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Calcio

Il Como si fa rimontare nel finale. Reti bianche tra Empoli e Juventus

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Foto: X Lega Serie A

Resoconti e spunti delle prime due gare della 4ª giornata di Serie A. In attesa degli esordi in Champions League, Bologna e Juventus collezionano due pareggi in casa di Como ed Empoli.

Como-Bologna

Una prima al Sinigaglia dal sapore dolce-amaro per il Como di Fabregas. Nel primo match della quarta giornata i lariani inaugurano il proprio campionato casalingo con un pareggio contro il Bologna. Nelle prime battute della gara si vede subito come il Como voglia riscattare le prime tre gare, giocate al di sotto delle aspettative, e in avvio si intravede come la scelta di Fabregas di tenere fuori Belotti (con Nico Paz in coppia con Cutrone) renda imprevedibile l’attacco lariano. L’attacco della profondità di Cutrone propizia il vantaggio del Como, grazie allo scambio con Fadera e il cross basso deviato dal piedi di Casale, per il primo gol stagionale al Sinigaglia. Nel momento in cui il Bologna comincia a trovare spazio, prevalentemente sulla destra, comincia a rannicchiare il Como nella propria metà campo, ma l’idea della squadra di Fabregas è ben precisa: recupero palla, possesso rapido e verticalizzazione verso gli attaccanti. Il fraseggio dei lariani ingabbia completamente il centrocampo a tre disegnato da Italiano, cosi come era successo nel match contro il Napoli, e il continuo movimento armonico della trequarti del Como manda in continua confusione la squadra di Italiano. Nel secondo tempo Italiano cambia subito, con l’inserimento di Fabbian al posto di Aebischer. La musica non cambia nei primi minuti perché il Como continua a pressare e ripartire con ordine e ferocia. Al 50’ ancora un recupero alto e una verticalizzazione fulminea di Strefezza spiana la strada a Cutrone, lasciato libero da Miranda e abile nel piazzare alle spalle di Skorupski il 2-0, riscattando l’errore dal dischetto dell’ultimo match di Udine. La reazione del Bologna prova ad arrivare dalla panchina con gli innesti di Castro e Iling Jr. e sono proprio i nuovi entrati a dare la scossa che serviva ai felsinei. La ‘garra’ di Santiago Castro permette al Bologna di avere un pivot in avanti su cui appoggiarsi per ripartire,  e dopo tre giornate a secco l’attaccante realizza il suo primo gol in questa Serie A, approfittando di una palla vagante in area dopo una conclusione di Odgaard stoppata da Kempf. Nel finale il Bologna si riversa tutto in avanti, il Como comincia a peccare di lucidità, fisica e mentale, e Iling Jr. si inventa il gol del pareggio, con una conclusione a giro che si insacca alle spalle di un inerme Audero. Un pareggio che proietta il Bologna all’esordio in Champions League, mercoledì alle 18.45 al Dall’Ara contro lo Shaktar. Ancora una volta la squadra di Italiano subisce l’intraprendenza degli avversari, ma rispetto alle gare precedenti riesce a reagire ed evitare una sconfitta che avrebbe inguaiato terribilmente il percorso del tecnico ex Fiorentina sulla panchina felsinea. Tanto rammarico per il Como, autore di una gran prestazione che però non ha portato i tre punti. Il blackout dell’ultimo quarto di gara è l’aspetto su cui Fabregas dovrà lavorare, ma le ottime risposte ottenute da Nico Paz, da Strefezza e Cutrone hanno mostrato tutte le qualità di questo Como, alla ricerca della prima vittoria in campionato. 

