Calcio
Il Super Commento della 2ª giornata di Serie A
Il commento completo di tutte le partite, con la Top11 alla fine, della seconda giornata di Serie A.
Parma – Milan
Il Parma di Pecchia ha dimostrato quanto può essere complicato giocare al Tardini, imponendosi contro il Milan. La partenza lampo dei ducali ha colto impreparata la retroguardia rossonera sin dai primi minuti di gioco e Man ha avuto l’occasione di fare due su due in campionato approfittando della dormita della difesa. Durante tutto il primo tempo si è visto un Milan molto disorganizzato in fase offensiva e traballante nelle retrovie. Il debutto di Pavlovic ha fatto vedere più luci che ombre, il difensore serbo nonostante qualche pallone perso di troppo a centrocampo, si è dimostrato solido nelle marcature e molto rognoso, in più ha sfiorato il gol in due occasioni nel primo tempo dimostrandosi un gande saltatore e un giocatore di carattere. Nel momento in cui i rossoneri sembravano entrati in partita, il Parma si è prontamente chiuso per poi ripartire, sfiorando il raddoppio diverse volte al termine della prima frazione. Nel secondo tempo si è respirata la stessa aria, i ducali alla lunga concedono spazio al Milan che trova la rete del pareggio al 66′ con Pulisic. Ma nel momento in cui i rossoneri sembravano essere in dominio dell’incontro i padroni di casa hanno colpito nuovamente in contropiede, stavolta con Alqmvist, che assiste Cancellieri nel gol vittoria che ha chiuso i giochi. I due nuovi acquisti non hanno deluso e tutto il Parma ha dato l’impressione di essere pronto per questa Serie A. Pecchia ha tramesso al meglio ai suoi ragazzi come stare in campo, e nei due incontri disputati finora il Parma ha conquistato 4 punti. Al contrario, il Milan di Fonseca è ancora molto acerbo. Il ritorno dall’inizio di Theo Hernandez non ha dato la spinta offensiva desiderata, e rimangono ancora tanti i dubbi da risolvere per l’allenatore portoghese, partendo dall’impiego di Loftus-Cheek, oggi nella veste di trequartista mentre alla scorsa arretrato a centrocampo. Sicuramente una partenza sottotono che dovrà cambiare in fretta visti i quattro gol subiti in due partite, troppi se si vuole puntare in alto questa stagione.
Udinese – Lazio
L’Udinese trova il primo successo in campionato contro la Lazio. In soli cinque minuti i padroni di casa passano in vantaggio grazie al colpo di testa vincente di Lucca. Per la Lazio è già il secondo gol subito dopo pochi minuti dal calcio d’inizio. Se alla scorsa i biancocelesti non ci avevano messo molto a reagire, questa volta i ragazzi di Baroni hanno fatto molta fatica a trovarsi in campo e rendersi pericolosi per la difesa bianconera, nonostante un possesso palla prolungato, ma inefficace. Nel corso del primo tempo l’Udinese va vicino al raddoppio con Thauvin ma Provedel risponde presente negando la gioia del gol al francese, ispirato dopo l’assist a Lucca nell’occasione dell’1-0. La Lazio sfiora il pareggio solo sul finale del primo tempo dove il pallone messo in mezzo da Zaccagni da calcio d’angolo rischia di trasformarsi in autorete dopo una deviazione maldestra di Lucca. Anche nel secondo tempo, i biancocelesti si addormentano dopo pochi minuti dal fischio d’inizio e Thauvin dopo aver recuperato palla a metà campo entra in area e buca Provedel vincendo il secondo duello. La ripresa fa da specchio alla prima frazione, le poche iniziative e il giro palla troppo lento e prevedibile rende vita facile ai padroni di casa. Neanche l’ingresso in campo di Dia riesce a dare la scossa per accendere la partita biancoceleste. L’Udinese grazie ad una fase difensiva molto solida conquista i primi tre punti del suo campionato , subendo la rete della bandiera solo al 95′ con Isaksen. Rispetto all’incontro casalingo col Venezia la Lazio è stata meno cinica e molto disorganizzata. Tocca a Baroni trovare la quadra e dare alla Lazio un’identità di gioco più dominante e cinica. L’ottimo approccio alla gara da parte dei ragazzi di Runjaic permette all’Udinese di tornare a vincere in casa contro la Lazio, vittoria che mancava dalla stagione 2012/13.
Monza – Genoa
All’U-Power Stadium il Genoa conquista i tre punti e trova la sua prima vittoria in campionato contro il Monza. Gilardino non perde tempo e schiera sin da subito i due centravanti Vitinha e Pinamonti ma nell’incontro regna l’equilibrio, equilibrio che si spezza solo sul finale del primo tempo con Pinamonti. L’ex Sassuolo alla sua seconda avventura in maglia rossoblù, sblocca la gara con una girata di testa vincente che indirizza il match sfruttando il cross perfetto di Sabelli. Il Monza conferma le difficoltà nel trovare il gol dopo il pareggio a reti bianche di Empoli, problema da estirpare alla radice per puntare ad un campionato tranquillo. Il grifone disputa un secondo tempo ordinato, difendendo senza concedere nulla ma pungendo nelle ripartenze, dando continuità al pareggio casalingo con i campioni d’Italia in carica.
Inter – Lecce
Davanti un San Siro stracolmo peri campioni d’Italia, i nerazzurri battono il Lecce. L’Inter domina sul piano del gioco e trova la rete del vantaggio dopo appena cinque minuti. I traversoni ‘da quinto a quinto’ a cui ci abituato Inzaghi valgono la rete di Darmian che insacca il cross di Dimarco sporcato da Taremi, siglando il suo decimo centro con la maglia nerazzurra. Dopo la prima batosta subita con l’Atalanta, il Lecce di Gotti non riesce ad entrare in partita e a San Siro si gioca un incontro a senso unico. La ripresa fa da specchio a quello che si è visto nel primo tempo, un Inter affamata di vittoria come ha specificato Inzaghi nel post partita. Al 70′ Calhanoglu raddoppia su calcio di rigore concesso per la trattenuta di Gaspar ai danni di Thuram. Nonostante l’assenza di Lautaro Martinez (non convocato per un affaticamento), Taremi si è fatto trovare pronto non facendo rimpiangere l’argentino. La ‘panchina lunga’ dell’Inter si riconferma un’arma importantissima per lottare nuovamente al titolo di campioni d’Italia. Partenza in salita per il club pugliese che si ritrova dopo due giornate ancora a zero punti e zero gol fatti.
