Calcio
Il Super Commento della 5ª giornata di Serie A
Il commento completo di tutte le partite, con la Top11 alla fine, della quinta giornata di Serie A.
Cagliari – Empoli
Nell’anticipo del venerdì pomeriggio l’Empoli di D’Aversa espugna l’Unipol Domus di Cagliari grazie alle reti di Colombo ed Esposito. L’ottimo momento di fiducia dei toscani sopraffare il Cagliari, condannandolo nei bassifondi della classifica. L’avvio di gara non regala particolari emozioni, ma gli ospiti creano tanto ed eludono molto bene le marcature degli isolani. Intorno alla mezz’ora di gioco, il pallone perso a metà campo dai padroni di casa si trasforma nel gol del vantaggio azzurro: Esposito avvia l’azione, con due tocchi Colombo viene mandato in porta e col mancino spiazza Scuffet. A pochi minuti dal termine del primo tempo, Deiola si divora la rete del pareggio, complice un intervento mostruoso di Vasquez che nega in tuffo, mantenendo il vantaggio fino al duplice fischio dell’arbitro. Per riprenderla sin da subito Nicola inserisce Pavoletti come terzo attaccante, ma dopo appena cinque minuti, l’Empoli torna alla carica e raddoppia con Esposito che mette a sedere Luperto con una finta per poi concludere a rete. Da questo momento in poi si fa notte fonda per il Cagliari, i tifosi rumoreggiano e gli ospiti sfiorano il gol in diverse occasioni. L’incontro termina con la seconda vittoria in campionato per l’Empoli, ancora imbattuta in cinque giornate, che si appresta ad affrontare il Torino, per i sedicesimi di Coppa Italia, mentre il Cagliari a testa bassa, colleziona il terzo k.o. di fila senza fare reti. La striscia buia dei padroni di casa potrebbe trovare luce nell’incontro di coppa, dove il Cagliari ospiterà la Cremonese di categoria inferiore.
Hellas Verona – Torino
Il Toro si impone a Verona e conquista la vetta. Gli attaccanti granata si riconfermano in gran forma decidendo la gara. Per la coppia d’attacco, Vanoli schiera Sanabria al fianco del colombiano e questa scelta ripaga sin da subito. Al 9′ il Toro sblocca la partita grazie al velo di Zapata sulla palla filtrante di Masina, diventando un assist perfetto per Sanabria che si invola verso la porta e batte Montipò. L’Hellas non perde tempo e riacciuffa il pari poco dopo su calcio d’angolo: il passaggio rasoterra di Lazovic viene finalizzato dal mancino di Kastanos, che batte Milinkovic-Savic grazie ad una deviazione. Dopo i ritmi elevati dei primi minuti, l’atmosfera si infiamma al 21′ per un calcio di rigore fischiato a favore del Torino che costa anche un rosso diretto per Dawidowicz. Il difensore in marcatura per un angolo stende Sanabria con una gomitata evidente. Dal dischetto il numero nove incrocia troppo e stampa la sfera sul palo. Superata la mezz’ora, i granata tornano avanti grazie allo stacco imperioso di Zapata, che rende inutile la marcatura di Magnani, finalizzando il cross di Lazaro. Dopo un primo tempo molto acceso, nella ripresa assistiamo ad una gara molto più equilibrata. Zanetti prova a recuperare lo svantaggio inserendo Mosquera e Livramento, ma gli ospiti dilagano con la rete del subentrato Che Adams, che approfitta della dormita difensiva di Magnani per rubare palla, inquadrare lo specchio e bucare Montipò da fuori area con una conclusione rasoterra millimetrica. Subito dopo, Livramento si divora la palla che avrebbe accorciato le distanze, mandando in fumo l’assist illuminante di Belahyane. Negli ultimi istanti, con il risultato già in cassaforte, Masina pasticcia dentro l’area e regala il secondo gol al Verona messo a segno da Mosquera. Dopo il botta e risposta tra Sanabria e Kastanos, Zapata e Adams consegnano i tre punti a Vanoli portando il Torino in cima alla classifica in solitaria (per la prima volta dopo 47 anni. L’Hellas Verona cade per la seconda volta in casa, scendendo all’undicesima posizione.
Venezia – Genoa (A cura di Dennis Rusignuolo)
Torna a sorridere il Venezia di Eusebio Di Francesco, che batte 2-0 il Genoa e rialza la testa dopo la sconfitta contro il Milan. Nonostante il rigore parato da Gollini, il Genoa cade disputando un match insufficiente.
