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Calcio

Il Supercommento dell’8ª giornata di Serie A

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Grafica: Julya Marsala

Il commento completo di tutte le partite, con la Top11 alla fine, dell’ottava giornata di Serie A.

Como-Parma

L’apertura dell’ottava giornata regala subito spettacolo e giocate di pregevole fattura. Sotto gli occhi di star del cinema, come Andrew Garfield e Hugh Grant, e star del c.d.a (Raphael Varane ha deciso di ritirarsi per entrare a far parte della dirigenza lariana), Como e Parma approcciano la gara con grande voglia ed energia, alla ricerca di spazi dove punire e stappare la gara. Come da copione, la manovra offensiva del Como passa sempre dai piedi di Nico Paz, che al 2′ apparecchia per Strefezza, impreciso con il destro da dentro l’area. Il manovra del Parma non perde smalto e l’uscita codificata verso Bonny permette ai ducali di sfruttare le fasce, occupate da Cancellieri e Almqvist (Mihaila e Man inizialmente in panchina). Al 20′ il Parma trova il vantaggio in contropiede, con Almqvist che guida la ripartenza ducale e allarga verso Hernani, abile nel trovare al centro dell’area il taglio di Bonny, il francese anticipa Dossena e sorprende l’uscita di Audero con un colpo di tacco sublime, altra splendida giocata in questo avvio di campionato per il francese. La reazione del Como non tarda ad arrivare, con Cutrone che svetta in area su un cross alto di Alberto Moreno, attento Suzuki con i pugni. Il Parma flirta con il vantaggio con una punizione di Bernabè che beffa Audero, ma sbatte sulla traversa. Un minuto più tardi il Como pareggia, con Fadera che trova l’inserimento di Nico Paz, abile nell’incrociare e pareggiare i conti, primo centro in campionato per il talento argentino. Nel secondo tempo il ritmo è più basso, la paura e l’equilibrio prevalgono nella prima fase e le due difese si compattano con il passare dei minuti. Pecchia prova a rialzare la testa e inserisce Mihaila e Man, e i due neo-entrati confezionano l’occasione più nitida del secondo tempo, con Man che appoggia per la conclusione radente e potente di Mihaila, palla che sbatte sul palo. L’esterno romeno è il pericolo principale per la difesa lariana grazie alla sua abilità nel tiro da fuori, come la punizione insidiosa calciata al 76′ con la sfera che termina di poco a lato. Gli ultimi due squilli sono di Charpentier e Mazzitelli ma entrambe le conclusioni non creano problemi ai rispettivi portieri. Un pareggio che consolida l’ottimo avvio di campionato delle due squadre, sempre in crescendo nelle ultime apparizioni. Continuano a brillare le stelle Bonny, Nico Paz e Bernabè, giocatori di tutt’altro livello e in costante rampa di lancio.

Genoa-Bologna

Un Genoa sornione rimonta il Bologna e riacciuffa una gara complicatissima. A Marassi le due squadre, per motivazioni piuttosto diverse, apportano tante modifiche alle formazioni. Italiano rinuncia a Fabbian dal 1′ e sostituisce l’infortunato Ndoye con l’esordiente Dominguez. In difesa l’unica conferma è Beukema, mentre il quartetto si ridisegna completamente con Posch, Casale e Miranda. Gilardino è costretto a fare di necessità virtù, a causa della lunga lista di infortunati, compattando la linea mediana, in costante aiuto al blocco difensivo e alza Thorsby in zona offensiva, per dare una mano nella gestione del possesso e del gioco aereo a Pinamonti. Il Bologna prova subito ad alzare i giri del motore sviluppando il gioco sulla destra, dove Orsolini fin dalle prime battute sembra in giornata. Il primo squillo arriva proprio dai suoi piedi, con un mancino a giro che costringe Leali all’intervento in tuffo. L’estremo difensore italiano, schierato al posto dell’infortunato Gollini, alza la saracinesca e interviene prima sulla conclsuione da fuori area di Moro, e poi sul tiro ravvicinato di Orsolini. Al 36‘ il Bologna trova il vantaggio con Orsolini, la cui conclusione a giro trova la sporcatura di Vasquez che mette fuori giri Leali. Nel secondo tempo, al cospetto di un Genoa incapace di alzare il baricentro, il Bologna trova subito il raddoppio. Sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Leali smanaccia e libera l’area, il pallone arriva al limite dove Odgaard controlla e spara un missile a fil di palo, firmando il doppio vantaggio che sembra mettere il lucchetto al match. Sembra. Il Genoa abbassa la testa e comincia a spingersi in avanti per inerzia, cercando un episodio per riequilibrare la gara. Al 72‘ Martin imbuca per Pinamonti che non riesce a controllare il pallone, Casale pasticcia nel controllo e regala palla al neo-entrato Ekhator che appoggia a Pinamonti e dal limite l’attaccante italiano batte Ravaglia. In quel momento il Bologna stacca completamente la spina, in costante difficoltà e in confusione dopo i cambi di Italiano, che getta nella mischia Dallinga, Fabbian e Karlsson. Alla fine la squadra di Gilardino trova il pareggio, con una punizione di Martin che pesca in area la testa di Pinamonti, dimenticato da Casale in marcatura, per un pareggio che fa esplodere il pubblico del Ferraris. Nel finale il Bologna non ha le forze, e la lucidità, per riportarsi avanti e il Genoa non ha occasioni. Un pari che conferma le difficoltà di gestione del Bologna, ancora una volta poco lucida nel corso della partita. Buone risposte dagli esterni in vista della gara di Champions contro l’Aston Villa. Il Genoa continua a faticare terribilmente, con i continui infortuni che incombono sulla squadra di Gilardino, ma il sussulto d’orgoglio del Grifone ha permesso ai rossoblù di riacciuffare una gara che sembrava senza storia fino all’ora di gioco.