Fiorentina – Venezia
Non si va oltre lo 0-0 a Firenze tra la Fiorentina e il Venezia. Nel primo tempo i ritmi fanno fatica a decollare ma è la Fiorentina a fare la partita arrivando a concludere in porta con Kouamè, Parisi e Richardson ma Joronen ha vinto tutti i duelli e blindato la porta tenendo in piedi il Venezia. Nonostante il maxi turnover in Conference (9 cambi su 11) , la Fiorentina non riesce ad imporsi sulla neopromossa. Anche nella ripresa i padroni di casa fanno fatica ed il Venezia che prova a prendere campo senza però sbilanciarsi troppo. Il match prosegue sui ritmi iniziali nonostante entrambi gli allenatori abbiano messo mano alle panchine per sbloccare lo 0-0 ed entrambe le formazioni si accontentano di un punto a testa. Palladino manca ancora l’appuntamento con la prima vittoria da allenatore dei viola, mentre il Venezia conquista il suo primo punto in campionato.
Torino – Atalanta
Il Torino conquista la vittoria in un match combattutissimo contro l’Atalanta. Il match si accende subito ed entrambe le squadre regalano spettacolo sin dai primi minuti lottando per non lasciare il comando del gioco all’altra e rendendo l’esito del match impronosticabile. Anche dopo la partenza di Bellanova i granata non hanno sofferto la sua assenza, rimanendo lucidi e imprevedibili in zona offensiva. Il primo gol del match lo ha messo a segno Retegui che dimostra il grande momento di forma, con una girata di testa spedisce la sfera sotto l’incrocio, imprendibile per Milinkovic-Savic. Il Toro reagisce subito pareggiando dopo pochi minuti, Adams dimostra grande personalità nel suo debutto da titolare e con un pallone in verticale mette in porta Ilic che sfugge dalla marcatura di Ederson e mette a sedere Carnesecchi con con uno scavetto pareggiando i conti. Il secondo tempo prosegue a ritmi elevati, cinque minuti dopo l’inizio della ripresa, il Torino sigla il gol vittoria grazie alla determinazione di Che Adams nel seguire l’azione. il tiro di Zapata viene deviato con un miracolo da Carnesecchi ma lo scozzese è il primo a raccogliere la sfera e completare la rimonta a favore di un ottimo Torino, che dopo il pareggio in esterna col Milan alla prima di campionato, passa in vantaggio al 49′ contro un’Atalanta molto agguerrita ma contata in zona offensiva (complice la non convocazione di Lookman). Le occasioni non mancano, ma manca la precisione dell’attaccante puro a De Ketelaere che stampa il palo di testa al 65′ mancando ancora una volta l’appuntamento con il gol. Gli ultimi minuti del match hanno infiammato l’Olimpico Grande Torino, Milinkovic-Savic para un calcio di rigore a Pasalic che si fa ipnotizzare. Con questo intervento magistrale il Toro ha messo le mani sui primi tre punti di questa stagione. Il Toro di Vanoli ha dimostrato di essere una delle squadre più ostiche da affrontare in questo momento della stagione e i principi di gioco del tecnico italiano sembrano già ben improntati nei giocatori granata, in attesa del completamento del mercato .
Roma – Empoli
L’Empoli piega l’Olimpico e merita i tre punti contro i giallorossi. Nonostante la prima grande occasione sprecata da Gyasi, la Roma continua a dimostrare una difesa poco solida e disorganizzata. L’Empoli sfiora il vantaggio una seconda volta in contropiede con Colombo che a portiere battuto, colpisce il legno dopo l’intervento provvidenziale di Svilar su Fazzini, errore da matita rossa per l’attaccante di proprietà del Milan. Sebbene la presenza in campo di Dybala e Soulè, la manovra offensiva è risultata poco cinica e inconcludente con i due argentini che si pestavano i piedi nella stessa zona di campo. L’Empoli trova il vantaggio allo scadere del primo tempo con la rete di Gyasi mettendo in salita il match per i padroni di casa. Alla ripresa, la Roma spinge per il pareggio ma risulta sfortunata colpendo due legni consecutivi nella stessa azione. I toscani sfruttando i buchi lasciati dalla retrovia giallorossa raddoppiano su calcio di rigore trasformato da Colombo, causato dall’intervento sciocco di Paredes ai danni di Esposito. Sul finale la Roma accorcia le distanze con Shomurodov ma il match termina con la vittoria degli azzurri e con l’amaro in bocca per i padroni di casa a causa del terzo legno della serata colpito da Dybala. L’Empoli conquista la sua prima storica vittoria all’Olimpico contro i giallorossi e vola a quattro punti in classifica, la Roma resta ferma ad uno.
Napoli – Bologna
Il Napoli di Conte schiaccia il Bologna, ottiene la prima vittoria stagionale e rialza la testa dopo la pesante sconfitta di Verona. Gli azzurri aggrediscono gli avversari sin dai primi minuti e sfiorano il vantaggio con Raspadori, schierato ancora una volta da prima punta in attesa dell’arrivo di Romelu Lukaku. I rossoblù fanno fatica ad entrare in partita e riescono ad arrivare alla porta difesa da Meret solamente nella prima mezz’ora di gioco. Allo scadere del primo tempo dopo un dominio partenopeo, Di Lorenzo sigla il primo gol stagionale del Napoli di Conte calciando di mancino dopo l’assist illuminante di Kvaratskhelia. Nella ripresa continua il dominio azzurro e la fitta rete di passaggi impedisce al Bologna di imporsi anche nel secondo tempo. Seppure ancora il secondo incontro ufficiale per Vincenzo Italiano, il gioco bolognese dello scorso anno sembra essere ben lontano da quello visto in questa partenza di stagione. Al 75′ il georgiano raddoppia e spegne le poche speranze rossoblù ad un quarto d’ora dalla fine e, nei minuti finali, David Neres si presenta ai tifosi partenopei mettendo l’assist per Simeone chiudendo i giochi al Maradona. Il Napoli di Antonio Conte inizia a prendere forma, mentre il Bologna manca per la seconda volta l’appuntamento con la vittoria, palesando ancora una volta una sostanziosa inconcludenza negli ultimi metri, dove gli attaccanti felsinei (eccetto Orsolini, che però ha segnato su rigore) sono ancora alla ricerca del primo gol su azione.
