Attualità
Massimo Troisi: 30 anni fa l’addio del celebre attore napoletano
Sono trascorsi esattamente 30 anni dalla morte di Massimo Troisi, scomparso prematuramente all’età di 41 anni.
CHI ERA MASSIMO TROISI
Massimo Troisi ( San Giorgio a Cremano, 19 febbraio 1953- Roma-, 4 giugno 1994) è stato un attore, comico, sceneggiatore e regista, considerato uno dei maggiori interpreti della comicità napoletana, oltre che del teatro e del cinema italiano.
Per la sua duttilità artistica ed emotiva gli è valso l’appellativo “Pulcinella senza maschera”, e comico dei sentimenti”.
LA CARRIERA
La sua carriera artistica comincia sul palcoscenico teatrale, insieme ai suoi amici Lello Arena e Enzo De Caro, con i quali forma un trio comico chiamato “La Smorfia”.
Nel 1977 avvenne l’esordio televisivo del gruppo , pertanto parteciparono al programma Rai “Non Stop”, riscuotendo un rilevante successo.
In seguito all’enorme successo conseguito, Troisi, nel 1981 debutta al cinema con “Ricomincio da tre”, film da lui scritto, diretto e interpretato, e che vede come co-protagonista l’amico Lello Arena.
Nel 1983 esce il suo secondo lungometraggio “Scusate il ritardo”, film in cui partecipa nuovamente Lello Arena, con il quale mantiene un legame indissolubile.
L’anno successivo, Troisi, insieme a Roberto Benigni firma un capolavoro con il film “Non ci resta che piangere”, ambientato nell’epoca medievale.
I suoi ultimi 2 film da regista sono: “Le vie del signore sono finite“( 1987), e “Pensavo fosse amore invece era un calesse”( 1991).
Troisi è stato anche diretto da grandi registi come Ettore Scola, con cui girò 3 film: “Splendor”, “Che ora è ” ( entrambi del 1989 ), e ” Il viaggio di Capitan Fracassa”, del 1990.
LA SUA MORTE
Massimo Troisi sin dall’infanzia era affetto da gravi patologie cardiache. Nel 1994 egli era consapevole che la sua situazione sanitaria si stava esponenzialmente compromettendo, tuttavia Troisi dedicò gli ultimi mesi alla realizzazione del film “Il postino”, rivelatosi un capolavoro, e morì il giorno successivo alla conclusione delle riprese.
Peraltro, “Il postino” fu candidato agli Oscar nel 1996, e Troisi avrebbe ricevuto tale premio per la miglior interpretazione e la miglior sceneggiatura non originale.
MASSIMO TROISI NELLA SOCIETA’
Massimo Troisi fu un comico molto amato, sia dal pubblico partenopeo che in generale in tutta Italia.
Egli , con l’arma della comicità, era in grado di affrontare temi sociali importanti, grazie al suo stile anti-conformista.
Inoltre era un comico geniale, poliedrico, e con il “Il postino” ha dimostrato di avere anche una vena drammaturgica e poetica.
Attualità
Assange libero: tornerà in Australia dopo 5 anni di prigionia
Dopo 14 anni di calvario giudiziario, Julian Assange è tornato libero.
Il giornalista australiano, fondatore di Wilileaks, è stato perseguitato dalla giustizia dal 2010, anno in cui Assange svelò al mondo intero i crimini di guerra di matrice statunitense.
Dal 2019 era rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Londra, dove rischiava una pena di 175 anni.
Attualmente ha lasciato il Regno Unito e dovrà patteggiare con la giustizia americana.
Leggi anche: Caso Assange: Concesso un nuovo appello contro l’estradizione in Usa
IL COMMENTO DELLA MOGLIE
Stella Assange, moglie di Julian, in un’intervista alla Bbc ha commentato la felice notizia del suo rilascio, dopo anni di intense battaglie, dicendosi “euforica e incredula sul fatto che Julian sia libero“.
Inoltre, la moglie del giornalista, ha aggiunto che il patteggiamento con le autorità americane, sarà attuato nel momento in cui un giudice americano lo convaliderà domani nelle Isole Marianne.
Attualità
La scoperta di un nuovo colore nei gatti che rivoluziona la genetica felina
Nel mondo della genetica felina, una scoperta straordinaria sta facendo notizia: un nuovo tipo di colore del mantello è stato ufficialmente identificato nei gatti in Finlandia, e analizzato poi da specialisti provenienti dalla Gran Bretagna e dagli Stati Uniti.
