Cronaca
Processo Puff Daddy, parla la testimone chiave: “Ha pestato Cassie Ventura davanti a me”

Arrivano nuove testimonianze contro il rapper Sean Diddy Combs, in arte P Diddy, nel processo che lo vede imputato per traffico sessuale, induzione alla prostituzione e associazione a delinquere, accuse che, gli costerebbero l’ergastolo.
Si è conclusa nella giornata di ieri lunedì 19 maggio, iniziata venerdì scorso, la testimonianza di Dawn Richard, ex cantante pop del gruppo Danity Kane, che ha rilevato nuovi scioccanti episodi in merito al rapporto tra il rapper e la sua ex fidanzata Cassie Ventura (intervenuta a giudizio lo scorso 13 maggio).

Foto: The Guardian
LE SUE DICHIARAZIONI
“L’ha afferrata per i capelli e l’ha trascinata su per le scale davanti a me e spesso la prendeva a pugni, la strangolava e la schiaffeggiava. L’ho visto persino prenderla a calci e colpirla allo stomaco” ha dichiarato Richard in aula, sostenendo inoltre che le guardie di Diddy sapessero tutto, senza mai fare nulla a riguardo.
Il giorno successivo all’attacco, Combs avrebbe convocato tutti i presenti nel suo studio, distribuendo fiori e facendo intendere a tutti che parlarne avrebbe avuto conseguenze: “Disse chiaramente che, se qualcuno avesse detto qualcosa, avrebbe rovinato la nostra carriera” e che “da dove viene lui le persone scompaiono se dicono cose del genere, se parlano“.
La cantante ha dichiarato di non aver parlato prima delle accuse, per ordine di Combs, ma dopo aver “visto Cassie prendere finalmente posizione e dire la verità” ha voluto dire la sua.
Questa testimonianza confermerebbe proprio la tesi di Ventura, la quale ha parlato di una relazione durata un decennio e caratterizzata da violenze e abusi di ogni tipo da parte di Diddy.
Richard ha presentato a sua volta una causa civile contro Combs, accusandolo di averla sottoposta a condizioni di lavoro disumane, tra cui palpeggiamenti, aggressioni e di aver assistito più volte a violenze brutali contro Ventura.
LA DIFESA DI DIDDY
Il rapper ha negato e respinto tutte le accuse a suo conto, parlando di una semplice “relazione scambista“, mentre il pubblico ministero discute di un vero e proprio sistema di sfruttamento usando la sua fama per mettere a tacere tutte le vittime.
I legali di Diddy stanno cercando di portare alla luce presunti messaggi tra quest’ultimo e Ventura, al fine di dimostrare che la relazione e i rapporti avuti fossero consensuali.
Hanno riconosciuto i precedenti di Combs di violenza domestica e consumo di droghe, ma hanno sostenuto che ciò non lo rende colpevole di traffico sessuale o associazione a delinquere, negando qualsiasi attività criminale.
Nel corso della settimana, i procuratori hanno descritto Combs come una persona controllante e violenta, che esercitava potere su quasi ogni aspetto della vita e delle decisioni di Ventura.
Si prevede che il processo duri altre sette settimane circa e, se condannato, potrebbe trascorrere il resto della sua vita in prigione.
Cronaca
Guerra Ucraina-Russia: la telefonata di Trump e Putin

Zelensky ha fornito la proprio assenso ad un rapido cessate il fuoco; Mosca, invece, insiste nel posticipare, avanzando precondizioni che l’Ucraina considera inammissibili.
Trump aveva dichiarato che, sarebbe giunta la pace esclusivamente dopo un confronto diretto tra lui e Vladmir Putin.
Il colloquio (definito dal Capo del Cremolino come “franco e molto utile”) è avvenuto telefonicamente, con circa due ore di conversazione, dove i due hanno discusso su possibili modalità di un cessate il fuoco, da poter realmente concretizzare.
Trump ha specificato che la chiamata sia andata molto bene, e che Russia e Ucraina avvieranno immediatamente i negoziati per la fine della guerra.
Subito dopo la telefonata, stando a quanto dichiarato, Trump avrebbe informato il presidente Volodymyr Zelenskyy, (dell’Ucraina), Ursula von der Leyen, (il presidente della Commissione europea), Emmanuel Macron, (presidente della Francia), il cancelliere Friedrich Merz, (della Germania), il presidente Alexander Stubb, (della Finlandia), e il primo ministro dell’ Italia Giorgia Meloni.
Mentre il Vaticano, rappresentato dal Papa, ha affermato che sarebbe interessato ad ospitare i negoziati.
Cronaca
Roma: partorisce e getta il feto nel gabinetto, arrestata una donna di 29 anni