Milan-Udinese (A cura di Simone Scafidi)

Sotto le luci di San Siro, e con l’aiuto del VAR, un Milan in dieci uomini supera l’Udinese e torna alla vittoria in Serie A dopo quasi un mese. La squadra di Fonseca parte subito forte, e al 12’ minuto trova il gol del vantaggio con Chukwueze che calcia forte, a giro, sul secondo palo e concretizza la grande azione costruita da un ispirato Okafor e dal solito -brillante- Pulisic. Come d’abitudine il Milan, subito dopo il gol, va fortissimo e cinque minuti più tardi sfiora il raddoppio con un colpo di testa di Morata, bloccato da Okoye. Al 29’ arriva il momento “sliding doors” del match, grazie ad un ottimo lancio in profondità di Bijol, che mette Lovric a tu per tu con Maignan. Lo sloveno viene fermato fallosamente da Reijnders che viene espulso per DOGSO (chiara occasione da gol). Sulla punizione Zemura sfiora il gol del pareggio, spedendo la sfera di poco a lato della porta di Maignan. Al 44’ i friulani trovano il pareggio con Ehizibue, ma il gol viene annullato per la posizione di fuorigioco dell’esterno olandese sul cross di Zarraga. Il secondo tempo comincia e prosegue con ritmi molto bassi fino al 74’, momento in cui il Milan per la prima volta, dopo l’espulsione di Reijnders, si fa vedere dalle parti di Okoye: Chukwueze mette un traversone sul secondo palo, che trova la sponda di Abraham per Pulisic, il quale si gira e trova l’ottima risposta di Okoye, successivamente graziato da un clamoroso errore dell’ex Roma, che sbaglia un gol praticamente a porta vuota e si fa anche male alla spalla, dovendo così abbandonare il terreno di gioco. Il match prosegue senza particolari occasioni fino a due minuti dalla fine, quando, in seguito ad un cross dalla fascia sinistra di Kamara, una mischia in area si conclude con il colpo di testa di Kabasele che beffa Maignan. I festeggiamenti dell’Udinese vengono smorzati dal VAR, perché il gol viene annullato per una posizione quasi impercettibile di fuorigioco di Ekkelenkamp. Tre punti che spediscono i rossoneri al quarto posto, a discapito proprio dei friulani. Un Milan altalenante che riesce a vincere una partita che sembrava non avere storia. Dall’altra parte, l’Udinese dovrà continuare a lavorare, soprattutto sul reparto offensivo, che nella sfida di San Siro, in superiorità numerica per più di 60 minuti, poteva e doveva produrre molto di più.

Juventus-Lazio

Dopo due mesi la Juventus torna a vincere in casa. Allo Stadium la squadra di Thiago Motta vince di misura grazie all’autogol di Mario Gila.

Empoli-Napoli (A cura di Simone Scafidi)

Un Napoli tenace espugna la “fortezza Castellani” e consolida la vetta. La prima metà del primo tempo è sotto il totale controllo della squadra di D’Aversa, che arriva molte volte nell’area del Napoli grazie al suo rapido gioco sulle fasce, con Pezzella e Gyasi in costante proiezione offensiva, e le conclusioni di Esposito che impensieriscono Caprile più di una volta. Al 26’ i partenopei hanno una grandissima occasione con Buongiorno, il cui colpo di testa viene salvato praticamente sulla linea dalla difesa toscana, a seguito di un calcio d’angolo battuto da Politano. La squadra di Conte appare molto confusa, con quest’ultimo altamente insoddisfatto della prestazione dei suoi, che in mezzo al campo hanno grandissime difficoltà a costruire la manovra, grazie ad un Empoli con un baricentro molto alto, capace di chiudere in maniera ottimale le linee di passaggio, bloccando così la costruzione azzurra. All’ultimo atto del primo tempo i toscani hanno l’occasione per passare in vantaggio: al 44′ Fazzini, grazie a un controllo orientato al volo, salta Buongiorno e Caprile ma non riesce a ribattere in porta. Il secondo tempo si apre con la palla stabilmente nei piedi dei giocatori del Napoli, che in fase di costruzione portano in avanti Di Lorenzo e Spinazzola, i quali bloccano gli esterni dell’Empoli. Per la squadra di D’Aversa diventa un problema l’uscita in pressione su Politano e Kvaratskhelia e di conseguenza ripartire anche in contropiede, situazione in cui l’Empoli si è reso più pericoloso nel corso del primo tempo. Al 60’ escono Lukaku e Spinazzola per Simeone e Olivera. L’attaccante argentino si rende subito pericoloso con una conclusione ribattuta dalla difesa dell’Empoli, Politano raccoglie il pallone e subisce fallo da Anjorin, guadagnando un calcio di rigore dopo un check del VAR. Sul dischetto si presenta Kvaratskhelia che spiazza Vasquez (al primo gol subito in casa) e realizza il gol dell’1-0. Al 67’ il Napoli sfiora il raddoppio con MctTominay, che conclude verso la porta avversaria sfiorando l’incrocio dei pali. Dopo il gol il ritmo del match rimane molto basso, l’Empoli prova ad affondare il colpo, con scarsi risultati, e il Napoli prova definitivamente a chiuderla con Neres che salta diversi avversari ma che non riesce a ribadire in rete. Il Napoli mantiene saldo il primo posto in classifica, con una vittoria figlia di una partita complicata, contro un Empoli solido e determinato che dopo il gol non trova però la forza di reagire. La crescita dei partenopei si comincia a intravedere a vista d’occhio, e la gestione del gruppo sembra la chiave di Conte in queste gare. La scelta di cambiare uomini e sistemi di gioco a partita in corso, come contro il Como, ha permesso al Napoli di trovare quelle soluzioni che servivano a svoltare la partita. Conte può quindi godersi un’altra settimana in vetta, guardando tutti dall’alto.

Lecce-Fiorentina

Si è sbloccata definitivamente la Fiorentina di Palladino. Al Via del Mare i toscani debordano e vincono 6-0. La scelta di Palladino, dopo la gara thriller contro il Milan, ricade sulla continuità. La conferma del blocco che ha battuto i rossoneri comincia a dare i suoi frutti in ogni reparto. La scelta del Lecce ricade sulla costruzione affidata ai due centrali, poco inclini al gioco palla a terra, e il pressing viola indirizza il possesso verso la squadra di Palladino. Dopo dieci minuti la gara perde uno dei protagonisti principali, dato che Gudmundsson è costretto a uscire per un problema muscolare, sostituito da Beltran. Al 20′ ha inizio il primo tempo da assoluto protagonista di Cataldi: Kean lotta con i difensori salentini sulla fascia e il fraseggio veloce tra Gosens e Bove porta alla conclusione dal limite il centrocampista ex-Lazio, abile nel bucare Falcone sul primo palo. Da quel momento inizia l’assolo dei viola. La grinta e tenacia di Beltran portano all’errore Oudin, con Cataldi che cerca subito Kean in area, Falcone smanaccia ma non può nulla sulla ribattuta di Colpani, che chiude il mancino e trova il primo sigillo in maglia viola. Al 40′ la gara del Lecce si mette ulteriormente in salita, perché Gallo stende Dodò al limite dell’area e viene espulso per chiara occasione da gol. Sugli sviluppi del calcio di punizione Cataldi disegna un arcobaleno che supera la barriera e batte Falcone. Nel secondo tempo Gotti prova a riequilibrare la squadra, con alcuni cambi che fungono da filtro in mezzo al campo, ma la squadra di Palladino è un rullo compressore, e cala il poker al 55′ con Colpani che prima sbatte su Falcone, poi in seconda battuta calcia al volo e spedisce il pallone all’incrocio dei pali. La girandola di cambi della Fiorentina non abbassa il ritmo dei toscani, e all’ora di gioco trova anche il quinto gol, con Beltran che deposita in rete, da pochi passi, un cross basso di Kouame. Il Lecce prova ad alzare il baricentro per trovare un gol della bandiera, ma la Fiorentina riesce sbarrare la strada. Al 71′ arriva anche il sesto gol, conParisi che slalomeggia tra i centrali del Lecce e calcia verso la porta, trovando la deviazione decisiva di Ramadani. Prestazione incredibile della squadra di Palladino, che adesso sembra aver trovato la quadra e sopratutto i gol. Tante risposte dal reparto centrale, anche se ancora la stabilità e l’equilibrio della mediana viola sono da consolidare. Grandi segnali da Colpani, autore di una doppietta e di una gara da Flaco. Da valutare i problemi fisici di Kean (uscito all’intervallo) e Gudmundsson, in vista degli impegni di Conference e del prossimo impegno, al Franchi contro la Roma.