Questo nuovo colore, chiamato “salmiak” o “liquirizia salata”, presenta caratteristiche uniche che lo distinguono nettamente dagli altri colori noti.
I gatti salmiak hanno ciocche di pelo che iniziano nere alla base e diventano bianche man mano che crescono dal follicolo. Questo effetto crea un aspetto sfumato e sorprendente, mai visto prima nei felini. La scoperta è stata possibile grazie a uno studio approfondito condotto da un team di genetisti, che ha esaminato i gatti portatori di questa particolare caratteristica.
La ricerca ha rivelato che il colore salmiak è causato da una mutazione genetica recessiva. Questo significa che per manifestare questo colore unico, un gatto deve ereditare il gene mutato da entrambi i genitori. Sorprendentemente, la mutazione non è legata a nessuno dei geni già noti per influenzare la colorazione bianca nei gatti, come il gene piebald o il gene per l’albinismo.
I risultati dello studio sono stati recentemente pubblicati, suscitando l’interesse della comunità accademica e degli appassionati di felini. La scoperta del colore salmiak non solo aggiunge una nuova dimensione alla comprensione della genetica del mantello dei gatti, ma potrebbe anche avere implicazioni per altre ricerche genetiche, infatti gli esperti ritengono che questa mutazione possa offrire nuovi spunti per lo studio della pigmentazione nei mammiferi in generale.
Il gene responsabile della colorazione salmiak potrebbe aiutare a chiarire i meccanismi complessi che regolano la produzione di melanina e la distribuzione del colore nei peli e nella pelle.
I risultati dello studio sono stati pubblicati su “Animal Genetics” e a quanto pare questi felini stanno già attirando l’attenzione degli amanti dei gatti di tutto il mondo, poichè la loro estetica particolare e la storia genetica scoperta direttamente nel piccolo comune di Petäjävesi, in Finlandia, li rendono soggetti di grande interesse.
Tuttavia, poiché tale colorazione è determinata da una mutazione recessiva, la sua diffusione potrebbe richiedere tempo e un’attenta selezione genetica.
Attualità
ASKAP J1935+2148 e la scoperta che potrebbe rivoluzionare l’Astrofisica
In un angolo relativamente vicino del nostro universo, a soli 16 anni luce di distanza, gli astronomi hanno rilevato un segnale radio straordinario che potrebbe trasformare la nostra comprensione delle stelle di neutroni.
Questo segnale, denominato ASKAP J1935+2148, si ripete ogni 54 minuti e mostra tre stati di emissione distinti che cambiano nel tempo: due stati con impulsi che evolvono nell’arco di otto mesi e un terzo stato senza impulsi. Questa variabilità sfida le teorie attuali sull’evoluzione delle stelle di neutroni.
Se confermato, questo segnale rappresenterebbe la prima stella di neutroni che ruota così lentamente emettendo onde radio.
ASKAP J1935+2148 si trova nei pressi della magnetar SGR 1935+2154 e dei resti di una supernova nella costellazione della Volpetta.
Le stelle di neutroni, residui di stelle massicce morte, sono caratterizzate da una densità estremamente elevata e una massa compresa tra 1,4 e 3 volte quella del Sole, concentrata in un raggio di appena 10 km. Le oltre 3.000 stelle di neutroni conosciute emettono impulsi radio a intervalli di pochi secondi o meno.
Il segnale di ASKAP J1935+2148 invece risulta essere peculiare, ripetendosi ogni 54 minuti e mostrando tre stati distinti: uno brillante con impulsi polarizzati linearmente, uno 26 volte più debole e un terzo senza impulsi. La variazione degli stati nel corso di otto mesi suggerisce cambiamenti fisici nella regione di emissione. Gli astronomi, utilizzando il telescopio ASKAP e il radiotelescopio MeerKAT, hanno decifrato lo schema degli impulsi.
Manisha Caleb dell’Università di Sydney, autrice principale dello studio, ha evidenziato l’unicità di questi tre stati di emissione e l’importanza di MeerKAT nell’identificarli.
Sebbene sia possibile che il segnale possa provenire da una nana bianca isolata con un campo magnetico intenso, l’ipotesi di una stella di neutroni appare più probabile.
Questa scoperta potrebbe quindi rivoluzionare totalmente la comprensione delle stelle di neutroni, suggerendo che possano evolversi in modi finora sconosciuti.
Così attraverso ogni nuova osservazione, l’universo svela un po’ di più dei suoi misteri, ricordandoci quanto ancora l’umanità abbia da imparare sulle meraviglie celesti, e spingendo la scienza verso scoperte che potrebbero ridefinire le leggi fondamentali che governano il cosmo
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