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Calcio

Il Super Commento della 2ª giornata di Serie A

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Grafica: Julya Marsala

Il commento completo di tutte le partite, con la Top11 alla fine, della seconda giornata di Serie A.

Parma – Milan

Il Parma di Pecchia ha dimostrato quanto può essere complicato giocare al Tardini, imponendosi contro il Milan. La partenza lampo dei ducali ha colto impreparata la retroguardia rossonera sin dai primi minuti di gioco e Man ha avuto l’occasione di fare due su due in campionato approfittando della dormita della difesa. Durante tutto il primo tempo si è visto un Milan molto disorganizzato in fase offensiva e traballante nelle retrovie. Il debutto di Pavlovic ha fatto vedere più luci che ombre, il difensore serbo nonostante qualche pallone perso di troppo a centrocampo, si è dimostrato solido nelle marcature e molto rognoso, in più ha sfiorato il gol in due occasioni nel primo tempo dimostrandosi un gande saltatore e un giocatore di carattere. Nel momento in cui i rossoneri sembravano entrati in partita, il Parma si è prontamente chiuso per poi ripartire, sfiorando il raddoppio diverse volte al termine della prima frazione. Nel secondo tempo si è respirata la stessa aria, i ducali alla lunga concedono spazio al Milan che trova la rete del pareggio al 66′ con Pulisic. Ma nel momento in cui i rossoneri sembravano essere in dominio dell’incontro i padroni di casa hanno colpito nuovamente in contropiede, stavolta con Alqmvist, che assiste Cancellieri nel gol vittoria che ha chiuso i giochi. I due nuovi acquisti non hanno deluso e tutto il Parma ha dato l’impressione di essere pronto per questa Serie A. Pecchia ha tramesso al meglio ai suoi ragazzi come stare in campo, e nei due incontri disputati finora il Parma ha conquistato 4 punti. Al contrario, il Milan di Fonseca è ancora molto acerbo. Il ritorno dall’inizio di Theo Hernandez non ha dato la spinta offensiva desiderata, e rimangono ancora tanti i dubbi da risolvere per l’allenatore portoghese, partendo dall’impiego di Loftus-Cheek, oggi nella veste di trequartista mentre alla scorsa arretrato a centrocampo. Sicuramente una partenza sottotono che dovrà cambiare in fretta visti i quattro gol subiti in due partite, troppi se si vuole puntare in alto questa stagione.

Udinese Lazio

L’Udinese trova il primo successo in campionato contro la Lazio. In soli cinque minuti i padroni di casa passano in vantaggio grazie al colpo di testa vincente di Lucca. Per la Lazio è già il secondo gol subito dopo pochi minuti dal calcio d’inizio. Se alla scorsa i biancocelesti non ci avevano messo molto a reagire, questa volta i ragazzi di Baroni hanno fatto molta fatica a trovarsi in campo e rendersi pericolosi per la difesa bianconera, nonostante un possesso palla prolungato, ma inefficace. Nel corso del primo tempo l’Udinese va vicino al raddoppio con Thauvin ma Provedel risponde presente negando la gioia del gol al francese, ispirato dopo l’assist a Lucca nell’occasione dell’1-0. La Lazio sfiora il pareggio solo sul finale del primo tempo dove il pallone messo in mezzo da Zaccagni da calcio d’angolo rischia di trasformarsi in autorete dopo una deviazione maldestra di Lucca. Anche nel secondo tempo, i biancocelesti si addormentano dopo pochi minuti dal fischio d’inizio e Thauvin dopo aver recuperato palla a metà campo entra in area e buca Provedel vincendo il secondo duello. La ripresa fa da specchio alla prima frazione, le poche iniziative e il giro palla troppo lento e prevedibile rende vita facile ai padroni di casa. Neanche l’ingresso in campo di Dia riesce a dare la scossa per accendere la partita biancoceleste. L’Udinese  grazie ad una fase difensiva molto solida conquista i primi tre punti del suo campionato , subendo la rete della bandiera solo al 95′ con Isaksen. Rispetto all’incontro casalingo col Venezia la Lazio è stata meno cinica e molto disorganizzata. Tocca a Baroni trovare la quadra e dare alla Lazio un’identità di gioco più dominante e cinica. L’ottimo approccio alla gara da parte dei ragazzi di Runjaic permette all’Udinese di tornare a vincere in casa contro la Lazio, vittoria che mancava dalla stagione 2012/13.

