Calcio

Il Super Commento della 6ª giornata di Serie A

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Grafica: Julya Marsala

Il commento completo di tutte le partite, con la Top11 alla fine, della sesta giornata di Serie A.

Milan-Lecce

Dopo la vittoria di carattere contro l’Inter nel derby, il Milan archivia la pratica Lecce in cinque minuti e si porta al secondo posto. La convincente prestazione nel derby porta Fonseca a confermare gli undici scesi in campo domenica scorsa. In avvio il Lecce tenta un approccio coraggioso e audace, alla ricerca di spazi aperti dal movimento di Krstovic e le incursioni degli esterni. Il Milan rispetto all’avvio furente del derby si limita a una gestione ponderata delle energie. Dopo il 35′ cominciano i cinque minuti del Diavolo, e il Lecce crolla vertiginosamente. Al 37′ la punizione di Theo Hernandez pesca la spizzata sul primo palo di Morata. I rossoneri trovano subito il raddoppio dopo meno di un minuto, con il filtrante di Leao per l’incursione di Theo Hernandez, conclusa dal diagonale sotto la traversa del terzino francese. La squadra di Gotti non riesce a contenere le sgroppate del Milan e subisce il tris al 43′ dopo un’azione confusionaria, conclusa dal mancino di Pulisic che approfitta di uno sfortunato rimpallo sulla gamba di Baschirotto, dopo la parata di Falcone sul tiro di Abraham. Nel secondo tempo i rossoneri si limitano a gestire il risultato e le energie in vista della gara di Champions contro il Leverkusen. Gli ingressi di Loftus-Cheek e Chukwueze garantiscono velocità e dinamismo, fattori determinanti nella gestione della squadra di Fonseca, al cospetto di un Lecce che alza bandiera bianca dopo aver sfiorato il gol con una conclusione di Banda che impatta sul palo. Nel finale Fonseca inserisce il giovane Bartesaghi che viene espulso all’81’ per un’entrata al limite su Banda. Terza vittoria consecutiva per i rossoneri, che sembrano aver trovato compattezza ed equilibrio con il 4-4-2 del tecnico portoghese. La vittoria contro l’Inter ha riportato entusiasmo e serenità all’ambiente rossonero, atteso a una reazione in Champions contro i campioni di Germania.

Udinese-Inter (A cura di Tommaso Patti)

Dopo un inizio di stagione tra alti e bassi, l’Inter rialza la testa e vince 2-3 grazie alla doppietta di un ritrovato Lautaro Martinez e il gol di Frattesi. L’Udinese prova la clamorosa rimonta nel finale ma i nerazzurri tengono botta.

Genoa-Juventus

Dopo lo spavento pre-match, con l’incendio in Sala VAR che ha rischiato di far rinviare la partita, un’ottima Juventus sbanca un Marassi desolato, battendo il Genoa per 3-0. I ragazzi di Thiago Motta, dopo un primo tempo solido ma con poche occasioni, nel secondo aprono e chiudono il discorso, annullando quasi del tutto la squadra di Gilardino.