L’infanticidio sarebbe avvenuto lo scorso 12 ottobre a Montecompatri, comune di Roma. Le indagini si sono concluse solamente ieri con l’arresto della madre, accusata di omicidio.
Ennesimo episodio di infanticidio, questa volta avvenuto a Montecompatri (piccolo comune alle porte di Roma), commesso da una ventinovenne di origini nigeriane.
La donna avrebbe indotto il parto alla 25/26esima settimana nel bagno di casa di una amica e, dopo, lo avrebbe annegato nel gabinetto spingendolo con forza nelle tubature.
L’ESITO DELLE INDAGINI
Le indagini degli investigatori della Squadra Mobile di Roma, coadiuvati dalla procura di Velletri, procedono da ottobre e solo nella giornata di ieri è riuscita a chiudere il caso: la donna si chiamerebbe Jennifer Umen, madre di due figli e separata dal compagno da dicembre del 2023.
Subito dopo il parto, la madre sarebbe stata trasportata all’ospedale più vicino per un malore, negando però ai sanitari di aver partorito (nonostante le visite portassero alla luce tracce di una gravidanza).
L’autopsia sul feto, ritrovati in un tombino collegato alle tubature di scarico dell’abitazione dove la donna era stata soccorsa, ha prima di tutto confermato che quest’ultimo è morto per annegamento e, inoltre, ha presentato una lesione sulla schiena causata dalla pressione esercitata dalla madre per spingere il neonato nelle tubature.
L’interrogatorio si svolgerà nella giornata di oggi, lunedì 19 maggio, per capire se realmente la madre abbia partorito volontariamente o meno e tentato di affogare il feto.
LE DICHIARAZIONI DELLA DONNA
Ha raccontato di non sapere di essere incinta e di non essersi accorta quella sera di aver partorito: “Stavo male, ero ubriaca, avevo delle forti fitte e ho pensato ad un banale mal di pancia”. Poi ha detto di essere andata in bagno, di avere avuto un’emorragia: “ho visto molto sangue e ho sentito un tonfo”. Una versione che, però, non ha convinto gli investigatori.
Intanto, la donna si trova al carcere di Rebibbia e i suoi due figli sono stati affidati alla sorella.
Cronaca
Processo Puff Daddy: nuove testimonianze scioccanti