Juventus – Napoli (A cura di Dennis Rusignuolo)
Juventus e Napoli falliscono l’approdo in vetta, in uno 0-0 molto spigoloso e tattico. Si fa pesante l’astinenza da gol di Vlahovic, mentre continua a rimanere intatta la muraglia bianconera.
Lecce – Parma (A cura di Dennis Rusignuolo)
Il match che chiude il sabato di Serie A si chiude con un pareggio ricco di emozioni, colpi di scena e fuochi d’artificio. Dopo il buon pareggio di Torino, Gotti decide di confermare il 4-4-2 con Krstovic e Rebic come riferimenti in avanti, mentre torna dal 1’ Dorgu, assente all’Olimpico Grande Torino per squalifica. Il Parma risponde con il solito 4-2-3-1 di Pecchia. In avvio la gara appare subito molto intensa ed equilibrata, con occasioni da una parte e dall’altra. I padroni di casa inizialmente subiscono il fraseggio rapido e pungente del Parma, che si affaccia più volte dalle parti di Falcone con le conclusioni di Man, Mihaila e Bonny. Il Lecce però rimane in attesa di un varco in cui colpire la difesa ducale. Al 33’ Ramadani vede l’inserimento tra le linee di Dorgu e lo serve con un filtrante taglia-difesa, l’esterno danese arriva davanti a Suzuki e lo buca sul primo palo. Il vantaggio permette ai salentini di gestire il possesso con lucidità, ma nel secondo tempo la partita si riaccende dopo meno di un minuto, con Guilbert che viene espulso per una manata a Cancellieri. L’inferiorità numerica costringe Gotti a riadattare il suo Lecce arretrando Dorgu nella linea difensiva. Nel miglior momento del Parma, in costante pressione per riacciuffare la gara, il Lecce trova spazio per ripartire in contropiede, e il tocco delizioso di Tete Morente apre il campo all’incursione di Dorgu, fermato al limite dell’area dalla scivolata di Cancellieri. L’intervento dell’esterno ducale ferma una chiara occasione da gol e l’arbitro estrae il cartellino rosso, ristabilendo la parità numerica. La beffa per il Parma è doppia perché sul calcio di punizione Krstovic trova la deviazione di Coulibaly che alza la traiettoria del pallone e manda fuori tempo Suzuki, per un 2-0 che sembra indirizzare la gara. Pecchia prova a sbilanciarsi e inserisce Hainaut e Almqvist. Il Parma comincia a trovare spazio e soluzioni dai piedi dei suoi fantasisti, con Bernabè e Man che cominciano a trovare terreno fertile dove provare a impensierire la retroguardia salentina. Per gran parte della ripresa il Parma si affaccia dalle parti di Falcone, ma l’estremo difensore italiano è prodigioso in più occasioni. Nel recupero succede di tutto: prima Krstovic sbaglia a tu per tu con Suzuki e non chiude la gara, poi Almqvist accorcia le distanze con un tiro radente sul primo palo. Nell’ultima occasione della gara, con tutto il Lecce barricato in area, il cross di Haj Mohamed (entrato nel finale, all’esordio in A) trova sul secondo palo Hainaut, dimenticato da Dorgu, che pareggia e mette il timbro finale a uno dei match più folli di questo avvio di campionato.
