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25 novembre, Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne: educhiamo gli adulti di domani

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Foto: OK!Mugello

Il 25 novembre si celebra la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, un’iniziativa super importante per sensibilizzare tutti su un tema che purtroppo è ancora attualissimo. Ogni anno, questa giornata ci ricorda quanto sia cruciale affrontare il problema della violenza di genere e promuovere una cultura del rispetto e dell’uguaglianza.

È fondamentale iniziare a parlare di violenza – non solo quella verso le donne – anche nelle scuole e fin da piccoli. I bambini sono come spugne che assorbono tutto ciò che li circonda; quindi educarli al consenso, al rispetto reciproco e alla libertà è cruciale! Dobbiamo insegnare loro cosa significa dire “no” e far capire l’importanza del rispetto degli altri. Questo non solo aiuterà a prevenire atti di violenza in futuro, come i femminicidi, ma contribuirà a formare adulti consapevoli delle proprie responsabilità e dei propri limiti.

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Oggi giorno, tutti – donne, uomini e bambini – vivono sotto un patriarcato tossico che limita l’espressione libera ed equa dei diritti. Le vittime del patriarcato non sono solo le donne; tutta la società ne risente. Ancora oggi sentiamo frasi come “giochi da femmina” o “colori da maschio”, oltre all’idea errata dei lavori divisi per genere. Questi stereotipi dannosi vengono inculcati nella testa dei più giovani attraverso discorsi quotidiani e messaggi pubblicitari che perpetuano ideali obsoleti e preoccupanti!

Dobbiamo dare alle ragazze gli strumenti per far sentire forte la loro voce in una società dominata dal machismo senza, però, cedere ai pregiudizi! E allo stesso modo dobbiamo educare i ragazzi a non sopraffare le ragazze, ma allo stesso tempo non essere vittime anche loro di questa cultura patriarcale e maschilista: il vero potere sta nel supportarsi reciprocamente piuttosto che competere su chi comanda di più.

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Inoltre, è essenziale chiarire a entrambi i sessi che non esistono lotte esclusivamente femminili o maschili; ogni forma di discriminazione va combattuta insieme! La battaglia per i diritti riguarda tutti noi, senza distinzione! In questo modo possiamo costruire relazioni sane basate sulla fiducia reciproca invece di alimentare rivalità inutili.

La vera sfida è voler cambiare questi schemi radicati nella nostra cultura: incoraggiare nuove generazioni ad abbracciare valori come empatia, uguaglianza e inclusività può davvero fare la differenza nel lungo periodo. Ricordiamoci sempre che ogni passo verso l’uguaglianza conta: parliamo con amici e familiari della questione, partecipiamo ad eventi informativi oppure semplicemente condividiamo contenuti utili sui social media!

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Uniti possiamo sperare in un domani dove nessuno debba temere per la propria sicurezza o libertà d’espressione; celebriamo questa giornata ricordando tutte le persone  (e soprattutto in questo caso le donne) colpite dalla violenza ma guardando avanti verso una società migliore mentre smantelliamo barriere culturali obsolete.

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Lezioni interrotte al primo liceo occupato a Roma: “Blocchiamo tutto per la Flotilla”

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I giovani studenti del liceo Rossellini di Roma, dimostrano alla capitale l’importanza di attuare manifestazioni più invasive anche all’interno delle scuole: “Rispondiamo all’appello dopo l’attacco’” Il movimento Osa: “È solo l’inizio”.

Dalle piazze alle scuole, blocchiamo tutto” è questa la frase che si legge da uno striscione calato dall’alto affiancato da un disegno della bandiera palestinese, ad attuarlo è stato il primo liceo occupato a Roma, come reazione all’attacco subito dalle imbarcazioni della Global Sumud Flotilla.

Ad appoggiare i giovani studenti, si è unito anche il movimento Osa, dicendo: “Oggi 24 settembre, dopo che la Global Sumud Flottilia è stata attaccata, noi studenti del Rossellini occupiamo la nostra scuola, rispondendo all’appello lanciato dagli universitari di Cambiare Rotta da Lettere occupata, dopo il grandissimo sciopero di lunedì 22 settembre che ha visto a Roma scendere in piazza 200.000 persone e in tutta Italia un milione. Anche noi studenti dei licei partecipiamo al blocco“.