Monza – Genoa

All’U-Power Stadium il Genoa conquista i tre punti e trova la sua prima vittoria in campionato contro il Monza. Gilardino non perde tempo e schiera sin da subito i due centravanti Vitinha e Pinamonti ma nell’incontro regna l’equilibrio, equilibrio che si spezza solo sul finale del primo tempo con Pinamonti. L’ex Sassuolo alla sua seconda avventura in maglia rossoblù, sblocca la gara con una girata di testa vincente che indirizza il match sfruttando il cross perfetto di Sabelli. Il Monza conferma le difficoltà nel trovare il gol dopo il pareggio a reti bianche di Empoli, problema da estirpare alla radice per puntare ad un campionato tranquillo. Il grifone disputa un secondo tempo ordinato, difendendo senza concedere nulla ma pungendo nelle ripartenze, dando continuità al pareggio casalingo con i campioni d’Italia in carica.

Inter – Lecce

Davanti un San Siro stracolmo peri campioni d’Italia, i nerazzurri battono il Lecce. L’Inter domina sul piano del gioco e trova la rete del vantaggio dopo appena cinque minuti.  I traversoni ‘da quinto a quinto’ a cui ci abituato Inzaghi valgono la rete di Darmian che insacca il cross di Dimarco sporcato da Taremi, siglando il suo decimo centro con la maglia nerazzurra. Dopo la prima batosta subita con l’Atalanta, il Lecce di Gotti non riesce ad entrare in partita e a San Siro si gioca un incontro a senso unico. La ripresa fa da specchio a quello che si è visto nel primo tempo, un Inter affamata di vittoria come ha specificato Inzaghi nel post partita. Al 70′ Calhanoglu raddoppia su calcio di rigore concesso per la trattenuta di Gaspar ai danni di Thuram.  Nonostante l’assenza di Lautaro Martinez (non convocato per un affaticamento), Taremi si è fatto trovare pronto non facendo rimpiangere l’argentino. La ‘panchina lunga’ dell’Inter si riconferma un’arma importantissima per lottare nuovamente al titolo di campioni d’Italia. Partenza in salita per il club pugliese che si ritrova dopo due giornate ancora a zero punti e zero gol fatti.

Fiorentina – Venezia

Non si va oltre lo 0-0 a Firenze tra la Fiorentina e il Venezia. Nel primo tempo i ritmi fanno fatica a decollare ma è la Fiorentina a fare la partita arrivando a concludere in porta con Kouamè, Parisi e Richardson ma Joronen ha vinto tutti i duelli e blindato la porta tenendo in piedi il Venezia. Nonostante il maxi turnover in Conference (9 cambi su 11) , la Fiorentina non riesce ad imporsi sulla neopromossa. Anche nella ripresa i padroni di casa fanno fatica ed il Venezia che prova a prendere campo senza però sbilanciarsi troppo. Il match prosegue sui ritmi iniziali nonostante entrambi gli allenatori abbiano messo mano alle panchine per sbloccare lo 0-0 ed entrambe le formazioni si accontentano di un punto a testa. Palladino manca ancora l’appuntamento con la prima vittoria da allenatore dei viola, mentre il Venezia conquista il suo primo punto in campionato.