Cagliari – Como
Un punto a testa tra Cagliari e Como nell’incontro dell’Unipol Domus. Nella prima frazione entrambe le squadre si sono studiate cercando di concedere poco all’avversario. Al 13′ Zito Luvumbo colpisce un legno con una conclusione insidiosa deviata da Reina mentre, intorno alla mezz’ora di gioco, ci ha provato Strefezza dalla distanza. Negli ultimi istanti del primo tempo, Piccoli anticipa Reina e sblocca il risultato a favore degli isolani. Nel secondo tempo il Como spinge per il pareggio scendendo in campo con il piglio giusto. L’1-1 arriva grazie alla zampata di Cutrone, che anticipa Zappa e mette in rete il pallone deviato da Dossena sul corner battuto da Strefezza. Grazie a questo gol, i neopromossi iniziano a credere nel colpaccio e il clima del match inizia ad infiammarsi. Entrambe le squadre creano tanto e concedono tanto. A venti dalla fine Nico Paz svirgola il pallone che carambolando su Cutrone costringe Scuffet a compiere un miracolo per alzare il pallone sopra la traversa ed evitare il gol. Il Como sfiora il vantaggio altre due volte con Cerri sul finale che non ha la lucidità di spedire la palla in rete da posizione ravvicinata. Secondo punto di fila per il Cagliari che non riesce a trovare la prima vittoria tra le mura amiche. Il Como di Fabregas conquista il suo primo punto nel massimo campionato dimostrando coraggio e intraprendenza, mancati nel primo incontro con la Juventus. Il mercato continua a far arrivare giocatori interessanti sulle rive del lago, e adesso i lariani sono chiamati ad alzare sempre di più l’asticella.
Hellas Verona-Juventus
Serviva un’altra prova di forza alla Juve di Thiago Motta, e la prova è arrivata. I bianconeri al Bentegodi sbaragliano il Verona e si prendono la vetta della classifica in solitaria. Le idee intraviste alla prima di campionato contro il Como sono state riconfermate ed hanno portato i loro frutti. Nonostante l’avvio molto corsggioso e intraprendente dei ragazzi di Zanetti , la gestione della gara dei bianconeri è pressoché perfetta. Nel momento in cui la Juve alza il ritmo, comincia a produrre palle gol a profusione e apre la gara grazie a una giocata collettiva in fase di pressione, che porta Locatelli al recupero palla e Yildiz all’assist per Vlahovic. La gara gagliarda e sorniona del Verona prosegue senza sussulti, e al momento del raddoppio di Savona, scelta vincente di Thiago Motta che conferma il suo pieno appoggio nella rosa e nei giovani da impiegare. Nella ripresa il doppio vantaggio spezza le gambe agli scaligeri, con la Juve che controlla senza rischi e trova anche il terzo gol grazie alla giocata di Mbangula e al rigore realizzato da Vlahovic. Una prestazione maiuscola, la seconda per 3-0, che proiettano i bianconeri al primo posto in classifica. Le scelte del tecnico italo-brasiliano, abbinato a un nuovo modo di gestire la fase di pressione e possesso, portano la Juve a essere dominante per lunghi tratti della partita, riuscendo a gestire il ritmo a proprio piacimento. L’inserimento dei nuovi acquisti Douglas Luiz e Kalulu sta avvenendo gradualmente e il calciomercato bianconero sta per presentare sotto la Mole giocatori di caratura internazionale come Conceicao, Koopmeiners, Nico Gonzalez e forse Sancho, con i sogni dei tifosi bianconeri che cominciano a prendere forma, sia in campo che sul mercato. Il big match di domenica sera contro la Roma diventa il primo vero banco di prova per Thiago Motta, al prima confronto in campionato contro una big. Per il Verona un passo indietro dopo la grandissima vittoria di domenica contro il Napoli, ma il lavoro di Zanetti sembra comunque ben rodato all’interno del gruppo squadra, e la trasferta di Marassi diventa un primo scontro fondamentale per capire la reale dimensione del club scaligero in questa Serie A, con la salvezza che rimane l’obiettivo minimo.
LA TOP11 DELLA 2ª GIORNATA
Calcio
Il Como si fa rimontare nel finale. Reti bianche tra Empoli e Juventus
Resoconti e spunti delle prime due gare della 4ª giornata di Serie A. In attesa degli esordi in Champions League, Bologna e Juventus collezionano due pareggi in casa di Como ed Empoli.
