Calcio
Il Supercommento della 2ª giornata di Serie A

Il commento completo di tutte le partite, con la Top11 alla fine, della seconda giornata di Serie A.
Parma – Milan
Il Parma di Pecchia ha dimostrato quanto può essere complicato giocare al Tardini, imponendosi contro il Milan. La partenza lampo dei ducali ha colto impreparata la retroguardia rossonera sin dai primi minuti di gioco e Man ha avuto l’occasione di fare due su due in campionato approfittando della dormita della difesa. Durante tutto il primo tempo si è visto un Milan molto disorganizzato in fase offensiva e traballante nelle retrovie. Il debutto di Pavlovic ha fatto vedere più luci che ombre, il difensore serbo nonostante qualche pallone perso di troppo a centrocampo, si è dimostrato solido nelle marcature e molto rognoso, in più ha sfiorato il gol in due occasioni nel primo tempo dimostrandosi un gande saltatore e un giocatore di carattere. Nel momento in cui i rossoneri sembravano entrati in partita, il Parma si è prontamente chiuso per poi ripartire, sfiorando il raddoppio diverse volte al termine della prima frazione. Nel secondo tempo si è respirata la stessa aria, i ducali alla lunga concedono spazio al Milan che trova la rete del pareggio al 66′ con Pulisic. Ma nel momento in cui i rossoneri sembravano essere in dominio dell’incontro i padroni di casa hanno colpito nuovamente in contropiede, stavolta con Alqmvist, che assiste Cancellieri nel gol vittoria che ha chiuso i giochi. I due nuovi acquisti non hanno deluso e tutto il Parma ha dato l’impressione di essere pronto per questa Serie A. Pecchia ha tramesso al meglio ai suoi ragazzi come stare in campo, e nei due incontri disputati finora il Parma ha conquistato 4 punti. Al contrario, il Milan di Fonseca è ancora molto acerbo. Il ritorno dall’inizio di Theo Hernandez non ha dato la spinta offensiva desiderata, e rimangono ancora tanti i dubbi da risolvere per l’allenatore portoghese, partendo dall’impiego di Loftus-Cheek, oggi nella veste di trequartista mentre alla scorsa arretrato a centrocampo. Sicuramente una partenza sottotono che dovrà cambiare in fretta visti i quattro gol subiti in due partite, troppi se si vuole puntare in alto questa stagione.
Udinese – Lazio
L’Udinese trova il primo successo in campionato contro la Lazio. In soli cinque minuti i padroni di casa passano in vantaggio grazie al colpo di testa vincente di Lucca. Per la Lazio è già il secondo gol subito dopo pochi minuti dal calcio d’inizio. Se alla scorsa i biancocelesti non ci avevano messo molto a reagire, questa volta i ragazzi di Baroni hanno fatto molta fatica a trovarsi in campo e rendersi pericolosi per la difesa bianconera, nonostante un possesso palla prolungato, ma inefficace. Nel corso del primo tempo l’Udinese va vicino al raddoppio con Thauvin ma Provedel risponde presente negando la gioia del gol al francese, ispirato dopo l’assist a Lucca nell’occasione dell’1-0. La Lazio sfiora il pareggio solo sul finale del primo tempo dove il pallone messo in mezzo da Zaccagni da calcio d’angolo rischia di trasformarsi in autorete dopo una deviazione maldestra di Lucca. Anche nel secondo tempo, i biancocelesti si addormentano dopo pochi minuti dal fischio d’inizio e Thauvin dopo aver recuperato palla a metà campo entra in area e buca Provedel vincendo il secondo duello. La ripresa fa da specchio alla prima frazione, le poche iniziative e il giro palla troppo lento e prevedibile rende vita facile ai padroni di casa. Neanche l’ingresso in campo di Dia riesce a dare la scossa per accendere la partita biancoceleste. L’Udinese grazie ad una fase difensiva molto solida conquista i primi tre punti del suo campionato , subendo la rete della bandiera solo al 95′ con Isaksen. Rispetto all’incontro casalingo col Venezia la Lazio è stata meno cinica e molto disorganizzata. Tocca a Baroni trovare la quadra e dare alla Lazio un’identità di gioco più dominante e cinica. L’ottimo approccio alla gara da parte dei ragazzi di Runjaic permette all’Udinese di tornare a vincere in casa contro la Lazio, vittoria che mancava dalla stagione 2012/13.
Monza – Genoa
All’U-Power Stadium il Genoa conquista i tre punti e trova la sua prima vittoria in campionato contro il Monza. Gilardino non perde tempo e schiera sin da subito i due centravanti Vitinha e Pinamonti ma nell’incontro regna l’equilibrio, equilibrio che si spezza solo sul finale del primo tempo con Pinamonti. L’ex Sassuolo alla sua seconda avventura in maglia rossoblù, sblocca la gara con una girata di testa vincente che indirizza il match sfruttando il cross perfetto di Sabelli. Il Monza conferma le difficoltà nel trovare il gol dopo il pareggio a reti bianche di Empoli, problema da estirpare alla radice per puntare ad un campionato tranquillo. Il grifone disputa un secondo tempo ordinato, difendendo senza concedere nulla ma pungendo nelle ripartenze, dando continuità al pareggio casalingo con i campioni d’Italia in carica.
Inter – Lecce