Il collettivo ha occupato la succursale del liceo della zona Ostiense, proprio in sostegno della Global Sumud Flotilla e alla popolazione di Gaza per “continuare la mobilitazione al fianco degli operai, dei lavoratori e degli occupanti“.

LA VOCE DEGLI STUDENTI

Oltre agli striscioni e all’occupazione, gli studenti hanno dichiarato anche delle promesse come: “Dopo gli attacchi di stanotte, le scuole occupano. Apre le danze il Rossellini di Roma ma la protesta è solo all’inizio“, terminando il discorso dopo la fine delle lezioni, davanti il liceo romano Cavour, con una frase per incentivare le altre scuole italiane prendendoli come modello: “Tutti come il Rossellini!“.

Nel frattempo i giovani di Sinistra Italiana e di Cambiare rotta si vedranno nel primo pomeriggio di mercoledì alla Sapienza per decidere come proseguire le azioni di protesta dopo l’attacco della Flotilla. Difatti gli studenti di Cambiare rotta stanno interrompendo le lezioni in alcune facoltà degli atenei romani per raccontare ai loro coetanei, attraverso dei megafoni, quanto avvenuto stanotte agli equipaggi della Flotilla. Hanno poi indetto una assemblea a Scienze politiche alla Sapienza per venerdì alle ore 16, dicendo in merito: “Vogliamo occupare tutte le scuole e le università di Roma e del paese“.

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Greta Thunberg e la Global Sumud: nave colpita da drone in Tunisia -Video

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Dal ronzio al boato: così gli attivisti hanno vissuto l’attacco in piena notte.

Nella notte tra lunedì e martedì la Global Sumud Flotilla, la missione di attivisti diretta verso Gaza, ha vissuto momenti di panico: una delle navi pricipali, la Family Boat con a bordo anche Greta Thunberg, sarebbe stata colpita da un drone militare al largo delle coste tunisine.

Chi era di guardia ha raccontato di aver sentito un ronzio, poi un’esplosione e subito le grida: “Al fuoco, al fuoco!”.

 

L’equipaggio si è svegliato di corsa e ha cercato di mettersi in salvo. Oltre a Greta, sulla nave c’erano anche Yasemin Acar e Thiago Avila, figure chiave nell’organizzazione della Flotilla.

L’azione fa parte di una protesta internazionale e partecipata contro l’invasione israeliana a Gaza. La delegazione stava navigando vicino al porto tunisino di Sidi Bou Said quando è avvenuto l’attacco.

Le autorità tunisine però smentiscono: secondo Houcem Eddine Jebabli, portavoce della guardia nazionale, nell’area non c’erano droni. Per lui il fuoco potrebbe essere stato causato semplicemente da “delle sigarette”.

 

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La Global Sumud Flotilla e il tentativo di aprire un corridoio via mare per Gaza

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Foto: Volere la Luna

Immagina tante piccole barche, cariche di cibo e medicine, che partono da diversi porti del Mediterraneo per andare a Gaza con un doppio scopo…

La Global Sumud Flotilla è un’iniziativa civile (per cui 26 mila persone hanno fatto richiesta) completamente legale che riunisce decine di imbarcazioni protette dal diritto marittimo da 44 paesi (tra cui l’Italia)

Leggi anche: Israele aggredisce la Freedom Flotilla, gli attivisti sono stati sequestrati in acque internazionali: c’è anche Greta Thunberg

L’obbiettivo è rompere il blocco imposto da Israele sulla striscia di Gaza e poter cosi portare aiuti concreti alle persone in difficoltà.

Non a caso il nomeSumud” significa resistenza, perseveranza, resilienza in arabo, e simboleggia la volontà di non arrendersi di fronte all’ingiustizia.

La seconda partenza fissata dopo quella del 31 Agosto (da Genova – Barcellona), era prevista oggi, 4 settembre, con il resto delle barche con partenza prevista da Tunisia, Grecia e Sicilia; tuttavia, è stato poi reso noto che quella da Tunisi è stata posticipata al 7 settembre, a causa dei ritardi accumulati e delle difficili condizioni meteo.

Giorgia Meloni, in proposito, ha affermato che saranno adattate tutte le misure di tutela e sicurezza per poter così garantire il buon esito dell’operazione.

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