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La Top11 della trentatreesima giornata: Gol salvezza di Coppola, Acerbi e Thuram per la seconda stella

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Nella settimana che consegna la seconda stella all’Inter di Simone Inzaghi, ecco la Top11, più l’aggiunta di qualche menzione,  della 33ª giornata di Serie A.

PORTIERE: Yann Sommer (Milan-Inter 1-2). Sempre sicuro tra i pali, fonte di sicuro affidamento per il possesso palla dei nerazzurri, e decisivo al momento giusto. Corona una stagione straordinaria sfornando una prestazione di livello nel derby: reattivo sui tentativi di Leao e Theo, strepitoso su Calabria. Non può nulla invece sulla rete di Tomori. Ci sono anche le sue mani e i suoi clean sheet in questo scudetto dei nerazzurri;

DIFENSORE: Diego Coppola (Hellas Verona-Udinese 1-0). La partita con l’Udinese rappresenta uno dei crocevia del finale di stagione, e la tensione è palpabile da una parte e dall’altra. Ingaggia un duello rusticano con Lucca fin dalle prime battute, non concedendogli praticamente nessuno spazio. Poi nel finale timbra il cartellino con un colpo di testa imperioso, che regala tre punti di una pesantezza incredibile per gli scaligeri, che allontanano di tre punti la zona retrocessione;

DIFENSORE: Patrick Dorgu (Sassuolo-Lecce 0-3). L’arrivo di Gotti gli ha ridisegnato un nuovo ruolo all’interno del Lecce: esterno alto a tutta fascia. La tecnica e la velocità del danese si erano già viste, ma questo nuovo ruolo lo rendono uno dei pericoli maggiori dei salentini per gli avversari. A Sassuolo è indemoniato. Corre incessantemente sulla fascia sinistra, poi si traveste da centravanti in occasione del gol del raddoppio, e nel secondo tempo sfiora la clamorosa doppietta. Prestazione sontuosa per una delle sorprese di questa ultima parte di stagione;

DIFENSORE: Francesco Acerbi (Milan-Inter 1-2). Al centro dell’attenzione dopo gli episodi di Inter-Napoli ma sempre un punto fermo della retroguardia nerazzurra. Nel derby Pioli rimuove dalla contesa Giroud, regalando una prima frazione tranquilla al centrale italiano, che sfrutta una sponda aerea di Pavard e di testa apre il derby, chiudendo definitivamente il campionato;

CENTROCAMPISTA: Oussama El Azzouzi (Roma-Bologna 1-3). L’infortunio di Ferguson regala al centrocampista marocchino una maglia da titolare nello scontro Champions dell’Olimpico. La sua posizione ibrida tra centrocampo e attacco permette al Bologna di essere sempre pericolosa in zona offensiva. Poi ha il merito di aprire le danze con una semirovesciata di pregevole fattura. Poi appoggia di petto il pallone del raddoppio a Zirkzee e contribuisce a una vittoria pesantissima che consegna al Bologna il quarto posto in solitaria, con la Champions che si avvicina sempre di più…

CENTROCAMPISTA: Gianluca Gaetano (Cagliari-Juventus 2-2). La prima frazione dei sardi contro la Juve è un concentrato di prepotenza agonistica ed efficacia. Contribuisce alla causa con il rigore che apre la gara, freddo dal dischetto nel battere uno dei migliori portieri del campionato. Quinto gol in campionato in meno di quindici partite in terra sarda. Impatto devastante;

CENTROCAMPISTA: Charles De Ketelaere (Monza-Atalanta 1-2). L’impresa ottenuta in Europa League ha consacrato ulteriormente il belga come uno dei diamanti grezzi di questa squadra. A Monza parte dal 1′ e timbra nuovamente il cartellino, anticipando di testa Gagliardini, settima gioia in campionato per CDK, che si conferma come uno dei punti fermi di questa Atalanta;

CENTROCAMPISTA: Luis Alberto (Genoa-Lazio 0-1). Le dichiarazioni di addio dopo il match con la Salernitana avevano smosso un polverone mediatico riguardo la sua posizione, ma lo spagnolo rimane uno dei leader tecnici di questa Lazio. Nel giorno in cui Tudor gli toglie la fascia di capitano, lo spagnolo si carica sulle spalle i biancocelesti e sigla il goal partita sul campo del Genoa. Una rete che alimenta le ambizioni europee della formazione capitolina.

