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La vera storia di Biancaneve: tra folklore e realtà

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Quando parliamo di Biancaneve, non facciamo solo riferimento ad una fiaba per bambini, ma anche ad uno dei più famosi racconti popolari con l’onore di essere diventato il primo grande classico Disney, da cui ne sono poi scaturiti i successivi.

Ma cosa c’è di vero in Biancaneve?

Cosa si cela dietro il racconto diventato ad oggi  fonte d‘ispirazione per numerosi live action?

La vera Biancaneve

Incomincia tutto da una tradizione tramandata esclusivamente oralmente, da generazione in generazione, e di cui la “musa” fu la contessa Margherita di Waldeck.

Oggi, possiamo ricostruire i tasselli della sua biografia mediante i documenti della città di Bad Wildungen e soprattutto, attraverso le attente ricerche di Eckhard Sander, trascritte poi nel noto “Schneewhittchen, Maerchen Oder Wahrtheit?”

Dunque, Margherita di Waldeck nacque 1533, meravigliando sin dai primi giorni di vita chiunque la andasse a trovare, per la sua candida bellezza.
E fu così, nella città di Bad Wildungen si sentì sempre più spesso parlare di una piccola contessa dai capelli neri e la pelle bianca come la neve.

Nelle terre della famiglia, avvolti in goffi indumenti di lavoro, vi erano vari bambini che lavoravano nelle minierie.

A causa dell’ardua attività, spesso presentavano  malformazioni dovute ad un grave ritardo nello sviluppo della crescita; rimanendo così, bassi e gobbi anche da adulti.

(Nel racconto, per “aggiungere un po’ di dolcezza alla realtà”, i bambini in questione si sono evoluti nei famosi sette nani che aiutano Biancaneve. Non vi è però alcuna documentazione che dimostri un reale legame tra i giovani lavoratori di miniere e la contessa Margherita.)

La madre morì non appena lei ebbe quattro anni, ed il padre, poco dopo, si risposò con Caterina Di Hatzefelddonna ricordata come austera e tenace.

La nuova matrigna si mostrava eccessivamente fredda e distaccata nei confronti della bambina, infliggendole spesso punizioni per cose da nulla.

Così, le due instaurarono un pessimo legame, tanto che non appena Margherita arrivò all’età di 16 anni, venne fatta allontanare dal castello, ed esiliata poi a Bruxelles.

(In una delle versioni dei fratelli Grimm infatti vi è proprio Bruxelles come sfondo!)

E fu sempre a Bruxelles, che si innamorò dell’erede al trono di Spagna (Filippo II);

si trattò di una relazione duratura, benché continuamente osteggiata a causa della fede lauteriana di Margherita, e del matrimonio combinato che sarebbe dovuto avvenire tra Filippo e Maria D’Inghilterra…
ai due non importava: facevano proprio sul serio!

Eppure, all’età di 21 anni, Margherita morì avvelenata, (probabilmente da alcuni sicari arrivati apposta dalla Spagna per ucciderla e fare in modo che il matrimonio combinato di Filippo non venisse compromesso.)

(Un ritratto della Contessa Margherita di Waldeck)

E la mela avvelenata?

Anche qui, abbiamo un piccolo aggancio con la realtà: in quel periodo, (intorno alla metà del 1500), a Bad Wildungen, si era sparsa la voce che vi fosse un uomo che avvelenava i meli, causando ai bambini che  ne mangiavano i frutti  violente intossicazioni alla gola. Per questa ragione, l’uomo in questione, veniva  definito da tutti “Lo stregone.

La “Biancaneve” dei Grimm

La prima edizione scritta della storia, (che era stata raccontata per molto tempo esclusivamente come tradizione orale), fu  per la prima volta redatta in una prima edizione nel 1812 nella raccolta “Le fiabe del focolare”; con la firma dei fratelli Grimm (Jacob e Wilhem Grimm).

Ecco la loro storia:

La regina, intenta a ricamare in silenzio, si punse un dito.