Venezia-Atalanta

Continua la scalata dell’Atalanta verso i piani alti. Al Penzo la squadra di Gasperini si affida alla continuità dell’ultima gara, nonostante i tanti problemi fisici che stanno martoriando il reparto difensivo degli orobici. Pronti, via e i bergamaschi vanno subito in vantaggio, grazie al cinquantesimo gol in Serie A di Mario Pasalic, che diventa il miglior marcatore croato della storia della Serie A. Il Venezia appare frastornato dal colpo subito, e continua a subire le continue progressioni di Lookman Retegui e De Ketelaere. Pochi minuti dopo serve un grande intervento dell’esordiente Stankovic, esordio in Serie A per l’ex Sampdoria, per evitare il raddoppio di De Ketelaere. Il Venezia si affaccia per la prima volta dalle parti di Carnesecchi al 20′, quando Zampano ruba palla a Lookman e calcia sul secondo palo, grande intervento in tuffo dell’estremo difensore italiano. Cinque minuti dopo Lookman calcia forte da fuori area ma la sua conclusione non scende abbastanza e sbatte sulla traversa. Al 40′ la Dea sfiora il raddoppio in campo aperto, con il lancio di De Roon che pesca lo scatto in profondità di Retegui, il cui tiro a incrociare sibila con il palo lontano e termina fuori. La rete del bomber italo-argentino è rimandata al secondo tempo, e dopo nemmeno un minuto Retegui ruba palla a Candela e fredda Joronen con un pallonetto di assoluta qualità e bellezza, realizzando l’ottavo centro in altrettante gare in campionato. Il Venezia non riesce a reagire e i tanti cambi rallentano il ritmo e spezzettano il gioco. Tra le fila bergamasche prova ad accendere nuovamente la miccia Samardzic, che si invola verso la porta e calcia forte sul primo palo, è necessario un grande intervento di Stankovic a negare il tris all’Atalanta. Un’altra vittoria importante per la squadra di Gasperini, che comincia ad acquisire sempre più fiducia e condizione. I tanti infortuni continuano a martoriare la difesa, ma le risposte del reparto offensivo adesso diventano importanti e la Dea comincia a risalire la classifica, mentre in Champions arriva il match contro il Celtic, Gasperini si gode i gol di uno scatenato Retegui e le giocate di Lookman e CDK. Rimane in fondo alla classifica il Venezia di Eusebio Di Francesco, chiamato a risollevare la gondola per evitare ulteriori difficoltà nel corso del campionato.

Cagliari-Torino (A cura di Simone Scafidi)

All’Unipol Domus, Cagliari e Torino si divertono e fanno divertire, dando vita ad un pirotecnico 3-2, tra rimonte e contro-rimonte. Match che appare sin da subito in grande equilibrio, con le due squadre che giocano sostanzialmente a specchio: a Che Adams e Sanabria, le due punte di Vanoli, si oppone dalla parte opposta Piccoli, boa attorno alla quale gira l’attacco cagliaritano, completato da Luvumbo e Viola. La manovra offensiva della squadra di Vanoli coinvolge ogni singolo elemento della formazione, in avanti spicca particolarmente il grande aiuto fornito da Walukiewicz e Masina, che si spingono ben oltre la linea di centrocampo, arrivando quasi al limite dell’area di rigore avversaria. Dopo due pericolosi tentativi di Piccoli e Zappa, al 38′ il Cagliari trova il gol del vantaggio: in seguito ad un dubbio fallo compiuto da Saul Coco (che probabilmente il fallo l’aveva subito), Viola segna su punizione, grazie soprattutto ad uno schema preparato alla perfezione con Luvumbo e Mina, i quali aprono la barriera e fanno passare il tiro del capitano rossoblù. Un minuto più tardi il Torino pareggia i conti, grazie all’incornata in solitaria di Sanabria su un cross di Lazaro direttamente da calcio d’angolo, immancabile la dedica all’infortunato Zapata. Il secondo tempo riprende con gli stessi, altissimi, ritmi con cui si era concluso il primo. Al 55’ il Toro va in vantaggio con Linetty che, dopo una grandissima incursione a centrocampo, calcia da fuori area battendo Scuffet. Un quarto d’ora più tardi il Torino sfiora il terzo gol, con una conclusione di Saul Coco da trenta metri che impensierisce Scuffet, obbligato a spedire la sfera in calcio d’angolo. Pochi istanti dopo, in seguito ad un calcio d’angolo guadagnato dal neo entrato Lapadula, Palomino colpisce di testa e pareggia i conti, portando il Cagliari sul 2-2. Al 78’ arriva la rimonta della squadra di Nicola, con un instancabile Piccoli che riceve palla in area di rigore, si defila e tenta un cross rasoterra, trovando però la sfortunata deviazione di Saul Coco che insacca il pallone alle spalle di Milinkovic-Savic. Dopo il gol del vantaggio il Cagliari serra i ranghi e lascia pochissimo spazio alla costruzione granata, riuscendo anche a trovare diverse e pericolose ripartenze. Nel recupero i granata attuano un vero e proprio assedio, guadagnando diversi calci d’angolo e riempiendo l’area con quasi tutti gli elementi della propria rosa. Al 91’ Scuffet salva il Cagliari sul colpo di testa di Adams, compiendo un salvataggio tutt’altro che semplice e assicurando tre punti fondamentali alla sua squadra, che conquista la prima vittoria in casa in campionato. Vittoria alla “Ranieri” per Nicola. Nel giorno del compleanno dell’ex tecnico rossoblù, i sardi confezionano una prestazione caratterizzata da coraggio e determinazione. Il Cagliari vince e convince, soprattutto perché questa prestazione arriva contro un Torino che non si dimostra un avversario facile e che ha già saputo stupire nel corso del campionato. Adesso Nicola dovrà saper tenere alto il ritmo e il morale. Piccolo passo indietro per la squadra di Vanoli, che adesso è chiamato a ricompattare la squadra e tornare a conquistare punti, dopo un filotto di quattro sconfitte consecutive tra campionato e Coppa Italia.

