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F2: Zak O’Sullivan vince a Montecarlo

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La Feature Race del GP Monaco 2024 di Formula 2 è stata un susseguirsi di eventi mozzafiato e drammatiche inversioni di fortuna che hanno tenuto gli spettatori con il fiato sospeso fino all’ultimo giro.

Il clou della gara è avvenuto nel momento più imprevisto, al 39° giro, quando Durksen e Maloney sono entrati in collisione, costringendo i commissari di gara ad attivare la Virtual Safety Car. In quel preciso istante, Zak O’Sullivan, ancora in attesa del suo pit stop, ha colto l’occasione al volo, rientrando ai box e riuscendo a tornare in pista davanti a tutti, portandosi così in testa alla gara in modo inaspettato e spettacolare.

Prima di questo colpo di scena, la gara era stata dominata da Hadjar. Partito terzo, il pilota della Campos era riuscito a capitalizzare al massimo la partenza difficile di Martins e i problemi tecnici di Verschoor, trovandosi al comando della corsa. Tuttavia, il destino gli ha riservato un’amara sorpresa proprio quando sembrava destinato alla vittoria, e ha dovuto cedere il passo a O’Sullivan.

Ma il dramma non si è limitato a questo momento epico. Prima di tutto c’è stato il tormento di Verschoor, il poleman che aveva guidato gran parte della gara con autorità prima di ritirarsi a causa di problemi al motore, lasciando il campo alla sfortuna. Poi c’è stata la battaglia implacabile di piloti come Bearman, partito dalla dodicesima posizione e capace di recuperare diverse posizioni in una gara magistrale, e Antonelli, che nonostante un passo gara superiore non è riuscito a superare Colapinto.

La gara ha anche conosciuto momenti di tensione e pericolo, come l’incidente tra Durksen e Maloney che ha portato all’attivazione della Virtual Safety Car, fortunatamente senza conseguenze gravi per i piloti coinvolti.

Il GP Monaco 2024 è stato uno degli eventi più avvincenti della stagione fino a questo momento, con una mescolanza di emozioni, strategie e colpi di scena che hanno tenuto incollati gli appassionati di motorsport fino alla bandiera a scacchi. È stato un altro capitolo indimenticabile nella storia di uno dei circuiti più iconici e impegnativi del mondo, confermando ancora una volta che a Monaco tutto può accadere.

Classe 2005. Studentessa in Scienze della Comunicazione all'università degli studi di Palermo. Aspirante giornalista sportivo e social media manager. Grande appassionata di motori, dalla formula1 alle moto.

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F1: Pierre Gasly infiamma il circuito di Jeddah nelle prove libere 1

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La prima sessione di prove libere a Jeddah si apre con grande curiosità e alcune importanti novità tecniche. In Red Bull si testa un nuovo cofano motore pensato per affrontare al meglio le alte temperature, mentre in casa McLaren debutta una nuova ala posteriore. La Pirelli, dal canto suo, porta una mescola più morbida rispetto al passato, scelta che influenzerà sia le simulazioni di qualifica che i long run.

A inaugurare il tracciato sono Lando Norris e Max Verstappen, seguiti a ruota da Piastri. I primi cronometrati vedono subito protagonista il giovane australiano della McLaren, che fa segnare un tempo di riferimento in 1’31”548. Verstappen si inserisce tra le due vetture arancioni, mentre Russell inizia a salire di tono, piazzandosi in terza posizione. Poco dopo, un guizzo di Pierre Gasly lo porta in alto in classifica: si piazza terzo, alle spalle del campione del mondo. Le Ferrari entrano in azione con gomma media: Sainz e Bearman invece optano per le hard. Leclerc e Hamilton restano inizialmente a centro gruppo, con posizioni intorno all’undicesima e dodicesima piazza. Doohan e Bearman sono protagonisti di due bloccaggi separati, sfiorando entrambi il muro in momenti distinti.