Davanti un San Siro stracolmo peri campioni d’Italia, i nerazzurri battono il Lecce. L’Inter domina sul piano del gioco e trova la rete del vantaggio dopo appena cinque minuti. I traversoni ‘da quinto a quinto’ a cui ci abituato Inzaghi valgono la rete di Darmian che insacca il cross di Dimarco sporcato da Taremi, siglando il suo decimo centro con la maglia nerazzurra. Dopo la prima batosta subita con l’Atalanta, il Lecce di Gotti non riesce ad entrare in partita e a San Siro si gioca un incontro a senso unico. La ripresa fa da specchio a quello che si è visto nel primo tempo, un Inter affamata di vittoria come ha specificato Inzaghi nel post partita. Al 70′ Calhanoglu raddoppia su calcio di rigore concesso per la trattenuta di Gaspar ai danni di Thuram. Nonostante l’assenza di Lautaro Martinez (non convocato per un affaticamento), Taremi si è fatto trovare pronto non facendo rimpiangere l’argentino. La ‘panchina lunga’ dell’Inter si riconferma un’arma importantissima per lottare nuovamente al titolo di campioni d’Italia. Partenza in salita per il club pugliese che si ritrova dopo due giornate ancora a zero punti e zero gol fatti.
Fiorentina – Venezia
Non si va oltre lo 0-0 a Firenze tra la Fiorentina e il Venezia. Nel primo tempo i ritmi fanno fatica a decollare ma è la Fiorentina a fare la partita arrivando a concludere in porta con Kouamè, Parisi e Richardson ma Joronen ha vinto tutti i duelli e blindato la porta tenendo in piedi il Venezia. Nonostante il maxi turnover in Conference (9 cambi su 11) , la Fiorentina non riesce ad imporsi sulla neopromossa. Anche nella ripresa i padroni di casa fanno fatica ed il Venezia che prova a prendere campo senza però sbilanciarsi troppo. Il match prosegue sui ritmi iniziali nonostante entrambi gli allenatori abbiano messo mano alle panchine per sbloccare lo 0-0 ed entrambe le formazioni si accontentano di un punto a testa. Palladino manca ancora l’appuntamento con la prima vittoria da allenatore dei viola, mentre il Venezia conquista il suo primo punto in campionato.
Torino – Atalanta
Il Torino conquista la vittoria in un match combattutissimo contro l’Atalanta. Il match si accende subito ed entrambe le squadre regalano spettacolo sin dai primi minuti lottando per non lasciare il comando del gioco all’altra e rendendo l’esito del match impronosticabile. Anche dopo la partenza di Bellanova i granata non hanno sofferto la sua assenza, rimanendo lucidi e imprevedibili in zona offensiva. Il primo gol del match lo ha messo a segno Retegui che dimostra il grande momento di forma, con una girata di testa spedisce la sfera sotto l’incrocio, imprendibile per Milinkovic-Savic. Il Toro reagisce subito pareggiando dopo pochi minuti, Adams dimostra grande personalità nel suo debutto da titolare e con un pallone in verticale mette in porta Ilic che sfugge dalla marcatura di Ederson e mette a sedere Carnesecchi con con uno scavetto pareggiando i conti. Il secondo tempo prosegue a ritmi elevati, cinque minuti dopo l’inizio della ripresa, il Torino sigla il gol vittoria grazie alla determinazione di Che Adams nel seguire l’azione. il tiro di Zapata viene deviato con un miracolo da Carnesecchi ma lo scozzese è il primo a raccogliere la sfera e completare la rimonta a favore di un ottimo Torino, che dopo il pareggio in esterna col Milan alla prima di campionato, passa in vantaggio al 49′ contro un’Atalanta molto agguerrita ma contata in zona offensiva (complice la non convocazione di Lookman). Le occasioni non mancano, ma manca la precisione dell’attaccante puro a De Ketelaere che stampa il palo di testa al 65′ mancando ancora una volta l’appuntamento con il gol. Gli ultimi minuti del match hanno infiammato l’Olimpico Grande Torino, Milinkovic-Savic para un calcio di rigore a Pasalic che si fa ipnotizzare. Con questo intervento magistrale il Toro ha messo le mani sui primi tre punti di questa stagione. Il Toro di Vanoli ha dimostrato di essere una delle squadre più ostiche da affrontare in questo momento della stagione e i principi di gioco del tecnico italiano sembrano già ben improntati nei giocatori granata, in attesa del completamento del mercato .
Roma – Empoli
L’Empoli piega l’Olimpico e merita i tre punti contro i giallorossi. Nonostante la prima grande occasione sprecata da Gyasi, la Roma continua a dimostrare una difesa poco solida e disorganizzata. L’Empoli sfiora il vantaggio una seconda volta in contropiede con Colombo che a portiere battuto, colpisce il legno dopo l’intervento provvidenziale di Svilar su Fazzini, errore da matita rossa per l’attaccante di proprietà del Milan. Sebbene la presenza in campo di Dybala e Soulè, la manovra offensiva è risultata poco cinica e inconcludente con i due argentini che si pestavano i piedi nella stessa zona di campo. L’Empoli trova il vantaggio allo scadere del primo tempo con la rete di Gyasi mettendo in salita il match per i padroni di casa. Alla ripresa, la Roma spinge per il pareggio ma risulta sfortunata colpendo due legni consecutivi nella stessa azione. I toscani sfruttando i buchi lasciati dalla retrovia giallorossa raddoppiano su calcio di rigore trasformato da Colombo, causato dall’intervento sciocco di Paredes ai danni di Esposito. Sul finale la Roma accorcia le distanze con Shomurodov ma il match termina con la vittoria degli azzurri e con l’amaro in bocca per i padroni di casa a causa del terzo legno della serata colpito da Dybala. L’Empoli conquista la sua prima storica vittoria all’Olimpico contro i giallorossi e vola a quattro punti in classifica, la Roma resta ferma ad uno.
Napoli – Bologna