ATTACCANTE: Alberto Cerri (Empoli-Napoli 1-0). La sua gara dura solo venti minuti, a causa di un infortunio muscolare. Il centravanti italiano non segnava in Serie A da più di mille giorni, ma contro il Napoli già dalle prime giocate dimostra di essere predominante. Apre, e decide, la gara con il suo colpo di testa dopo meno di cinque minuti, consegnando ai toscani tre punti che allontanano ancora di più la zona calda;

ATTACCANTE: Marcus Thuram (Milan-Inter 1-2). Nel match più importante della stagione, per peso e posta in palio, non poteva che essere decisa da uno dei protagonisti di questa stagione. Meno appariscente rispetto alla roboante prestazione dell’andata, ma è sempre preciso e lucido nelle gioco con i compagni, nel secondo tempo poi mette la parola fine al derby e al campionato con un diagonale che batte Maignan, dodicesimo centro in campionato per il jolly offensivo dei nerazzurri;

ATTACCANTE: Joshua Zirkzee (Roma-Bologna 1-3). L’infortunio muscolare necessitava tempo per essere smaltito definitivamente. Dopo alcune prestazioni poco appariscenti, Zirkzee torna a regalare spettacolo. Nonostante un’ammonizione rimediata nei primi minuti, mella prima frazione dell’Olimpico i giallorossi sono in completa balia delle sue giocate. Prima dell’intervallo realizza il gol del raddoppio e nel secondo tempo offre a Saelemaekers il pallone del definitivo 1-3, per tre punti che sanno di Champions League;

ALLENATORE: Simone Inzaghi (INTER). 86 punti in 33 partite, miglior attacco e miglior difesa. Ennesimo derby vinto con annesso scudetto. Questa Inter è stata una macchina pressoché perfetta, un rullo compressore incontenibile. E il successo del derby è la definitiva consacrazione del tecnico piacentino, al primo scudetto in carriera da allenatore.

MENZIONI: Tra le menzioni l’ennesimo clean sheet di Wladimiro Falcone (Sassuolo-Lecce 0-3), il quarto nelle ultime cinque gare. In difesa le prestazioni magistrali di Sebastiano Luperto (Empoli-Napoli 1-0), contro la sua ex squadra; e di Yerry Mina (Cagliari-Juventus 2-2), condita anche da un gol su calcio di rigore. A centrocampo l’assist decisivo di Daichi Kamada (Genoa-Lazio 0-1), e un altro gol fondamentale di Alexis Saelemaekers (Roma-Bologna 1-3). In attacco il gol decisivo di Christian Kouamé (Salerntiana-Fiorentina 0-2) per tre punti pesanti e complicati; e la prestazione totale di Zito Luvumbo (Cagliari-Juventus 2-2), spina nel fianco di tutta la difesa bianconera.

Classe 2005. Studente in Scienze della Comunicazione all’Università degli Studi di Palermo. Aspirante giornalista sportivo e grande appassionato di calcio.

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Debacle azzurra a Berlino. Una grande Svizzera vola ai quarti di finale

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Termina sotto il cielo dell’Olympiastadion di Berlino il cammino dell’Italia a Euro2024. A Berlino gli azzurri vengono dominati in lungo e in largo dalla Svizzera, che conquista i quarti di finale dopo una prestazione incredibile dei ragazzi di Yakin. Gli elvetici affronteranno la vincente di Inghilterra-Slovacchia.