La classifica inizia a prendere forma quando le monoposto montano le soft. Sainz è il primo a sfruttarle, scalando subito la classifica. Le McLaren rispondono: Norris si prende il comando con un tempo impressionante, seguito da Piastri, mentre Verstappen si inserisce più indietro. Leclerc migliora e sale in quarta posizione, a mezzo secondo dal leader. Gasly però stupisce tutti: rifila 7 millesimi a Norris con un 1’29”239 che diventa il tempo di riferimento della sessione. Leclerc si avvicina molto ma resta terzo. Intanto, Jack Doohan regala scintille sfiorando il muro, ma riesce a mantenere il controllo dell’Alpine. Hamilton, inizialmente in difficoltà, recupera parzialmente fino all’ottava posizione. Negli ultimi dieci minuti, via alla simulazione passo gara per molti piloti. Norris torna in pista con gomma media e gira con un ritmo sensibilmente più veloce rispetto al resto del gruppo — quasi un secondo più rapido di tutti, e 6 decimi meglio del suo compagno Piastri. Un ritmo che lascia intendere un possibile carico benzina più leggero per l’inglese, dettaglio che alimenta le ipotesi sul lavoro differenziato in casa McLaren. Sul finale, si accendono le simulazioni qualifica anche per le Racing Bulls, mentre la classifica resta congelata: Pierre Gasly chiude in testa davanti a Norris e Leclerc. Piastri si conferma solido in quarta posizione. Ottima prestazione della Williams, con Albon quinto e un sorprendente Sainz settimo. Hamilton non va oltre la nona posizione, appena davanti a Verstappen, apparso oggi più in fase di raccolta dati che alla ricerca della prestazione pura.

Una prima sessione che regala sorprese e lascia aperti molti interrogativi: il passo di Norris, la competitività delle Williams, e il ritmo ancora tutto da scoprire della Red Bull. Ma oggi, sotto il sole di Jeddah, la bandiera a scacchi ha sorriso a Pierre Gasly.

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Oltre il limite: Gran Premio di Arabia Saudita

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Oltre il limite: Gran Premio di Arabia Saudita 

L’adrenalina della Formula 1 è pronta a infiammare nuovamente i cuori degli appassionati. La prossima tappa è l’Arabia Saudita, teatro di sfide ad alta velocità. Il Jeddah Corniche Circuit sorge nei pressi dell’antica città saudita di Jeddah e ha fatto il suo debutto nel calendario della Formula 1 nel 2021; è situato lungo lo splendido lungomare Corniche del Mar Rosso, a circa 30 km a nord del centro città. Grazie alle sue curve veloci e a una velocità media di 252 km/h, è noto per essere il circuito cittadino più veloce dell’attuale calendario, oltre ad essere il secondo tracciato più lungo in assoluto. Il tracciato presenta 27 curve e una lunghezza di 6.174 metri, da percorrere per 50 giri, ed è inoltre caratterizzato da tre zone DRS. Costruito dalla Tilke Company in soli sette mesi, il circuito di Jeddah, nei suoi primi quattro Gran Premi, ha sempre incoronato vincitori diversi, regalando emozioni intense agli appassionati di questo splendido sport. Il primato della pista appartiene al sette volte iridato Lewis Hamilton, che nel primo anno di attività del circuito ha fermato il cronometro a 1:30.734. Il fine settimana sarà caratterizzato da temperature alte e forte umidità, mentre la notte della gara di domenica si prospetta serena e asciutta. 

Oltre alla F1 questo weekend il Jeddah Corniche Circuit ospiterà anche la Formula 2 e la seconda tappa della F1 Academy, in seguito gli orari italiani di tutte le sessioni. 