Il Napoli di Conte schiaccia il Bologna, ottiene la prima vittoria stagionale e rialza la testa dopo la pesante sconfitta di Verona. Gli azzurri aggrediscono gli avversari sin dai primi minuti e sfiorano il vantaggio con Raspadori, schierato ancora una volta da prima punta in attesa dell’arrivo di Romelu Lukaku. I rossoblù fanno fatica ad entrare in partita e riescono ad arrivare alla porta difesa da Meret solamente nella prima mezz’ora di gioco. Allo scadere del primo tempo dopo un dominio partenopeo, Di Lorenzo sigla il primo gol stagionale del Napoli di Conte calciando di mancino dopo l’assist illuminante di Kvaratskhelia. Nella ripresa continua il dominio azzurro e la fitta rete di passaggi impedisce al Bologna di imporsi anche nel secondo tempo. Seppure ancora il secondo incontro ufficiale per Vincenzo Italiano, il gioco bolognese dello scorso anno sembra essere ben lontano da quello visto in questa partenza di stagione. Al 75′ il georgiano raddoppia e spegne le poche speranze rossoblù ad un quarto d’ora dalla fine e, nei minuti finali, David Neres si presenta ai tifosi partenopei mettendo l’assist per Simeone chiudendo i giochi al Maradona. Il Napoli di Antonio Conte inizia a prendere forma, mentre il Bologna manca per la seconda volta l’appuntamento con la vittoria, palesando ancora una volta una sostanziosa inconcludenza negli ultimi metri, dove gli attaccanti felsinei (eccetto Orsolini, che però ha segnato su rigore) sono ancora alla ricerca del primo gol su azione.
Cagliari – Como
Un punto a testa tra Cagliari e Como nell’incontro dell’Unipol Domus. Nella prima frazione entrambe le squadre si sono studiate cercando di concedere poco all’avversario. Al 13′ Zito Luvumbo colpisce un legno con una conclusione insidiosa deviata da Reina mentre, intorno alla mezz’ora di gioco, ci ha provato Strefezza dalla distanza. Negli ultimi istanti del primo tempo, Piccoli anticipa Reina e sblocca il risultato a favore degli isolani. Nel secondo tempo il Como spinge per il pareggio scendendo in campo con il piglio giusto. L’1-1 arriva grazie alla zampata di Cutrone, che anticipa Zappa e mette in rete il pallone deviato da Dossena sul corner battuto da Strefezza. Grazie a questo gol, i neopromossi iniziano a credere nel colpaccio e il clima del match inizia ad infiammarsi. Entrambe le squadre creano tanto e concedono tanto. A venti dalla fine Nico Paz svirgola il pallone che carambolando su Cutrone costringe Scuffet a compiere un miracolo per alzare il pallone sopra la traversa ed evitare il gol. Il Como sfiora il vantaggio altre due volte con Cerri sul finale che non ha la lucidità di spedire la palla in rete da posizione ravvicinata. Secondo punto di fila per il Cagliari che non riesce a trovare la prima vittoria tra le mura amiche. Il Como di Fabregas conquista il suo primo punto nel massimo campionato dimostrando coraggio e intraprendenza, mancati nel primo incontro con la Juventus. Il mercato continua a far arrivare giocatori interessanti sulle rive del lago, e adesso i lariani sono chiamati ad alzare sempre di più l’asticella.
Hellas Verona-Juventus
Serviva un’altra prova di forza alla Juve di Thiago Motta, e la prova è arrivata. I bianconeri al Bentegodi sbaragliano il Verona e si prendono la vetta della classifica in solitaria. Le idee intraviste alla prima di campionato contro il Como sono state riconfermate ed hanno portato i loro frutti. Nonostante l’avvio molto corsggioso e intraprendente dei ragazzi di Zanetti , la gestione della gara dei bianconeri è pressoché perfetta. Nel momento in cui la Juve alza il ritmo, comincia a produrre palle gol a profusione e apre la gara grazie a una giocata collettiva in fase di pressione, che porta Locatelli al recupero palla e Yildiz all’assist per Vlahovic. La gara gagliarda e sorniona del Verona prosegue senza sussulti, e al momento del raddoppio di Savona, scelta vincente di Thiago Motta che conferma il suo pieno appoggio nella rosa e nei giovani da impiegare. Nella ripresa il doppio vantaggio spezza le gambe agli scaligeri, con la Juve che controlla senza rischi e trova anche il terzo gol grazie alla giocata di Mbangula e al rigore realizzato da Vlahovic. Una prestazione maiuscola, la seconda per 3-0, che proiettano i bianconeri al primo posto in classifica. Le scelte del tecnico italo-brasiliano, abbinato a un nuovo modo di gestire la fase di pressione e possesso, portano la Juve a essere dominante per lunghi tratti della partita, riuscendo a gestire il ritmo a proprio piacimento. L’inserimento dei nuovi acquisti Douglas Luiz e Kalulu sta avvenendo gradualmente e il calciomercato bianconero sta per presentare sotto la Mole giocatori di caratura internazionale come Conceicao, Koopmeiners, Nico Gonzalez e forse Sancho, con i sogni dei tifosi bianconeri che cominciano a prendere forma, sia in campo che sul mercato. Il big match di domenica sera contro la Roma diventa il primo vero banco di prova per Thiago Motta, al prima confronto in campionato contro una big. Per il Verona un passo indietro dopo la grandissima vittoria di domenica contro il Napoli, ma il lavoro di Zanetti sembra comunque ben rodato all’interno del gruppo squadra, e la trasferta di Marassi diventa un primo scontro fondamentale per capire la reale dimensione del club scaligero in questa Serie A, con la salvezza che rimane l’obiettivo minimo.
LA TOP11 DELLA 2ª GIORNATA