Dando seguito all’ottimo girone, concluso alle spalle della più quotata Germania, la Svizzera comincia la gara mantenendo stabilmente il possesso del pallone. L’aggressione e l’intraprendenza iniziale degli elvetici non permette agli azzurri di sviluppare con lucidità e precisione. La gara dell’Olympiastadion non spicca nel primo quarto d’ora anche a causa della poca intraprendenza dell’Italia, imprecisa nell’uscita e in fase di disimpegno. Con il passare dei minuti i ragazzi di Spalletti cominciano a prendere sempre più campo, grazie alle sgroppate di El Shaarawy e le geometrie di Nicolò Fagioli, all’esordio dal primo minuto in questo europeo. Al 23′ la Svizzera flirta con il vantaggio, con Embolo servito in profondità da Aebischer, l’attaccante elvetico arriva davanti a Donnarumma che in tuffo tiene in equilibrio il risultato. La risposta azzurra arriva tre minuti dopo con Chiesa, che sguscia in mezzo ai difensori e calcia sul secondo palo, provvidenziale il piede di Akanji che mette in calcio d’angolo. Dopo una decina di minuti passati stabilmente nella metà campo azzurra, al 36′ la Svizzera trova il meritato gol del vantaggio: Vargas imbuca centralmente per l’inserimento di Freuler, il centrocampista del Bologna controlla con il destro e calcia al volo con il mancino, per una rete che inguaia un’Italia ancora una volta in difficoltà e in svantaggio (quarta volta su quattro partite in cui gli azzurri vanno sotto nel punteggio). A un minuto dall’intervallo è ancora Donnarumma a salvare gli azzurri, con un intervento prodigioso sul primo palo dopo una rasoiata su punizione di Rieder.

Spalletti prova a smuovere gli azzurri con l’ingresso di Zaccagni, ma dopo trenta secondi dal fischio di Marciniak, con il pallone mosso proprio dall’Italia, la Svizzera raddoppia con una conclusione meravigliosa di Vargas, un arcobaleno a giro che si insacca all’incrocio dei pali. Al 51′ gli elvetici rischiano l’harakiri con una deviazione goffa di Schar che sbatte sul palo, con Sommer praticamente battuto. Dopo la rete di Vargas la Svizzera continua ad amministrare con calma e lucidità il pallone, con l’Italia che rimane in balìa della squadra del c.t. Yakin. L’ingresso di Retegui al posto di Barella prova a rinforzare il reparto offensivo azzurro, finora sterile e altamente insufficiente. Al 73′ l’Italia colpisce un altro palo: Fagioli scucchiaia centralmente per Zaccagni che apparecchia sul secondo palo verso Scamacca, che in allungo non riesce a battere Sommer. I cambi conservativi di Yakin permettono agli elvetici di compattarsi e rannicchiarsi nella metà campo, pronti a ripartire in contropiede alla ricerca del tris che chiuda definitivamente la qualificazione. Nel finale gli azzurri si spegnono definitivamente, non riuscendo a costruire pericoli dalle parti di Sommer.

Si chiude al fischio finale di Marciniak il deludente europeo della nazionale di Spalletti. Dopo quattro partite, giocate altamente al di sotto della sufficienza, l’Italia chiude il proprio europeo con una sconfitta pesante dal punto di vista tattico ma soprattutto mentale. All’Olympiastadion l’Italia non si è mai accesa, non è riuscita a trovare quella spregiudicatezza richiesta da Spalletti in conferenza, e di fronte a un’organizzata e pungente Svizzera, gli azzurri hanno alzato bandiera bianca. La rete subita dopo meno di un minuto dalla ripresa è l’emblema di questa terribile spedizione in terra tedesca. Apoteosi elvetica a Berlino, con la Svizzera che continua a sognare in questo grande europeo disputato dalla selezione del c.t. Yakin, che affronterà la vincente di Inghilterra-Slovacchia.