Fiorentina – Lazio
A Firenze i viola rimontano la Lazio grazie ai due rigori decisivi di Gudmundsson, mandando in aria il momentaneo vantaggio biancoceleste siglato da Mario Gila . Sin dai primi minuti si assiste ad un match molto vivace. Al 9′ il pallone perso da Dia si trasforma in un contropiede in cui Cataldi manda Colpani a tu per tu col portiere, ma Provedel riesce a deviare la sfera sul palo. I biancocelesti sfruttano le fasce per far male alla Fiorentina, sempre in ritardo nelle chiusure. Al 20′ dopo una progressione di Isaksen, Zaccagni calcia in porta, ma De Gea sventa grazie ad un ottimo riflesso. I ritmi proseguono spediti rendendo lo spettacolo piacevole ma ancora a reti bianche. Col tramontare del primo tempo, la Lazio spaventa non poco la difesa viola, al 37′ De Gea compie un miracolo sulla conclusione rasoterra di Dia, successivamente, galvanizzata dagli ultimi minuti, la Lazio passa in vantaggio. Da calcio di punizione, il traversone di Tavares trova l’incornata vincente di Gila, chiudendo il primo tempo a favore dei biancocelesti. Per riprenderla, Palladino fa esordire in maglia viola Gudmundsson che, dopo appena cinque minuti si procura il rigore per un pestone di Guendouzi. L’islandese non perde tempo e pareggia i conti spiazzando Provedel. Il contraccolpo subito dalla Lazio esalta la Fiorentina, che cerca il gol del vantaggio spinta dal tifo di casa. Superata l’ora di gioco Palladino inserisce Kouamé per Mandragora, ridisegnando una formazione molto offensiva. I cambi di Palladino risultano decisivi e i viola premono sull’accelleratore. Al 71′ Kean spreca l’ottimo cross di Dodò, mandando la sfera a lato. Sul finale la Lazio alza la testa con Guendouzi, che spizza di testa il traversone dall’angolo di Zaccagni, ma la sfera scheggia la traversa. All’89’ il direttore di gara viene richiamato dal VAR per l’intervento dubbio di Tavares ai danni di Dodò e, dopo un controllo assegna il secondo penalty a favore dei padroni di casa. Dal dischetto Gudmundsson è infallibile e rimonta il risultato a favore dei suoi. La Fiorentina trova la sua prima vittoria in campionato grazie alla freddezza del ritrovato Gudmundsson. La Lazio non riesce a trovare continuità perdendo per la seconda volta dopo una vittoria. La difesa biancoceleste traballa ancora dopo cinque giornate in cui non sono riusciti a tenere nemmeno una volta la rete inviolata.
Monza – Bologna
Dopo lo scoppiettante lounge match delle 12:30, l’incontro tra Monza e Bologna regala emozioni altalenanti, ma al fischio finale sono i ragazzi di Italiano a portare i tre punti a casa. L’avvio molto acceso del match vede entrambe le squadre spingere alla ricerca del vantaggio. I padroni di casa sfiorano il vantaggio da calcio d’angolo con il colpo di testa di Pedro Pereira, che lasciato completamente solo, colpisce di testa ma Ravaglia nega mandando sopra la traversa. Il risultato si sblocca al 24′ a favore del Bologna: il cross al bacio di Lykogiannis viene finalizzato con un colpo di testa di Urbanski altrettanto perfetto, che rende inutile il tentativo in tuffo di Turati nell’evitare il gol. Il vantaggio esalta gli ospiti che creano tanto ma non riescono a chiudere il raddoppio, prima Castro in solitaria viene ipnotizzato da Turati, successivamente Ndoye dopo una sgasata laterale si accentra e conclude a giro, ma la sfera esce di poco a lato. Al 43′ la conclusione dalla distanza di Maldini viene respinta da Ravaglia, sulla ribattuta si scaglia Djuric che insacca a porta sguarnita riportando il Monza in partita. Nella ripresa il Bologna sfiora il vantaggio con la botta sul primo palo di Castro, che viene deviata in angolo da un’intervento importante di Turati. I Brianzoli rispondono subito dopo con Blanco, ma la sfera esce a fil di palo mantenendo l’equilibrio del match. Arrivati all’ora di gioco i ritmi si abbassano con entrambe le squadre che non vogliono concedere troppi spazi agli avversari. Nella seconda metà di gara il match si addormenta concedendo spettacolo solamente nei singoli episodi. All’80’ Castro si inventa il gol del vantaggio che indirizza e chiude i giochi, controllando in modo non perfetto la sfera e lasciando partire un missile che si insacca alle spalle di Turati. Sebbene le cinque sostituzioni di Nesta, il Monza non è riuscito ad imporsi nel secondo tempo, lasciando al Bologna le maggiori occasioni che hanno indirizzato il match. Questa sconfitta dal sapore amaro fa sprofondare il Monza al diciottesimo posto, mentre i rossoblù conquistano la loro prima vittoria in questo campionato.