Roma-Inter (A cura di Tommaso Patti)

Nel secondo match di cartello dell’ottava giornata un’Inter corsara ottiene i tre punti grazie al sigillo del capitano Lautaro Martinez.

Hellas Verona-Monza

In avvio il Monza approccia con coraggio e ritmo la gara. Così come nel match contro il Napoli, la squadra di Nesta riesce a eludere il pressing della difesa a tre grazie alla velocità e alla fluidità del possesso brianzolo. Il Monza trova il vantaggio al nono minuto, con Caprari che sfreccia sulla fascia sinistra e crossa verso il secondo palo, dove Dany Mota si coordina alla perfezione e spedisce la sfera sul secondo palo, dove Montipò non può arrivare, prima rete dei brianzoli nel primo quarto di gara. Il Verona appare in confusione e fisicamente giù di giri. Il centrocampo roccioso e dinamico non riesce a imporsi grazie al lavoro lucido e intelligente di Pessina, spina nel fianco delle due mezzali scaligere. La squadra di Zanetti comincia a trovare soluzioni nello scambio tra Tengstedt e Mosquera, ma le combinazioni tra i due attaccanti sono spesso lontane dalla porta, e la difesa del Monza non corre particolari rischi. Nel secondo tempo il Verona continua a palesare enormi difficoltà nella zona centrale del campo, dove Belhayane e Duda sono in inferiorità numerica contro i centrocampisti brianzoli, aiutati dalle continue corse di sacrificio di Dany Mota. Con un baricentro molto basso, comincia a diventare fondamentale Milan Djuric, pivot dell’attacco del Monza e prima soluzione per le uscite della squadra di Nesta. Nella fase centrale della ripresa il Verona sfiora più volte il pareggio, ma in ogni conclusione degli uomini di Zanetti ci sono le mani sicure di Turati, autore di diverse parate salva-risultato. Al 74′ il Monza raddoppia: rinvio di Turati verso Djuric, che a memoria spizza alle spalle della difesa, dove arriva l’inserimento di Dany Mota che fredda Montipò e cala la doppietta. Quattro minuti dopo la squadra di Nesta cala il tris: altro rinvio di Turati e altra incornata di Djuric, sul pallone arriva in anticipo Faraoni, che si fa soffiare palla da Bianco, appena entrato, che in scivolata supera in uscita Montipò. Vittoria di carattere per il Monza, la prima in campionato, che sancisce la momentanea uscita dalla zona retrocessione. Con i tre punti la squadra di Nesta sale a quota 7 punti e stacca di un punto il Lecce terzultimo. Continua il periodo no del Verona, ancora una volta in difficoltà nella fase difensiva e poco produttiva nella trequarti offensiva, dove stanno mancando le giocate di Lazovic e Suslov.

LA TOP11 DELL’8ª GIORNATA:

Grafica: Julya Marsala

Classe 2005. Studente in Scienze della Comunicazione all’Università degli Studi di Palermo. Amante del calcio fin da bambino, vivo ogni partita con la stessa passione del primo giorno. Aspirante giornalista con una passione per lo storytelling e gli editoriali.

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Calcio

Il Supercommento della 22ª giornata di Serie A

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Il commento completo di tutte le partite, con la Top11 alla fine, della ventiduesima giornata di Serie A.

Torino-Cagliari

La prima doppietta di Che Adams regala i tre punti al Torino

A Torino, la squadra di Vanoli parte fortissimo. Al quarto minuto, i granata sfiorano il primo gol dell’incontro con Karamoh, raggiunto dopo centoventi secondi grazie alla girata di Adams che, dopo essere stato servito alla perfezione da Ricci, si gira spalle alla porta e sblocca la gara. Al 29’, i granata si affacciano nuovamente nell’area di rigore avversaria con il lancio che taglia tutto il campo di Maripan, ricevuto da Karamoh che però non trova successo grazie all’opposizione di Caprile, che spedisce il pallone in una zona sicura. Prima della fine del primo tempo, il Torino continua ad attaccare alla ricerca del secondo gol, sfiorato in due occasioni e negato in altrettante volte da due interventi di Caprile, che nonostante i tantissimi tiri subiti, si dimostra un portiere affidabile e con forte potenzialità. Dai piedi di un ispiratissimo Karamoh, il Torino trova la seconda rete con Lazaro, annullata successivamente per un fuorigioco dello stesso francese. La fiducia che porta al secondo gol (seppure annullato), trascina il Torino ad attaccare in maniera continua e convinta. Un mix di sfortuna e bravura dell’estremo difensore sardo nega al Torino il tanto atteso secondo gol: sul colpo di testa di Tameze, avvenuto dopo un’azione da manuale, il miracolo di Caprile salva ancora il risultato, mentre due minuti dopo, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Che Adams colpisce il palo a porta vuota dopo essere stato servito dalla spizzata di Tameze. A riassumere una serata perfetta dal punto di vista del gioco e sintomo di una serenità “ritrovata”, il Torino raddoppia nuovamente con Che Adams che coglie il pallone carambolato in area di rigore dopo la traversa di Karamoh e dopo un paio di finte e una deviazione trova il suo settimo goal in serie A.
Il Torino torna a vincere dopo quattro pareggi di fila, salendo a quota 26 punti. Arriva una sconfitta pesante per il Cagliari, che più che danneggiare la classifica, danneggia il morale degli uomini di Nicola, dopo la grandissima vittoria avvenuta per quattro a uno contro il Lecce.

Como-Atalanta (A cura di Dennis Rusignuolo)