Torino – Atalanta

Il Torino conquista la vittoria in un match combattutissimo contro l’Atalanta. Il match si accende subito ed entrambe le squadre regalano spettacolo sin dai primi minuti lottando per non lasciare il comando del gioco all’altra e rendendo l’esito del match impronosticabile. Anche dopo la partenza di Bellanova i granata non hanno sofferto la sua assenza, rimanendo lucidi e imprevedibili in zona offensiva. Il primo gol del match lo ha messo a segno Retegui che dimostra il grande momento di forma, con una girata di testa spedisce la sfera sotto l’incrocio, imprendibile per Milinkovic-Savic. Il Toro reagisce subito pareggiando dopo pochi minuti, Adams dimostra grande personalità nel suo debutto da titolare e con un pallone in verticale mette in porta Ilic che sfugge dalla marcatura di Ederson e mette a sedere Carnesecchi con con uno scavetto pareggiando i conti. Il secondo tempo prosegue a ritmi elevati, cinque minuti dopo l’inizio della ripresa, il Torino sigla il gol vittoria grazie alla determinazione di Che Adams nel seguire l’azione. il tiro di Zapata viene deviato con un miracolo da Carnesecchi ma lo scozzese è il primo a raccogliere la sfera e completare la rimonta a favore di un ottimo Torino, che dopo il pareggio in esterna col Milan alla prima di campionato, passa in vantaggio al 49′ contro un’Atalanta molto agguerrita ma contata in zona offensiva (complice la non convocazione di Lookman). Le occasioni non mancano, ma manca la precisione dell’attaccante puro a De Ketelaere che stampa il palo di testa al 65′ mancando ancora una volta l’appuntamento con il gol. Gli ultimi minuti del match hanno infiammato l’Olimpico Grande Torino, Milinkovic-Savic para un calcio di rigore a Pasalic che si fa ipnotizzare. Con questo intervento magistrale il Toro ha messo le mani sui primi tre punti di questa stagione. Il Toro di Vanoli ha dimostrato di essere una delle squadre più ostiche da affrontare in questo momento della stagione e i principi di gioco del tecnico italiano sembrano già ben improntati nei giocatori granata, in attesa del completamento del mercato .

Roma – Empoli

L’Empoli piega l’Olimpico e merita i tre punti contro i giallorossi. Nonostante la prima grande occasione sprecata da Gyasi, la Roma continua a dimostrare una difesa poco solida e disorganizzata. L’Empoli sfiora il vantaggio una seconda volta in contropiede con Colombo che a portiere battuto, colpisce il legno dopo l’intervento provvidenziale di Svilar su Fazzini, errore da matita rossa per l’attaccante di proprietà del Milan. Sebbene la presenza in campo di Dybala e Soulè, la manovra offensiva è risultata poco cinica e inconcludente con i due argentini che si pestavano i piedi nella stessa zona di campo. L’Empoli trova il vantaggio allo scadere del primo tempo con la rete di Gyasi mettendo in salita il match per i padroni di casa. Alla ripresa, la Roma spinge per il pareggio ma risulta sfortunata colpendo due legni consecutivi nella stessa azione. I toscani sfruttando i buchi lasciati dalla retrovia giallorossa raddoppiano su calcio di rigore trasformato da Colombo, causato dall’intervento sciocco di Paredes ai danni di Esposito. Sul finale la Roma accorcia le distanze con Shomurodov ma il match termina con la vittoria degli azzurri e con l’amaro in bocca per i padroni di casa a causa del terzo legno della serata colpito da Dybala. L’Empoli conquista la sua prima storica vittoria all’Olimpico contro i giallorossi e vola a quattro punti in classifica, la Roma resta ferma ad uno.