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Un capolavoro di Zaccagni ci fa chiudere al secondo posto. Sarà Italia-Svizzera agli ottavi

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Dopo la sconfitta contro la Spagna, l’Italia soffre e va in difficoltà contro la Croazia. La rete all’ultimo respiro di Zaccagni permette agli azzurri di chiudere al secondo posto, a quota 4 punti. Beffa per la nazionale di Dalic, che chiude al terzo posto a quota 2 punti, ufficiosamente fuori da Euro2024.

Nonostante i tre cambi dopo la sconfitta contro la Spagna, nei primi minuti il possesso palla è controllato esclusivamente dalla Croazia, che si affaccia dalle parti di Donnarumma dopo meno di cinque minuti, con un tiro all’incrocio da parte di Sucic respinto in maniera prodigiosa dal capitano azzurro. Dopo lo spavento iniziale il gioco dell’Italia comincia a svilupparsi con un pizzico di lucidità in più, ma sempre sterile nei confronti di una Croazia ben messa in campo e battagliera fin dai primi minuti. La prima occasione degli azzurri arriva al 17′ con un cross di Calafiori verso Retegui che conclude verso la porta, conclusione sporcata da Gvardiol. Al 26′ Raspadori riceve palla al limite, serve Barella che decide di crossare sul secondo palo dove Bastoni calcia di testa a botta sicura, provvidenziale Livakovic in tuffo. Verso la fine del primo tempo ci provano i due numeri 10, Modric e Pellegrini, ma le loro conclusioni terminano alte sopra la traversa, ponendo fine a una prima frazione equilibrata che momentaneamente qualifica gli azzurri agli ottavi.

Al rientro dagli spogliatoi i due allenatori decidono di cambiare qualcosa, con Spalletti che inserisce Frattesi al posto di Pellegrini, e Dalic che aggiunge peso all’attacco con l’ingresso di Budimir. Al 51′ l’episodio che sblocca la gara: conclusione a giro di Kramaric, deviata con la mano da Frattesi. Dopo un check del VAR il direttore di gara Makkelie assegna il calcio di rigore alla Croazia. Dal dischetto si presenta Luka Modric che apre il destro ma Donnarumma indovina l’angolo e respinge il penalty. Il pareggio resiste soltanto trenta secondi, perché lo stesso Modric si getta sulla palla vagante (dopo un altro miracolo di Donnarumma su Budimir) e porta in vantaggio la Croazia, diventando il marcatore più anziano della storia degli europei. Dopo la rete del fuoriclasse croato, Spalletti tenta il tutto per tutto schierando Chiesa, Fagioli, Scamacca e Zaccagni ma per gran parte della ripresa la Croazia non corre nessun rischio, giocando con più lucidità e verve agonistica, per una vittoria che indirizzerebbe la squadra di Dalic agli ottavi di finale contro la Svizzera. Nel finale la Croazia si barrica nella propria metà campo, concedendo il possesso palla -sterile- all’Italia. Quando tutto sembrava finito, all’ultimo respiro Calafiori si getta in avanti, anticipa il contrasto di Pongracic e allarga per Zaccagni che apre il piatto e insacca il pallone all’incrocio dei pali, regalando il secondo posto agli azzurri.

Pareggio che sa di vittoria per gli azzurri, autori di un’altra prestazione incolore contro una buona Croazia. Il capolavoro di Zaccagni permette all’Italia di chiudere al secondo posto, con annessa qualificazione agli ottavi di finale dove affronteremo la Svizzera. La rete del pareggio è frutto dell’intraprendenza di Calafiori e della qualità di Zaccagni, che permettono al viaggio azzurro di aggiungere una nuova tappa.