Empoli-Juventus

Alla ricerca di soluzioni e sopratutto risposte, in avvio le due squadre approcciano con il freno a mano tirato, cercando di non scoprirsi vistosamente. Nonostante il sostanziale equilibrio, il tanto movimento iniziale dei bianconeri sembra poter indirizzare la gara nei primi minuti, specialmente nel continuo scambio di posizione dei tre trequartisti e Cambiaso ma l’Empoli si conferma in grande spolvero, dopo un avvio di stagione di altissimo livello. La squadra di D’Aversa approfitta di una fase un po’ caotica della gara, con tutti i nuovi innesti schierati da Motta dediti a trovare la posizione e l’equilibrio in campo, e impone il proprio pressing uomo su uomo, con una pressione costante e feroce sui portatori di palla bianconeri. La giocata codificata tra Pezzella e Gyasi spaventa la retroguardia bianconera, con Kalulu che chiude in calcio d’angolo. Il poco ritmo della gara non presenta occasioni, con la Juve che comincia a trovare soluzioni grazie ai corner di Douglas Luiz e Koopmeiners, come in occasione del miracolo di Vasquez sulla zuccata di Gatti. Nella ripresa l’Empoli la pressione. Il gioco dei toscani si appoggia prevalentemente sulle sponde di Colombo, in costante lotta con l’asfissiante marcatura di Bremer. Nel corso della prima frazione l’attaccante italiano riesce a trovare le misure e si costruisce un’occasione in cui serve l’intervento in tuffo di Perin. Nella ripresa i bianconeri provano ad alzare i giri del motore, ma la pressione della squadra di D’Aversa non si affievolisce. L’occasione più nitida della gara bianconera arriva da un tracciante di Nico Gonzalez, che apre il campo all’inserimento di Vlahovic che non riesce a battere Vasquez, provvidenziale in uscita. La grande prova difensiva dei centrali dell’Empoli non lascia molte occasioni alla Juve, che sfiora il vantaggio con un tocco di esterno di Koopmeiners che costringe Vasquez al riflesso in tuffo. La scelta di Thiago Motta di operare una quadrupla sostituzione sottolinea le difficoltà dei bianconeri a imporsi, soprattutto in mezzo al campo dove Douglas Luiz e Locatelli vengono rilevati da Fagioli e Thuram. Cambia l’orchestra, ma la musica no, e la gara continua a non spiccare per ritmo. Si affaccia dalle parti di Perin anche l’Empoli e sfiora il vantaggio con una combinazione tra Pellegri e Grassi, ma la conclusione del centrocampista è flebile e allora Perin intercetta. Nel finale ci prova anche Maleh e all’ultimo respiro è provvidenziale Gatti a salvare sulla conclusione a botta sicura di Gyasi. Un pareggio che conferma il gran momento dell’Empoli, in continua crescita in questo avvio di campionato. Si ferma ancora sullo 0-0 la Juventus, che continua a non subire gol (quarta partita consecutiva) ma adesso comincia a recriminare i pochi gol e le occasioni fallite dagli attaccanti. L’esordio di martedì contro il PSV necessita di una risposta forte agli ultimi due pareggi, e le valutazioni su tutti i nuovi innesti, poco appariscenti e scarsamente coinvolti, sono rimandati.

Classe 2005. Studente in Scienze della Comunicazione all’Università degli Studi di Palermo. Amante del calcio fin da bambino, vivo ogni partita con la stessa passione del primo giorno. Aspirante giornalista con una passione per lo storytelling e gli editoriali.

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Calcio

Tra i fischi di San Siro un brutto Milan-Juve termina a reti bianche

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Sotto i fischi assordanti di San Siro il big match tra Milan e Juve non produce spettacolo. Fatiche e infortuni, tanto equilibrio, poche occasioni e un pareggio che non fa sorridere nessuno. In attesa delle altre gare, adesso la vetta si allontana vistosamente.

Tutti i dubbi sul centravanti vengono sciolti da Thiago Motta con la scelta di Mckennie e Koopmeiners nella stessa linea, con l’obiettivo di attirare la marcatura dei mediani rossoneri e liberare il fraseggio di Locatelli e Thuram. In avvio le maggiori occasioni sono della Juve, con Koopmeiners che colpisce l’esterno della rete, e Yildiz che strozza troppo il destro sul primo palo.  La posizione di Thuram è fondamentale nello sviluppo verticale della Juve, perché spesso rompe la linea e si getta in avanti. La gestione del possesso bianconero si sviluppa in mezzo al campo, con buon palleggio e pulizia, e viene finalizzato sull’esterno.  Sulla falsa riga degli scorsi match, le due squadre si annullano e lo spettacolo ne risente. Prima dell’intervallo Emerson Royal anticipa in terzo tempo Yilidz ma non riesce a centrare lo specchio della porta di Di Gregorio,  è la prima vera – e unica- occasione della prima frazione del Milan.