Napoli – Bologna

Il Napoli di Conte schiaccia il Bologna, ottiene la prima vittoria stagionale e rialza la testa dopo la pesante sconfitta di Verona. Gli azzurri aggrediscono gli avversari sin dai primi minuti e sfiorano il vantaggio con Raspadori, schierato ancora una volta da prima punta in attesa dell’arrivo di Romelu Lukaku. I rossoblù fanno fatica ad entrare in partita e riescono ad arrivare alla porta difesa da Meret solamente nella prima mezz’ora di gioco. Allo scadere del primo tempo dopo un dominio partenopeo, Di Lorenzo sigla il primo gol stagionale del Napoli di Conte calciando di mancino dopo l’assist illuminante di Kvaratskhelia. Nella ripresa continua il dominio azzurro e la fitta rete di passaggi impedisce al Bologna di imporsi anche nel secondo tempo. Seppure ancora il secondo incontro ufficiale per Vincenzo Italiano, il gioco bolognese dello scorso anno sembra essere ben lontano da quello visto in questa partenza di stagione. Al 75′ il georgiano raddoppia e spegne le poche speranze rossoblù ad un quarto d’ora dalla fine e, nei minuti finali, David Neres si presenta ai tifosi partenopei mettendo l’assist per Simeone chiudendo i giochi al Maradona. Il Napoli di Antonio Conte inizia a prendere forma, mentre il Bologna manca per la seconda volta l’appuntamento con la vittoria, palesando ancora una volta una sostanziosa inconcludenza negli ultimi metri, dove gli attaccanti felsinei (eccetto Orsolini, che però ha segnato su rigore) sono ancora alla ricerca del primo gol su azione.

Cagliari – Como

Un punto a testa tra Cagliari e Como nell’incontro dell’Unipol Domus. Nella prima frazione entrambe le squadre si sono studiate cercando di concedere poco all’avversario. Al 13′ Zito Luvumbo colpisce un legno con una conclusione insidiosa deviata da Reina mentre, intorno alla mezz’ora di gioco, ci ha provato Strefezza dalla distanza. Negli ultimi istanti del primo tempo, Piccoli anticipa Reina e sblocca il risultato a favore degli isolani. Nel secondo tempo il Como spinge per il pareggio scendendo in campo con il piglio giusto. L’1-1 arriva grazie alla zampata di Cutrone, che anticipa Zappa e mette in rete il pallone deviato da Dossena sul corner battuto da Strefezza. Grazie a questo gol, i neopromossi iniziano a credere nel colpaccio e il clima del match inizia ad infiammarsi. Entrambe le squadre creano tanto e concedono tanto. A venti dalla fine Nico Paz svirgola il pallone che carambolando su Cutrone costringe Scuffet a compiere un miracolo per alzare il pallone sopra la traversa ed evitare il gol. Il Como sfiora il vantaggio altre due volte con Cerri sul finale che non ha la lucidità di spedire la palla in rete da posizione ravvicinata. Secondo punto di fila per il Cagliari che non riesce a trovare la prima vittoria tra le mura amiche. Il Como di Fabregas conquista il suo primo punto nel massimo campionato dimostrando coraggio e intraprendenza, mancati nel primo incontro con la Juventus. Il mercato continua a far arrivare giocatori interessanti sulle rive del lago, e adesso i lariani sono chiamati ad alzare sempre di più l’asticella.