Grafica: Julya Marsala
Calcio
Europa e Conference, quarti di andata: Lazio freddata, cuore Viola in Slovenia

Europa e Conference League sono ormai arrivate ai quarti di finale, con le gare di andata che hanno già fornito i loro verdetti. Serata dolceamara per le italiane, mentre negli altri match in giro per l’Europa gol e spettacolo non sono affatto mancati.
EUROPA LEAGUE
L’Italiana
La terra novergese, si sa, e soprattutto per le italiane, è un campo che ormai diventa un fortino molto complicato da sormontare. Ce lo dimostrano, su tutto, i numeri in casa del Bodo, che in Europa, in casa, nelle ultime dieci partite ha collezionato ben nove vittorie. La squadra di Baroni arriva in terra scandinava consapevole di ciò che l’avrebbe aspettata: zero gradi ad aprile, freddo e una squadra che sa mettere in difficoltà anche le compagini più quotate, e il campo lo dimostra sin da subito. La prima metà di gara non tarda a dimostrare quanto detto, il Bodo tiene sempre e costantemente il pallino del gioco in mano, possesso palla, palleggio, dominio assoluto del centrocampo, portano in scena un primo tempo senza interpretazioni che vede la squadra di Baroni totalmente assente sul piano del gioco, per quanto un pò più solida nelle retrovie. Nel secondo tempo, inevitabilmente, la storia cambia, con i biancocelesti che dopo appena un minuto vengono gelati dal gol di Saltnes arrivato a seguito di un’azione costruita magistralmente dai norvegesi, che riescono ad arrivare serenamente a tu per tu con Mandas, insaccando la sfera. La Lazio, dopo il gol, non prova nemmeno a reagire, e paradossalmente si sottomette ancora di più all’assalto giallonero, tentando di difendere il difendibile per provare una possibile rimonta all’Olimpico, ma il Bodo non è della stessa idea e a venti minuti dalla fine, ancora con Saltnes, che con un tocco sotto supera Mandas e trova il raddoppio che annichilisce definitivamente gli uomini di Baroni, autori di un disperato (e vano) tentativo di salvataggio sulla linea. Da qui in poi, il dominio dei padroni di casa è totale, a centrocampo si vedono solo frecce giallonere che trafiggono lo scudo celeste, arrivando, ancora una volta troppo facilmente, a tu per tu con Mandas, autore di una parata fondamentale sul tentativo di Saltnes che avrebbe siglato la tripletta personale. A un minuto dallo scadere la Lazio rischia ancora di subire la terza rete, negata, ancora una volta, e stavolta clamorosamente sulla linea, dal portiere greco. Giovedì prossimo, all’Olimpico, la Lazio sarà chiamata ad attuare una clamorosa e (per quanto visto ieri) insperata rimonta, cercando di approdare alle semifinali, dopo aver chiuso il girone iniziale al primo posto.

Foto: X BeFootball
Le altre sfide
Oltre alla debacle biancoceleste, il giovedì sera ci regala altri tre risultati, tre pareggi che renderanno i quarti di ritorno della prossima settimana ancora più entusiasmanti. Nel nord di Londra, due giorni dopo la maestosa impresa dell’Arsenal contro il Real, il Tottenham non va oltre il pareggio con un ottimo Eintracht Francoforte, che apre le marcature con il gol fulmineo di Ekitike per poi farsi pareggiare da Pedro Porro. Sempre nella terra del re, stavolta il Scozia, i Glasgow Rangers, in dieci per quasi ottanta minuti, riescono ad inchiodare sullo 0-0 l’Athletic Bilbao, “killer” della Roma agli ottavi. Ultimo, ma non per importanza, il match tra Lione e Manchester United, preceduto da diversi battibecchi, in particolare tra Matic e Onana, con il primo che accusa quest’ultimo di essere il portiere più scarso della storia dei Red Devils, probabilmente non sbagliando, dal momento che due gravi errori dell’ex Inter permettono ai francesi prima di andare in vantaggio e poi di pareggiare all’ultimo secondo con i gol di Thiago Almada e di Cherki, compensati, nella compagine inglese, dalle marcature di Yoro e Zirkzee.
Il protagonista
Quattordici anni al Bodo, una doppietta nel gelo della Norvegia che condanna gli avversari, dominio assoluto, leadership nel reparto avanzato della sua squadra e vantaggio di due gol nella gara di ritorno: Saltnes non può che essere il protagonista di questa settimana, con i due gol probabilmente più importanti della sua carriera che potrebbero far sognare in grande il Bodo/Glimt, unica squadra dei quarti di andata ad uscire vincitrice dalla propria gara. Aspettando di vederlo sul campo dell’Olimpico, Saltnes ha mandato un messaggio chiaro a tutta l’Europa, dimostrando che, in corsa per questa competizione, non bisogna dare per spacciato mai nessuno.