Le prime battute del secondo tempo evidenziano la pulizia e la concretezza delle idee bianconere: aggressione e ribaltamento del fronte. A pochi minuti dal rientro dagli spogliatoi Cambiaso si inserisce in area e prova il diagonale, super chiusura di Thiaw in scivolata. Il Milan comincia a prendere campo con il passare dei minuti, Loftus Cheek comincia ad avere spazi liberi su cui attaccare, ma le diagonali di Kalulu e Gatti chiudono le porte dell’area bianconera. Per attirare la pressione dei giocatori del Milan, i bianconeri giocano sullo stretto e cercano di smistare il pallone sull’esterno. Nell’ultima fase di gara subentrano gli americani, con Pulisic e Weah che fanno i loro ingressi in campo. Due compiti differenti, ma entrambi -insieme agli altri subentrati- non cambiano il canovaccio tattico di una gara che non si è mai accesa definitivamente.

In una gara che ha visto più sacrificio che spettacolo Milan e Juve non danno una svolta significativa al loro campionato. Altro clean sheet della banda di Thiago Motta, a cui adesso sono attesi i ritorni dei lungodegenti. L’assenza di Vlahovic e Milik ha costretto i bianconeri a una gara molto tattica, attenta e poco spettacolare. Contestazione del pubblico rossonero verso la squadra di Fonseca. Il Milan nel corso della gara non è riuscito a prendere le misure al possesso preciso e cinico della Juve. La scelta di accentrare Leao ha fatto aboccare il portoghese nella rete innalzata dalla difesa bianconera. Rossoneri che vedono la vetta allontanarsi sempre di più, mentre la Juve rimane inglobata al sesto posto, in attesa degli altri risultati delle gare di domani.

 

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Calcio

A Spasso per l’Europa: Il punto sulla Liga Portugal, Ligue 1 e Super Lig

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Inizia dalle antiche terre ricche di storia e cultura del Portogallo il nostro viaggio attraverso il calcio, passando poi dalla romantica ed elegante Francia ed infine, alla stravagante ed unica Turchia. Un’avventura calcistica che analizza squadre e classifiche, offrendo approfondimenti che mostrano come la cultura di ogni paese permea e si riflette sul campo. Allacciate le cinture e buon viaggio, a spasso per l’Europa!

Navigando tra le Stelle Lusitane: uno sguardo alla Liga Portugal

Partiamo dalla nazione più antica d’Europa, terra che ha dato il via all’epoca delle grandi scoperte e conquiste. Non possiamo che iniziare da Lisbona, sponda Sporting.

I “Leoes” dominano in solitaria al primo posto in classifica a punteggio pieno. Dopo undici giornate, la macchina perfetta creata da Ruben Amorim ha comandato in lungo e in largo, senza mostrare punti deboli, anzi, spaventando le contendenti al titolo e mandando un messaggio chiaro: riconfermarsi i campioni in carica. I numeri parlano chiaro, 39 gol fatti (33 all’interno dell’area di rigore) e 5 subiti. La spietata fase offensiva dello Sporting trasforma l’area avversaria in una zona infestata da squali, come quelli dell’Oceanàrio, ed a farla da padrone, Victor Gyokeres, autore di una stagione straordinaria. Il gigante svedese è arrivato a 16 reti e 1 assist in undici match disputati, con lui in campo la sconfitta non è un’opzione. Ma il futuro dei campioni in carica è tutto da decidere, al termine della pausa nazionali l’allenatore Ruben Amorim saluterà Lisbona, approdando al Manchester United, lasciando un eredità pesantissima a Joao Pereira, da portare avanti.

Proseguiamo il nostro viaggio passando da Oporto, la città dei ponti, che percorrendoli ci portano al secondo posto della classifica. I Dragones, nonostante l’inizio di stagione travagliato per via dell’addio di Sergio Coinceao sostituito dal suo vice Vitor Bruno, sono l’unica squadra in grado di rivaleggiare con le avversarie della capitale, trovandosi proprio tra le due in classifica. L’ottimo rendimento di Galeno e del giovane Samu Omorodion stanno trascinando i biancoblu, ma adesso servirà sfruttare i passi falsi dello Sporting se si vorrà provare il sorpasso per la corsa al titolo.