Hellas Verona-Juventus

Serviva un’altra prova di forza alla Juve di Thiago Motta, e la prova è arrivata. I bianconeri al Bentegodi sbaragliano il Verona e si prendono la vetta della classifica in solitaria. Le idee intraviste alla prima di campionato contro il Como sono state riconfermate ed hanno portato i loro frutti. Nonostante l’avvio molto corsggioso e intraprendente dei ragazzi di Zanetti , la gestione della gara dei bianconeri è pressoché perfetta. Nel momento in cui la Juve alza il ritmo, comincia a produrre palle gol a profusione e apre la gara grazie a una giocata collettiva in fase di pressione, che porta Locatelli al recupero palla e Yildiz all’assist per Vlahovic. La gara gagliarda e sorniona del Verona prosegue senza sussulti, e al momento del raddoppio di Savona, scelta vincente di Thiago Motta che conferma il suo pieno appoggio nella rosa e nei giovani da impiegare. Nella ripresa il doppio vantaggio spezza le gambe agli scaligeri, con la Juve che controlla senza rischi e trova anche il terzo gol grazie alla giocata di Mbangula e al rigore realizzato da Vlahovic. Una prestazione maiuscola, la seconda per 3-0, che proiettano i bianconeri al primo posto in classifica. Le scelte del tecnico italo-brasiliano, abbinato a un nuovo modo di gestire la fase di pressione e possesso, portano la Juve a essere dominante per lunghi tratti della partita, riuscendo a gestire il ritmo a proprio piacimento. L’inserimento dei nuovi acquisti Douglas Luiz e Kalulu sta avvenendo gradualmente e il calciomercato bianconero sta per presentare sotto la Mole giocatori di caratura internazionale come Conceicao, Koopmeiners, Nico Gonzalez e forse Sancho, con i sogni dei tifosi bianconeri che cominciano a prendere forma, sia in campo che sul mercato. Il big match di domenica sera contro la Roma diventa il primo vero banco di prova per Thiago Motta, al prima confronto in campionato contro una big. Per il Verona un passo indietro dopo la grandissima vittoria di domenica contro il Napoli, ma il lavoro di Zanetti sembra comunque ben rodato all’interno del gruppo squadra, e la trasferta di Marassi diventa un primo scontro fondamentale per capire la reale dimensione del club scaligero in questa Serie A, con la salvezza che rimane l’obiettivo minimo.

 

LA TOP11 DELLA 2ª GIORNATA

Grafica: Julya Marsala

 

Classe 2001. Studente in Scienze della Comunicazione all'Università degli studi di Palermo. Aspirante telecronista/giornalista sportivo e grande appassionato di calcio.

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Calcio

Dany Mota illude, Dumfries entra e la pareggia. Monza-Inter termina 1-1

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Dopo un finale infuocato e deciso da due subentrati, Inter e Monza pareggiano con l’amaro in bocca

In vista dell’importantissima sfida di mercoledì in Champions League contro il Manchester City, Simone Inzaghi schiera dal primo minuto Frattesi, Carlos Augusto e Asslani, tutti all’esordio da titolare in questa Serie A. Il Monza invece, reduce da un buon pareggio strappato contro la Fiorentina, schiera gli stessi undici della sfida del Franchi. Nei primi minuti di gara, Dimarco sbaglia e spreca calciando a lato un pallone sanguinoso perso da Daniel Maldini, quest’ultimo qualche minuto dopo prova a rendersi pericoloso al limite dell’area avversaria con un tiro da fuori che però non impensierisce Sommer. Dopo venticinque minuti, l’Inter va vicina al momentaneo vantaggio con l’inserimento di Frattesi, l’ex Sassuolo si stacca dalla linea dei centrocampisti, si inserisce alle spalle di Lautaro, e sfiora il gol del vantaggio. Con il passare dei minuti l’Inter cresce e il Monza cala, a ridosso dell’intervallo i nerazzurri provano ad aumentare i giri del motore ma non riescono a concretizzare, andando all’intervallo sul risultato di 0-0.

Nella ripresa la situazione non cambia, all’U-Power Stadium i ritmi non decollano ed entrambi gli allenatori mettono mano alla panchina, nel tentativo di sbloccare una gara che non eccelle di occasioni da entrambe le parti. Con l’ingresso di Zieliński, l’Inter si affaccia nell’area di rigore del Monza con Dimarco, che fraseggia e scambia palla con neo entrato Zieliński, nel tentativo di pescare a centro area Thuram o Taremi, quest’ultimo subentrato al posto di Lautaro Martinez. Dopo un paio di minuti con scarsi risultati offensivi, Inzaghi prova il tutto per tutto, buttando nella mischia sia Arnautovic che Correa.  A meno di dieci minuti dalla fine, il neo entrato Dany Mota manda i tifosi di casa in delirio, l’attaccante brianzolo vola in cielo e anticipa Pavard siglando il suo primo gol in questa Serie A. A tre minuti dal novantesimo, un altro subentrato lascia il segno in una gara dalle mille facce, il cross di Carlos Augusto messo a centro area pesca l’inserimento di Dumfries, anche lui al primo gol stagionale. Nei quattro minuti di recupero, entrambe le squadre non affondane e si portano a casa un pareggio amaro.