Venerdì 18 aprile

  • 11:55 Prove Libere 1 F2
  • 13:05 Prove Libere 1 F1 Academy
  • 15:30 Prove Libere 1 F1
  • 17:00 Qualifiche F2
  • 19:00 Prove Libere 2 F1
  • 20:30 Qualifiche F1 Academy

Sabato 19 aprile

  • 14:15 Gara 1 F1 Academy
  • 15:30 Prove Libere 3 F1
  • 17:15 Gara Sprint F2
  • 19:00 Qualifiche F1

Domenica 20 aprile

  • 14:00 Gara 2 F1 Academy
  • 15:25 Feature Race F2
  • 19:00 Gara F1
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Motogp: Top e Flop del Gran Premio del Qatar

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Il Gran Premio del Qatar si congeda lasciando dietro di sé un mosaico di emozioni contrastanti, dove la gioia per alcune performance si mescola all’amarezza per le aspettative disattese. Questo appuntamento stagionale ha offerto spunti di riflessione significativi, con risultati che ridisegnano parzialmente le gerarchie e promettono scintille per le prossime sfide del campionato. In seguito i top e i flop del Gran Premio del Qatar.

Top 

Ancora una volta, Marc Márquez ha ribadito la sua statura di campione, conquistando con determinazione sia la Sprint Race che la gara domenicale. Questa volta, la sua leadership è stata messa leggermente alla prova da un contatto in pista con il fratello, rendendo la sua vittoria meno facile rispetto alle precedenti occasioni. Questa vittoria assume un significato ancora maggiore perché ottenuta su un circuito storicamente ostico per lui, dove non saliva sul gradino più alto del podio dal 2014. Tuttavia, non è stato l’unico pilota che ci ha fatto sognare nel deserto del Qatar, La gara di Maverick Viñales è stata un turbinio di emozioni, concluso amaramente con la penalizzazione del secondo posto. Ha mostrato un ritmo e una competitività impressionanti, rivelando un potenziale raramente espresso in KTM. La sua prestazione è stata una boccata d’ossigeno, una prova di talento che lo proietta verso posizioni di rilievo. La penalità per la pressione delle gomme ha trasformato una gioia in un’affermazione agrodolce, ma la sua velocità e guida restano un segnale incoraggiante per il futuro. Infine abbiamo Franco Morbidelli il quale viene anche lui aiutato dalla penalità del numero 12 della KTM. Conquista un podio dopo una competizione molto astuta da parte dell’italiano perché sin dall’inizio si mette a dettare il passo approfittando le difficoltà dei fratelli Marquez, allontanandosi avendo addirittura oltre un secondo di vantaggio. Verso metà gara però scende fino alla quinta posizione, ma quasi al termine torna in quarta, superando Johann Zarco. Insomma una gara movimentata per Franco che però dimostra una buona prestazione e molta furbizia e intelligenza nella guida. 

Flop 

Abbiamo finalmente assistito al ritorno di Jorge Martin in pista questo weekend,ma la sfortuna quest’anno sembra non dargli pace. Lo spagnolo infatti, nonostante l’intento di fare il meglio, finisce per terra dopo un contatto con Di Giannantonio, che gli provoca ancora un grave infortunio. Martin riporta infatti sei fratture degli archi costali posteriori di destra. In effetti, nonostante il brutto incidente e i conseguenti accertamenti in ospedale, Jorge Martin ha rassicurato i suoi fan tramite i social media sulle sue condizioni di salute, promettendo di tenerli aggiornati sui suoi progressi. A parte la comprensibile situazione di Martin, assistere alle difficoltà delle Aprilia, relegate ai margini della top ten e spesso fuori dalla zona punti, è un boccone amaro, soprattutto considerando le aspettative riposte nel team di Noale dopo i promettenti risultati della passata stagione.

Infine, nella lista dei risultati meno brillanti, spicca Alex Márquez. Lo spagnolo, per la prima volta in questa stagione, ha manifestato una completa perdita di controllo, incappando prima sulla moto del fratello nella partenza e poi rovinando la prestazione di Fabio Di Giannantonio. Nel finale di gara, Alex ha compiuto una rimonta fino alla sesta posizione. Tuttavia, questa performance non è stata sufficiente a mantenerlo in testa alla classifica mondiale, sfumando così una preziosa opportunità per consolidare un altro ottimo risultato.

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