Tre gocce di sangue caddero sul bianco candido del lino, creando un bel contrasto. In quel momento, la donna espresse un desiderio: avere una figlia con la pelle bianca come la neve, le labbra rosse come il sangue e i capelli neri come l’ebano.

𝔦𝔩 𝔯𝔬𝔰𝔰𝔬 𝔰𝔲𝔩 𝔟𝔦𝔞𝔫𝔠𝔬 𝔯𝔦𝔰𝔲𝔩𝔱ò 𝔠𝔬𝔰ì 𝔟𝔢𝔩𝔩𝔬 𝔠𝔥𝔢𝔩𝔩𝔞 𝔭𝔢𝔫𝔰ò: ‘𝔄𝔥, 𝔰𝔢 𝔰𝔬𝔩𝔬 𝔞𝔳𝔢𝔰𝔰𝔦 𝔲𝔫𝔞 𝔟𝔞𝔪𝔟𝔦𝔫𝔞 𝔟𝔦𝔞𝔫𝔠𝔞 𝔠𝔬𝔪𝔢 𝔫𝔢𝔳𝔢, 𝔯𝔬𝔰𝔰𝔞 𝔠𝔬𝔪𝔢 𝔦𝔩 𝔰𝔞𝔫𝔤𝔲𝔢, 𝔢 𝔟𝔯𝔲𝔫𝔞 𝔠𝔬𝔪𝔢 𝔩𝔢𝔟𝔞𝔫𝔬 𝔡𝔦 𝔮𝔲𝔢𝔰𝔱𝔞 𝔣𝔦𝔫𝔢𝔰𝔱𝔯𝔞!’ 𝔓𝔬𝔠𝔬 𝔱𝔢𝔪𝔭𝔬 𝔡𝔬𝔭𝔬, 𝔩𝔢 𝔫𝔞𝔠𝔮𝔲𝔢 𝔲𝔫𝔞 𝔣𝔦𝔤𝔩𝔦𝔞 𝔠𝔥𝔢 𝔢𝔯𝔞 𝔟𝔦𝔞𝔫𝔠𝔞 𝔠𝔬𝔪𝔢 𝔩𝔞 𝔫𝔢𝔳𝔢, 𝔯𝔬𝔰𝔰𝔞 𝔠𝔬𝔪𝔢 𝔦𝔩 𝔰𝔞𝔫𝔤𝔲𝔢, 𝔢 𝔟𝔯𝔲𝔫𝔞 𝔠𝔬𝔪𝔢 𝔩𝔢𝔟𝔞𝔫𝔬

Il desiderio si avverò, ma non senza conseguenze. Nacque Biancaneve.

Con il passare degli anni, la sua bellezza divenne insopportabile agli occhi della regina, che, consumata dall’invidia, ordinò la sua morte.
Pretese da un cacciatore che le portasse i polmoni e il fegato della bambina… per poterli mangiare con sale e pepe. Ma l’uomo, colto da pietà, la risparmiò e offrì al suo posto le interiora di un cinghiale.

Biancaneve, fuggita nei boschi, trovò rifugio in una piccola casa abitata da sette nani, che incantati, l’accolsero piacevolmente.

𝔓𝔬𝔯𝔱𝔞𝔯𝔬𝔫𝔬 𝔩𝔢 𝔰𝔢𝔱𝔱𝔢 𝔠𝔞𝔫𝔡𝔢𝔩𝔦𝔫𝔢 𝔢 𝔬𝔰𝔰𝔢𝔯𝔳𝔞𝔯𝔬𝔫𝔬 𝔅𝔦𝔞𝔫𝔠𝔞𝔫𝔢𝔳𝔢: “𝔊𝔦𝔲𝔰𝔱𝔬 𝔠𝔦𝔢𝔩𝔬, 𝔤𝔦𝔲𝔰𝔱𝔬 𝔠𝔦𝔢𝔩𝔬!” 𝔤𝔯𝔦𝔡𝔞𝔯𝔬𝔫𝔬. “𝔒𝔥, 𝔠𝔬𝔪’è 𝔟𝔢𝔩𝔩𝔞!” 𝔈 𝔰𝔲𝔟𝔦𝔱𝔬 𝔩𝔞 𝔱𝔯𝔬𝔳𝔞𝔯𝔬𝔫𝔬 𝔡𝔢𝔩𝔦𝔷𝔦𝔬𝔰𝔞.”

