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Cronaca

Palermo, ragazzo perde la vita a causa di un incidente in moto: ecco chi era

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Foto: BlogSicilia

Un tragico avvenimento ha sconvolto la comunità di Palermo.

Simone Gnoffo, un ragazzo di appena 18 anni, ha perso la vita in un incidente motociclistico avvenuto ieri sera in via Pietro Bonanno.

La polizia municipale ha avviato un’indagine per determinare l’esatta dinamica dell’incidente e capire quali siano stati i fattori principali che abbiano contribuito alla tragedia.

LA DINAMICA

Secondo le prime ricostruzioni, Simone stava percorrendo la strada in sella alla sua moto quando, per ragioni incerte, ha perso il controllo del mezzo, andando a sbattere contro un palo, in un tratto di strada che non presenta particolari difficoltà ma che, secondo alcuni residenti, è noto per la sua pericolosità a causa della scarsa illuminazione e della mancanza di segnaletica adeguata.

Sul posto sono intervenuti immediatamente i soccorsi, ma per Simone non c’è stato nulla da fare. Le ferite riportate nell’impatto sono state fatali, così Simone è morto in ospedale a Villa Sofia.

La notizia della sua scomparsa ha lasciato un vuoto incolmabile tra amici e familiari, totalmente sconvolti dall’incidente.

Classe 2004. Studentessa in Lettere all’Università degli studi di Palermo. Aspirante editor e giornalista. Appassionata di musica, vintage e letteratura.

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Cronaca

Bergamo, lite fra tifoserie avversarie: muore un 26enne

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La rissa sarebbe avvenuta fra un gruppo di tifosi dell’Atalanta e uno dell’Inter, iniziata in un bar del luogo e culminata con l’accoltellamento di un tifoso 26enne e l’arresto di un 19enne (Jacopo De Simone), il quale ha confessato l’omicidio sotto interrogatorio.

LA VITTIMA

Il giovane si chiamava Riccardo Claris, 26enne, ex giocatore dell‘Albinoleffe e della Gavarnese e successivamente diventato ultras della sua squadra del cuore (l’Atalanta), che seguiva abitualmente in tutte le sue partite in casa. 

Foto: La Gazzetta dello Sport

LA RICOSTRUZIONE

Le prime scintille sarebbero iniziate in un bar del centro di Bergamo, tra i gruppi di tifosi dell’Inter e dell’Atalanta, si suppone per qualche sfottò da parte degli ultras del club milanese. Dopo qualche spintone però, gli interisti se ne sarebbero andati compreso Jacopo De Simone, con il fratello e la fidanzata.

Gli atalantini li avrebbero comunque seguiti, con il sopraggiunto Claris poiché chiamato dallo stesso gruppo di ultras, al fine di cercare la casa di De Simone (il più focoso fra i tifosi avversari). Da lì in poi il 19enne, avvertito del pericolo sia per lui sia per suo fratello, si sarebbe armato di coltello e di fronte alla prima provocazione avrebbe sferrato una coltellata a Claris.

Una coltellata così forte, all’altezza della scapola sinistra, che è bastata ad uccidere il ragazzo e a spezzare il coltello. Il 26enne è morto poco dopo a terra e De Simone, rimasto sul luogo, è stato dapprima arrestato dai militari, poi portato in caserma e successivamente avrebbe confessato il reato agli inquirenti.

LE PAROLE DELLA SORELLA DI CLARIS

Riccardo non ha alzato le mani contro nessuno, è stato colpito a caso, alle spalle, mentre tornava a casa”, si legge nello scritto di Barbara Claris, pubblicato nelle stories del suo profilo Instragam. “Mi fa parecchio arrabbiare leggere che c’è stato uno scontro finito male“, ha continuato. “Siamo tutti sconvolti, non ci sono parole per descrivere ciò che proviamo. Riccardo era un bravissimo ragazzo, chi lo conosce lo sa! Qualsiasi cosa sia successa NON era un violento, non era un criminale, NON si meritava quanto successo. NIENTE GIUSTIFICA L’OMICIDIO, comunque! Il nostro dolore non passerà MAI. Dovremo conviverci consapevoli che per perdere la vita è sufficiente trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato“.

“Noi vogliamo che la giustizia faccia il suo corso, senza violenza, senza mediaticità, senza continue interferenze. Ricordiamolo con affetto, amore, ricordiamolo non solo come ultrà ma come un giovane ucciso nell’ennesimo episodio di una società sempre più malata. Chiudo con il cuore spezzato di avere ciò che meritiamo, rispetto e silenzio, lo chiedo ai giornali, ai commentatori, ai tifosi. Rispettiamo aspettiamo chiediamo giustizia come UMANI“. “indignata per una società che ha perso il senso di umanità. Ha perso l’empatia, i valori fondamentali, il rispetto per la vita, per il lutto, per tutto. Lo saluto con il cuore, rotto, in mano. Mai riuscirò ad accettare che si possa essere uccisi così“.