Retegui guida la rimonta bergamasca sulle sponde del Lago

La fiducia degli uomini di Fabregas si evince anche dal modo in cui i lariani approcciano la gara, subito molto vivaci nella pressione e nella gestione del possesso. In risposta a un avvio poco intenso dell’Atalanta il Como cerca rapidamente la giocata in verticale verso Diao, schierato come riferimento centrale per non lasciare riferimenti alla difesa bergamasca. Le difficoltà della prima fase di gara si evidenziano nei pochi palloni giocati e gestiti da Lookman e Retegui, rinchiusi dalla gabbia costruita da Fabregas. Lo scacchiere del tecnico spagnolo perde una pedina fondamentale al 25′ con Alberto Moreno che alza bandiera bianca per un problema muscolare, al suo posto Felipe Jack. Alla mezz’ora il Como trova il vantaggio: riaggressione alta sui difensori della Dea, Da Cunha scippa il pallone a Kolasinac, Fadera si prende il pallone, lo serve all’indietro per Nico Paz che non ci pensa su e scarica un mancino sotto la traversa che manda fuori tempo Carnesecchi. Lo show di Nico Paz continua nel corso del primo tempo, e il sesto centro in campionato dell’argentino non fa altro che enfatizzare l’armonia e la qualità della manovra del Como, e dall’altra parte dimostra le difficoltà nella prima frazione degli uomini di Gasperini, completamente fuori partita e incapaci di accennare una reazione. Al pomeriggio nero dell’Atalanta si aggiunge l’uscita anticipata di Marten De Roon, costretto al cambio per un problema alla testa scaturito da uno scontro di gioco con Perrone. Gasperini inizialmente sceglie Pasalic ma al rientro dagli spogliatoi a rilevare l’olandese è De Ketelaere, oltre alla staffetta tra Bellanova e Zappacosta, due mosse che hanno l’obiettivo di accendere la miccia. La scossa inizialmente non arriva, merito del baricentro alto voluto da Fabregas, e le prime conclusioni della ripresa sono tutte dei lariani, prima con Strefezza e poi con Perrone. A sobbalzare il copione della gara ci pensa Gasperini, che inserisce Ruggeri e Brescianini. Il numero 44 è subito decisivo nella percussione laterale che porta al cross in area, Retegui prende il tempo su Kempf e timbra il cartellino per la quindicesima volta in Serie A, la quarta gara consecutiva tra campionato e Champions League. Nel Como sembra rompersi qualcosa, l’intensità del pressing lariano cala vistosamente e Fabregas ripesca Cutrone e Caqueret per rinforzare la presenza in avanti. Nei successivi due minuti l’Atalanta ribalta il risultato: prima Lookman trova il mancino vincente, rete annullata per fuorigioco, poi Mateo Retegui riceve un altro assist di Brescianini, apre il piatto sul primo palo e aggiorna il suo score, che adesso cita 16 gol in 20 partite. Fabregas ricerca una reazione affidandosi al doppio centravanti. Belotti aggiunge perso all’attacco lariano, Cutrone trova anche il pareggio ma in posizione di fuorigioco. L’Atalanta pressa forte su Belotti e trova il 3-1 in contropiede, De Ketelaere vince una serie di rimpalli e in tre tentativi chiude la partita. A regalare un barlume di speranza ci pensa il VAR, che revoca la rete al belga per un tocco di braccio  dello stesso CDK in uno dei rimpalli. L’assalto finale del Como arriva, l’Atalanta comincia a palesare segni di stanchezza, il gioco lariano si sviluppa sugli esterni ma è al centro dell’area che l’Atalanta riesce a chiudere ogni spazio, issando la barricata attorno a Carnesecchi. Una vittoria sporca, l’ennesima di questa fase del campionato, per la squadra di Gasperini. Un successo che mancava in campionato da quasi un mese, tre punti che arrivano ancora una volta arriva grazie agli impulsi portati dalla panchina, ma soprattutto nel destro, e nel sinistro, di Mateo Retegui. Due firme che sanciscono un nuovo allungo in vetta per quanto riguarda la classifica marcatori, mentre la Dea si mantiene in scia di Inter e Napoli e sale a quota 47 punti. Dall’altra sponda del lago, il rammarico del Como è quello di non essere riuscito a indirizzare la gara nel primo tempo, in cui i lariani erano in netto controllo del gioco. Se da un lato il Como si dimostra sempre più a suo agio con il pallone tra i piedi, lo stesso non si può dire quando bisogna fare muso duro. La classifica della squadra di Fabregas rimane bollente, ma nel bollore generale i lariani si stanno confermando un’autentica mina vagante.

Napoli-Juventus

La testata di Anguissa e il penalty di Lukaku rispondono alla prima gioia bianconera di Kolo Muani. Al Maradona, il Napoli batte 2-1 la Juventus. Antonio Conte vince contro il suo passato, infligge la prima sconfitta in campionato ai bianconeri e allunga momentaneamente sull’Inter.

Empoli-Bologna (A cura di Simone Scafidi)

Muro Castellani, il Bologna frena ad Empoli

Nell’anticipo del sabato sera si affrontano le compagini di Zanetti e Italiano, con i rossoblu reduci dal turno infrasettimanale di Champions. Dopo un inizio di primo tempo abbastanza monotono, gli azzurri passano in vantaggio al 23’, con il cross di Pezzella che trova al centro dell’area di rigore Lorenzo Colombo, il cui gol da rapace d’area porta in vantaggio l’Empoli. A poco istanti dal duplice fischio, un’uscita a vuoto di Vasquez fa tremare il Castellani, che tira un sospiro di sollievo dopo il pallone gettato via da Goglichidze. Sulla rimessa laterale che ne scaturisce, Benjamin Dominguez colpisce al volo il pallone servitogli da Lykogiannis e insacca il gol del pareggio, cogliendo Vasquez impreparato. Al 55’ un tiro-cross di Fazzini impensierisce Skorupski, che viene aiutato dalla sua difesa a spazzare il pallone. Il secondo tempo è quasi totalmente privo di occasioni, con Vasquez e Skorupski che seguono la partita da spettatori non paganti, almeno fino al 73’, quando il Bologna aumenta l’aggressività e Vasquez viene chiamato in causa un paio di volte, senza commettere però interventi particolarmente decisivi. Al Castellani arriva, al 95’, il triplice fischio, che sancisce la fine di un match aperto e chiuso tutto nel primo tempo.

Milan-Parma (A cura di Simone Scafidi)

Milan carismatico, Parma pessimo, clamoroso 3-2 a San Siro

Nel lunch match della domenica, il Milan rischia molto, ma esce con tre punti contro un Parma più che rivedibile, al termine di un match clamoroso. Dopo un’iniziale fase di studio, la lancia che trapassa lo scudo arriva dai ducali, con Cancellieri che al 23’, buca la difesa rossonera, a seguito di un’ottima discesa sull’out di destra, insaccando il pallone sul secondo palo con il sinistro. La reazione del Milan non si fa attendere, e appena dieci minuti dopo la squadra di Conceicao approfitta di un fallo totalmente inutile di Suzuki e si guadagna un calcio di rigore, realizzato dal solito, infallibile, Christian Pulisic. A inizio secondo tempo l’allenatore portoghese stravolge tutto in maniera clamorosa: fuori Theo e Leao, per Bartesaghi e Bennacer. Il secondo tempo inizia e prosegue con ritmi bassissimi, ma la partita assume un finale elettrizzante dal 78’ in poi. Prima, sulla costruzione non perfetta del Milan, il Parma ne approfitta e Delprato porta in vantaggio i suoi sulla sinistra respinta di Maignan al tiro di Kamara. All’88’ il Milan pareggia con Pavlovic, che però si vede annullare la gioia del gol per una posizione irregolare. Sembra finita per i rossoneri, che però con cuore e grinta non mollano mai la presa. Al 92’ il solito Reijnders scaccia via gli incubi del Milan, siglando il gol del 2-2 che rialzerebbe una partita fino a questo momento pessima. Pochi secondi dopo Jovic spedisce alto un pallone complicatissimo che avrebbe portato i tre punti, successivamente ipotecati dal gol allo scadere di Chukwueze, che con la coscia batte Suzuki e fa impazzire di gioia San Siro. Forte di questa vittoria, il Milan può andare ad affrontare un fondamentale ultimo turno di Champions, che può significare il raggiungimento di importanti traguardi, mentre il Parma sprofonda sempre di più, e deve cercare una soluzione per rialzarsi.