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Una brutta Italia cade a Gelsenkirchen. L’autogol di Calafiori spedisce la Spagna agli ottavi

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Dominio spagnolo alla Veltins Arena di Gelsenkirchen. Dopo la vittoria di sabato contro l’Albania, gli azzurri vengono dominati e sconfitti dalla Spagna, che conquista meritatamente l’accesso agli ottavi di finale. All’Italia basta un pari per qualificarsi agli ottavi.

In avvio la Spagna prova a pungere subito, e il primo squillo è proprio della Roja con il cross di Nico Williams per la testa di Pedri, strepitoso Donnarumma che in tuffo spedisce la sfera in calcio d’angolo. Il pressing acceso e furente della Spagna mette in difficoltà la squadra di Spalletti, specialmente nella fascia sinistra dove Nico Williams è scattante già dalle prime battute. Al 10′ è ancora l’ala dell’Athletic Bilbao a spaventare gli azzurri, con un colpo di testa da pochi passi che termina di poco a lato. Nonostante qualche trama di gioco interessante, l’Italia rimane in balia del possesso e dell’aggressività degli spagnoli che intorno al ventesimo costruiscono altre due occasioni con Morata, chiuso in uscita da Donnarumma, e una con Fabian Ruiz, altra risposta strepitosa dell’estremo difensore azzurro. Nel finale della prima frazione il ritmo si abbassa leggermente, con l’Italia che prova timidamente ad affacciarsi dalle parti di Unai Simon, ma l’unica conclusione della prima frazione azzurra, di Chiesa, termina in curva.

Nella ripresa Spalletti cambia radicalmente il suo undici titolare, con gli ingressi di Cristante e Cambiaso al posto di Frattesi e Jorginho.  Sulla falsa riga del primo tempo, la Spagna continua a mantenere il controllo del pallone e del gioco, con l’Italia in costante difficoltà nel possesso e nelle uscite. La prima occasione del secondo tempo è di Pedri, servito dal pase de la muerte di Cucurella, che non riesce a indirizzare il pallone verso la porta. La pressione rimane invariata e al 54′ la Spagna trova il meritato vantaggio: Morata spizza di testa un cross di Nico Williams, Donnarumma sporca il pallone che carambola addosso a Calafiori e termina in fondo alla rete. La Roja continua a spingere incessantemente e sfiora il raddoppio con la conclusione a giro di Lamine Yamal, a pochi centimetri dall’incrocio dei pali. L’egemonia spagnola non si placa e al 70′ Nico Williams disegna un arcobaleno a giro che -per fortuna dell’Italia- si spegne sulla traversa. La girandola di cambi del c.t iberico De La Fuente rallenta i ritmi della gara, con l’Italia che continua ad arrancare senza riuscire a perforare la difesa gialla. Nel finale la Spagna sfiora due volte il vantaggio con due conclusioni di Ayozé Perez, entrambe respinte da un sontuoso Donnarumma, migliore in campo degli azzurri.

Partita a senso unico, con la Spagna che si conquista con ampio merito l’accesso agli ottavi di finale. Con la certezza del primo posto, la partita contro l’Albania diventa una formalità per i ragazzi di De La Fuente. Sconfitta pesante per gli azzurri, i costante confusione contro il possesso e il pressing spagnolo. Prestazione fenomenale di Donnarumma, autore di numerose parate che ha evitato alla squadra di Spalletti un passivo peggiore. Lunedì a Lipsia contro la Croazia l’Italia è chiamata a una reazione d’orgoglio. Basta un pareggio per conquistare il pass per gli ottavi di finale.

Nelle altre partite di questa seconda giornata di Euro2024, la Slovenia sfiora i tre punti contro la Serbia, in vantaggio grazie alla rete del terzino Karničnik. Nel finale il pareggio di testa del milanista Jovic. Nello stesso girone, l’Inghilterra continua a non convincere, non riuscendo a sfondare contro una coraggiosa Danimarca. 1-1 con le reti di Kane nel primo tempo e il pareggio danese firmato dall’ex Lecce Hjulmand.

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