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La Top11 della trentaseiesima giornata: Ravaglia e Posch regalano la Champions, Lucca tiene vive le speranze salvezza

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Due giornate dalla fine dei giochi. Con la zona Champions che si consolida in attesa dell’ultimo posto disponibile, e con la lotta salvezza che entra nella fase cruciale, ecco la Top11 con l’aggiunta di qualche menzione, della 36ª giornata di Serie A.

PORTIERE: Federico Ravaglia (Napoli-Bologna 0-2). Ci sono anche le sue mani e i suoi interventi nel colpo Champions dei rossoblù al Maradona. Dopo il doppio vantaggio, spegne tutte le speranze di rimonta dei partenopei, intercettando il penalty di Politano. Dopo Lautaro Martinez, anche Politano rimane intrappolato nella sua ragnatela. Stagione da comprimario che lo conferma come portiere di sicura affidabilità;

DIFENSORE: Patric (Lazio-Empoli 2-0). Uno dei migliori della tormentata stagione biancoceleste, per prestazioni e abnegazione. Non molla mai un centimetro, sempre nel vivo della partita e nella vittoria contro i toscani si traveste da attaccante: stappa la partita con una zampata sul primo palo, indirizzando un match poi definitivamente chiuso da Vecino: se la squadra di Tudor può ancora sognare un posto in Champions, il merito è anche suo.

DIFENSORE: Niccolò Pierozzi (Juventus-Salernitana 1-1). Nonostante la retrocessione matematica, nel match dello Stadium più giocatori granata si mettono in mostra. Pierozzi si prende la scena dopo venti minuti, quando impatta perfettamente un corner di Sambia, e realizza il suo primo gol in Serie A. Gioca una grande partita, ma cosi come i compagni, si vede sfumare la vittoria dalla zampata di Rabiot;

DIFENSORE: Stefan Posch (Napoli-Bologna 0-2). Dopo la scorsa stagione, terminata con addirittura sei gol, quest’anno non è riuscito a replicarsi a causa di tanti infortuni e un riadattamento del suo ruolo di terzino destro. Contro il Napoli è difensivamente perfetto contro un Kvaratskhelia nervoso e distratto. Poi arricchisce la sua giornata con un colpo di testa che permette ai felsinei di chiudere la gara dopo meno di quindici minuti;

CENTROCAMPISTA: Milan Badelj (Genoa-Sassuolo 2-1). L’appariscenza non è il suo forte, ma in questa stagione il centrocampista croato si è preso un posto nel centrocampo del grifone, imponendosi come ‘tuttocampista’. Ridurre la sua prestazione alla sola zampata nel gol dell’1-1 sarebbe ingiusto nei confronti di uno dei punti fermi di questo Genoa targato Gilardino;

CENTROCAMPISTA: Davide Frattesi (Frosinone-Inter 0-5). Ormai è sempre decisivo, che si tratti di subentrare dalla panchina o giocare dal primo minuto: stavolta Inzaghi lo schiera dal 1′, ripagato dal goal e dall’assist che avviano la ‘manita’ rifilata dai campioni d’Italia al Frosinone;

CENTROCAMPISTA: Christian Pulisic (Milan-Cagliari 5-1). Con la doppietta in Milan-Cagliari fanno 12 goal in campionato, 15 considerando tutte le competizioni: numeri che testimoniano l’impatto dello statunitense nel campionato italiano e nel Milan;

CENTROCAMPISTA: Charles De Ketelaere (Atalanta-Roma 2-1). Leggiadro in ogni movimento con il pallone, con la classe e la naturalezza di un ballerino, risultando anche terribilmente concreto sottoporta: la doppietta con cui manda al tappeto la Roma è da vedere e rivedere, la risposta migliore a chi nutriva dei dubbi sul suo acquisto da parte della Dea;

ATTACCANTE: Lorenzo Lucca (Lecce-Udinese 0-2). Ha il merito di indirizzare l’inerzia dalla parte dell’Udinese in un match di importanza vitale per la salvezza: colpo di testa da pivot da area di rigore, ritorno al gol dopo due mesi, il giusto modo per prepararsi agli ultimi due scontri, di vitale importanza per la permanenza dei bianconeri in Serie A;

ATTACCANTE: Marcus Thuram (Frosinone-Inter 0-5). Continua ad arricchire la sua formidabile stagione con gol e assist. Allo Stirpe condivide l’attacco con Arnautovic e dopo aver aperto continui spazi alle incursioni dei compagni, si mette in proprio e nel finale si invola verso la porta di Cerofolini e con un pallonetto realizza la ‘manita’ nerazzurra;

ATTACCANTE: Rafael Leao (Milan-Cagliari 5-1). Parte inizialmente dalla panchina per scelta tecnica, ma quando entra prova a scrollarsi di dosso prestazioni opache e critiche ricevute nell’ultimo periodo: parte palla al piede e imbuca in verticale per la rete di Pulisic, poi raccoglie il passaggio di Bennacer, si invola verso la porta e chiude definitivamente i giochi;

ALLENATORE: Thiago Motta (BOLOGNA). La favola Champions del Bologna si concretizza nel 2-0 del Maradona. Un Bologna arrembante, lucido e tatticamente perfetto. L’ennesimo capolavoro di una stagione che volge al termine con il miglior epilogo possibile, il ritorno in Champions League dopo quasi sessant’anni.

MENZIONI: Tra le menzioni le parate di Christos Mandas (Lazio-Empoli 2-0), sempre più centrale nelle gerarchie dei portieri di Tudor. In difesa l’ingresso decisivo di Valentino Lazaro (Hellas Verona-Torino 1-2) autore dei due assist per i gol della rimonta granata; e Carlos Augusto (Frosinone-Inter 0-5), autore di un salvataggio sulla linea e della solita prestazione attenta e lucida. A centrocampo la rete di Arthur Melo (Fiorentina-Monza 2-1) e il primo gol in Serie A di Dan Ndoye (Napoli-Bologna 0-2) che apre le danze nel match del Maradona. In attacco l’ingresso con annesso primo gol in Serie A di Zanos Savva (Hellas Verona-Torino 1-2) e un’altra rete di Nico Gonzalez (Fiorentina-Monza 2-1), il decimo in campionato per uno dei punti fermi di questa Fiorentina;

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