Como-Bologna
Una prima al Sinigaglia dal sapore dolce-amaro per il Como di Fabregas. Nel primo match della quarta giornata i lariani inaugurano il proprio campionato casalingo con un pareggio contro il Bologna. Nelle prime battute della gara si vede subito come il Como voglia riscattare le prime tre gare, giocate al di sotto delle aspettative, e in avvio si intravede come la scelta di Fabregas di tenere fuori Belotti (con Nico Paz in coppia con Cutrone) renda imprevedibile l’attacco lariano. L’attacco della profondità di Cutrone propizia il vantaggio del Como, grazie allo scambio con Fadera e il cross basso deviato dal piedi di Casale, per il primo gol stagionale al Sinigaglia. Nel momento in cui il Bologna comincia a trovare spazio, prevalentemente sulla destra, comincia a rannicchiare il Como nella propria metà campo, ma l’idea della squadra di Fabregas è ben precisa: recupero palla, possesso rapido e verticalizzazione verso gli attaccanti. Il fraseggio dei lariani ingabbia completamente il centrocampo a tre disegnato da Italiano, cosi come era successo nel match contro il Napoli, e il continuo movimento armonico della trequarti del Como manda in continua confusione la squadra di Italiano. Nel secondo tempo Italiano cambia subito, con l’inserimento di Fabbian al posto di Aebischer. La musica non cambia nei primi minuti perché il Como continua a pressare e ripartire con ordine e ferocia. Al 50’ ancora un recupero alto e una verticalizzazione fulminea di Strefezza spiana la strada a Cutrone, lasciato libero da Miranda e abile nel piazzare alle spalle di Skorupski il 2-0, riscattando l’errore dal dischetto dell’ultimo match di Udine. La reazione del Bologna prova ad arrivare dalla panchina con gli innesti di Castro e Iling Jr. e sono proprio i nuovi entrati a dare la scossa che serviva ai felsinei. La ‘garra’ di Santiago Castro permette al Bologna di avere un pivot in avanti su cui appoggiarsi per ripartire, e dopo tre giornate a secco l’attaccante realizza il suo primo gol in questa Serie A, approfittando di una palla vagante in area dopo una conclusione di Odgaard stoppata da Kempf. Nel finale il Bologna si riversa tutto in avanti, il Como comincia a peccare di lucidità, fisica e mentale, e Iling Jr. si inventa il gol del pareggio, con una conclusione a giro che si insacca alle spalle di un inerme Audero. Un pareggio che proietta il Bologna all’esordio in Champions League, mercoledì alle 18.45 al Dall’Ara contro lo Shaktar. Ancora una volta la squadra di Italiano subisce l’intraprendenza degli avversari, ma rispetto alle gare precedenti riesce a reagire ed evitare una sconfitta che avrebbe inguaiato terribilmente il percorso del tecnico ex Fiorentina sulla panchina felsinea. Tanto rammarico per il Como, autore di una gran prestazione che però non ha portato i tre punti. Il blackout dell’ultimo quarto di gara è l’aspetto su cui Fabregas dovrà lavorare, ma le ottime risposte ottenute da Nico Paz, da Strefezza e Cutrone hanno mostrato tutte le qualità di questo Como, alla ricerca della prima vittoria in campionato.
Empoli-Juventus
Alla ricerca di soluzioni e sopratutto risposte, in avvio le due squadre approcciano con il freno a mano tirato, cercando di non scoprirsi vistosamente. Nonostante il sostanziale equilibrio, il tanto movimento iniziale dei bianconeri sembra poter indirizzare la gara nei primi minuti, specialmente nel continuo scambio di posizione dei tre trequartisti e Cambiaso ma l’Empoli si conferma in grande spolvero, dopo un avvio di stagione di altissimo livello. La squadra di D’Aversa approfitta di una fase un po’ caotica della gara, con tutti i nuovi innesti schierati da Motta dediti a trovare la posizione e l’equilibrio in campo, e impone il proprio pressing uomo su uomo, con una pressione costante e feroce sui portatori di palla bianconeri. La giocata codificata tra Pezzella e Gyasi spaventa la retroguardia bianconera, con Kalulu che chiude in calcio d’angolo. Il poco ritmo della gara non presenta occasioni, con la Juve che comincia a trovare soluzioni grazie ai corner di Douglas Luiz e Koopmeiners, come in occasione del miracolo di Vasquez sulla zuccata di Gatti. Nella ripresa l’Empoli la pressione. Il gioco dei toscani si appoggia prevalentemente sulle sponde di Colombo, in costante lotta con l’asfissiante marcatura di Bremer. Nel corso della prima frazione l’attaccante italiano riesce a trovare le misure e si costruisce un’occasione in cui serve l’intervento in tuffo di Perin. Nella ripresa i bianconeri provano ad alzare i giri del motore, ma la pressione della squadra di D’Aversa non si affievolisce. L’occasione più nitida della gara bianconera arriva da un tracciante di Nico Gonzalez, che apre il campo all’inserimento di Vlahovic che non riesce a battere Vasquez, provvidenziale in uscita. La grande prova difensiva dei centrali dell’Empoli non lascia molte occasioni alla Juve, che sfiora il vantaggio con un tocco di esterno di Koopmeiners che costringe Vasquez al riflesso in tuffo. La scelta di Thiago Motta di operare una quadrupla sostituzione sottolinea le difficoltà dei bianconeri a imporsi, soprattutto in mezzo al campo dove Douglas Luiz e Locatelli vengono rilevati da Fagioli e Thuram. Cambia l’orchestra, ma la musica no, e la gara continua a non spiccare per ritmo. Si affaccia dalle parti di Perin anche l’Empoli e sfiora il vantaggio con una combinazione tra Pellegri e Grassi, ma la conclusione del centrocampista è flebile e allora Perin intercetta. Nel finale ci prova anche Maleh e all’ultimo respiro è provvidenziale Gatti a salvare sulla conclusione a botta sicura di Gyasi. Un pareggio che conferma il gran momento dell’Empoli, in continua crescita in questo avvio di campionato. Si ferma ancora sullo 0-0 la Juventus, che continua a non subire gol (quarta partita consecutiva) ma adesso comincia a recriminare i pochi gol e le occasioni fallite dagli attaccanti. L’esordio di martedì contro il PSV necessita di una risposta forte agli ultimi due pareggi, e le valutazioni su tutti i nuovi innesti, poco appariscenti e scarsamente coinvolti, sono rimandati.
Calcio
Due vittorie per rialzare la testa. Che Italia è stata?!
Nella prima sosta del campionato per l’impegno delle Nazionali in Nations League, gli Azzurri vincono e convincono contro Francia e Israele.
Alla vigilia dei due impegni di Nations League, l’umore degli Azzurri era molto basso, reduce da un europeo fallimentare e giocato da campioni in carica. Nella prima uscita contro la Francia, al Parc de Princes, i padroni di casa passano subito in vantaggio grazie alla rete di Barcola, l’attaccante del PSG strappa il pallone a Di Lorenzo e firma il gol del momentaneo vantaggio dopo soli quattordici secondi, gol che è apparso come un dejavu della partita contro l’Albania, prima gara dell’ultimo campionato europeo. Tra le proteste di Donnarumma per il mancato controllo di routine da parte dell’arbitro al fischio d’inizio e il gravissimo errore del capitano del Napoli, gli Azzurri con il passare dei minuti, aumentano il ritmo del gioco riuscendo ad arrivare più volte in area di rigore avversaria mettendo più volte in pericolo Maignan, graziato dalla traversa colpita da Frattesi. Il gol del pareggio dell’Italia è esattamente la fotocopia dello stato d’animo degli Azzurri, piena di rabbia dopo le tante polemiche e ricco di senso di rivalsa, tutto ciò viene riportato nell’azione dell’1-1, iniziata dal cambio di gioco di Cambiaso, passata dallo splendido assist di tacco del ritrovato Tonali, fino alla prodezza del tiro al volo di Dimarco. Da li in poi, l’Italia non ha più paura ad attaccare e, nella ripresa, chiude la pratica grazie ad una super prestazione di Ricci e Tonali e grazie alle reti di Frattesi e del jolly Spallettiano, Jack Raspadori. La vittoria conquistata in casa della Francia dopo 70 anni vale molto più di tre punti, consiste in una dose di adrenalina che agli Azzurri mancava da tanto, troppo tempo, ridando ai ragazzi la giusta consapevolezza nei propri mezzi.