Foto: X Play Spor
La conferma
Nessuna conferma, se non l’equilibrio e lo spettacolo che questa competizione riesce a mettere in scena ad ogni giornata. Tre pareggi e un risultato a sorpresa confermano quanto l’Europa League risulti, ogni anno, sempre più equilibrata e a tratti anche meglio della Champions, dove non mancano, ancora ai quarti di finale, risultati altisonanti come il 4-0 del Barcellona e dove sembrano esserci squadre con la strada spianata.

Foto: DAZN
La delusione
Parlare della Lazio sarebbe scontato e anche ripetitivo, per questo non si può non parlare dell’Athletic Bilbao. Dopo aver eliminato la Roma con una prestazione pressoché magistrale, nonostante il vantaggio numerico, i Baschi si trovano nuovamente sopra di un uomo contro i Rangers per quasi tutta la partita, non riuscendo però ad incidere e ad insaccare nemmeno un gol. Le statistiche parlano chiaro: 71% di possesso palla ma solo tre tiri in porta, decisamente troppo poco per una squadra che, sul piano offensivo, ha uno dei migliori reparti della competizione. Al ritorno, seppur in casa, la squadra di Valverde dovrà fare in modo che questa mancata e necessaria vittoria non gli costi caro.

Foto: X Athletic Bilbao
CONFERENCE LEAGUE
L’Italiana
Una partita semplice, quantomeno sulla carta, nel secondo tempo mette alle strette la Fiorentina, che con cuore, grinta, e un super De Gea, si porta a casa il quarto di finale di andata contro un Celje ostico spinto da un pubblico di casa tutt’altro che sereno. Il primo tempo arride alla viola, che sembra tenere in mano il pallino del gioco, eccezion fatta per i primi minuti di partita in cui i padroni di casa, spinti dall’entusiasmo del pubblico casalingo, riecsono a rendersi pericolosi in un paio di occasioni che culminano sull’esterno della rete. La costruzione della squadra di Palladino, favorita a centrocampo dall’immensa qualità di Adli, Cataldi e Mandragora, riesce a dare il via a moltissime occasioni pericolose che impensieriscono la difesa slovena. Nelle retrovie, Ranieri e Matìas Moreno riescono a dare una sicurezza, sia difensiva che nel palleggio, fuori dal comune, compensando le prestazioni tutt’altro che perfette di Comuzzo e Pongracic. Sulle fasce la spinta è poderosa, e poco dopo la metà del primo tempo, Ranieri sigla il gol dell’1-0, saltando due avversari e, con un pò di fortuna e complicità da parte di Ricardo Silva, insaccando il gol dell’1-0, che permette alla viola di portare avanti un primo tempo in gestione totale del gioco, tenendo a bada il potenziale offensivo del Celje. Nel secondo tempo, quantomeno durante le prime battute, la storia non cambia, e il gioco viola la fa da padrone per buona parte della frazione. Verso il sessantesimo, un rilancio di De Gea, prolungato dal tocco di Folorunsho, arriva nei piedi di Mandragora che in mezzo a tre avversari viene steso con un pestone da Karnicnik, capitano avversario, il cui gesto viene sanzionato con un calcio di rigore in seguito alla consueta on-field review. Sul dischetto si presenta proprio Mandragora, che corona una prestazione pressoché impeccabile con il gol del 2-0. In questa stagione, come ormai noto, la Fiorentina mostra però un rendimento altalenante, che si rende manifesto proprio nei risultati in trasferta in Conference, in cui è arrivata una sola vittoria, contro il San Gallo. Appreso ciò, non stupisce che il Celje, per la mezz’ora finale, si svegli e domini il piano del gioco, trovando anche il gol del 2-1 su situazione di penalty, causato da Pongracic che entra in maniera abbastanza dura su Matko, venendo sanzionato con il fallo e venendo graziato con l’estrazione solo del cartellino giallo, nonostante il giocatore avversario stesse colpendo a botta sicura da solo davanti alla porta spalancata di De Gea. Dal dischetto Delaurier Chaubet non sbaglia e negli ultimi venti minuti il Celje le tenta tutte per pareggiare, sbattendo sempre sul muro alzato da un maestoso De Gea, che mette il sigillo al match con una parata formidabile all’ultimo secondo.

Foto: X ACF Fiorentina
Le altre sfide
Il giovedì di Conference non delude le aspettative, portando in campo risultati che ci si poteva aspettare e che vanno a favore delle quattro “big” rimaste in gara. Nell’anticipo del pomeriggio, il Chelsea schianta, fuori casa, il Legia Varsavia grazie alla doppietta di Madueke e al gol del diciannovenne George, assicurandosi la qualificazione già ai quarti di andata con il compito di andare a Stamford Bridge per chiudere definitivamente la pratica. Vince abbastanza agilmente anche il Betis contro la sorpresa Jagiellonia, che si deve arrendere ai colpi di Bakambu e di Jesus Rodriguez e che, in Polonia, combatterà fino alla fine per ribaltare il proprio destino. Infine, vince in esterna anche il Rapid Vienna che batte il Djurgarden di misura grazie all’autogol di Finndeli.
Il protagonista
Quindici minuti per archiviare, probabilmente, la qualificazione in semifinale. Noni Madueke si prende sempre di più il Chelsea, con l’ultimo anno, e in particolare questa stagione, che ha visto alzarsi vertiginosamente il livello delle sue prestazioni, sempre più fondamentali per la squadra di Maresca, anche e soprattutto in Europa. Sulle ali dell’entusiasmo e dei suoi giovani, il Chelsea si sta facendo strada, trovando nell’esterno inglese uno dei suoi maggiori interpreti, con le conferme che arrivano partita dopo partita.