Udinese-Roma (A cura di Marco Rizzuto)

I giallorossi tornano a vincere in trasferta, Pellegrini e Dovbyk ribaltano tutto al Bluenergy

L’avvio tra Udinese e Roma non regala particolari emozioni, l’infortunio al sesto minuto di Isaak Tourè costringe Runjaic a mettere mano alla panchina prima del previsto, mandando in campo Kabasele. Il primo squillo del match è della Roma, il neoarrivato Renshc riceve palla dalla sponda di Dovbyk e calcia col mancino da fuori area, impegnando Sava in tuffo. A sorpresa l’Udinese passa in vantaggio al 38′ con Lorenzo Lucca, la punta bianconera controlla il lancio di Lovric, calciando forte sotto la traversa. L’ex Pisa si dimostra ancora una volta fondamentale per l’offensiva bianconera, andando a segno per l‘ottava volta in campionato. Alla ripresa assistiamo ad una Roma più vivace e decisa alla ricerca del pareggio. Al 48′ il tentativo di sombrero di Pellegrini viene contrastato con il braccio largo di Kabasele e l’arbitro assegna il penalty a favore dei giallorossi. Il capitano giallorosso dal dischetto non sbaglia, rimettendo tutto in parità. Galvanizzata dal gol e dalla spinta dei tifosi, la Roma spinge per la rimonta e all’ora di gioco, viene fischiato un secondo calcio di rigore a favore degli ospiti, stavolta l’errore è di Sava che in uscita sul lancio lungo di Shomurodov manca il pallone travolgendo El Shaarawy. Dagli undici metri non si ripresenta Pellegrini, bensì Dovbyk dimostrandosi anch’esso uno specialista, spiazzando Sava e ribaltando il risultato. Nonostante il ribaltone e mezz’ora piena da giocare, l’Udinese non mostra cenni di ripresa e la Roma domina per tutto il secondo tempo. Sul finale ci prova Zalewski da fuori area ma il pallone termina al lato. L’ultima occasione del match passa sempre dai piedi dei giocatori giallorossi: il traversone di Dybala spiove in area per la testata di Shomurodov sventata da Sava, in successione ci prova Mancini sottoporta ma l’Udinese si salva in qualche modo. Il triplice fischio sancisce il ritorno alla vittoria in trasferta dei giallorossi, l’ultima volta proprio al Bluenergy Stadium lo scorso aprile. La Roma si porta al nono posto a trenta lunghezze, distanziando Torino e Udinese di quattro punti.

Lecce-Inter

Poker nerazzurro al Via del Mare

In una a gara in cui i nerazzurri non possono sbagliare, gli uomini di Inzaghi entrano in campo con il piede giusto: il ritorno dal primo minuto di Frattesi allontana definitivamente le voci di mercato e aggiunge quel brio attorno al centrocampo nerazzurro che mancava da un po’ di tempo. Non è una novità infatti la che la prima rete dell’incontro, arriva proprio grazie al tap-in di Frattesi che, attacca la profondità, e riceve l’assist da Thuram, protagonista di un’azione in solitaria che ha mandato in confusione tutta la difesa giallorossa. Nei successivi minuti, complice una serie di dormite della difesa di Giampaolo, l’Inter si divora una grossa canche con un errore da matita blu di Thuram, e si vede annullare subito dopo, (e nel giro di due minuti), due occasioni importantissime concluse con i gol di Carlos Augusto e Frattesi, reti entrambe annullate per fuorigioco. Su un passaggio errato del Lecce, l’Inter trova il secondo goal con il suo ritrovato Lautaro Martínez che, riceve palla, e dopo un dribbling mira all’angolino e beffa Falcone con un tiro potentissimo, gol che manda il capitano nerazzurro a quota nove gol in campionato. Il tiro di Dorgu tra i due goal nerazzurri, e la conclusione di Krstovic al 54º, sono le uniche due azioni di un Lecce privo di immaginazione nell’attaccare la difesa avversaria. Il terzo gol della gara arriva qualche minuto più avanti quando il colpo di tacco di Lautaro, innesca Dumfries sottoporta che, con il mancino, scarica il pallone sul secondo palo e firma il tris nerazzurro. A mezz’ora dalla fine, l’intervento in ritardo di Falcone su Frattesi regala l’Inter la possibilità di chiudere definitivamente la gara, dagli undici metri si presenta Taremi che rimane freddo e segna la quarta rete per l’Inter, trovando il gol che ipoteca la vittoria, che equivale alla 200ª vittoria in serie A da allenatore per Simone Inzaghi, il più veloce di sempre a raggiungere tale traguardo.

Lazio-Fiorentina

La Viola supera la Lazio all’Olimpico

Dopo soli dieci minuti, la Fiorentina trova il gol del vantaggio con Adli: dopo essere stato servito da un cross di Gosens, l’ex centrocampista del Milan, trova la sua terza rete in Serie A con un tiro al volo. A complicare maggiormente la situazione in in casa Lazio, si ci mette Marusic, che perde la marcatura di Beltran e lo lascia libero di colpire in solitaria e trovare la rete del raddoppio viola. Dopo aver trovato due gol in due azioni, la viola sfiora la terza rete con la rovesciata di Guðmundsson che si stampa sul palo dopo la sponda di testa di Kean. Nella ripresa la gara il ritmo cala, con Fiorentina che si limita a difendere il risultato, e con la Lazio che prova imperterrita a trovare la rete che riapre la partita, sfiorata al 67º nell’occasione della mischia tra De Gea e Castellanos. L’ultima occasione della Fiorentina arriva a dieci dalla fine, con la conclusione di Kean che termina alta. Baroni e i suoi riaprono la gara nel primo dei sei minuti di recupero con Marusic, gol che arriva dopo un calcio di punizione battuto da Zaccagni e un contro cross di Hysaj. Le occasioni più nitide della Lazio però arrivano nei successivi minuti, quando il tiro di Marusic viene miracolosamente salvato da De Gea, e la conclusione di Pedro a recupero scaduto termina sul palo. Dopo 6 turni di stop e senza successo, torna a vincere la Fiorentina di Palladino, mentre la Lazio perde non solo una sfida importantissima per il morale, ma perde anche la possibilità di salire a +5 dalla Juventus

Venezia-Hellas Verona (A cura di Marco Rizzuto)