Roma – Udinese
In un Olimpico dall’area pesante per la vicenda De Rossi, la Roma sotto la gestione di Juric si impone per 3-0 contro l’Udinese. Dovbyk apre le danze, Dybala raddoppia e Baldanzi la chiude. Sin dai primi minuti, i giallorossi impongono il loro gioco sul match e il bomber ucraino sembra il giocatore più ispirato. Il numero 11 calcia verso la porta al 7′ ma trova l’ottima risposta di Okoye. Il momento favorevole della Roma prosegue, al 20′ El Shaarawy manda in porta con un filtrante Dovbyk, che buca il portiere dalla stessa mattonella dell’occasione precedente, aprendo i giochi. Nel primo tempo i bianconeri non riescono ad imporsi e la Roma continua a spingere alla ricerca del doppio vantaggio. Al 34′ il traversone di Angelino trova la conclusione al volo di Celik che manca di poco lo specchio della porta. La squadra di Runjaic fatica ad esprimersi e a trovare spazi, complice il giallo ad inizio gara di Lucca che pesa parecchio sulla sua gara. Nonostante l’ottima prestazione giallorossa, non sono mancati i fischi di contestazione alla dirigenza capitolina, la tifoseria non ha digerito per niente la scelta dell’esonero a sorpresa dell’ex tecnico. Dopo pochi minuti dalla ripresa, Bijol stende Dybala in area e l’arbitro concede il calcio di rigore, complicando ulteriormente la gara all’Udinese. L’argentino calcia in modo impeccabile e fa 2-0, diventando il miglior marcatore della serie A nel nostro campionato (148). Col doppio vantaggio, i giallorossi iniziano ad adagiarsi troppo sugli allori e l’Udinese prova a venire fuori, calciando due volte verso la porta di Svilar, prima con Brenner (subentrato a Lucca a fine primo tempo), poi con Thauvin che, servito dall’attaccante brasiliano, sterza sul mancino e calcia a rientrare sul primo palo costringendo Svilar ad una parata scenica. Al 70′ lo scambio tra Baldanzi e Dovbyk viene finalizzato dal centrocampista ex Empoli che chiude i giochi. Con questa prima vittoria in campionato la Roma alza la testa ed inizia la scalata, preparandosi ad ospitare il Venezia di Di Francesco. L’Udinese di contro scende al terzo posto a pari punti con il Napoli e si appresta ad affrontare l’Inter.
Inter – Milan (A cura di Dennis Rusignuolo)
Il Milan batte l’Inter 2-1 e si aggiudica il Derby della Madonnina. Il colpo di testa di Gabbia permette ai rossoneri di tornare alla vittoria in un derby dopo sei sconfitte consecutive.
Atalanta – Como (A cura di Dennis Rusignuolo)
Il Como riscrivela sua storia. Ventuno anni e quattro mesi dopo l’ultima volta, la squadra lariana ha ritrovato una vittoria in Serie A. Dal 24 maggio 2003 (un inutile 1-0 al Torino) al 24 settembre 2024. Un successo capolavoro contro l’Atalanta e quel Gasperini che cinque giorni dopo aver spaventato l’Arsenal è caduto contro uno dei figli prediletti dei Gunners: Cesc Fabregas.
Al Gewiss l’Atalanta parte forte e prende il controllo del gioco. Dopo aver chiuso il match senza reti contro l’Arsenal, la Dea trova il vantaggio al 18’ con la conclusione di Zappacosta che da fuori area fulmina Audero. In quel momento il livello della prestazione del Como si alza notevolmente, grazie alla crescita in mezzo al campo di Sergi Roberto, collante perfetto tra difesa e attacco. I lariani cominciano a spaventare la retroguardia bergamasca, sporcando più volte i guanti di Carnesecchi con le conclusioni di Paz e Cutrone. Nel secondo tempo il Como trova il pareggio, frutto di uno scambio di qualità assoluta tra Strefezza e Sergi Roberto, finalizzata dalla conclusione dell’ex giocatore del Lecce. In quei dieci minuti successivi al pareggio, l’Atalanta sprofonda e il Como cavalca l’onda emotiva e ribalta tutto: al 54’ Nico Paz calcia male con il destro, ma la deviazione di Kolasinac spedisce la sfera alle spalle di un incolpevole Carnesecchi. Al 59’ Fadera riceve il lancio di Nico Paz e con un doppio dribbling elude la pressione di due difensori nerazzurri e fredda Carnesecchi con il mancino. Gasperini prova a mescolare le carte, per riaccendere la miccia alla sua squadra, in difficoltà fisica e mentale nella prima parte di ripresa. Decide di ridisegnare l’attacco con gli ingressi di Lookman e Cuadrado, oltre agli ingressi, avvenuti verso il 75’, di Samardzic e del giovane Vlahovic. Una reazione nel finale si intravede, con l’Atalanta che si affaccia dalle parti di Audero, ma risulta sempre confusionaria e inconcludente. Nel finale Lookman accorcia le distanze dal dischetto, ma è l’ultima gioia di questo match conclusivo della quinta giornata. Una vittoria storica che rilancia il Como, adesso a quota 5 punti e fuori dalla zona calda. Prosegue il periodo di appannamento dell’Atalanta. In queste prime giornate la squadra di Gasperini non sta trovando quella continuità di prestazioni e risultati richieste dal tecnico, e anche le sue dichiarazioni a fine partita fanno presagire ad un ambiente poco sereno. In vista dei prossimi impegni, in campionato e in Champions, la Dea è chiamata ad alzare il livello e cominciare a scalare la classifica.