Foto: X Chelsea Photos
La conferma
Il 2025 è a tinte biancoverdi: il Betis, con l’arrivo dell’anno nuovo, sembra aver cambiato mentalità. In campionato è probabilmente la squadra più in forma del momento, e le grandi prestazioni arrivano anche in Conference. Due gol, una vittoria pulita e nessuna rete subita, i numeri della serata di ieri degli spagnoli sono l’emblema del meraviglioso periodo della squadra. C’è chi ironizza (oppure chi è serio) e dice che l’arrivo di Antony abbia svoltato la squadra, ma in realtà, oltre ciò, dietro i risultati della compagine biancoverde c’è il meraviglioso lavoro di Manuel Pellegrini, che sta mettendo sù un Betis formato europeo, che mai si era visto prima e che si candida seriamente alla vittoria finale dopo la vittoria sullo Jagiellonia, sorpresa di quest’anno.

Foto: X Real Betis
La delusione
Poco minutaggio in campionato, gioca in Europa e combina disastri, così come in quei pochi minuti che gli vengono concessi in Serie A. Marin Pongracic è arrivato a Firenze con il compito di diventare il leader della difesa viola, ma quando c’è lui in campo la squadra di Palladino sembra non avere punti di riferimento lì dietro. Nonostante la vittoria dei suoi, la prestazione del centrale croato è tutt’altro che da incorniciare. Il Celjie torna in partita grazie ad un rigore causato da lui, che viene graziato dall’arbitro non venendo espulso. Dopo la prestazione di ieri, c’è da capire se Palladino intende dargli ancora fiducia o preferirà correre ai ripari puntando ad una soluzione più solida.

Foto: X ACF Fiorentina
Calcio
Champions League, quarti di andata: Barcellona a valanga, spettacolo all’Emirates

I primi atti dei quarti di finale sono tutti in archivio. Tra calcoli cervellotici per il ranking e un mix di sorprese, abbinata alla solita parata di stelle, la Champions continua a non perdere quel fascino e quello smalto delle serate di grande, grandissimo, calcio.
L’Italiana
Va all’Inter il primo atto dei quarti di finale. In casa del Bayern Monaco la squadra di Inzaghi gioca una partita strepitosa sotto tutti i punti di vista e torna da Monaco di Baviera con la consapevolezza di poter mettere in difficoltà chiunque. Precisi, lucidi, compatti fino all’osso e terribilmente cinici ed estetici. Al cospetto del più quotato Bayern (nonostante le assenze) la squadra di Inzaghi ha saputo sfruttare al meglio le occasioni capitate tra i piedi dei nerazzurri. Con un pizzico di fortuna, che grazia la retroguardia interista dalla conclusione pessima di Kane, che in quella posizione difficilmente sbaglia, l’Inter mette in campo quei movimenti codificati che mandano in tilt qualsiasi squadra. Alla vigilia il rebus principale era legato alla gestione spasmodica del pallone, e il prato dell’Allianz non ha tradito le attese: tanto possesso dei bavaresi, ma transizioni rapide e pungenti dei nerazzurri. La difesa del Bayern, completamente rivisitata dai tanti infortuni, non è riuscita a prevalere nel duello individuale contro i riferimenti nerazzurri, sempre molto bravi a divincolarsi dalla pressione e scombinare qualsiasi castello difensivo. Il vantaggio di Lautaro Martinez è un manifesto dell’ideologia di Simone Inzaghi: un possesso ragionato, ma molto preciso e rapido, che parte da sinistra e poi si conclude al centro dell’area con il solito gioco delle coppie. Il lavoro sporco, si fa per dire, dell’assistente per la finalizzazione del capitano; l’incredibile sponda di tacco di Thuram per l’arrivo di Lautaro Martinez, lucidissimo nel freddare Urbig con l’esterno del piede destro. Nel secondo tempo il Bayern alza il pressing, cementa la linea di centrocampo con un Goretzka sempre più presente in mezzo al campo, mentre l’Inter comincia a tirare il fiato. Kompany riacciuffa il pari grazie alla fame e alla grinta del più bavarese di tutta la rosa, e il pari dell’eterno Thomas Muller sembra mettere una toppa alla prestazione opaca del Bayern. L’Inter non si scompone, anzi trova paradossalmente la scintilla per piazzare la scossa decisiva: solita costruzione dal basso, sempre mirata a cacciar fuori i difensori bavaresi, Lautaro e Barella muovono velocemente la palla e spianano il campo a Carlos Augusto, lucido nel servire Frattesi che quando attacca l’area sa sempre come punire. In attesa del ritorno di mercoledì prossimo, l’Inter ci tiene a ribadire la crescita e la pulizia che Inzaghi ormai ha impiantato nel dna della squadra. Occhio però a sottovalutare il Bayern, i tedeschi sanno sempre come rimettersi in corsa anche nelle situazioni più improbabili.