Concludiamo il nostro itinerario portoghese tornando alla capitale, stavolta, sponda Benfica. L’inizio di stagione a rilento ha portato all’esonero prematuro di Schmidt. Con l’arrivo in panchina di Bruno Lage la musica cambia vertiginosamente, sei vittorie su sei, tra cui l’ultima gara vinta per 4-1 con il Porto, che ha accorciato le distanze con i piani alti della classifica, rianimando lo spirito degli Encarnados. La mano del tecnico ha rivitalizzato soprattutto la fase realizzativa, rendendo Aktürkoğlu il nemico numero uno delle difese avversarie (5 gol e 3 assist in 6 partite col nuovo tecnico). Anche Di Maria ha ritrovato una nuova linfa con l’arrivo di Bruno Lage. Con 3 reti e 2 assist in 6 partite, l’ala argentina ha dimostrato di poter fare ancora la differenza, culminando con una doppietta nel derby O’Classico, dimostrandosi un giocatore eterno.

Le Rêve de la Ligue 1: Un Viaggio attraverso il Calcio Francese

Arriviamo quindi alla seconda tappa del nostro viaggio, la Francia. La terra del romanticismo, della moda e dell’amore, anche qui la capitale è la prima della classe.

Il Psg di Luis Enrique domina incontrastato la classifica con nove vittorie e due pareggi, staccando le altre concorrenti di sei punti. Nonostante la perdita di un giocatore come Kylian Mbappe, colui che sta colmando il suo vuoto era già all’interno della rosa la scorsa stagione. Bradley Barcola si sta consacrando come la futura stella del club, realizzando 10 gol e 2 assist in 11 partite. Sono numeri da capogiro per un’ala sinistra, ma la sua duttilità gli permette di essere pericolo da ogni zona dell’attacco. Per rimediare all’infortunio di Gonzalo Ramos (frattura della caviglia), il tecnico ha prontamente ridisegnato la formazione, utilizzando Asensio come falso nueve. Lo spagnolo si è fatto trovare pronto ed ha risposto positivamente alla fiducia del mister, siglando 2 reti e fornendo 4 assist nonostante l’adattamento nella zona centrale dell’attacco. Sotto l’ala di Luis Enrique, Asensio potrebbe tornare a far parlare di sé ma la concorrenza di Ramos (fresco di rientro) potrebbe accendere la concorrenza per il posto lì davanti.

Dopo un giro nella capitale, una visita alla Tour Eiffel ed al Parc des Princes, usciamo dal territorio francese per un attimo per atterrare al principato di Monaco. Les Rouges et Blanc si accodano alla seconda posizione della Ligue 1 con la migliore difesa del campionato. La fase realizzativa invece, non ha un giocatore di riferimento: Ben Seghir è il miglior marcatore con 4 reti, segue Balogun con 3, poi Camara, Kehrer e Zakaria con 2. La squadra del principato allenata da Adolf Hutter ha uno stile diverso dalla prima della classe, stile che però da i suoi frutti.

Il giro prosegue attraccando al primo storico porto francese, siamo a Marseille. Les Phoceens seguono a ruota prendendosi momentaneamente la medaglia di bronzo. Qui la musica è ben diversa da Monaco, il Marsiglia di De Zerbi segna tanto (24 gol, secondi solo al Psg). Un grande merito del mister ex Brighton è la rinascita di Mason Greenwood, che è tornato a brillare dopo una buia parentesi extra campo, 8 gol e 1 assist per lui in 11 partite. Sebbene il calcio “De Zerbiano” è famoso per regalare spettacolo in zona offensiva, in difesa concede tanto, non a caso sono ben 15 le reti subite. Tuttavia per un calcio spumeggiante e votato all’attacco, subire un gol di troppo è un rischio “calcolato” e De Zerbi ne è consapevole.