LA TOP 11 DELLA QUINTA GIORNATA
Jpg
Calcio
Retegui chiama, Thuram risponde. Due triplette per riaccendere Atalanta e Inter
Inter-Torino
Dopo la sofferta vittoria di Udine, l’Inter cala la terza vittoria in una settimana nel segno di un incontenibile Thuram, autore di una tripletta. Vincono anche Udinese e Atalanta, trascinata dalla tripletta di Mateo Retegui.
Con il ritorno della Thu-La nell’Inter e il ritorno di Pedersen nella fascia destra del Torino, entrambi gli allenatori ritrovano alcune pedine fondamentali per provare a ottenere un risultato importante dal punto di vista psicologico in vista della prossima pausa per le nazionali. Il primo squillo della gara è a favore del Torino con il tiro da fuori di Samuele Ricci, conclusione insidiosa ma che non crea particolari pericoli a Sommer. Dopo un inizio di personalità, gli ospiti rimangono in dieci per un intervento giudicato falloso di Maripán su Thuram e, dopo un check al VAR da parte di Marcenaro, viene revocato il cartellino giallo e assegnato il cartellino rosso per il difensore cileno. I nerazzurri approfittano della superiorità numerica e aumentano i giri del motore principalmente in due occasioni, portandosi in vantaggio prima e raddoppiando poi con Thuram che si dimostra in uno stato di forma smagliante, decisiva la doppia marcatura dei centrali del Torino (Coco e Walukiewicz) su Lautaro, fattore che libera le conclusioni a centro area di Thuram. Il senso di rivalsa granata non tarda ad arrivare, dopo un solo minuto e con un’azione lampo da parte degli ospiti, il Torino dimezza lo svantaggio con Zapata che, taglia con un movimento la corsa di Darmian, lo anticipa e batte Sommer. Nella ripresa, l’Inter tenta di mantenere il vantaggio attaccando e tentando di mantenere alta la propria linea di gioco, schiacciando il baricentro avversario con lo scopo di chiudere la pratica. Dopo la grande occasione con il tiro da fuori Çalhanoğlu, l’Inter affonda il colpo nuovamente con Thuram, l’attaccante nerazzurro si fa trovare nuovamente pronto al momento giusto e nel posto giusto, firmando la sua prima tripletta in maglia nerazzurra dopo la conclusione strozzata da parte di Darmian. A cinque dalla fine, il Torino guadagna un calcio di rigore con Masina che riesce ad anticipare Çalhanoğlu, dal dischetto Sommer intuisce ma non riesce a evitare il gol del 3-2 di Vlasic. Nel finale il Torino non riesce a trovare il gol del pareggio, merito di un Inter compatta e solida che rischia addirittura di segnare il 4-2 con Taremi, decisiva l’ottima parata di Milinkovic Savic.
Udinese-Lecce & Atalanta-Genoa
Termina 5-1 la sfida tra l’Atalanta di Gasperini e il Genoa di Gilardino, decisiva la tripletta dell’ex di giornata Retegui e i gol di Ederson e De Roon. Vano per il Genoa il gol del classe 2006 Jeff Ekhator. Nell’altra sfida di giornata tra Udinese e Lecce, i friulani ritrovano i tre punti dopo la sconfitta contro l’Inter, vincendo per 1-0 grazie alla rete di Jordan Zemura.
Calcio
Tra cuore e grinta la Juve la ribalta. Un buon Bologna cade ad Anfield mentre la Dea passeggia con lo Shakhtar
Il mercoledì di Champions League termina con due vittorie importantissime per Atalanta e Juventus, entrambe fuori casa ed entrambe con tre reti. Cade il Bologna ad Anfield nonostante una gara giocata a testa alta.