Foto: gameofgoals.it
Le altre sfide
Oltre al successo dell’Inter in Baviera, il martedì si impreziosisce con una vittoria maestosa dell’Arsenal di Arteta sui campioni del Real Madrid. Un successo schiacciante, certificato dal 3-0 con cui i Gunners andranno a Madrid a difendere il pass per la semifinale, che in questo momento sembra indirizzato verso Londra. Nelle altre due gare che chiudono i quarti, regalano spettacolo sia Barcellona che Paris Saint Germain. I blaugrana schiantano per 4-0 il Borussia Dortmund a Montjuic, mentre i ragazzi di Luis Enrique, freschi campioni di Francia, vincono e si divertono contro l’Aston Villa. 3-1 al Parco dei Principi sotto i colpi di Doué, Kvaratskhelia e Nuno Mendes, una rete più bella dell’altra; per i Villans a segno il solito Morgan Rogers.
Il protagonista
Più di 300 gare senza riuscire a insaccare un piazzato alle spalle del portiere. La magia della Champions si racchiude anche nell’imprevedibilità con cui certi eventi si verificano. Declan Rice ad oggi si può considerare tranquillamente uno dei centrocampisti più completi al mondo, e la prestazione contro il Real Madrid non verrà di certo dimenticata. L’astuzia e la precisione del centrocampista inglese si racchiudono nella punizione con cui stappa la gara, conclusione molto potente e molto effettata che batte Courtois -non proprio impeccabile. La serata del centrocampista dei Gunners assume quella parvenza di magia quando dopo dieci minuti piazza un’altra punizione alle spalle di Courtois, questa volta all’incrocio dei pali. La foto della sfera che si adagia sotto i legni è una delle immagini più belle e suggestive dell’intera stagione calcistica.

Foto: X Champions League
La conferma
Questo Barcellona adesso comincia a fare seriamente paura. In soccorso a questa teoria arrivano i numeri offensivi della squadra di Flick: 145 gol in 47 partite, una media di più di tre reti per gara. Numeri spaventosi, che mostrano quanto il club catalano abbia trovato un’alchimia in campo che non lascia scampo agli avversari. Il 4-0 casalingo contro il Borussia Dortmund è una prova di forza totale dei blaugrana: la doppietta del solito, meraviglioso, Robert Lewandowski, che quando vede giallo e nero si scatena (il Borussia Dortmund è la sua vittima preferita, 29 gol in 28 partite), e i sigilli dei due esterni più forti d’Europa, Raphinha (12 gol in 11 gare di Champions) e Lamine Yamal, permettono alla banda di Flick di ipotecare la semifinale già nel primo atto dei quarti. Il calcio sa sempre regalare imprese e rimonte leggendarie, ma al cospetto di questo Barcellona non sembra esserci trippa per gatti. La strada verso Monaco di Baviera ha trovato l’auto di punta…

Foto: X FC Barcelona
La delusione
Nonostante il ritorno da giocare -e vivere- al Bernabeù, il Real Madrid esce dall’Emirates con le ossa rotte. Il percorso della squadra di Ancelotti in questa Champions continua a mostrare difficoltà e brutte battute d’arresto. Dinanzi a un Arsenal decisamente più in palla, i Blancos non sono riusciti a far valere i gradi di campioni d’Europa in carica. In vista del ritorno di mercoledì prossimo, se l’irreale dovesse concretizzarsi nuovamente al Santiago Bernabeù, il Real Madrid dovrà ereggere un monumento a Thibaut Courtois. Nonostante l’errore in occasione della prima punizione di Rice, le parate dell’estremo difensore belga sono state preziose per evitare un parziale peggiore. Assenti ingiustificati tutti gli Avengers in avanti, ingabbiati dalla freschezza e dall’intensità messa in campo dalla squadra di Arteta. Mbappé e Vinicius sono chiamati a dare un segnale feroce dinanzi al pubblico che più di ogni altro è riuscito a trasformare l’impossibile in possibile. Job not finished!
Calcio
Una grande Inter resiste e punisce in Baviera. La zampata di Frattesi decide il primo atto