Bologna-Atalanta

Continua a non ingranare l’Atalanta, che riacciuffa il Bologna soltanto nei minuti di recupero. La sconfitta di Como sembra aver lasciato degli strascichi alla squadra di Gasp, e il tecnico piemontese chiedeva una reazione. La scelta di rinunciare a Retegui per inserire Brescianini prova a sparigliare le carte in casa Bologna, cercando di sfruttare la difesa alta della squadra di Italiano per punire con la velocità di Lookman e la classe di De Ketelaere. La prima occasione della gara è dei felsinei, con il colpo di testa tentato da Santiago Castro, senza dubbio l’uomo copertina di questo avvio di campionato rossoblù. La risposta degli orobici arriva sull’asse De Ketelaere-Lookman, con il nigeriano che si fa ipnotizzare dall’uscita a forbice di Skorupski. Al termine della prima frazione, dove le due squadre si annullano grazie a una scarsa pulizia tecnica e un alto tasso agonistico, Gasperini è costretto ad adoperare la prima sostituzione con l’ingresso di Samardzic al posto dell’infortunato Brescianini. Sulla falsa riga della gara precedente, l’Atalanta viene colpita nuovamente a inizio ripresa. Dopo meno di un minuto dal rientro dagli spogliatoi, Castro riceve il filtrante di Ndoye e dopo aver saltato Djimsiti apre il piatto sul secondo palo, sfruttando la posizione avanzata di Carnsesecchi. La reazione dei bergamaschi arriva subito, perché Lucumi perde palla in uscita e stende De Ketelaere al limite dell’area. Il direttore di gara non esita ed estrae il cartellino rosso per il centrale colombiano. Italiano sceglie la via delle barricate per conservare il vantaggio, mentre Gasperini schiera tutto il roster di attaccanti. L’occasione più nitida della ripresa arriva nel finale, con Pasalic che apparecchia per il mancino tagliente di Samardzic, che anticipa la conclusione sul primo palo e scheggia il legno. Nel finale la Dea ne ha di più e ci pensa proprio Samardzic a togliere le castagne dal fuoco, con un arcobaleno a giro che si insacca alle spalle di Skorupski.

Torino-Lazio (A cura di Marco Rizzuto)

Nel launch match di questa sesta giornata, i biancocelesti tornano alla vittoria grazie alle reti di Guendouzi, Dia e Noslin. La gara si sblocca subito a favore della Lazio, Tavares come un treno in corsa scardina il pallone alla difesa granata, per poi servirlo a centro area su cui si fionda Guendouzi che calcia forte e buca Paleari. In avvio al Torino manca lucidità e precisone in fase di possesso, complici molti errori dei tre centrali che rischiano molto a causa del pressing ordinato della Lazio. Le manovre offensive del Torino (che man mano viene fuori) vengono neutralizzate da una difesa biancoceleste impeccabile che. riesce a tenere a bada gli attaccanti granata. Negli sgoccioli del primo tempo, il Toro sfiora il pareggio con una conclusione al volo di Ilic messo in porta dalla sponda di Zapata, ma Provedel vola e sventa la conclusione. Per tornare in partita, Vanoli inserisce Adams e Pedersen. La seconda frazione inizia con un ritmo totalmente diverso ma dopo un buon inizio dei padroni di casa, la Lazio trova il raddoppio: Isaksen entra in area e serve il pallone in mezzo trovando il piattone di Dia che batte Paleari. A sorpresa il Torino riapre la gara al 67’ con Adams, che continua a dimostrarsi fondamentale in zona offensiva. L’ex premier si gira in un fazzoletto di terreno dentro l’area e buca Provedel sul secondo palo. Dopo il gol granata gli animi si infiammano e la gara prende una piega molto nervosa e vibrante che causa anche l’espulsione del tecnico Vanoli. All’89’ Noslin subentra a Castellanos e trenta secondi dopo segna il gol dell’1-3, il cross basso di Pellegrini viene raccolto da Vecino, l’uruguagio scarica per Noslin che a tu per tu con Paleari, non sbaglia a posizione ravvicinata. Finale di fuoco all’Olimpico Grande Torino, i granata trovano la rete del 2-3 con una acrobazia di Coco che raccoglie la sponda di Masina su calcio di punizione di Ilic, mandando la sfera sotto l’angolo lontano.
Il match si chiude con il trionfo della Lazio che torna alla vittoria dopo il k.o. di Firenze. Ai padroni di casa non basta un secondo tempo giocato a grandi ritmi. La squadra di Vanoli fallisce l’opportunità di tornare in vetta alla classifica, e adesso i granata scalano al quarto posto.