In uno dei più storici quartieri rinascimentali, incastonata fra le Alpi ed il Massiccio Centrale Francese, concludiamo il nostro giro a Lione, dove il clima è tutt’altro che tranquillo. Sebbene i Les Gones si trovino al quinto posto in classifica a soli cinque punti dal secondo, il vero pericolo viene da un grosso fattore extra-campo. Il fondo Texor, proprietario del club, ha ammesso un debito in bilancio di circa 500 milioni di euro. Il club dunque si è dovuto presentare di fronte al DCNG che, non contento delle dichiarazioni ha emesso una sentenza tostissima. Il Lione dovrà risanare il passivo in bilancio per evitare la retrocessione in Ligue 2. Questa soluzione estrema ma necessaria non piacerà sicuramente ai tifosi che, molto probabilmente, vedranno andar via parte dei giocatori di livello maggiore del club. Tra i tanti spicca il nome di Lacazette, il giovane georgiano che si è messo in mostra all’europeo Mikautazde, Veretout (ex Fiorentina e Roma) ecc. Una situazione veramente complessa che vede uno dei club più antichi del calcio francese in ginocchio.

Futbol ve Kültür: Alla scoperta della Super Lig

L’ultima nazione che esploreremo calcisticamente sarà la Turchia. Un campionato non considerato abbastanza, ma che invece nasconde una passione fuori dal comune e che riflette sugli spalti tutta la stravaganza e il caos dei mercati di Istanbul, incendiando così derby storici considerati sacri, quanto le antiche rovine di Efeso. Se pensiamo alla Super Lig, ci vengono in mente le tre sovrane: Galatasaray, Fenerbahçe e Besiktas. Tutte loro hanno sede ad Istanbul, e questo rende magica l’atmosfera che si respira nella capitale. Ma oltre a questi colossi, Istanbul fa da casa ad altre cinque squadre che mitigano nel massimo campionato turco. Pertanto con 20 squadre partecipanti al torneo, quasi la metà risiedono nella capitale, generando quasi ogni turno di campionato uno o più derby di Istanbul.

Partiamo anche questa volta dalla prima della classe, il Galatasaray. La squadra di Okan Buruk sta proseguendo in solitaria a quota 31 punti staccando di cinque la seconda. La straordinaria completezza e pericolosità del reparto offensivo composto da Osimhen, Mertens, Batshuayi e Icardi hanno annichilito tutte le difese affrontate fino ad ora, aggiudicandosi momentaneamente il miglior attacco. Tuttavia, la rottura del legamento crociato dell’argentino potrebbe far rimpiangere al capocannoniere della scorsa stagione questo avvio molto prolifico (4 gol e 1 assist in 7 partite). Sicuramente però l’attacco resta in buone mani, anzi piedi. Il Galatasaray però è completo in ogni reparto, e questo lo rende un avversario ostico anche in Europa. A centrocampo Gabriel Sala è dominante (2 gol e 5 assist), ed insieme ad un tuttocampista come Torreira (anche lui a quota 4 assist) formano una coppia che controlla il gioco, dettando i ritmi durante le partite. In undici gare il Galatasaray ha già vinto sia contro il Fenerbahce, che con il Besiktas, dimostrandosi la favorita al titolo di campione.

La seconda momentanea classificata è il Fenerbahçe di Mourinho che, nonostante le numerose dichiarazioni scottanti dello Special One, insegue il Galatasaray sperando nel sorpasso. I Sarı Kanaryalar (“canarini gialli”), vantano momentaneamente la miglior difesa del campionato, e in una competizione in cui si segna molto questo dato potrebbe fare la differenza a lungo andare. Nel reparto offensivo Edin Dzeko è colui che segna maggiormente, arrivato a quota 7 gol è il secondo miglior marcatore del campionato nonostante l’alternanza con El-Nesyri. Gli intoccabili di Mourinho sono invece, Saint-Maximin e Tadic, insieme hanno portato 9 reti e 5 assist. Discorso inverso per Kostic. L’ex Juve non è riuscito ancora ad incidere nel campionato turco, la presenza del francese ex Newcastle gli ha limitato parecchio il minutaggio fin’ora, concedendogli solamente 3 presenze tra i titolari (in due occasioni è stato usato come terzino sinistro). Dopo undici giornate il Fenerbahce sembra l’unica vera avversaria che potrà reggere il duello con il Galatasaray.