Shakhtar Donetsk – Atalanta
L’avvio alla Veltins Arena vede i ragazzi di Gasperini in affanno nei primi minuti a causa di un buon inizio dello Shakhtar, molto rapido nel palleggio e attento nelle letture difensive. Dopo una fase di studio iniziale, la Dea riesce ad emergere nella metà campo avversaria grazie ai guizzi di Lookman, che dopo un dribbling in area strozza troppo il mancino non trovando lo specchio della porta. Al 20′ si concretizza il buon momento dell’Atalanta. Il cross di Lookman nonostante il tentativo di Ederson, arriva a Djimsiti che in allungo prende il tempo alla difesa bucando Riznyk. Gli sprazzi arancioneri dei primi minuti si trasformano in un monologo atalantino che per poco non raddoppia con Samardzic. Al 35′ la Dea divora l’ennesima occasione del raddoppio, il traversone di Bellanova trova la girata al volo di Lookman che stampa la sfera sulla traversa salvando gli ucraini. A pochi minuti minuti dalla chiusura del primo tempo la Dea trova il tanto meritato raddoppio, la manovra nerazzurra iniziata da Samardzic, prosegue con Kolasinac che servendo a centro area il nigeriano gli permette di spingere la palla in rete a botta sicura. La prima frazione ha visto i ragazzi di Gasperini dominare in lungo e in largo chiudendo virtualmente la gara. Alla ripresa il tecnico piemontese ridisegna la formazione inserendo Pasalic per Djimsiti e passando ad una difesa a quattro a causa del fastidio rimediato in campo dall’albanese. Dopo un accenno positivo dei padroni di casa l’Atalanta cala il tris tagliando le gambe agli ucraini: Zappacosta da dentro l’area (assediata dagli attaccanti), pennella sul secondo palo trovando l’incornata vincente di Bellanova in anticipo netto su Pedro Hernique. La rete del tris ha ucciso moralmente gli avversari che vagano in mezzo al campo in balia del palleggio nerazzurro. Gasperini decide di sostituire Lookman e De Ketelaere concedendo minuti anche a Retegui e Zaniolo. Superata l’ora di gioco il ritmo martellante della Dea rallenta, con i bergamaschi che cercano di gestire energie e risultato lasciando più libertà di costruzione allo Shakhtar. All’83’ Carnesecchi anticipa in uscita un cross basso, ma nell’occasione rimane per terra Kossounou che zoppicava già da qualche secondo, Gasperini quindi lo sostituisce con Godfrey. Allarme in difesa per la Dea che perde due centrali di difesa in un match. Sebbene i diversi cambi durante il corso del match, la formazione ucraina non è mai riuscita a rientrare veramente in partita regalando di fatto la prima vittoria all’Atalanta. Dopo il pareggio a reti bianche contro i Gunners, la Dea vola a 4 punti dopo una prestazione superlativa condita da tre gol, i primi in Champions League per tutti i marcatori. Lo Shakhtar continua a non vincere senza siglare reti rimanendo ad un solo punto.
Lipsia – Juventus
L’inizio gara alla Red Bull Arena diventa un incubo per la Juventus in appena dieci minuti: Bremer dopo un contrasto con Openda al 4′, si accascia per un infortunio al ginocchio ed è costretto ad abbandonare il campo per Gatti, che eredita la fascia da capitano. Poco dopo anche Nico Gonzalez non è in grado di proseguire, costringendo Thiago Motta ad usare il secondo slot per mettere in campo Conceicao. Nonostante la partenza in salita, i bianconeri non rinunciano ad imporre il proprio gioco schiacciando il Lipsia nella propria metà campo. Proprio nel momento migliore per la Juve, in cui Vlahovic deviando il tiro di Fagioli sfiora il vantaggio, i padroni di casa trovano la rete dell’1-0 in contropiede. Sesko aggancia con un magnifico controllo il pallone leggermente alto di Openda e conclude con un missile da posizione ravvicinata, che dopo aver scheggiato la traversa si insacca in rete. Nonostante il doppio infortunio l’identità impressa da Motta rimane salda e i bianconeri risultano molto pimpanti e propositivi, ma il Lipsia difende con ordine rendendo difficile la manovra alla Juve negli ultimi venti metri. Nella ripresa i tedeschi sostituiscono Baumgartner con Henrichs per un problema fisico. Al 49′ la Juventus sfiora il pareggio con Koopmeiners, l’olandese servito da McKennie colpisce il palo col piede debole salvando il Lipsia. I bianconeri premono sull’acceleratore e trovano il meritatissimo pareggio con la girata di Vlahovic che riesce a bucare Gulacsi sull’ottimo cross di Cambiaso. L’incontro si gioca a ritmi scoppiettanti con Openda che colpisce un palo da fuori area. All’ora di gioco si succedono eventi surreali: Di Gregorio tocca con la mano il pallone fuori l’area, e dopo un controllo del direttore di gara al VAR viene espulso. La punizione dal limite calciata da Xavi Simons viene deviata con il braccio considerato largo da Douglas Luiz e l’arbitro dopo un secondo check concede il penalty, trasformato poi da Sesko. Lo svantaggio e l’uomo in meno non feriscono l’orgoglio dei bianconeri che, al 68′ pareggiano nuovamente i conti con Vlahovic che s’inventa il gol del 2-2 calciando da fuori aria insaccando la palla sotto al sette. All’82’ la Juventus passa per la prima volta in vantaggio con un super gol di Conceicao che, prima viene raddoppiato in area e poi con un super dribbling riesce a passare e piazzare la palla col sinistro sul secondo palo. La Red Bull Arena diventa una bolgia nei nove minuti di recupero assegnati dall’arbitro, minuti che sembrano quasi infiniti in un’atmosfera FRIZZANTE che termina con una vittoria che rimarrà nella storia della Juventus.