Como-Hellas Verona

Dopo il successo contro l’Atalanta, il Como continua a volare sotto i colpi di Cutrone e Nico Paz. Al Sinigaglia la squadra di Fabregas conferma in blocco gli undici che hanno conquistato una storica vittoria a Bergamo, e l’approccio dei lariani rende fede all’ultimo percorso intrapreso dal Como. In avvio le due squadre si equivalgono, con la difesa del Verona che chiude ogni spazio. Con la marcatura a uomo su Nico Paz, fulcro del gioco lariano nella trequarti, il Como comincia a trovare soluzioni con gli inserimenti di Sergi Roberto e Strefezza nella zona centrale del campo. Al 23′ il giocatore proveniente dal Barcellona ha l’occasione per stappare la partita, ma chiude troppo la conclusione e da buona posizione calcia a lato. Sospinto dal pubblico del Sinigaglia il Verona non riesce a contenere i continui attacchi del Como e sono necessari due grandi interventi di Montipò per evitare il vantaggio a Nico Paz. La rete della squadra di Fabregas è posticipata di alcuni minuti, e al 42′ Fadera allarga verso Cutrone che calcia verso la porta, trovando una deviazione di Tchatchoua, e realizza il suo terzo gol in campionato. Nel secondo tempo la gara si stappa subito, perché al 48′ un contatto tra Lazovic e Sergi Roberto non viene ravveduto dal direttore di gara e nel contropiede seguente Nico Paz scheggia il palo. Dopo un check del VAR l’arbitro assegna il calcio di rigore al Verona e dal dischetto Lazovic pareggia i conti. Al 65′ il Verona rimane in dieci a causa della doppia ammonizione di Suslov (molto contestata e discussa). Cinque minuti dopo il Como si riporta in vantaggio, con l’assist di Nico Paz per il taglio di Cutrone, il cui destro gira sul secondo palo e batte Montipò. Nel finale i cambi accendono agonisticamente la gara, con tanti falli ed ammonizioni. Il Como chiude la pratica grazie al primo gol in campionato di Belotti, servito dalla sponda di testa di Mazzitelli. Prima del fischio finale il Verona si regala un sussulto d’orgoglio con la rete di Lambourde, ma la resistenza dei lariani indirizza la gara sul 3-2. Sei punti in una settimana storica per la squadra di Fabregas, che adesso ha definitivamente invertito la rotta dopo le prime giornate, nettamente al di sotto delle aspettative. Nonostante una media gol subiti ancora alta, il reparto offensivo sta rispondendo alla grande, con le giocate di Nico Paz, leader tecnico dell’attacco lariano, e i gol di Patrick Cutrone, capocannoniere di questa Serie A al pari di Thuram, Vlahovic, Retegui e Pulisic. Sconfitta amara per il Verona, che adesso ha bisogno di ritornare a conquistare punti per uscire dalla zona calda della classifica, che comincia ad avvicinarsi vertiginosamente.