Chiudiamo il viaggio della capitale turca con il Besiktas, che tra le tre è quella più indietro in classifica. Le kara kartallar (“aquile nere”) si trovano alla quinta posizione a quota 21 punti. Davanti a loro ci sono Samsunspor ed Eyupspor, squadre di livello nettamente inferiore considerando il blasone del club, e la presenza in squadra del momentaneo capocannoniere del campionato. Ciro Immobile è primo a 8 reti, ma alle spalle del bomber ex Lazio si segna poco, e questa, è la grande differenza che salta all’occhio confrontando il Besiktas con le squadre dei piani alti. Seppur la presenza di un giocatore tecnicamente eccelso come Rafa Silva, il portoghese non ha ancora riuscito a fornire un assist ai suoi compagni, nonostante abbia il minutaggio più elevato dell’intera rosa (961 minuti). La sconfitta recente in casa contro il Kasimpasa ed i numerosi punti lasciati per strada, rischiano di congedare la corsa al titolo solamente agli altri due colossi della capitale.

Termina qui l’ultimo viaggio a spasso per l’Europa. In questo giro abbiamo esplorato quei campionati che all’apparenza possono sembrare inferiori, ma che nascondono tanta cultura e passione, che rendono magico questo sport.

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Calcio

A Spasso per l’Europa. Il punto sulla Bundesliga

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Un percorso che si concentra su tutte le migliori città e regioni della Germania, da nord a sud. Uno sguardo attento e dettagliato sul campionato tedesco. Con la pausa delle nazionali si è consumato il primo pezzo di Bundesliga. Tante squadre in rampa di lancio, o in caduta libera dopo una stagione al di sotto -o al di sopra- delle aspettative.

Il viaggio parte dalla sorpresa, indiscussa, di questo avvio di campionato. Il tour nel campionato tedesco comincia dalle sponde del Meno, dove l’Eintracht Francoforte sta tornando a occupare stabilmente le prime posizioni della classifica. Un percorso che non rende fede alle citazioni storico-letterarie della città, definita “limitante” da un personaggio storico del calibro di Goethe. Tutto ciò che invece sta dimostrando la squadra di Toppmöller è l’opposto di un limite, come una macchina che ingrana passo dopo passo e diventa sempre più prestante. Un 4-4-2 equilibrato, fatto di corsa e sacrifico nelle retrovie, per finalizzare e produrre spettacolo in profondità, dove i due tenori Ekitiké e Marmoush stanno trascinando le Aquile a suon di gol (16 dei 26 gol realizzati dall’Eintracht portano le loro firme). Il primo volto è quello del francese, completamente rigenerato dalla cura Topmöller dopo un percorso poco felice in quel di Parigi. L’altro nome è forse il giocatore più in forma d’Europa (regge il confronto con giocatori quali Gyokeres, Raphinha ecc.). Una furia proveniente dall’Egitto che sta mietendo vittime di partita in partita. Omar Marmoush è il volto principale di questo Eintracht. 11 gol e 7 assist in dieci partite, numeri da trascinatore assoluto. In questo primo scorcio di campionato, le Aquile hanno incontrato le migliori squadre di Germania, e hanno sempre sfornato prestazioni di altissimo livello tecnico-tattico. Anche in Europa il Francoforte procede spedito, e al rientro dalla sosta tutta la Germania, e non solo, tiene d’occhio quella che può diventare la rivelazione della Bundesliga.

In leggero calo il Bayer Leverkusen di Xabi Alonso, all’inseguimento delle prime posizioni. Dopo essere entrati nella leggenda del calcio tedesco ed europeo, in seguito a una stagione pressoché perfetta (con le vittorie, da imbattuti, della Bundesliga e della DFB-Pokal), macchiata solo dalla sconfitta in finale di Europa League contro l’Atalanta, dove Gasperini -e soprattutto Lookman- avevano fatto venire il mal di testa a tutte le Aspirine. Il percorso del Leverkusen in questa Bundesliga è cominciato con alcuni colpi di scena, come il 3-2 subito in casa del Lipsia (che ha interrotto una serie di 35 partite senza sconfitte in campionato). La squadra di Xabi Alonso sta patendo il doppio impegno, e alcuni problemi fisici di troppo (Wirtz e Boniface su tutti). La difesa delle Aspirine continua a subire tanto, ma è il reparto offensivo a non dare garanzie di continuità (rispetto alla scorsa stagione, il Leverkusen ha 10 gol segnati in meno e 5 gol subiti in più). In questo avvio il problema di base del Leverkusen sembra essere l’equilibrio e i nuovi acquisti non sono riusciti a imporsi nelle gerarchie. Al rientro dalla sosta le Aspirine ospiteranno l’Heidenheim, prima di riprendere il percorso in Champions. Fari proiettati su una delle squadre più belle e divertenti d’Europa, alla ricerca della propria identità dopo una stagione da capogiro.