Nonostante la sfida (favorevole sulla carta) contro l’Israele e gli innesti di Buongiorno, Gatti, Bellanova, Raspadori e Kean nell’undici titolare, l’Italia non gioca una gara spettacolare e appariscente come contro la Francia ma batte comunque l’Israele sotto la pioggia battente di Budapest, portandosi al comando in solitaria del girone e a punteggio pieno, grazie alla vittoria della Francia per 2-0 contro il Belgio. Malgrado la pressione per questa sfida, alimentata dalla voglia di ripetersi, gli azzurri dominano il gioco sia nel primo che nel secondo tempo, subendo solo due tiri in porta e un gol firmato da Abu Dani al novantesimo minuto, gol che non cambia il risultato e non cancella la discreta prestazione degli Azzurri, arricchita dalla notevole e sorprendete performance di Ricci, Tonali (a cui è stato annullato un gol) e Kean, autore del gol del 2-0, oltre all’ennesima e positiva prova di forza di Frattesi, anche lui a segno e a quota 7 gol in Nazionale in sole ventuno partite.
Al termine di queste due partite, l’Italia ci lascia con due ottime prestazioni che fanno ben sperare in vista della final-four di Nations League e in prospettiva del prossimo Mondiale. I prossimi appuntamenti degli Azzurri saranno il 10 e il 14 ottobre, dove la Nazionale di Spalletti affronterà il Belgio allo stadio Olimpico di Roma e l’Israele al Bluenergy di Udine.
Calcio
Il Super Commento della 3ª giornata di Serie A
Il commento completo di tutte le partite, con la Top11 alla fine, della terza giornata di Serie A.
Venezia-Torino
Due squadre con percorsi e obiettivi differenti, chiamati a dare un forte segnale dopo le prime due giornate. Nella prima frazione del Penzo, Torino e Venezia non si sono risparmiati e hanno sfornato un primo tempo dall’alto contenuto emotivo e agonistico. Tante occasioni da una parte e dall’altra, con i due estremi difensori che si prendono la scena durante tutto il primo tempo. Tra le fila lagunari, nonostante il ritorno dal primo minuto (all’esordio in A) di Pojhanpalo, tutti i maggiori pericoli arrivano dai piedi di Hans Nicolussi Caviglia, vero metronomo del centrocampo veneziano e protagonista dell’occasione più nitida del primo tempo con la sua conclusione a giro che impegna Milinkovic-Savic, chiamato al miracolo. La risposta granata arriva con Che Adams, la conclusione dello scozzese a botta sicura viene stoppata dal tuffo di Joronen. Rispetto ai due match contro Milan e Atalanta, il Torino palesa più di qualche difficoltà nel dominare il gioco qualitativamente e quantitativamente, con Vanoli in costante movimento nell’area tecnica. Nel secondo tempo la partita si addormenta, il ritmo cala e le due squadre continuano a studiarsi e annullarsi. La poca lucidità della coppia Zapata–Adams consegna grandi meriti alla coppia di centrali del Venezia, con Idzes che continua a mettersi in mostra dopo il gran campionato dell’anno scorso. La poca qualità messa a disposizione dei centrocampisti granata fa venire alla luce la gran partita dei mastini del centrocampo lagunare, con Duncan e Nicolussi Caviglia tra i migliori in campo. Nel finale arriva il guizzo decisivo del Toro, con lo stacco di Saul Coco sulla spizzata di Masina. Un gol che conferma l’ottimo impatto del centrale ex Las Palmas nella retroguardia granata, con l’addio di Buongiorno che sembra esser già un lontano ricordo. Con 7 punti in 3 partite, il Toro di Vanoli è partito decisamente bene e non ha nessuna voglia di fermarsi, con i nuovi innesti che potranno permettere continue alternative dalla panchina. Manca all’appuntamento con la vittoria il Venezia, ma la gara del Penzo ha lasciato tanti spunti su cui lavorare per costruire una salvezza che sembra già in salita.
Inter-Atalanta
Dopo aver ritrovato la vittoria nel primo match casalingo contro il Lecce, i nerazzurri annientano l’Atalanta per 4-0. In una delle sfide più attese della terza giornata di Serie A, i padroni di casa dopo un’azione rapidissima composta da uno/due tocchi, passa in vantaggio sul cross di Thuram deviato in porta da Djimsiti dopo appena centottanta secondi. L’Atalanta, priva di Hien e Kolasinac in difesa accusa il colpo e, dopo molteplici campanili sventati da Pavard, subisce la rete del 2-0 al decimo minuto grazie alla super conclusione targata Barella. Nonostante il doppio vantaggio, l’Inter non abbassa il ritmo del proprio gioco continuando ad attaccare, dando ancora una volta l’ennesima dimostrazione dell’idea di gioco di Inzaghi e della supremazia nei confronti dei bergamaschi. L’unica reazione del primo tempo da parte dei campioni d’Europa League arriva sul tiro da fuori di Zappacosta che viene neutralizzato da Sommer e, sulla respinta del portiere svizzero, Retegui non riesce a centrare la porta spedendo alto il pallone. La calda serata milanese ha un protagonista: Marcus Thuram. Il centravanti francese continua sull’onda della prima sfida al Genoa e, dopo un palo colpito nel primo tempo, chiude la gara nella ripresa grazie ad una doppietta che risalta ancora di più la propria figura di attaccante, grazie a due interventi che anticipano la difesa bergamasca e che non lasciano scampo a Carnesecchi. Oltre alla grande prestazione di Thuram, la scena se la prende tutto il terzetto difensivo. In soli novanta minuti, la difesa nerazzurra, è riuscita a superare le critiche ricevuto nel precampionato, riuscendo a portare a casa il secondo clean sheet stagionale oltre a far un’ottima figura per quanto riguarda la fase d’impostazione, perfettamente portata avanti da Bastoni, Acerbi e Pavard. Nei minuti finali, Inzaghi effettua cinque sostituzioni, nonostante aver cambiato tutto il reparto offensivo e due terzi di centrocampo, il ritmo dei campioni d’Italia non è mai calato, fattore che manda un grande segnale alle altre avversarie, pretendenti per la vittoria finale.