Roma-Venezia

Dopo il successo contro l’Udinese, Juric conquista la seconda vittoria consecutiva sulla panchina giallorossa. All’Olimpico la Roma scopre quanto può essere spigolosa la squadra di Di Francesco. Nei primi minuti il Venezia controlla stabilmente il possesso del pallone e il continuo movimento dei giocatori offensivi arancioneroverdi, dogma principale del calcio del tecnico abruzzese, manda il tilt il pressing uomo a uomo della Roma. Il primo squillo è dei lagunari, dopo nemmeno due minuti Svoboda calcia sul secondo palo ed è necessario un grande intervento di Svilar per chiudere lo specchio. Intorno al decimo minuto Oristanio calcia a giro ma la conclusione è debole e Svilar blocca. Il ritmo della gara non è altissimo, e nella fase centrale del primo tempo le occasioni non arrivano, ma al 42′ il Venezia trova il vantaggio con Pojhanpalo, con un destro tagliente dopo una mischia generata dal palo colpito da Busio. Nel secondo tempo l’Olimpico comincia a fremere per scuotere una Roma troppo compassata e poco lucida. Il Venezia trova il raddoppio con Haps in contropiede, ma il VAR annulla per fuorigioco di Zampano nello sviluppo dell’azione. Juric prova a invertire l’inerzia della gara mettendo mano alla panchina, inserendo Pisilli e Baldanzi al posto di Kone e Mancini. Nella ricerca del miglior equilibrio la Roma rischia di crollare al 60′ quando Oristanio si invola verso la porta e Svilar sbarra la strada al trequartista italiano. Da quel momento la Roma si scrolla la pressione e comincia ad alzare il baricentro. In dieci minuti i giallorossi confezionano tre occasioni con Dovbyk e Pisilli, e al 73′ pareggiano la gara con la conclusione da fuori area di Cristante, deviata da Busio, che beffa Joronen. Da quel momento è un vero e proprio assedio giallorosso, culminato all’82’ quando Pisilli impatta di testa il corner di Paredes e ribalta il match. Il giovane classe 2004 è uno dei protagonisti di questo avvio di campionato, visto l’importante minutaggio ricevuto da De Rossi e adesso con Juric. Nel finale il Venezia non riesce ad affacciarsi dalle parti di Svilar e la Roma gestisce il risultato senza rischiare nulla. Tre punti sofferti e sudati per la squadra di Juric, merito di una grande gara del Venezia. Dopo l’esordio positivo in Europa League, il percorso del tecnico croato procede spedito e in sordina, e adesso la continuità di risultati e prestazioni sono principi che la tifoseria giallorossa comincia a recriminare.

Empoli-Fiorentina

Al Castellani vincono tatticismo e schemi difensivi: Empoli e Fiorentina si annullano sullo 0-0. Entrambe le squadre hanno voglia e bisogno di fare bene, il derby toscano comincia nel segno dell’intensità e della grande battaglia a centrocampo. Subito pallone pericolosissimo nell’area di De Gea, per fortuna del portiere viola però Ismajli sfiora soltanto e non direziona. Pochi calcoli e tanti ribaltamenti di fronte. Prova ad accendersi quindi Kean, ma dopo essersi ben liberato il centravanti azzurro apre troppo il destro. Tanto ritmo sul prato del Castellani, poche occasioni veramente pulite però. Colpani non riesce a direzionare di testa, poco più tardi spara alto in ripartenza Colombo. Anche la ripresa comincia con un buon ritmo e l’Empoli pericoloso dopo due minuti, con Esposito che si smarca bene ma allarga troppo col mancino. I padroni di casa sono guizzanti in ripartenza, come quando Pezzella al 50’ scippa Dodo e calcia potente ma centrale il primo tiro del match nello specchio, trovando però i pugni di De Gea. La Fiorentina dà l’idea di essere rientrata in campo più timida: a rompere gli indugi ci prova dunque Gosens con un bolide mancino al volo, una conclusione che si alza di poco sulla traversa. I due allenatori iniziano anche a mettere mano alla panchina, la Fiorentina così facendo ritrova un po’ del campo perso nel secondo tempo. Ma senza riuscire a rendersi pericolosa e a scalfire lo 0-0, che è anche il risultato finale. Un pareggio che certifica il grande avvio di stagione dei toscani. Dopo sei giornate la squadra di D’Aversa è ancora imbattuta e il percorso della squadra del presidente Corsi sembra destinato a continuare a lungo. La Fiorentina continua invece il suo percorso metamorfico. Gli ultimi esperimenti di Palladino hanno ridato equilibrio e geometrie, ma ancora manca quell’estro e stravaganza che indirizzi le partite. Gudmundsson si sta inserendo gradualmente negli schemi dei viola, e la sua presenza potrà cambiare le carte in casa Fiorentina.