Dopo il clamoroso terzo posto dell’anno scorso, quest’anno in Baviera si è tornati a macinare punti. Il Bayern Monaco ha operato nuovi cambiamenti, a cominciare dalla guida tecnica. L’arrivo di Vincent Kompany ha ridato spettacolarità e cinismo a una squadra che avevano perso smalto, e soprattutto era diventata mentalmente fragile. Il mercato ha portato a Monaco giocatori giovani in rampa di lancio come Olise, subito al centro del gioco del tecnico belga. Il francese, reduce da una grandissima stagione al Crystal Palace, ha restituito quell’imprevedibilità al gioco bavarese, grazie alle sue giocate e al suo mancino vellutato. In avanti Kane continua imperterrito nella sua battaglia personale verso la vittoria di un titolo collettivo, ma intanto non smette di segnare. L’inglese è in vetta alla classifica marcatori, appaiato all’incontenibile Marmoush. Il fortino dell’Allianz Arena è tornato a essere inespugnabile, e in queste prime dieci giornate il Bayern non ha ancora perso. Un decennio marchiato dall’egemonia bavarese, interrotto dal Leverkusen, che sembra esser destinato a ripartire sotto il rosso acceso del Bayern Monaco.

Progettualità e costanza di risultati e rendimento. Il percorso del Lipsia ormai è sempre lineare e pulito. Quest’anno la squadra di Marco Rose è partita a mille e sta cercando di allungare in classifica per poter sognare in grande. Dopo la consueta campagna acquisti dal pollice verde, il Lipsia ha cominciato a consolidarsi partita dopo partita, ha interrotto la striscia positiva del Leverkusen, vincendo in trasferta 3-2, e ha perso soltanto una gara (2-1 in casa del Borussia Dortmund). Dati i continui problemi fisici di Xavi Simons, a prendersi la scena sono i due attaccanti, Sesko e Openda. La coppia designata da Marco Rose rievoca quello che era lo scacchiere tattico delle squadre degli anni 90, con un centravanti forte fisicamente e bravo nel gioco aereo, e una seconda punta rapida e brevilinea. Il tandem biancorosso però dispensa qualità in ogni azione, con Sesko che permette al Lipsia di avere più soluzioni su cui puntare e Openda che si sta confermando freddo e cinico sotto porta (8 dei 15 gol realizzati in campionato portano le loro firme). Al momento il Lipsia sembra la principale antagonista del Bayern Monaco, distante cinque punti, ma nel corso delle passate stagioni la squadra di Rose non è riuscita a mantenere quell’armonia e continuità giusta per poter impensierire ‘i piani alti’.

Cambiando rotta al nostro viaggio, giunti nel nord-ovest della Germania chi non sta riuscendo a tenere il passo con le big è il Borussia Dortmund. Dopo la finale di Champions dello scorso anno, la Ruhr quest’anno ha visto un’estate piuttosto trafficata, con l’addio di Terzic e la promozione in panchina di Nuri Sahin. Gli acquisti di Guirassy e Beier hanno portato a Dortmund due protagonisti della scorsa stagione, ma in questo primo scorcio di stagione i problemi del Dortmund provengono dalle retrovie. I gol di Guirassy non stanno mancando, così come l’exploit di Bynoe-Gittens e Adeyemi. Una costante di questo avvio di campionato del Dortmund è data dai tanti infortuni, soprattutto nel reparto difensivo. La partenza dei gialloneri era stata promettente, ma la pesante sconfitta contro lo Stoccarda (5-1) ha aperto un ciclo di partite dove è mancata una continuità di rendimento. Al momento la squadra di Sahin si trova al settimo posto, ben lontana da quelle che sono le posizioni che i gialloneri sono soliti calcare. In attesa del completo recupero degli infortunati, al Borussia Dortmund serve continuità, a cominciare dalla gara di sabato contro il Friburgo.