Bologna-Empoli
Dopo il sorteggio Champions, l’atmosfera energica del Dall’Ara imponeva quasi i tre punti. Al cospetto di un Empoli in rampa di lancio, i felsinei non vanno oltre il pari. Succede quasi tutto nei primi cinque minuti. Al secondo minuto il corner di Miranda trova prima la spizzata di Beukema e poi la zampata vincente di Fabbian, al primo gol in campionato, la marcatura più giovane di queste tre giornate di A. La risposta dei toscana arriva dopo nemmeno due minuti, con una giocata che ormai sta diventando un dogma dell’Empoli di queste giornate: palla su Pezzella e cross sul secondo palo dove arriva puntuale l’inserimento di Gyasi, al secondo gol consecutivo dopo la rete facsimile dell’Olimpico (a Roma aveva aperto le marcature, qua pareggia subito la gara). Il gioco del Bologna si sviluppa prevalentemente a sinistra, dove Karlsson e Miranda giocano un’ottima gara dal punto di vista tecnico, fornendo sempre una soluzione per l’attacco, sorretto da Castro e da Orsolini, ancora lontani dalla migliore condizione. L’Empoli si conferma una macchina da contropiede e al 37’ sfiora il nuovo vantaggio con la conclusione a botta sicura di Solbakken, dove è necessario un super intervento di Skorupski. La replica rossoblù arriva pochi minuti dopo, ma Orsolini spara in curva da buona posizione. Nel secondo tempo l’equilibrio prevale e le poche occasioni arrivano tutte dai piedi di Orsolini, senza però trovare il gol. Rimandato l’appuntamento con la prima vittoria per il Bologna. A quindici giorni dall’esordio in Champions contro lo Shaktar sono tanti ancora i punti interrogativi su Italiano e sullo scacchiere rossoblù. L’infortunio di Ferguson sembra aver condizionato negativamente tutte le manovre offensive dei felsinei, e le condizioni non ottimali dei due attaccanti Castro e Dallinga, non permettono al Bologna di essere dominante in area di rigore. Dopo tre giornate i gol realizzati sono soltanto due, tra cui un rigore alla prima giornata di Orsolini. Prosegue spedito il cammino dell’Empoli. 5 punti in tre gare e due reti subite, per una delle sorprese di questo avvio di campionato. Al rientro dalla sosta D’Aversa è chiamato a confermare questo score, a partire dal match del Castellani contro la Juventus di Thiago Motta.
Lecce-Cagliari
Il primo banco di prova per Lecce e Cagliari, che hanno iniziato la loro stagione in maniera differente, ma entrambe alla ricerca della prima vittoria in campionato. Dopo la sconfitta di San Siro, Gotti inserisce subito nella contesa il nuovo acquisto Guilbert, arrivato per sostituire Gendrey (ceduto all’Hoffenheim). La scelta di utilizzare Dorgu nella stessa fascia del francese permette al Lecce di avere molto equilibrio da una parte e poter osare dall’altro lato, con le sgasate di Banda e le sovrapposizioni di Gallo. In avanti, nonostante l’arrivo di Ante Rebic, Krstovic mantiene saldamente il centro dell’attacco. Nel primo tempo i fari sono puntati tutti sul montenegrino, poiché si divora un gol a porta scoperta, dopo aver scartato Scuffet calcia addosso a Luperto. Al 26’ il Lecce trova il primo gol in campionato, con la zampata di Krstovic sulla sponda aerea di Gaspar. Da Cagliari a Cagliari, visto che le ultime reti dei salentini erano state realizzate l’anno scorso nel match contro i sardi, entrambe le reti portavano la firma di Krstovic. La squadra di Nicola non si scompone e sfiora il pareggio con la traversa di Luvumbo. Poi sul gong della prima frazione l’evento che cambia la gara: Dorgu interviene in maniera scomposta su Prati e viene espulso. Nel secondo tempo il Cagliari si riversa tutto in avanti per pareggiare, ma il Lecce riesce a contenere tutti gli attacchi dei sardi, nonostante l’inferiorità numerica. I cambi di Gotti permettono ai salentini di essere sempre pimpanti e rapidi nel ribaltare l’azione. Nel finale il Cagliari tenta il tutto per tutto e allora è Falcone a salire in cattedra, con un intervento prodigioso che nega il pareggio a Luvumbo. L’ultima grande occasione del match capita tra i piedi di Nicholas Viola (alla 50ª presenza con la maglia del Cagliari) ma la sua conclusione a botta sicura colpisce la traversa. Tre punti d’oro per i salentini, che tornano a sorridere dopo le due sconfitte nette contro Atalanta e Inter. Manca all’appuntamento con la prima vittoria il Cagliari, ma Nicola sembra avere la situazione sotto controllo ed è chiamato a dare un segnale già al rientro dalla sosta.