Liverpool – Bologna
Ad Anfield la gara tra Liverpool e Bologna regala subito grandi emozioni. Al 9′ Dallinga porta avanti i suoi ma la rete viene annullata per la posizione irregolare dell’olandese sull’assist di Miranda. Subito dopo i Reds ricambiano il favore passando avanti con Mac Allister, Salah crossa in area e l’argentino seguendo l’azione deposita in rete da pochi passi inaugurando ufficialmente il match. Intorno alla mezz’ora il Bologna sfiora due volte il pareggio con Ndoye, entrambe negate dai legni: al 28′ il pallone deviato da Konaté sbatte sulla traversa. Pochi minuti più tardi la conclusione defilata dello svizzero termina sul palo esterno. Continua la reazione rossoblù e al 33′ Urbanski servito da Ndoye impegna Alisson. La prima frazione ad Anfield regala spettacolo chiudendosi a favore dei padroni di casa, ma con un Bologna volenteroso di riacciuffare il pareggio in diverse occasioni. Alla ripresa i bolognesi accennano la reazione avuta nel primo tempo ma con il proseguire dei minuti il Liverpool prende sempre più il comando del match. Al 75′ Salah raddoppia a favore dei Reds, l’egiziano con un tiro a giro da dentro l’area mette la sfera all’incrocio dei pali bucando Skorupski. Sebbene sotto di due reti, il Bologna continua a giocare a viso aperto cercando almeno il gol della bandiera che non arriva, arrendendosi
Calcio
Boniface punisce un Milan coraggioso. Poker nerazzurro contro la Stella Rossa
Nella prima notte di Champions della seconda giornata, l’Inter vince e convince in casa contro la Stella Rossa. Il Milan perde 1-0 contro i campioni di Germania del Bayer Leverkusen dopo una gara audace ed intraprendente.
Bayer Leverkusen-Milan
Fin dalle prime battute la partita è molto accesa, con il Milan che cerca di controllare il pallone con il continuo movimento convergente al centro di Leao e Pulisic, e l’attacco allo spazio di Reijnders in proiezione offensiva (coperto da Loftus-Cheek, titolare al posto dell’acciaccato Morata). Il Leverkusen però sa come punire e in che modo scoprire la difesa rossonera. Le prime due occasioni sono entrambe di marca tedesca e in entrambe le occasioni Maignan risponde presente, prima su Boniface e poi su Hincapié nel calcio d’angolo successivo. La continua ricerca di verticalità delle Aspirine costringe il Milan a rannicchiarsi nella propria metà campo, ed è nel centro del campo che comincia a levitare Florian Wirtz, sempre guizzante e pericoloso con i suoi filtranti taglienti. Al 20′ il Bayer Leverkusen trova il vantaggio con Boniface, ma la rete viene annullata per fuorigioco iniziale di Frimpong. Il fuorigioco ravvisato dal VAR presenta un aspetto tattico su cui il Milan mostra particolare difficoltà: le posizioni molto larghe sugli esterni di Grimaldo e Frimpong, su cui la marcatura della difesa rossonera è sempre fuori tempo, e la squadra di Xabi Alonso prova a sfruttare costantemente due dei protagonisti della cavalcata della scorsa stagione, terminata con la prima storica vittoria della Bundesliga. Il primo squillo dei rossoneri arriva al 40′ con una punizione battuta rapidamente da Fofana verso Reijnders, abile nel servire il pallone a Pulisic che però non impensierisce particolarmente Hradecky. La ripresa si apre sugli stessi schemi e ritmi del primo, e dopo tre minuti il Leverkusen sfiora il vantaggio, con un recupero alto su una costruzione disastrosa di Theo Hernandez, ma il diagonale di Wirtz trova i guanti di Maignan. La gioia delle Aspirine è rimandata di due minuti, perché al 50′ Grimaldo serve dentro l’area Frimpong e dopo la conclusione dell’olandese, respinta da Maignan, Boniface insacca a porta vuota. La reazione dei rossoneri arriva al 55′ con l’imbucata di Pulisic per Reijnders, che tentenna un po’ e poi calcia addosso a