Nell’andata dei quarti di finale, l’Inter si regala una notte da sogno in Baviera. I nerazzurri vincono 2-1 in casa del Bayern Monaco, e si regalano un vantaggio enorme in vista del ritorno di mercoledì prossimo. Decide il gol di Frattesi a ridosso del novantesimo.
Confermate le numerose assenze in casa Bayern. Con l’aggiunta alla lista (che vede nomi illustri come Coman, Upamecano, Davies ecc.) di Musiala, uscito malconcio dopo l’ultima gara di campionato contro l’Augsburg, Kompany schiera Guerreiro nella linea dei trequartisti. Difesa rivisitata con Stanisic e Laimer sulle fasce, Dier e Kim al centro. Inzaghi rinuncia inizialmente a Dimarco, non ancora al meglio, con Carlos Augusto. Per il resto tutti confermati, a cominciare da Lautaro e Thuram in avanti.
Nonostante una prima fase di possesso coraggiosa e propositiva da parte dei nerazzurri, i bavaresi cominciano a conquistare sempre più terreno, grazie al solito pressing aggressivo e intenso. Il palleggio ipnotico e rapido del Bayern cerca di sfondare per vie centrali, per poi finalizzare nella parte destra del campo. La prima occasione della gara nasce proprio lì: Olise riceve palla dal centro, si porta palla sul mancino e sfiora il vantaggio, Sommer sembrava in traiettoria ma la conclusione del francese termina di poco a lato. L’Inter sembra riuscire a far male in transizione, anche perché il Bayern lascia accoppiati i soli centrali sui due attaccanti, ma i nerazzurri -almeno inizialmente- peccano di velocità e pulizia in mezzo al campo. Entrambe le squadre marcano a uomo, e la riaggressione voluta da Kompany permette ai bavaresi di avere sempre un giocatore libero di inserirsi tra le linee, come in occasione del destro di Guerreiro, intercettato in due tempi da Sommer al minuto 20. Olise, in assenza di Musiala, sembra il valore aggiunto del Bayern, e al minuto 25 il francese semina il panico tra i difensori nerazzurri, appoggia per Kane che apre il piatto ma calcia male e scheggia il palo. Brutta conclusione per l’attaccante inglese, che difficilmente sbaglia da quella posizione, ma l’avvio di gara di Olise è da sottolineare, indiavolato. L’occasione più nitida dell’Inter arriva in contropiede, alla mezz’ora Bastoni si stacca dalla linea e porta palla, serve Carlos Augusto in area ma il brasiliano calcia male, conclusione che termina sulla parte esterna della rete. La gara si sblocca al 37′ con tutta la qualità e l’astuzia del tandem offensivo: sviluppo laterale, guidato da una prima sponda di Lautaro, Carlos Augusto arriva subito al cross verso Thuram, il francese apparecchia di tacco per l’arrivo di Lautaro, conclusione di esterno e vantaggio Inter. Grandissima azione della squadra di Inzaghi, conclusa in maniera splendida dalla sponda di tacco, da fuoriclasse, di Thuram e dal bellissimo esterno di Lautaro Martinez. Dalla mezz’ora l’Inter è venuta fuori sempre di più, mentre il Bayern accusa il colpo del gol subito, non riuscendo ad avvicinarsi alla porta di Sommer negli ultimi minuti della prima frazione.
Nessuna sostituzione all’intervallo, nonostante alcuni problemi accusati da Acerbi nella parte finale del primo tempo. Copione invariato al rientro dagli spogliatoi, il Bayern continua a controllare il gioco ma l’Inter ha gli strumenti giusti per essere sempre pericolosa in ripartenza. Al 55′ Lautaro riceve l’ennesima palla preziosa di Thuram, arriva in corsa e calcia forte, bravo Urbig a schermare il primo palo al capitano nerazzurro. All’ora di gioco l’Inter comincia a soffrire la spinta dei bavaresi, anche se l’unico brivido arriva da una conclusione al volo di Guerreiro alta di poco sopra la traversa. I cambi dei due allenatori rispecchiano i momenti opposti delle due squadre: Inzaghi inserisce Frattesi al posto Mikitharyan e Bisseck al posto di uno stremato Darmian; Kompany ne cambia addirittura tre (Boey, Gnabry e Muller al posto di Guerreiro, Sané e Kim). L’offensiva dei bavaresi è totale nell’ultimo quarto di gara, l’Inter non riesce più a uscire e perciò comincia a blindare la porta di Sommer. All’81’ Muller riceve un passaggio in area, calcia a botta sicura ma trova l’opposizione miracolosa di Bastoni. L’ingresso del numero 25 tedesco è un fattore per sparigliare le carte in casa Inter. L’eterno Thomas Muller è il protagonista del pareggio dei bavaresi: all’85′ cross di Kimmich sul secondo palo, la difesa rimane statica e concede prima il cross a Laimer e poi la zampata decisiva a Muller. Nonostante l’intera ripresa giocata a difesa della porta di Sommer, nella fatica l’Inter trova la giocata per riportarsi subito avanti. Due minuti dopo il pareggio di Muller, i nerazzurri fraseggiano bene in mezzo al campo, trovano scopertissimi i difensori del Bayern e li bucano con tre semplici tocchi: Barella per Lautaro, Martinez per lo scatto bruciante di Carlos Augusto e passante centrale del brasiliano per il solito inserimento di Frattesi. Altro grandissimo fraseggio della squadra di Inzaghi, che con pochi semplici tocchi è riuscita a risalire il campo e trovare il pallone del vantaggio, che in vista del ritorno ha un peso gigantesco. Nonostante l’ultima offensiva dei bavaresi, la difesa nerazzurra tiene e porta a casa una vittoria prestigiosa e preziosa.
Non bastava essere belli, ma soprattutto cinici. L’Inter all’Allianz Arena ha saputo resistere alle offensive della squadra di Kompany, che ha mostrato indubbiamente un momento di confusione dettato dalle tante assenze, ma che nel complesso non è riuscita a trovare le misure alle solite transizioni armoniche e precise della squadra di Inzaghi. I due graffi di Lautaro e Frattesi partono da ben lontano, da quella lucidità dei giocatori dell’Inter hanno nel non buttare il pallone e dalla brillantezza con cui i nerazzurri sono riusciti ad eludere il pressing a uomo del Bayern. In vista del ritorno di mercoledì prossimo, il successo in Baviera regala ai nerazzurri due risultati e la consapevolezza di quanto il gioco espresso possa mettere in difficoltà qualsiasi squadra. Appuntamento a mercoledì per il secondo atto, San Siro non farà mancare la sua spinta, ma adesso serve un’altra prestazione da grande Inter.
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