Lazio-Milan
Una gara che prometteva spettacolo, con le due squadre chiamate a dare un segnale alla propria stagione. Le scelte dei due tecnici fanno presagire questa voglia di riscatto, di “rinascita” anche se si tratta di due percorsi in pieno inizio e sviluppo. La rivoluzione apportata da Fonseca scuote tutto l’ambiente rossonero, ma per le scelte impavide del portoghese portano il Milan al riposo in vantaggio. Dopo la buona prestazione di Parma, ancora una volta Stranjha Pavlovic è stato uno dei protagonisti della partita, sia dietro ma soprattutto in avanti. Il centrale serbo ha il merito di salvare sulla linea una conclusione velenosa di Dia, che aveva beffato Maignan in uscita, e pochi minuti dopo sfrutta un’incomprensione generale della difesa laziale e incornare tutto solo nell’area piccola, per la prima gioia con la maglia rossonera. La scelta di rinunciare a Theo Hernandez e Leao fa perdere al Milan quella ‘sana’ instabilità che permetteva ai rossoneri di essere sempre pericolosi in ogni momento della gara e in ogni tipo di azione. La scelta di Terracciano e Pulisic garantisce più equilibrio nella prima frazione, dove la Lazio tenta di aggredire il match fin da subito, anche grazie alla scelta di Baroni di presentare il doppio centravanti, con Dia che fa coppia con Castellanos. Nel secondo tempo il Milan comincia a perdere riferimenti grazie anche alla crescita costante dei padroni di casa, che grazie ai cambi di Baroni (che inserisce Isaksen e Marusic) riesce ad avere più lucidità nel possesso e più spazio dove attaccare con la velocità di Nuno Tavares. Il terzino portoghese si prende la scena intorno all’ora di gioco, quando viene servito in profondità da Zaccagni e disegna due assist al bacio per i due tap-in di Castellanos e Dia, e in meno di cinque minuti la Lazio ribalta tutto. Con la gara in salita, Fonseca decide di mettere fine al suo esperimento e decide di inserire tutti i ‘tenori’ lasciati inizialmente fuori, con l’aggiunta dell’esordiente Tammy Abraham. In meno di un minuto i nuovi entrati collezionano l’azione del pareggio, con un fraseggio tutto di prima tra Leao, Theo e Abraham, finalizzato dalla conclusione vincente di Rafael Leao. L’immagine emblematica di Theo Hernandez e Leao che non presenziano al cooling break con la squadra dimostra una poco rosea situazione all’interno dello spogliatoio rossonero, nonostante tutti i proclami di intesa di Fonseca. Le ultime due occasioni, di Okafor e Zaccagni mettono la parola fine a una gara divertente e ricca di colpi di scena, che però non cambia i giudizi e i pensieri riguardo l’avvio di stagione di Lazio e Milan, chiamate ad alzare l’asticella al rientro dopo la sosta.
Napoli-Parma
La cornice del Maradona diventa il teatro della gara più folle della stagione -al momento. Con l’arrivo di Gilmour, McTominay e Lukaku la rosa del Napoli si completa definitivamente, ma nel primo tempo del Maradona la scena è tutta dei ragazzi di Fabio Pecchia. Perché il Parma gioca, e come gioca! Un continuo scambio di posizioni, un dinamismo e un’audacia che raramente si vede in squadre neopromosse, e poi l’intraprendenza e la consapevolezza del rischio che è il fattore determinante nell’inquadrare l’azione del vantaggio, con la progressione centrale di Sohm e il fallo di Meret in uscita su Bonny. Dal dischetto il francese apre il piatto e porta in vantaggio -meritatamente- i ducali. La poca pulizia nel giro palla, e un ritmo non troppo elevato a causa dell’intraprendenza del Parma, portano il Napoli a riposo sullo 0-1 e con tanti aspetti da sistemare e migliorare per Conte. Nel secondo tempo la partita cambia nell’ultimo quarto d’ora, quando Suzuki (ammonito in precedenza) viene espulso per un’uscita a gamba tesa su Neres. Con le sostituzioni esaurite pochi minuti prima, a difendere i pali della porta ducale si presenta il capitano Delprato. Nel finale Conte inserisce tutti gli attaccanti e riesce a sfruttare l’handicap del portiere atipico per ribaltare la gara e portare a casa i tre punti. Prima ci pensa Lukaku a infiammare il Maradona, con la sua rasoiata mancina che buca le mani a Delprato, per la prima gioia in maglia azzurra, conclude l’opera il colpo di testa di Anguissa, servito dal cross al bacio di David Neres (secondo assist in due partite da subentrato). Una vittoria che permette al Napoli di concludere la primissima fase di campionato al sesto posto, a quota 6 punti. Dopo la pesante sconfitta di Verona, il campionato dei partenopei ha avuto subito un riscontro positivo dal punto di vista mentale e il completamento della rosa, con tutti i nuovi innesti richiesti da Conte, possono indirizzare il campionato del Napoli verso i piani alti della classifica. Sconfitta a testa altissima del Parma, che conferma quanto visto nelle prime due giornate. Una squadra molto giovane, ma molto intraprendente e coraggiosa, che darà del filo da torcere a tutti.
Genoa-Hellas Verona
Il primo scontro salvezza delle due squadre, una vittoria pesantissima da parte degli scaligeri. A Marassi la partita si sviluppa secondo quelli che sono i pronostici, ossia le due squadre in completo assetto difensivo, con l’obiettivo di studiarsi e trovare i punti dove colpire. La scelta di Zanetti di utilizzare un centrevanti mobile come Tengstedt piuttosto che un pivot come Mosquera fa perdere riferimenti alla schierata difesa rossoblù, che risponde con il doppio centravanti Vitinha-Pinamonti. La gara si accende e si stappa nella ripresa, quando il Verona comincia a trovare un porto sicuro negli esterni, a causa della compattezza centrale dei difensori, e da un cross laterale di Lazovic arriva il vantaggio di Tchatchoua, nel più classico dei gol “da quinto a quinto”. Il Genoa perde certezze e dinamismo, che è il marchio di fabbrica della squadra di Gilardino, e la gara viene indirizzata definitivamente dal penalty di Tengstedt, dopo il fallo di mano del neo entrato Thorsby. Una sconfitta che non compromette il percorso del Genoa. Ai rossoblù è mancato quell’estro e quel dinamismo in mezzo al campo e nella trequarti. La partenza di Gudmundsson ha portato il Grifone a compiere delle scelte che hanno portato a un cambio di ideali tattici, e il doppio centravanti è ancora in fase di sperimentazione. La sosta potrà consegnare a Gilardino il tempo necessario per lavorare su questi aspetti per il proseguo del campionato. 6 punti in 3 giornate per il Verona, che con Zanetti ha messo subito la quinta alla ricerca dei punti salvezza, in attesa di capire se la continuità sarà un fattore determinante o un handicap che può compromettere l’obiettivo degli scaligeri.