Hradecky, provvidenziale nel respingere con il pugno. Rispetto al primo tempo il Milan appare più coraggioso e intraprendente, e il Leverkusen sembra accusare in un primo momento l’audacia dei rossoneri. Fonseca decide di non cambiare modulo e all’ora di gioco effettua la staffetta tra Abraham e Morata. Al 75′ il Leverkusen fallisce l’occasione per raddoppiare, con la conclusione di Frimpong che termina fuori da ottima posizione. All’81′ il Milan flirta con il pareggio con una conclusione radente di Theo, deviata da Xhaka, che sbatte sulla traversa, e nella ribattuta Morata non riesce a inquadrare lo specchio della porta di testa. Sconfitta amara per il Milan di Fonseca, che continua a confermare il buon momento di forma delle ultime settimane, nonostante il risultato. La prestazione dei rossoneri nel secondo tempo è riuscito a mettere in difficoltà la difesa tedesca, e al Milan è mancato solamente il gol. Adesso i rossoneri sono chiamati a confermare il buon momento di forma in campionato e cominciare a conquistare punti per scalare la classifica di questa nuova Champions League.
Inter-Stella Rossa (A cura di Tommaso Patti)
Il match del Meazza vede l’Inter sfidare la Stella Rossa, prima in classifica e reduci da una grandissima vittoria ottenuta nel derby contro il Partizan Belgrado. I nerazzurri, anch’essi reduci da un’importante vittoria, approcciano la gara nello stesso modo della trasferta di Udine, riversandosi subito nell’area di rigore avversaria ma schierando sette volti nuovi, tra cui De Vrij, Taremi, Carlos Augusto, Zieliński e Arnautovic, quest’ultimo subito pericoloso sugli sviluppi di un calcio di punizione dove, il cross di Zieliński, viene percepito in fuorigioco dall’attaccante austriaco. Al 10′, nuovamente da calcio di punizione, l’Inter la sblocca con una prodezza di Çalhanoğlu, il turco sorprende la retroguardia avversaria calciando di potenza sul lato del portiere Glazer, ingannato anche dalla deviazione della barriera. Con il passare dei minuti, la Stella Rossa prova a reagire senza mai riuscire a dettare il gioco, subendo anche il secondo gol da Dumfries ma, anche la rete dell’esterno olandese, viene revocata dal direttore di gara. Sul finale del primo tempo, Taremi ruba un pallone sanguinoso, riesce a servire Mkhitaryan che però spreca a tu per tu contro Glazer. Prima del duplice fischio, la Stella Rossa si rende pericolosa in due occasioni, il tiro di punta di Silas prima e la conclusione larga di Elsnik poi, spaventano Sommer senza però lasciare il segno sul tabellino di gioco. Dopo un primo tempo segnato da alcuni errori e da qualche fischio, ritrova il gol Marko Arnautovic. L’azione del 2-0 nasce da un recupero palla di Taremi che, scippa la sfera a Krunic e serve l’attaccante austriaco, la quale questa volta non sbaglia. Inzaghi butta nella mischia Lautaro, che va subito in gol, decisivo l’ennesimo recupero palla di Taremi. Nonostante il 3-0, i nerazzurri attaccanti e vanno vicini al poker con il classico fraseggio ‘da quinto a quinto’ tra Carlos Augusto e Dumfires ma, la conclusione dell’ex giocatore del PSV termina di poco a lato. A tredici dalla fine, dopo essersi perso la marcatura pochi minuti prima sul gol di Lautaro, Drkusic atterra in area di rigore il capitano nerazzurro. Dagli undici metri Lautaro cede il pallone a Taremi che, spiazza Glazer, e firma il suo primo gol con la maglia dell’Inter. Una prestazione di altissimo livello della squadra di Inzaghi, che risponde all’ottimo pareggio della prima giornata contro il Manchester City. La scelta di ruotare tanti uomini ha mantenuto alto il livello della prestazione dei campioni d’Italia e adesso la classifica comincia a sorridere, anche in vista dei prossimi appuntamenti.
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