Al Penzo vince la paura, 1-1 tra poche emozioni e aria di addio

Il match salvezza si apre con un brivido dopo dieci minuti per il Venezia, Serdar recupera palla in zona pericolosa e con un’azione personale si libera in area calciando forte sul primo palo, Stankovic è reattivo e respinge col piede. Dopo i primi minuti giocati a ritmi molto alti, regna l’equilibrio fino alla mezz’ora dove, il Venezia passa in vantaggio con Zerbin: l’ex Napoli dopo la conclusione murata di Pohjanpalo si avventa sul pallone vagante e batte Montipò di sinistro, trovando il suo primo gol in Serie A. Per il Verona calano le tenebre, poco dopo lo svantaggio Tengstedt è costretto a dare forfait per una botta alla caviglia, al suo posto Kastanos. Il primo tempo termina senza altre occasioni, con gli scaligeri che devono assolutamente reagire per non uscire sconfitti da questo scontro salvezza. La ripresa inizia senza particolari occasioni, perciò Zanetti provvede a mandare in campo Mosquera, punta di spessore, al posto di Bradaric. Al 76′ il Verona trova la rete del pareggio sfruttando al meglio un contropiede avviato dalla propria area di rigore: lancio lungo per la corsa di Mosquera che scarica in area per il tiro di Sarr, la cui conclusione diventa un assist perfetto per Tchatchoua che, appoggia in rete e riporta la luce al Verona. A cinque dalla fine Busio sfiora il gol calciando dal limite sulla sponda di Zampano ma, Montipò in allungo nega la rete deviando in calcio d’angolo. Il derby del veneto si chiude in parità, un punto a testa che non smuove più di tanto la classifica. Verona che arriva a quota venti punti scavalcando il Lecce per differenza reti, uscendo così dalla zona rossa della classifica. Discorso più complicato per il Venezia, sedici punti e diciannovesima posizione, a meno quattro dalla salvezza, con il Monza alle calcagna. Per i lagunari la sfida si fa sempre più ardua, e l’addio imminente di Pohjanpalo, direzione Palermo, rischia di diventare determinante.

Genoa-Monza (A cura di Marco Rizzuto)

Il Grifone rialza la testa, in alto mare il Monza che non riesce trovare una cura.

L’ultimo match della ventiduesima giornata si chiude al Ferraris dove il Monza sfiora il vantaggio al primo quarto d’ora, manovra avvolgente dei brianzoli che liberano Kyriakopulos sulla sinistra, il terzino da dentro l’area ma la sfera esce di poco a lato. Alla mezz’ora il Genoa risponde con Pinamonti che di testa centra la porta su assist di Miretti ma, Turati smanaccia rifugiandosi in calcio d’angolo. Nel corner successivo Kyriakopulos trattiene Vasquez con entrambe le mani e l’arbitro assegna il calcio di rigore a favore dei padroni di casa. Dal dischetto Pinamonti si fa ipnotizzare da Turati, che nega in tuffo e incendia il duello con l’attaccante. La prima frazione si chiude con uno 0-0 bugiardo, date le tante emozioni. La ripresa segue lo stesso copione del primo tempo, il Genoa attacca ma non finalizza. Stavolta è Miretti a colpire di testa sul cross di Pinamonti ma, l’ex Juve colpisce in pieno la traversa salvando il Monza. All’ora di gioco il Grifone passa meritatamente in vantaggio con De Winter: traversone al bacio di Martin perfetto per l’incornata vincente del belga che di testa buca Turati facendo esplodere il Ferraris, dopo una partita in cui la porta sembrava stregata. Il monologo rossoblù prosegue incessante e, all’84’ il Genoa raddoppia con Vasquez nuovamente di testa, specialità della gestione Vieira. Allo scadere il grifone sfiora il tris ma Turati si dimostra ancora una volta fondamentale, alzando in corner l’incornata di De Winter. Il match si chiude col trionfo dei padroni di casa, raggiunti Udinese e Torino a ventisei lunghezze. Notte fonda per il Monza che, nonostante il cambio al timone non riescono a correggere la rotta, brianzoli condannati all’ultimo posto della classifica a quota tredici punti.

LA TOP11 DELLA 22ª GIORNATA

Grafica: Julya Marsala

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Calcio

Un grande Napoli infligge la prima sconfitta alla Juventus

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La testata di Anguissa e il penalty di Lukaku rispondono alla prima gioia bianconera di Kolo Muani. Al Maradona, Antonio Conte batte 2-1 il suo passato e allunga momentaneamente sull’Inter.

Le più di cinquantamila voci del Maradona fischiano i bianconeri e incitano la squadra di Conte sin dai primi minuti, segno di una grandissima atmosfera e di una fortissima partecipazione da parte del pubblico partenopeo. Dopo svariati minuti utilizzati come studio da parte di entrambe le squadre, la Juventus sfiora il gol del vantaggio con Yıldız: la manovra offensiva bianconera nasce da un recupero palla di Cambiaso, che successivamente innesca prima Nico Gonzalez e poi Thuram, quest’ultimo riesce a servire con un filtrante il grande inserimento di Yıldız, che si divora calciando a botta sicura il gol del vantaggio, negato anche dal provvidenziale intervento di Meret, che salva il risultato con un intervento di puro istinto. Dopo una serie di minuti dove il Napoli prova a gestire il gioco attraverso il possesso palla, la Juventus riesce a rubare palla e a lanciare in contropiede l’esordiente Kolo Muani, che riesce a guadagnare campo e metri duellando di fisico con Lobotka, sprecando successivamente la ripartenza a causa della conclusione troppo frettolosa di Koopmeiners. Due minuti dopo l’occasione sciupata dal centrocampista olandese, arriva la reazione degli uomini di Conte con la conclusione di Politano che, riesce a calciare con un’acrobazia scomoda, ma non trova lo specchio della porta per una questione di centimetri. Attorno alla mezz’ora di gioco, il tiro di poco a lato di Nico Gonzalez e l’errore nel disimpegno dal basso di Di Gregorio, alimentano e accendono definitivamente la sfida del Maradona. Dopo una ventina di minuti di forcing totale da parte del Napoli, la Juventus prova a reagire per non cadere nella trappola azzurra e riesce a trovare il gol del vantaggio a pochi minuti dal termine del primo tempo, quando l’anticipo di Anguissa, serve involontariamente Kolo Muani, che si gira e spedisce il pallone sul secondo palo, battendo Meret e portando la Juventus in vantaggio. Tra il primo e il secondo minuto di recupero, Cambiaso viene ammonito per un intervento irregolare su Politano. Sul punto di battuta si presenta proprio il numero ventuno azzurro che calcia di prima intenzione e sfiora il gol del pareggio sul finale del primo tempo.