Ma la regina, scoprendo che era ancora viva, decise di finirla da sé, travestendosi. Tentò prima con un nastro stretto al collo, poi con un pettine avvelenato. Furono i nani, accorgendosene in tempo, a salvarla.

Infine, ricorse alla trappola perfetta: una mela avvelenata, rossa e seducente solo per metà. Biancaneve morse proprio il lato letale e cadde a terra, priva di vita.

Nessuno riuscì a salvarla.
I nani, distrutti, la deposero in una bara di vetro, incapaci di seppellirla.

Molto tempo dopo, un principe vide il corpo intatto della fanciulla e… ne fu innamorato (o per meglio dire, ossessionato).

Implorò i nani di poterla portare con sé, non in cambio di ricchezze, ma per amore disperato. I nani, colpiti dalla sua devozione, gliela concessero.

Nel castello, non riusciva a lasciarla, la voleva con sé in ogni momento, anche durante i pasti, anche mentre dormiva.

𝔖𝔱𝔞𝔳𝔞 𝔰𝔢𝔡𝔲𝔱𝔬 𝔩ì, 𝔱𝔲𝔱𝔱𝔬 𝔦𝔩 𝔤𝔦𝔬𝔯𝔫𝔬 𝔞 𝔣𝔦𝔰𝔰𝔞𝔯𝔩𝔞, 𝔰𝔢𝔫𝔷𝔞 𝔯𝔦𝔲𝔰𝔠𝔦𝔯𝔢 𝔞 𝔡𝔦𝔰𝔱𝔬𝔤𝔩𝔦𝔢𝔯𝔢 𝔩𝔬 𝔰𝔤𝔲𝔞𝔯𝔡𝔬. 𝔈 𝔮𝔲𝔞𝔫𝔡𝔬 𝔡𝔬𝔳𝔢𝔳𝔞 𝔲𝔰𝔠𝔦𝔯𝔢 𝔢 𝔫𝔬𝔫 𝔭𝔬𝔱𝔢𝔳𝔞 𝔤𝔲𝔞𝔯𝔡𝔞𝔯𝔩𝔞 𝔢𝔯𝔞 𝔭𝔯𝔢𝔰𝔬 𝔡𝔞 𝔲𝔪𝔬𝔯 𝔫𝔢𝔯𝔬, 𝔢 𝔰𝔢𝔫𝔷𝔞 𝔩𝔞 𝔟𝔞𝔯𝔞 𝔞𝔠𝔠𝔞𝔫𝔱𝔬 𝔫𝔬𝔫 𝔯𝔦𝔲𝔰𝔠𝔦𝔳𝔞 𝔞 𝔪𝔞𝔫𝔡𝔞𝔯 𝔤𝔦ù 𝔫𝔢𝔪𝔪𝔢𝔫𝔬 𝔲𝔫 𝔟𝔬𝔠𝔠𝔬𝔫𝔢.”

Ma portare la bara ovunque divenne una tortura per i servi del principe. Frustrati e stanchi, un giorno aprirono la teca e, con brutalità, sollevarono il corpo inerte di Biancaneve, colpendola più volte alla schiena per sfogare la loro rabbia.
Fu in quel momento che il pezzo di mela avvelenata le uscì dalla gola.