Dall’inizio del processo contro il noto rapper Sean Diddy Combs in arte P Diddy, accusato di traffico sessuale e associazione a delinquere, tra le varie accuse emerse che potrebbero portarlo all’ergastolo, la giuria ha ascoltato le prime testimonianze.
L’imputato Sean Diddy Combs, rapper e imprenditore vincitore di tre Grammy Awards, a seguito della denuncia di diverse donne, è oltremodo accusato di cinque capi di imputazione tra cui: traffico sessuale con forza, frode e coercizione. A riguardo il cantante si è dichiarato non colpevole di nessuno dei capi di imputazione, ma al massimo, come hanno spiegato i suoi avvocati difensori, di violenza domestica, precisando però che un uomo colpevole di quel reato non per forza deve essere macchiato di altri. Se alla fine del processo Puff Daddy risulta colpevole, rischia da 15 anni fino all’ergastolo.
“IL RACCONTO DI 20 ANNI DI CRIMINI COMMESSI”
Lunedì 12 maggio a New York, dopo la selezione della giuria e le dichiarazioni iniziali degli avvocati di accusa e difesa, la procuratrice Emily Johnson ha preannunciato: “Il racconto di 20 anni di crimini commessi dall’imputato” che riguardano anche i ‘freak-off‘ ossia i festini a base di droga, sesso e violenze ai quali il cantante avrebbe costretto donne e uomini a partecipare contro la loro volontà.
L’accusa sostiene che P Diddy avrebbe usato tutto il suo potere e prestigio per indurre le donne a partecipare ai freak-off, facendolo talvolta con violenza. Una volta avrebbe fatto penzolare una donna da un balcone, un’altra invece avrebbe attaccato “ferocemente” le donne che si sarebbero rifiutate di partecipare alle orge.
In tutte queste vicende Combs non avrebbe agito da solo, bensì con l’aiuto di guardie del corpo e dipendenti che l’avrebbero aiutato a commettere questi crimini e ad insabbiarli, il tutto con lo scopo di mettere in pratica le fantasie sessuali dell’imputato. In più Puff Daddy avrebbe cercato di mettere a tacere le vittime con una serie di ricatti, violenze compresi rapimenti, incendi e percorse fisiche in avvenimenti che sono successi nell’arco di 20 anni.
LA TESTIMONIANZA E LE ACCUSE DELL’EX FIDANZATA
Il 13 maggio Cassie Ventura, cantante americana di 38 anni oltre ad essere l’ex fidanzata dell’imputato, con voce tremante e pancione ben visibile, è salita sul banco dei testimoni nel tribunale federale di Manhattan per raccontare ai presenti l’incubo vissuto per oltre 10 anni accanto al rapper Puff Daddy.
Come dice Page Six, la donna ha raccontato di essere stata maltrattata ripetutamente oltre che per motivi futili, dicendo: “Mi colpiva in testa, mi buttava a terra, mi trascinava, mi prendeva a calci, mi calpestava la testa se ero a terra“, aggiungendo: “Se facevo una faccia sbagliata, prima che me ne rendessi conto, venivo colpita in faccia“, precisando che le percosse subite lasciavano dei segni ben evidenti: “Mi si formavano dei bozzi sulla fronte“.
Ma a fare più male, dichiara al donna, era la manipolazione: “Mi faceva sentire come se il sesso fosse l’unica cosa buona in me. Mi umiliava se non volevo farlo – Non sapevo mai chi sarebbe stato una volta che si fosse svegliato. Ogni giorno era un’incognita. Il suo sguardo cambiava, diventava un’altra persona. Gli occhi gli diventavano neri. La versione di cui ero innamorata non c’era più.”
Precisando che il controllo su di lei era totale: dalle scelte estetiche: “non gli piacevano certe acconciature, diceva che mi facevano sembrare troppo messicana“, a ripetute pressioni per interventi chirurgici e piercing intimi, fin ad arrivare al ricatto emotivo e psicologico.
Ventura ha poi espresso qualche parola sui festini ‘freak-offs‘ dichiarando: “Mi faceva assumere una escort e poi organizzava questa “esperienza” in modo che potessi esibirmi con lui che ci guidava nell’atto sessuale“. Durante questi eventi la donna era spesso sotto gli effetti di varie droghe anche pesanti, la quale ha spiegato: “Non riuscivo a immaginarmi di fare tutto ciò senza una sorta di cuscinetto… Era sesso con uno sconosciuto con cui non volevo farlo“. Ha inoltre ricordato quando Combs le chiese come si chiamasse suo nonno e dopo aver risposto “Pop Pop“, lui pretese di essere chiamato così anche in situazioni ‘piccanti’: “Pensai che fosse strano all’epoca. Ora lo trovo semplicemente disgustoso e irrispettoso“.
“MI DIEDE UNA PISTOLA CARICA”
L’ex fidanzata di Puff Daddy ha poi rivelato di essere stata costretta dall’imputato a tenere una pistola carica nella propria borsa durante una serata in un locale di Los Angeles, mentre la donna era sotto effetto di droghe, dichiarando: “Ricordo solo che avevamo preso dei funghi ed ero davvero fatta. Mi ha dato la pistola solo per tenerla nella borsa, ma per tutto il tempo ho avuto paura che esplodesse. Non ho idea del motivo per cui avessi un’arma carica“.
ACCUSE DI UN ADDETTO ALLA SICUREZZA
Durante il processo è stato mostrato anche il video di una telecamera di sorveglianza di un hotel in cui alloggiavano Combs e l’ex fidanzata, in cui si vedeva chiaramente l’uomo con addosso solo un asciugamano, picchiare violentemente la donna con una serie di pugni e calci a ripetizione. P Diddy avrebbe poi cercato di far tacere con in cambio una somma di denaro un uomo che ora fa parte delle testimonianze, ovvero Israel Florenz, un ex addetto alla sicurezza dell’hotel, che ha spiegato di aver rifiutato il denaro offertogli per tacere il comportamento dell’uomo. Florenz ha inoltre detto di aver trovato Combs seduto su una sedia con uno sguardo diabolico e che la Ventura si ritrovava con un occhio viola e ripeteva di volersene andare, mentre il cantante le diceva che non sarebbe successo, ma l’uomo è poi intervenuto dicendo: “Se vuole andarsene, se ne andrà“.
TESTIMONIANZA DI UN PROSTITUTO
A testimoniare contro il rapper si è aggiunto anche un uomo, ovvero Daniel Phillip, un prostituto di 41 anni pagato per migliaia di dollari in diverse occasioni tra il 2012 e il 2014 per consumare atti sessuali con la Ventura, mentre Combs guardava il tutto.
L’uomo ha testimoniato che Puff Daddy avrebbe aggredito Ventura in almeno due occasioni, una volta quando era al computer, lui le avrebbe intimato di raggiungerlo e quando lei aveva perso qualche minuto, a quel punto il rapper: “Iniziò a trascinarla per i capelli in camera sua“, mentre lei urlava che le dispiaceva e poi aveva sentito quelli che sembravano schiaffi, mentre il cantante avrebbe detto “Put**na, quando ti dico di venire qui, vieni. Subito, non dopo“.
Un evento del genere, sempre con schiaffi, era successo pure una seconda volta, con l’ex fidanzata che alla fine si avvicinò all’uomo tremando come se fosse terrorizzata.
-
Calcio2 settimane ago
Il Supercommento della 35ª giornata di Serie A
-
Cronaca2 settimane ago
Iniziato il processo contro P Diddy, accusato di traffico sessuale ed estorsione
-
Attualità1 settimana ago
Andrea Crugnola cala il poker. È lui il vincitore della 109ª edizione della Targa Florio
-
Calcio1 settimana ago
Il Supercommento della 36ª giornata di Serie A
-
Intrattenimento1 settimana ago
Il Signore degli Anelli – Caccia a Gollum: svelata la data di uscita
-
Attualità2 settimane ago
“La Targa Florio per me è casa”: intervista a Simone Rappa
-
Attualità2 settimane ago
“La Targa è un simbolo della Sicilia”: intervista ad Angelo Pizzuto
-
Cronaca1 settimana ago
Campofelice di Roccella: mette like ad una ragazza e viene accoltellato