati – ha aggiunto il ministero -. Israele avverte che tali azioni minano il regime globale di non proliferazione e rappresentano una minaccia immediata alla sicurezza e alla stabilità regionale e internazionale“.

CONTINUA IL CONFLITTO NEL MEDIO ORIENTE

L’esercito israeliano ha ordinato agli abitanti di Gaza City, in Medio Oriente, di evacuare diverse aree, definendole “zone di combattimento“, nel territorio palestinese settentrionale.

I soldati israeliani “stanno operando nella zona in cui vi trovate per eliminare le infrastrutture terroristiche”, ha dichiarato su Telegram il portavoce dell’esercito in lingua araba, Avichay Adraee, mostrando una mappa che evidenzia in rosso diversi quartieri, tra cui la Città Vecchia di Gaza:”Per la vostra sicurezza, evacuate immediatamente verso i rifugi noti nella parte occidentale di Gaza City“, ha aggiunto.

“Tutti i servizi di comunicazione Internet e di linea fissa nella Striscia di Gaza sono stati interrotti in seguito all’attacco all’ultima linea principale in fibra ottica rimasta a Gaza“: lo ha reso noto il ministero delle Telecomunicazioni dell’Autorità Nazionale Palestinese in una nota, accusando Israele di tentare di isolare Gaza dal mondo.

Medio Oriente

Foto: La Repubblica

RIMPATRIATA GRETA THUNBERG

Nella giornata di mercoledì 11 giugno l’attivista svedese, che era a bordo del veliero della Freedom Flotilla abbordato dall’esercito israeliano, è stata portata all’aeroporto più vicino e rimpatriata in Francia insieme ai restanti 12 volontari.

L’Ong ha dichiarato: “Faranno lavoro di comunicazione e sensibilizzazione della stampa per conto degli altri che sono rimasti: questo perché chi non ha accettato di essere rimpatriato verrà trasportato nella prigione di Ramle, in attesa dell’udienza davanti a una corte israeliana che, disporrà l’espulsione degli attivisti.

Medio oriente

In foto: Greta Thunberg appena rimpatriata in Francia
Foto: NBC news

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