𝔄𝔩𝔩𝔬𝔯𝔞 𝔞𝔠𝔠𝔞𝔡𝔡𝔢 𝔠𝔥𝔢 𝔦 𝔰𝔢𝔯𝔳𝔦, 𝔠𝔥𝔢 𝔡𝔬𝔳𝔢𝔳𝔞𝔫𝔬 𝔠𝔬𝔫𝔱𝔦𝔫𝔲𝔞𝔪𝔢𝔫𝔱𝔢 𝔭𝔬𝔯𝔱𝔞𝔯𝔢 𝔩𝔞 𝔟𝔞𝔯𝔞 𝔞𝔳𝔞𝔫𝔱𝔦 𝔢 𝔦𝔫𝔡𝔦𝔢𝔱𝔯𝔬, 𝔠𝔬𝔪𝔦𝔫𝔠𝔦𝔞𝔯𝔬𝔫𝔬 𝔞 𝔦𝔯𝔯𝔦𝔱𝔞𝔯𝔰𝔦 𝔭𝔢𝔯 𝔩𝔞 𝔰𝔦𝔱𝔲𝔞𝔷𝔦𝔬𝔫𝔢, 𝔢, 𝔲𝔫𝔞 𝔳𝔬𝔩𝔱𝔞, 𝔲𝔫𝔬 𝔡𝔦 𝔩𝔬𝔯𝔬 𝔰𝔠𝔬𝔭𝔢𝔯𝔠𝔥𝔦ò 𝔩𝔞 𝔠𝔞𝔰𝔰𝔞, 𝔢, 𝔰𝔬𝔩𝔩𝔢𝔳𝔞𝔫𝔡𝔬 𝔅𝔦𝔞𝔫𝔠𝔞𝔫𝔢𝔳𝔢, 𝔡𝔦𝔰𝔰𝔢𝔯𝔬: “𝔊𝔲𝔞𝔯𝔡𝔞𝔱𝔢 𝔮𝔲𝔦, 𝔠𝔦 𝔱𝔬𝔠𝔠𝔞 𝔮𝔲𝔢𝔰𝔱𝔞 𝔠𝔬𝔯𝔳é𝔢 𝔱𝔲𝔱𝔱𝔬 𝔦𝔩 𝔤𝔦𝔬𝔯𝔫𝔬, 𝔭𝔢𝔯 𝔠𝔬𝔩𝔭𝔞 𝔡𝔦 𝔲𝔫𝔞 𝔯𝔞𝔤𝔞𝔷𝔷𝔞 𝔪𝔬𝔯𝔱𝔞”; 𝔢 𝔠𝔬𝔰ì 𝔡𝔦𝔠𝔢𝔫𝔡𝔬, 𝔩𝔢 𝔡𝔦𝔢𝔡𝔢𝔯𝔬 𝔲𝔫 𝔠𝔬𝔩𝔭𝔬 𝔡𝔦 𝔪𝔞𝔫𝔬 𝔰𝔲𝔩𝔩𝔞 𝔰𝔠𝔥𝔦𝔢𝔫𝔞, 𝔢 𝔠𝔬𝔰ì, 𝔦𝔫 𝔮𝔲𝔢𝔩 𝔪𝔢𝔫𝔱𝔯𝔢, 𝔦𝔩 𝔱𝔢𝔯𝔯𝔦𝔟𝔦𝔩𝔢 𝔭𝔢𝔷𝔷𝔬 𝔡𝔦 𝔪𝔢𝔩𝔞 𝔠𝔥𝔢 𝔞𝔳𝔢𝔳𝔞 𝔪𝔬𝔯𝔰𝔬, 𝔩𝔢 𝔣𝔲𝔬𝔯𝔦𝔲𝔰𝔠ì 𝔡𝔞𝔩𝔩𝔞 𝔤𝔬𝔩𝔞, 𝔢 𝔅𝔦𝔞𝔫𝔠𝔞𝔫𝔢𝔳𝔢 𝔱𝔬𝔯𝔫ò 𝔦𝔫 𝔳𝔦𝔱𝔞.”

Biancaneve si rianimò, come se avesse solo dormito. Ma il suo risveglio fu il frutto della rabbia, della stanchezza e della violenza, non di un bacio o di un gesto d’amore.