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Cronaca

Iniziato il processo contro P Diddy, accusato di traffico sessuale ed estorsione

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Foto: Medium

Ieri (5 Maggio) è iniziato a New York il processo contro il rapper Sean Combs di 55 anni, noto al pubblico con il nome di P Diddy.

La situazione va avanti dal 2023, da quando è stato per la prima volta denunciato dalla ex compagna Cassie Ventura, e tra le principali prove vi è un video che mostra una vera e propria aggressione fisica contro Cassie.

Il caso si è poi ampliato a più celebrità e comuni individui (tra cui una cuoca che aveva già denunciato il rapper molto prima che la vicenda prendesse questa piega), con notizie di vittime che al momento dei presunti crimini avevano un’età compresa dai 9 fino ai 38 anni.
Le principali accuse sono: traffico sessuale, associazione a delinquere e trasporto di persone ai fini di prostituzione.

Combs ha rifiutato una proposta di accordo legale dai pubblici ministeri dichiarandosi innocente a tutte le accuse mosse contro di lui; e talvolta la difesa sostiene che i rapporti fossero consensuali.

Il processo, che dovrebbe durare otto settimane, avrà le prime dichiarazioni il 12 maggio.

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Cronaca

Treviso, rissa fuori una discoteca: un ferito grave e un 20enne morto accoltellato

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La tragedia è avvenuta nella notte della scorsa domenica, causata da una rissa per motivi ancora poco chiari al di fuori di una discoteca di Treviso fra un gruppo di nordafricani e uno di italo-romeni, a farne le spese un 20enne. Da segnalare inoltre tre coetanei feriti, di cui uno grave e al momento in condizioni critiche. 

Ennesimo episodio di violenza immotivata e per futili motivi tra giovani, avvenuto la scorsa notte verso le 4 nella zona di Castelfranco Veneto, al di fuori della discoteca “Baita al Lago”.

I motivi ancora non sono chiari e le indagini proseguono ma, quella che sembrava una rissa tra ragazzi è culminata in un feroce accoltellamento, iniziato all’interno del locale e terminato nella zona esterna dopo la chiusura della discoteca, che ha portato alla morte di un 20enne e ferito tre ragazzi, di cui uno grave.

Gli inquirenti stanno seguendo tutte le tracce possibili al fine di far luce sull’esatta dinamica dell’accaduto e hanno arrestato due giovani con l’accusa di omicidio, tentato omicidio, rissa aggravata e lesioni personali. Oltre loro, altre sette persone sono state denunciate per rissa aggravata.

LA VITTIMA

Il giovane rimasto ucciso si chiamava Lorenzo Cristea, italo-romeno di Padova, 20 anni, trasportato inizialmente all’ospedale più vicino in condizione critiche e morto poco dopo per le gravi lesioni subite.

LE PAROLE DELLA SINDACA

“Con profonda preoccupazione e sincera tristezza apprendo la notizia del tragico episodio avvenuto questa notte che ha provocato la morte di un ragazzo di appena vent’anni, nostro concittadino, e il grave ferimento di un altro ventiduenne“. Così Antonella Zoggia, sindaca di Trebaseleghe (Padova), dove risiedeva il giovane.

“Il mio primo pensiero va alle famiglie delle vittime, colpite da un dolore inimmaginabile, a cui esprimo a nome mio personale e dell’intera comunità di Trebaseleghe la più sentita vicinanza. Episodi di questo genere ci scuotono nel profondo, perché ci pongono di fronte a un fenomeno che purtroppo non riguarda solo un singolo luogo o una singola comunità: è un campanello d’allarme che riguarda l’intero Paese. L’escalation di violenza tra giovani, spesso accompagnata da un vuoto educativo e relazionale, ci impone una riflessione seria e urgente. È giusto contrastare questi fenomeni promuovendo momenti di ascolto, dialogo e prevenzione. Non possiamo e non vogliamo restare indifferenti“.

LA RICOSTRUZIONE DELLA MADRE DI UN FERITO

“Sono usciti verso le tre, avevano bevuto un po’, poi è successo che alcuni ragazzi hanno iniziato a provocarli, a farli arrabbiare. Gli hanno urlato: ‘Vieni qua, che adesso ti faccio vedere. Stavano per andarsene con la macchina ma, poi sono scesi. Mio figlio ha avuto un confronto con uno di loro, erano due ragazzi di origine marocchina. E si sono picchiati. Mio figlio ha sentito qualcosa dietro la schiena, come un pizzicotto, e si è accorto che c’era un coltello. Poi hanno visto che anche l’altro era armato“.

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