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Cronaca

Shiva condannato a 6 anni e mezzo di carcere per la sparatoria contro i rivali della crew di Rondo da Sosa

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Shiva condannato a 6 anni e mezzo di carcere per tentato omicidio.

I giudici dell’ottava sezione penale del tribunale di Milano hanno deciso la pena che il trapper milanese, Andrea Arrigoni dovrà scontare per la sparatoria avvenuta l’11 luglio 2023, fuori dal suo studio di registrazione a Settimo Milanese, nella quale furono rimasti feriti i due aggressori che gli tesero un agguato.

IL PROCESSO

Durante il processo, l’avvocato difensore del trapper, Daniele Barelli ha ribadito di avere agito per difendersi da una violenta aggressione, ma senza l’intento di uccidere i due aggressori. Il pm di Milano Daniela Bartolucci aveva inizialmente chiesto 7 anni di reclusione che patteggiando sono scesi a 6 anni, 6 mesi e 20 giorni.

LA RICOSTRUZIONE DELLA SPARATORIA ED IL MOVENTE 

La polizia ha sequestrato sul luogo della sparatoria diversi bossoli, trovando tracce di sangue appartenenti ai due aggressori, sono state ritrovate inoltre, 11 cartucce inesplose ed un silenziatore “fai da te”.

Attraverso la ricostruzione dalle telecamere di videosorveglianza, si evince come il trapper milanese abbia rovistato all’interno del suo zaino estraendo l’arma da fuoco, da cui sono partiti 5 colpi.

I due aggressori feriti facevano parte della banda nota come SevenZoo (in cui Rondo da Sosa, rivale di Shiva, è un membro di spicco).

Secondo la corte L’intento omicidiario di Andrea Arrigoni, già evidente dalla visione delle immagini che riprendono lo stesso che punta, saldo sui piedi e braccia tese, l’arma ad altezza uomo, è suffragato anche dai rilievi effettuati”.

Classe 2001. Studente in Scienze della Comunicazione all'Università degli studi di Palermo. Aspirante telecronista/giornalista sportivo e grande appassionato di calcio e di musica

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1 Comment

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  1. Giuseppe

    10 Luglio 2024 at 14:27

    no vabbè non ci posso credere…
    veramente un’ingiustizia!!!!! freeshiva

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Cronaca

Cacciatore accidentalmente ucciso a Carrù: il suo compagno di caccia stava mirando ad un cinghiale

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Foto: Freepik

A Carrù, ieri (nonché giorno di apertura nazionale della caccia al cinghiale), è morto un cacciatore.

Daniele Barolo, agricoltore  di 46 anni, è stato accidentalmente ucciso con un colpo di fucile nel petto dal suo compagno di caccia, (insieme a lui in quel momento), che a sua volta stava mirando ad un cinghiale.

I soccorritori non hanno fatto in tempo a sopraggiungere, ed una volta arrivati, ogni tentativo di rianimare il cacciatore sembra essete risultato vano. Stando a quanto dichiarato, dunque, l’uomo è morto sul posto.

Attualmente, il fucile è stato sequestrato dai carabinieri intenti a fare ulteriori indagini per poter comprendere quale traiettoria abbia seguito il proiettile.

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Cronaca

La Global Sumud Flotilla segnala dei droni non identificati

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Foto: Giornale la Voce

Un episodio segnalato dal canale telegram della Global Sumud Flotilla, (spedizione con l’imbarcazione di 44 paesi che sta raggiungendo le coste di Gaza per poter rompere il blocco israeliano) lascia non poche preoccupazioni.

Ecco quanto dichiarato: “Si sono avvistati più droni, la cui origine non è stata ancora identificata, vicino alla flotta e che la seguono. Questo improvviso aumento dell’attività aerea ci preoccupa

L’episodio si è verificato di domenica, più precisamente alle ore 21:09, e gli apparecchi avvistati risultavano essere tre.

Nonostante la rassicurazione fatta alle famiglie dei partecipanti l’attivista brasiliano Thiago Avila, (nonché membro del direttivo) scrive, dalla Familia Madeira I droni vicini devono essere considerati una potenziale minaccia

Per questo, alle barche è stata raccomandato di organizzare bene la guardia notturna di stanotte.

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Cronaca

Razzo israeliano rinvenuto tra Lampedusa e l’isolotto di Lampione

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Foto: Repubblica di Palermo

Pochi giorni fa, tra Lampedusa e l’isolotto di Lampione, i pescatori del motopeschereccio Andrea Doria hanno avvistato un relitto metallico. Si tratta di un cilindro lungo circa 5 metri e largo 1,5.

Sulle fiancate sono ben visibili il logo dell’Agenzia Spaziale israeliana Minhalat HaHalal, che dipende dal ministero della Difesa e si occupa di missili e satelliti, oltre che una scritta in ebraico.

La zona resta sotto controllo, in attesa di decidere se procedere al recupero.

Il ministro della difesa Guido Crosetto ha escluso che l’oggetto faccia parte di un sistema militare israeliano in funzione, spiegando che si tratta con ogni probabilità di un frammento legato a un recente lancio spaziale.

La vicenda, tra indagini tecniche e risvolti diplomatici, è solo all’inizio.

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