Il principe la prese con sé e, insieme, decisero di sposarsi.

Alla cerimonia invitarono anche la regina, e come atto di vendetta, le vennero fatte indossare scarpette di ferro incandescente. Fu costretta a ballare finché i piedi non le si bruciarono del tutto, crollando a terra, arsa viva, mentre Biancaneve e il principe assistevano alla scena senza alcuna pietà.

Si tratta indubbiamente di un finale dai toni cupi e violenti, benché in linea con il resto della storia; ma sicuramente poco adatta ad un pubblico di bambini.

I fratelli Grimm, ben presto arrivarono alla consapevolezza di doverne modificare alcuni elementi; e così, la mamma di Biancaneve venne sostituita dal personaggio della “Matrigna Cattiva (ed in particolare, tale variazione viene attribuita all’amorevole rapporto tra i due autori e la loro madre, e al fatto che volessero elevare la figura del genitore.)

Le rettifiche vennero apportate soprattutto al finale, in quanto, una rivalsa così sinistra poteva venir reputata eccessiva per l’angelica principessa che volevano rappresentare; ed è così, che la Matrigna finì semplicemente in prigione, con addirittura qualche visita da parte di Biancaneve.

Biancaneve e “la follia Disney”

Nonostante l’importanza che ad oggi attribuiamo al lavoro dei Grimm, il racconto ha acquisito parte della sua notorietà grazie all’animazione diretta da Walter Elias Disney (ad oggi conosciuto semplicemente come Walt Disney)

Nel 1834, quando ancora per le animazioni venivano portati sul grande schermo disegni tinteggiati interamente a mano, (con l’aggiunta poi di effetti visivi e sonori), la realizzazione dei cartoni animati si limitava a cortometraggi dalla durata di 6/8 minuti.

Un giorno però, Walt ebbe un’idea: radunò il suo team di designer facendolo accomodare… puntò i riflettori su di lui e incominciò a… raccontare una favola!

(E intovinate un po’… stiamo ancora parlando della favola di Biancaneve!)

Non si limitò a raccontare la trama, ma interpretò a suo modo anche i dialoghi dei personaggi con le rispettive voci, donando al racconto un’enfasi che lasciò di stucco ogni singolo impiegato della Disney all’interno di quella stanza.

Non appena terminò, disse di essere intenzionato a portare quella narrazione sullo schermo del cinema, e a tutti sembrò una fantastica idea… ma c’era un problema: Come avrebbero fatto a raccontare in pochi minuti una storia così lunga?

Walt diede la soluzione: la Disney sarebbe stata la prima azienda a realizzare un cortometraggio di ben 90 minuti!
(Ricordiamo che all’epoca, la Disney era una piccola società, non troppo conosciuta e con un limitato piano finanziario.)

Tralaltro nessuno aveva mai realizzato un lungometraggio completamente disegnato in quella che sarebbe poi diventata la tecnica tradizionale, e così, si sparse la voce della recente trovata ritenuta da tutti come “pericolosa e bizzarra

Addirittura, i giornali incominciarono a parlare di “Disney’s Folly (“Follia Disney”), e di come probabilmente un lungometraggio animato di un’ora e mezza sarebbe stato un insuccesso e avrebbe potuto causare problemi di vista al pubblico.

(foto: Medium)


Il budget fu
inaspettatamente più elevato del previsto, tanto che Walt dovette ipotecare la propria casa e chiedere un grande prestito per poter completare l’opera.

Nel 1837 riuscì finalmente a terminare, e, alla prima del film, si presentò tutta Hollywood, inclusi vip più celebri, tutti estremamente incuriositi del risultato finale.

Inutile dirlo… fu un successo assoluto, con un guadagno di 8 milioni di dollari! (Record allora battuto solo da “Via Col Vento”)

I gironali allora, si ricredettero

(foto: The Saturday Evening Post)

E dunque, quando parliamo di Biancaneve, ci riferiamo anche all’inizio del successo della Disney!