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A Theo e Leao bastano due minuti per riprendersi Milano, il Genoa beffa la Roma allo scadere

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Theo Hernandez e Leao ripagano la fiducia di Fonseca in novanta secondi. I rossoneri schiacciano il Venezia e rialzano la testa in vista della Champions e del derby imminente. La Roma manca nuovamente l’appuntamento con la prima vittoria stagionale, l’incornata di De Winter rovina la festa allo scadere.

Milan – Venezia

Un Milan travolgente ha riportato la luce a San Siro facendo sprofondare il Venezia sul fondo della classifica. La gara si inaugura con la partenza a razzo del Milan, che va in vantaggio dopo appena un minuto e trenta secondi proprio i giocatori finiti nell’occhio del ciclone mediatico: Leao serve col tacco Theo Hernandez che in corsa si imbuca in area e insacca sotto le gambe di Joronen con una conclusione rasoterra. Il blackout iniziale non scoraggia inizialmente la formazione di Di Francesco che tenta di sfruttare le corsie laterali (maggior punto debole dei rossoneri in questo avvio di campionato), per poi servire gli incursori a centro area, dove Oristanio e Pohjanpalo tentano più volte la coclusione. La voglia di rivalsa del Milan mette ai ferri corti il Venezia che continua a vacillare in difesa e subisce il raddoppio su calcio d’angolo al quarto d’ora: il pallone calciato a rientrare da Pulisic entra in rete grazie al tocco finale di Fofana. I Lagunari da lì in poi sprofondano nell’oblio perdendo concentrazione e lucidità, concedendo ben due calci di rigore ai rossoneri che nel giro di cinque minuti, con i penalty trasformati da Pulisic e Abraham chiudono una gara mai stata in discussione. Dopo tre giornate altamente insufficienti, il Milan archivia la pratica Venezia con quattro gol in mezz’ora (non accadeva dagli anni ’50). Grazie a questo enorme vantaggio, la squadra di Fonseca comanda i ritmi del gioco permettendo al tecnico portoghese di far rifiatare i suoi, in vista dell’impegno di martedì sera con il Liverpool, l’esordio della nuova Champions League. La serata complicata del Venezia si aggrava ancor più con l’espulsione di Nicolussi Caviglia per un’entrata pericolosa, che costa il doppio giallo e l’annullamento del gol della bandiera di Zampano. Il fischio finale decreta una rinascita per i rossoneri che sono chiamati a confermare questa rinascita in vista del derby della prossima giornata (Domenica 22 settembre alle 20:45). La prestazione opaca dei Lagunari, che non sono mai entrata in partita, lascia tante incognite sulla gestione del tecnico ex Frosinone, dopo quattro giornate sono tre sconfitte e un pareggio con un solo gol all’attivo e ben otto subiti.