Fiorentina-Monza
Il faticoso passaggio del turno in Conference, contro la Puskas Academy, aveva bisogno di una reazione convincente in campionato, con Palladino che si trova ad affrontare quello che è stato il suo passato, contro l’amico Nesta. Al Franchi la Fiorentina presenta dal 1’ due nuovi acquisti, come Gosens e Cataldi, già metallizzati e abituati alla difesa a tre e al tipo di calcio richiesto da Palladino. Nel primo tempo però la Viola continua a palesare una scarsa attitudine con il gol e soprattutto una scarsa intraprendenza nella trequarti, con Colpani che continua a non incidere e Beltran si dimostra molto sterile sotto porta. Inoltre la Fiorentina deve fare i conti con una difesa che continua a non convincere, e la scelta di utilizzare Biraghi come braccetto di sinistra dimostra la poca propensione del capitano italiano in marcatura. Il gol del vantaggio del Monza nasce da un errore in marcatura di Biraghi, colpito dal taglio sul primo palo di Djuric, che apre il conto delle reti in campionato del Monza (l’ultima rete dei brianzoli risaliva allo scorso Fiorentina-Monza, anche in quell’occasione a segnare fu il bosniaco). Lo scossone emotivo portato dal vantaggio brianzolo spezza le gambe alla Fiorentina, che comincia a sbagliare qualsiasi giocata palla a terra e viene sovrastata dal pressing alto del Monza, che trova anche il raddoppio grazie alla conclusione da fuori area di Daniel Maldini. Prima dell’intervallo la Viola si rimette in gara grazie alla zampata di Moise Kean, al primo gol in campionato. Nel secondo tempo Palladino inserisce anche Adli e Bove, anche loro all’esordio con la maglia viola, e nel finale il Monza cede e subisce il gol del pareggio. Il corner di Adli pesca il taglio sul primo palo di Gosens, che timbra il cartellino al primo gettone al Franchi. Un pareggio che maschera la brutta prestazione, l’ennesima, della Fiorentina. Palladino ha l’arduo compito di trovare delle contromisure alla sua difesa a tre, che in queste prime partite ha presentato più di qualche lacuna. Il Monza torna a casa con l’amaro in bocca, con la vittoria che distava solamente cinque minuti. Tuttavia la prestazione della squadra di Nesta è sopra la sufficienza, e i nuovi acquisti potranno migliorare l’organico brianzolo, alla rincorsa della salvezza.
Juventus-Roma
Un pareggio che lascia tanti spunti, ma poco spettacolo e quasi nessuna palla gol. La scelta di De Rossi di inserire subito il neo arrivato Saelemaekers, al posto di Dybala, si rivela fondamentale nella lettura della gara poiché i giallorossi hanno superiorità numerica in mezzo al campo, con la Juve spesso in ritardo nel pressing dei tre giallorossi. Durante il cooling break Thiago Motta mette a posto alcune cose e la Juve tiene meglio il campo: Gatti non si perde più Dovbyk, Cambiaso si abbassa ad aiutare Savona in copertura, migliora anche Mbangula nell’aiuto a Cabal dall’altro lato. La partita si fa dunque bloccata, con qualche guizzo a tinte bianconero, anche se niente di che. L’unica vera palla-gol del primo tempo la firma Vlahovic: Yildiz va al traversone, Vlahovic sfila davanti a Ndicka e lo anticipa, ma Svilar è attento sulla sua girata. Le due scelte degli allenatori, al netto di ogni forma di rispetto e stima (confermati nelle conferenze stampa) indirizzano la partita verso un pareggio. I nuovi innesti, da una parte e dall’altra, non sono riusciti a dare la giusta scossa in un match che fin dall’inizio ha dato la sensazione di non potersi sbloccare se non con qualche episodio, che non è arrivato. Tanti i meriti di De Rossi in questo pareggio, poiché le scelte del tecnico romano hanno permesso alla Roma di avere un approccio molto spigliato e audace al cospetto della slanciata Juve, che allo Stadium è sembrata a corto di energie nel finale per tentare il forcing decisivo. I nuovi innesti non sono riusciti a colpire subito, ma ci sarà tutto il tempo per inserirsi negli schemi di Thiago Motta. Sottolineatura importante per Paulo Dybala. La Joya, subentrato a Soulé, è sembrato un pesce fuor d’acqua all’interno del 4-3-3 giallorosso, con tutte le attenzioni che sono rivolte su De Rossi e sulle scelte che metterà in atto nel corso della stagione. Ottimo esordio di Saelemaekers e Manu Konè, già molto pimpanti e perfettamente calati nella parte all’interno degli schemi giallorossi.
Udinese Como
Continua a volare in classifica l’Udinese di Runjaic. Contro il Como i friulani conquistano la seconda vittoria consecutiva e concludono la prima parte di campionato in vetta alla classifica. La scelta di Runjaic, rispetto al match vinto contro la Lazio, ricade su Karlstrom accanto a Lovric in mezzo al campo, cosi da avere maggior dinamismo e fisicità in mezzo al campo. L’obiettivo dell’Udinese non è quello di mantenere stabilmente il pallone, ma essere pungente e rapido una volta riconquistato il possesso. Il vantaggio bianconero arriva grazie al movimento di Thauvin in mezzo al campo che spalanca la prateria a Ehizibue, che arriva sul fondo e serve l’assist per il primo gol in Serie A di Brenner. Il Como nel secondo tempo prova a inserire tutti i nuovi arrivati per rimettere in equilibrio la gara, così come fatto contro il Cagliari, ma la resistenza dei friulani è serrata e gli spazi sono pochi. Nel finale il Como ha l’occasione per pareggiare, grazie al calcio di rigore assegnato dal VAR per fallo di mano del neo entrato Payero. Dal dischetto Cutrone spiazza Okoye ma chiude troppo la conclusione e la palla termina fuori. 7 punti in 3 partite per l’Udinese, in vetta al campionato insieme a Juventus, Inter e Torino. Si conferma in salita il percorso del Como in Serie A, con un solo punto raccolto nelle prime partite. La reazione dei lariani è attesa al rientro dalla sosta, nel primo match stagionale al Sinigaglia contro il Bologna.
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