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Alice in Borderland 3: rilasciato il trailer e data di uscita dei nuovi giochi

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Dopo il poster rilasciato a febbraio, Netflix diffonde il trailer ufficiale della terza attesa stagione della serie giapponese tratta dall’omonimo manga, Alice in Borderland. 

Alice in Borderland torna sugli schermi di Netflix con i nuovi episodi della terza stagione, anticipando qualche scena nel trailer ufficiale e annunciando anche la data di uscita. L’appuntamento per gli spettatori è fissato al 25 settembre e nel frattempo è stata annunciata anche la sinossi ufficiale.

TRAILER

SINOSSI

Alice in Borderland, tratta dal manga giapponese di Haro Aso, pone al centro dell’attenzione un gruppo di persone che vengono trasportate in un universo parallelo in cui devono giocare e superare delle sfide mortali per rimanere in vita. Nella seconda stagione, Arisu (Kento Yamazaki) e Usagi (Tao Tsuchiya) sono riusciti a superare tutti i giochi e sono tornati nel mondo reale. Da allora si sono sposati e hanno costruito una vita felice insieme, i ricordi di Borderland sembrano essere stati rimossi dai loro ricordi, ma come anticipa il trailer rilasciato, in realtà alcuni frammenti ritornano a galla nei sogni e nelle allucinazioni.

Un giorno Usagi accompagnata dal ricercatore dell’aldilà Ryuji (Kento Kaku), sparisce improvvisamente, contemporaneamente alla sua sparizione, Banda (Hayato Isomura) consegna ad Arisu l’ultima carta: il Jolly. Anticipando l’inizio di un viaggio sconosciuto guidato da una nuova carta con nuovi giochi mortali da scoprire.

CAST

Il cast è composto sia da volti già noti della seconda stagione che volti completamente nuovi:  Hayato Isomura, Ayaka Miyoshi, Katsuya Maiguma, Koji Ohkura, Risa Sudou, Hiroyuki Ikeuchi, Tina Tamashiro, Kotaro Daigo, Hyunri, Sakura Kiryu, Yugo Mikawa, Joey Iwanaga, Akana Ikeda e Kento Kaku.

 

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Spiderman: Brand New Day, annunciato il cast ufficiale

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E’ ufficiale: il cast del nuovo capitolo dell’uomo ragno interpretato da Tom Holland Spiderman: Brand New Day, inizia a prendere forma, con nuove premessi e confermati ritorni pronti a rendere la pellicola indimenticabile.

Ci saranno noti volti e nuove sorprendenti comparse nel nuovo capitolo, che accompagneranno Peter Parker in un capitolo che si preannuncia come un vero e proprio punto di svolta per l’universo Marvel.

Leggi anche: Uni-multi-verso Spiderman: annunciate le date di uscita dei due capitoli più attesi

CAST

Diretto da  Destin Daniel Cretton, Spiderman: Brand New Day vedrà per prima cosa il ritorno di Tom Holland nel ruolo di Peter Parker, tra le nuove comparse sarà affiancato da Sadie Sink e da Lisa Colon-Zayas, entrambe in un ruolo ancora sconosciuto, lo stesso vale per altri nuovi volti come Jon Bernthal, J.K Simmons e Liza Colòn – Zayas. Mentre è certo che Zendaya Jacob Batalon torneranno nei rispettivi ruoli di MJ e Ned.

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The Odyssey: svelato il primo poster del colossal di Christopher Nolan

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E’ stato da poco diffuso dall’Universal Pictures, il primo poster che annuncia un primo sguardo del nuovo ambizioso progetto di Christopher Nolan ispirato all’epica classica di Omero, con riferimento alla trama nella tag-line: “DEFY THE GODS”.

Il primo manifesto promozionale, diffuso dall’Universal Pictures, è già visibile nelle sale cinematografiche oltre che pubblicata online, rappresentando il primo debutto visivo ufficiale di una delle pellicole più attese.