Genoa – Roma

L’avvio di gara a Marassi vede un inizio molto frammentato con diversi duelli in mezzo al campo. Dopo l’incontro con la Juventus, De Rossi riconferma Pisilli dall’inizio con l’intento di creare un centrocampo più folto rinunciando a Soulé. Al 12′ l’allaccio tra De Winter e Dybala dentro l’area accende le polemiche per il mancato penalty a favore dei giallorossi, sebbene l’argentino sembrava in anticipo. Alla mezz’ora la Roma alza i giri e sfiora il vantaggio con Dovbyk , ma l’istinto di Gollini vince sull’ucraino. Poco dopo l’estremo difensore italiano si rende protagonista una seconda volta, sventando la conclusione mancina di El Sharaawy. Le iniziative giallorosse rendono completamente passivo il Genoa, costretto a rintanarsi nella propria metà campo. Al 37′ la conclusione di Pisilli (uomo in più per qualità e corsa in mezzo al campo), deviata da Gollini, favorisce il tap-in vincente di Dovbyk che trova la sua prima rete in Serie A. La rete del vantaggio galvanizza la Roma che cerca il raddoppio giocando a due tocchi contro un Genoa mentalmente spento. L’intervallo permette ai padroni di casa di schiarire le idee per tornare in partita. Nella ripresa troviamo un altro Grifone, molto più aggressivo e compatto, l’ingresso in campo di Malinovskyi rende più fluide le iniziative offensive, e quello di Vitinha completa il tridente d’attacco. Le scelte di Gilardino hanno invertito la passività del primo tempo a favore di grandi iniziative offensive alla ricerca del pari. All’ultimo respiro il cross di Vitinha trova la testata vincente di De Winter, che rovina la festa ai giallorossi che pregustavano la prima vittoria stagionale. I cambi di Gilardino hanno stravolto le sorti del match, mentre la Roma deve accontentarsi di un punto che sta molto stretto, e adesso De Rossi dovrà fare i conti con gli infortuni di Saelemaekers e Pellegrini.

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Calcio

Il Como si fa rimontare nel finale. Reti bianche tra Empoli e Juventus

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Resoconti e spunti delle prime due gare della 4ª giornata di Serie A. In attesa degli esordi in Champions League, Bologna e Juventus collezionano due pareggi in casa di Como ed Empoli.

Como-Bologna

Una prima al Sinigaglia dal sapore dolce-amaro per il Como di Fabregas. Nel primo match della quarta giornata i lariani inaugurano il proprio campionato casalingo con un pareggio contro il Bologna. Nelle prime battute della gara si vede subito come il Como voglia riscattare le prime tre gare, giocate al di sotto delle aspettative, e in avvio si intravede come la scelta di Fabregas di tenere fuori Belotti (con Nico Paz in coppia con Cutrone) renda imprevedibile l’attacco lariano. L’attacco della profondità di Cutrone propizia il vantaggio del Como, grazie allo scambio con Fadera e il cross basso deviato dal piedi di Casale, per il primo gol stagionale al Sinigaglia. Nel momento in cui il Bologna comincia a trovare spazio, prevalentemente sulla destra, comincia a rannicchiare il Como nella propria metà campo, ma l’idea della squadra di Fabregas è ben precisa: recupero palla, possesso rapido e verticalizzazione verso gli attaccanti. Il fraseggio dei lariani ingabbia completamente il centrocampo a tre disegnato da Italiano, cosi come era successo nel match contro il Napoli, e il continuo movimento armonico della trequarti del Como manda in continua confusione la squadra di Italiano. Nel secondo tempo Italiano cambia subito, con l’inserimento di Fabbian al posto di Aebischer. La musica non cambia nei primi minuti perché il Como continua a pressare e ripartire con ordine e ferocia. Al 50’ ancora un recupero alto e una verticalizzazione fulminea di Strefezza spiana la strada a Cutrone, lasciato libero da Miranda e abile nel piazzare alle spalle di Skorupski il 2-0, riscattando l’errore dal dischetto dell’ultimo match di Udine. La reazione del Bologna prova ad arrivare dalla panchina con gli innesti di Castro e Iling Jr. e sono proprio i nuovi entrati a dare la scossa che serviva ai felsinei. La ‘garra’ di Santiago Castro permette al Bologna di avere un pivot in avanti su cui appoggiarsi per ripartire,  e dopo tre giornate a secco l’attaccante realizza il suo primo gol in questa Serie A, approfittando di una palla vagante in area dopo una conclusione di Odgaard stoppata da Kempf. Nel finale il Bologna si riversa tutto in avanti, il Como comincia a peccare di lucidità, fisica e mentale, e Iling Jr. si inventa il gol del pareggio, con una conclusione a giro che si insacca alle spalle di un inerme Audero. Un pareggio che proietta il Bologna all’esordio in Champions League, mercoledì alle 18.45 al Dall’Ara contro lo Shaktar. Ancora una volta la squadra di Italiano subisce l’intraprendenza degli avversari, ma rispetto alle gare precedenti riesce a reagire ed evitare una sconfitta che avrebbe inguaiato terribilmente il percorso del tecnico ex Fiorentina sulla panchina felsinea. Tanto rammarico per il Como, autore di una gran prestazione che però non ha portato i tre punti. Il blackout dell’ultimo quarto di gara è l’aspetto su cui Fabregas dovrà lavorare, ma le ottime risposte ottenute da Nico Paz, da Strefezza e Cutrone hanno mostrato tutte le qualità di questo Como, alla ricerca della prima vittoria in campionato. 