Due poli opposti, stessa ambizione e analogo sogno. A ridosso dell’Europa Friburgo e Union Berlino continuano a sorprendere quest’anno. La squadra della capitale aveva rischiato di retrocedere fino all’ultima giornata, concludendo un’annata decisamente catastrofica al quindicesimo posto. Quest’anno l’Union ha deciso di ripartire da quelli che sono stati i principi e le idee che hanno portato il club in Champions un paio di anni fa: compattezza difensiva ed equilibrio in mezzo al campo. In questa prima parte di Bundesliga la squadra di Svensson ha affrontato quasi tutte le big del campionato, ed eccetto il 3-0 subito in casa del Bayern, non ha sfigurato in nessuna gara. Il reparto offensivo non è particolarmente prolifico (soli 9 gol realizzati) ma nelle retrovie i capitolini sono una delle migliori difese della Bundesliga, dietro esclusivamente a Bayern e Lipsia. Discorso diverso per il Friburgo, attualmente al sesto posto ma imbrigliata in una lotta interiore che si palesa in ogni partita. In attesa dei big match che arriveranno in queste giornate, il Friburgo segna tanto ma subisce moltissimo. La discontinuità di rendimento non permette ambizioni di un certo livello, ma il sesto posto momentaneo è un’ottima base per sperare in un piazzamento in Europa.

Il viaggio si concentra sul centro della classifica, dove figura a sorpresa lo Stoccarda. Il secondo posto dell’anno scorso aveva palesato una crescita esponenziale della squadra di Hoeness, ma quest’anno il doppio impegno sta tagliando le gambe allo Stoccarda. In Champions League il percorso finora prosegue spedito, con vittorie -e prestazioni- di spessore come quella dello Stadium contro la Juventus . In campionato però l’andamento è decisamente più discontinuo: al momento la squadra di Hoeness è tredicesima, con tanti punti di distacco dalle prime posizioni. Numerosi infortuni e una poca profondità della rosa rischiano di compromettere la stagione dello Stoccarda, che però continua a proseguire secondo le proprie idee e principi di gioco.

In difficoltà Hoffenheim, Wolfsbrug e Heidenheim. Tante le avversità di queste squadre in un avvio che sta palesando un limite tecnico, ossia la gestione della rosa nel doppio impegno. L’Hoffenheim sta soffrendo le fatiche causate dalle gare di Europa League, dove ha raccolto soltanto cinque punti. L’Heidenheim aveva raggiunto la Conference League nella scorsa stagione, e il primo viaggio nelle periferie d’Europa sta procedendo a gonfie vele, con un sesto posto ma a punteggio pieno – tre vittorie su tre. Il Wolfsburg, unica squadra delle tre a non avere competizioni europee, cerca sempre di ripartire da nuovi giovani promesse, e quest’anno il reparto offensivo dei biancoverdi è molto prolifico, ma ciò che preoccupa è la fase difensiva. Partite come il 4-3 subito dal Leverkusen, o il 2-4 contro il Werder Brema, sono gare che evidenziano tutti i limiti della squadra di Hasenhüttl.

In fondo alla classifica le neopromosse Hosten Kiel e St.Pauli rimangono più distaccate dal treno salvezza. Il St.Pauli, dopo aver salutato il giovanissimo – e molto promettente- tecnico Hurzeler ha subito il passaggio di categoria, e al momento è in difficoltà. Il Kiel, alla prima esperienza in Bundesliga, non sembra pronta a rimanere in prima divisione. Nonostante l’entusiasmo e la spinta dei tifosi, in campo la differenza con molte squadre è lapalissiana, e adesso la retrocessione comincia a diventare un limbo. Il Bochum era riuscito a salvarsi nello spareggio contro il Fortuna Dusseldorf, ma quest’anno la squadra è in netta difficoltà, fanalino di coda del campionato con soli due punti raccolti.

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