@universal pictures

PRIMI DETTAGLI

Il poster anticipa ciò che vedremo nella nuova pellicola ambientata nell’universo omerico di Nolan. La diffusione del primo poster di The Odyssey segna l’inizio di una lunga campagna promozionale per l’opera cinematografica firmata dal noto regista Christopher Nolan, il quale ha deciso di reinterpretare l’epopea greca nel suo inconfondibile stile registico. Il lancio del poster ha regalato ai fan un primo assaggio dell’universo mitologico ricreato per il grande schermo.

TRAILER IN ARRIVO TRA POCHISSIMO

In parallelo alla diffusione del poster, verrà pubblicato anche un teaser trailer a breve, già ufficializzato dalle autorità competenti. Dunque si preannuncia che la prima anteprima sottoforma di video sia ormai imminente, con una distribuzione prevista sia nelle sale che in rete prossimamente.

Secondo quanto emerso dai primi report, si tratterrà di un breve assaggio dalla durata di circa 20 secondi. Nonostante non sono ancora stati diffusi dettagli specifici sulla trama, il pubblico spera che questa anticipazione contenga immagini tratte direttamente dal film e non soltanto suggestioni visive o scritte enigmatiche.

TONO DEL FILM

L’immagine diffusa, evidenzia la tag-line: “Defy the gods” ovvero “Sfida gli Dei“, anticipando con chiarezza il tono epico e l’atmosfera carica di tensione che caratterizzeranno il film, ma non è solo il poster ad evidenziare queste caratteristiche. The Odyssey potrebbe ricevere una classificazione R, dunque si preannuncia essere destinata ad un pubblico adulto, questo indizio lascia presagire una narrazione dai contenuti forti e complessi, in linea con la reputazione di Nolan che da sempre è incline a superare i confini convenzionali della narrazione filmica. Dunque ci aspetta un film visivamente potente e ricco di risonanze emotive.

TRAMA E STRUTTRA RACCONTO

L’adattamento cinematografico dell’Odissea rivisitata da Christopher Nolan, ripropone il celebre poema di Omero, seguendo le gesta di Ulisse, nonché re di Itaca, alle prese con un lungo e tormentato ritorno alla propria terra, dopo la caduta di Troia. Il viaggio che si è prolungato per ben 10 anni, è segnato da ostacoli sovrannaturali, incontri con creature fantastiche, interventi divini e tragiche perdite personali.

Nel frattempo a Itaca, la regina Penelope e il giovane figlio della coppia, Telemaco, devono affrontare l’imminente assalto di numerosi pretendenti, decisi ad approfittare dell’assenza del sovrano per impadronirsi del trono. La tensione narrativa si scinde dunque su due piani: l‘Odissea personale di Ulisse e il destino incerto del suo regno.

CAST EPICO (CON FOTO)

Nel ruolo di protagonista, il veterano di guerra Ulisse, abbiamo Matt Damon al centro della narrazione mitologica. Intorno a lui contribuisce un cast stellare, con cui insieme danno vita all’universo epico della pellicola. Tra i nomi confermati ci sono: Tom Holland, Anne Hathaway, Zendaya, Lupita Nyong’o, Robert Pattinson, Charlize Theron, Jon Bernthal, Benny Safdie, John Leguizamo, Elliot Page, Himesh Patel, Cosmo Jarvis, Corey Hawkins, Ryan Hurst e Mia Goth.

Riguardo i ruoli,  le foto scattate a Tom Holland sul set suggeriscono che interpreterà Telemaco, sembrerebbe poi che Anne Hathaway sarà la moglie di Odisseo: Penelope, mentre Zendaya vestirà i panni della dea Atena e Charlize Theron quelli della maga Circe, mentre Benny Safdie impersonerà il re di Micene: Agamennone e Lupita Nyong’o sua moglie Clitennestra, invece Robert Pattinson interpreterà Hermes, il messaggero degli dei.

 

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