Empoli-Juventus

Alla ricerca di soluzioni e sopratutto risposte, in avvio le due squadre approcciano con il freno a mano tirato, cercando di non scoprirsi vistosamente. Nonostante il sostanziale equilibrio, il tanto movimento iniziale dei bianconeri sembra poter indirizzare la gara nei primi minuti, specialmente nel continuo scambio di posizione dei tre trequartisti e Cambiaso ma l’Empoli si conferma in grande spolvero, dopo un avvio di stagione di altissimo livello. La squadra di D’Aversa approfitta di una fase un po’ caotica della gara, con tutti i nuovi innesti schierati da Motta dediti a trovare la posizione e l’equilibrio in campo, e impone il proprio pressing uomo su uomo, con una pressione costante e feroce sui portatori di palla bianconeri. La giocata codificata tra Pezzella e Gyasi spaventa la retroguardia bianconera, con Kalulu che chiude in calcio d’angolo. Il poco ritmo della gara non presenta occasioni, con la Juve che comincia a trovare soluzioni grazie ai corner di Douglas Luiz e Koopmeiners, come in occasione del miracolo di Vasquez sulla zuccata di Gatti. Nella ripresa l’Empoli la pressione. Il gioco dei toscani si appoggia prevalentemente sulle sponde di Colombo, in costante lotta con l’asfissiante marcatura di Bremer. Nel corso della prima frazione l’attaccante italiano riesce a trovare le misure e si costruisce un’occasione in cui serve l’intervento in tuffo di Perin. Nella ripresa i bianconeri provano ad alzare i giri del motore, ma la pressione della squadra di D’Aversa non si affievolisce. L’occasione più nitida della gara bianconera arriva da un tracciante di Nico Gonzalez, che apre il campo all’inserimento di Vlahovic che non riesce a battere Vasquez, provvidenziale in uscita. La grande prova difensiva dei centrali dell’Empoli non lascia molte occasioni alla Juve, che sfiora il vantaggio con un tocco di esterno di Koopmeiners che costringe Vasquez al riflesso in tuffo. La scelta di Thiago Motta di operare una quadrupla sostituzione sottolinea le difficoltà dei bianconeri a imporsi, soprattutto in mezzo al campo dove Douglas Luiz e Locatelli vengono rilevati da Fagioli e Thuram. Cambia l’orchestra, ma la musica no, e la gara continua a non spiccare per ritmo. Si affaccia dalle parti di Perin anche l’Empoli e sfiora il vantaggio con una combinazione tra Pellegri e Grassi, ma la conclusione del centrocampista è flebile e allora Perin intercetta. Nel finale ci prova anche Maleh e all’ultimo respiro è provvidenziale Gatti a salvare sulla conclusione a botta sicura di Gyasi. Un pareggio che conferma il gran momento dell’Empoli, in continua crescita in questo avvio di campionato. Si ferma ancora sullo 0-0 la Juventus, che continua a non subire gol (quarta partita consecutiva) ma adesso comincia a recriminare i pochi gol e le occasioni fallite dagli attaccanti. L’esordio di martedì contro il PSV necessita di una risposta forte agli ultimi due pareggi, e le valutazioni su tutti i nuovi innesti, poco appariscenti e scarsamente coinvolti, sono rimandati.

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