La prima azione della ripresa arriva dai piedi del Napoli, quando dopo la mancata rovesciata di Scott McTominay, viene immesso un altro cross a centro area, dove Lukaku riesce a sovrastare Cambiaso e a colpire di testa il pallone, indirizzandolo verso la porta ma non trovando il gol del pareggio grazie ad un miracolo di Di Gregorio. Sulla scia della grande occasione di Lukaku, il Napoli riesce a ingabbiare la Juventus, pareggiando la sfida al 57′, quando sul cross di Politano, Anguissa insacca il pallone di testa, spedendolo alla destra dell’estremo difensore bianconero. Il quinto gol del centrocampista camerunese, da il via ad una serie di occasioni azzurre che mettono in serio pericolo la Juventus, che a sua volta si affida agli ingressi di Savona e Mbangula per provare a invertire il dominio totale del Napoli, che da inizio ripresa non ha lasciato respiro alla retroguardia bianconera. Il gol della rimonta dei padroni di casa arriva dagli undici metri a causa dell’intervento irregolare di Locatelli su McTominay, che viene giudicato irregolare dal direttore di gara. Dal dischetto si presenta Lukaku che, spiazza Di Gregorio, e porta il Napoli in vantaggio, salendo a quota nove gol in queste prime diciannove giornate di Serie A. Nei minuti successivi al gol del 2-1 del Napoli, la Juventus prova timidamente ad attaccare, senza però mai riuscire a mettere timore alla difesa del Napoli, che riesce a superare il test Juve con un secondo tempo degno di una squadra che lotterà per lo scudetto.

Una vittoria che pesa un macigno, per prestazione e morale. Dopo un primo tempo sofferto a causa del palleggio bianconero, nel secondo tempo la squadra di Conte reagisce e si conquista l’ennesima grande prestazione in un big match. Per la Juve questa è la prima sconfitta nel campionato, ancora una volta si era portata in vantaggio ma nel secondo tempo la squadra di Thiago Motta non è riuscita a contenere la furia agonistica del Napoli. 53 punti per i partenopei, che adesso guarderanno Lecce-Inter con un occhio ben diverso.

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Calcio

La Lazio brilla, la Roma rischia: il riassunto della notte di Europa League

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Ieri sera é andata in scena, in solitaria, la settima giornata della Fase Campionato della nuova Europa League, con la Conference che invece si é conclusa nel precedente turno. In questo articolo capiremo assieme la situazione squadra per squadra, chi rischia e chi già può stare tranquillo, in vista dell’ultimo turno del 30 gennaio. Alla fine inseriamo anche la Top 11 di questa settimana.

Roma, che si fa?

La squadra di Ranieri insacca un ennesima deludente sconfitta. Sul campo dell’AZ Alkmaar la squadra della capitale viene beffata all’80’ dal gol di Troy Parrott, che costringe i giallorossi a lottare con le unghie e con i denti fino all’ultima giornata, in cui affronteranno la sorpresa Eintracht Francoforte, momentaneamente secondo solo alla Lazio di Baroni. Con i tre punti sarebbe stata matematica quantomeno la qualificazione ai playoff, ma con questa disfatta la Roma non vede solo sfumare la possibilità di qualificarsi direttamente alla fase successiva, ma rischia per di più l’eliminazione diretta, trovandosi solamente a 1 punto dal Porto venticinquesimo.

Lazio strabiliante: è storia

La squadra di Baroni domina all’Olimpico e rispedisce a casa una confusa Real Sociedad con un sonoro 3-1. Gila, Zaccagni e Castellanos fanno sognare la Lazio, che, forte dell’espulsione di Aihen Munoz al 30′, prende il sopravvento e si fa bucare solo a poco meno di dieci minuti dalla fine dal gol di Barrenetxea. Il destino adesso é solo nelle mani dei biancocelesti, che, nella peggiore delle ipotesi, si vedrebbero raggiungere a pari punti dall’Eintracht, che però ha +6 di differenza reti, nettamente inferiore al +13 della squadra di Baroni. Sono i favoriti?

Eliminazioni e qualificazioni: la classifica a una giornata dalla fine

Dopo aver parlato della situazione delle nostre italiane, parliamo adesso di quella che é la situazione generale della classifica, che la matematica sta iniziando a definire sempre di più. Continua la delusione Porto, che perde in casa con l’Olympiakos e ora si trova fuori dalla zona playoff, rischiando una clamorosa eliminazione. Stesso destino tocca anche a Braga e Hoffenheim, che perdono rispettivamente contro l’Union Saint-Gilloise, ormai quasi certo dei playoff, e contro il Tottenham, che si lancia al sesto posto. La top 8 é totalmente inattesa, composta da 8 squadre di 7 nazioni diverse: oltre alle già citate Lazio, Eintracht e Tottenham, volano Manchester United (che in Premier sta faticando e non poco) e Steaua Bucarest, che sconfiggono i Glasgow Rangers, ancora in lotta per i playoff, e Qarabag, ormai condannato all’eliminazione. Rimangono in top 8, ma frenano, l’Athletic Bilbao, che cade in Turchia contro il Besiktas per 4-1, il Lione, che non va oltre lo 0-0 con il Fenerbahce e l’Anderlecht, che cade in casa del Viktoria Plzen. Frena anche il Galatasaray, che fallisce l’ingresso in top 8 a causa del pareggio per 3-3 con la Dynamo Kiev, nell’anticipo di martedì. Nel gelo della Norvegia vengono freddate Nizza e Maccabi Tel Aviv, che scivolano sui campi di Elfsborg e Bodo Glimt, entrambe compagini ancora in lotta per i playoff, con il Bodo che potrebbe strappare addirittura una clamorosa qualificazione diretta alla fase successiva. In Lettonia, il Riga Futbol Skola, ormai certo dell’eliminazione, fà la voce grossa e sconfigge un Ajax debole e di poco carattere, così come lo Slavia Praga, che viene definitivamente eliminato dopo la sconfitta con il Paok per 2-0. In Svezia, il Twente batte il Malmo e si regala un’ultima speranza playoff, mentre dà l’addio definitivo al sogno europeo il Ludogorets, che esce sconfitto dal confronto con il Midtjylland, che si lancia al 19º posto, entrando in zona playoff.

In attesa dei risultati dell’ultimo turno, che delineerà la classifica definitiva, ecco a voi la Top 11 di questa giornata, con i migliori giocatori scelti dalla nostra redazione.
TOP 11:
POR Tzolakis (Olympiakos)
DS Gila (Lazio)
DC Lagerbielke (Twente)
DD Henriksson (Elfsborg)
ES Troy Parrott (AZ)
CC Adrian Sut (SCSB)
CC Can Uzun (Eintracht)
ED Rashica (Besiktas)
AS Son Heung Min (Tottenham)
ATT Kasper Hoegh (Bodo)
AD Ivanovic (Union Saint Gilloise)
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