 

Napoli-Monza (A cura di Marco Rizzuto)

Dopo la manita al Palermo in Coppa Italia, i partenopei ospitano il Monza vincendo per 2-0 grazie alle reti di Kvaratskhelia e Politano. I brianzoli approcciano il match giocando a viso aperto e provano a fare la partita. Dopo il quarto d’ora, i partenopei prendono le misure al Monza palleggiando con continuità nella metà campo avversaria, facendo vedere la qualità dei palleggiatori azzurri. Al 22Politano riesce a sfruttare la deviazione di Bianco per auto lanciarsi e battere Turati sul secondo palo. Il gol destabilizza il Monza va in blackout e subisce il raddoppio al 33’ da Kvaratskhelia, il georgiano conclude a rete dopo la deviazione di Carboni sul tiro di McTominay. La prima frazione è un monologo azzurro che si chiude con un doppio vantaggio super meritato. La ripresa fa da specchio al primo tempo, i partenopei che sfiorano il tris con il colpo di testa di McTominay su calcio d’angolo. I brianzoli cercano di tornare in partita, prima con l’incornata di Djuric da calcio d’angolo neutralizzata da Caprile, poi con qualche guizzo di Maldini che però non riesce mai ad impensierire la difesa avversaria. Pian piano i ritmi calano ed il match si addormenta, merito della gestione palla dei ragazzi di Conte. All’88’ il guizzo di Mazzocchi favorisce Raspadori che si gira e calcia colpendo solo l’esterno della rete sfiorando la terza rete. Con questa vittoria i partenopei conquistano la vetta della classifica in solitaria a più uno dalla Juventus, mentre il Monza cade per la seconda volta consecutiva senza segnare reti, sprofondando al diciannovesimo posto. Dopo sei giornate non è arrivata ancora la prima vittoria in campionato per i brianzoli, e la gestione di Nesta potrebbe vacillare.

Parma-Cagliari

l Cagliari vince una partita dall’epilogo clamoroso al Tardini, battendo 3-2 il Parma. Il Cagliari inizia fortissimo il match e mette in grande difficoltà il Parma, che deve ringraziare Suzuki già al 2′: il portiere gialloblù si supera su un colpo di testa di Piccoli, respingendo con il piede destro la frustrata dell’attaccante da pochi metri. Al 6′ viene annullata una rete ai sardi, padroni del campo in avvio: Yerry Mina è in fuorigioco sul colpo di testa di Luperto, ribadisce in rete dopo il palo del difensore ex Empoli, ma il VAR correttamente toglie lo 0-1. I ducali si affacciano dalle parti di Scuffet solo al 16′ con una grande azione, orchestrata da Bonny, che protegge palla, aggira Mina e serve in profondità Mihaila, che calcia di sinistro sul primo palo, obbligando l’estremo difensore ospite alla parata. Nel bene e nel male, Yerri Mina è sempre protagonista e al 29′ salva di testa su un gran mancino di Valeri, che da fuori area aveva trovato una traiettoria molto interessante. Gli uomini di Nicola passano meritatamente in vantaggio al 34′ con un colpo di testa di Zortea, bravissimo a staccarsi alle spalle di Balogh e deviare in rete da pochi passi l’ottimo cross di Luvumbo. Due minuti più tardi Suzuki rischia di combinare un pasticcio, non trattenendo un cross di Viola e offrendo a Piccoli l’opportunità di ribadire in rete, ma l’attaccante, molto defilato, colpisce solo il palo. Al rientro dagli spogliatoi la partita è un po’ diversa perché il Parma vuole il pareggio e il Cagliari si abbassa molto. Al 62′ i ducali trovano il gol del pareggio: Coulibaly ubriaca di finte Zortea a sinistra e serve Man, che dal centro area non sbaglia il rigore in movimento e fa 1-1. Il Cagliari è in apnea e Sohm riparte al 65′ in contropiede, manda Man al cross e riceve il passaggio dall’esterno, ma invece che emulare il suo compagno, strozza il mancino e mette incredibilmente a lato. La risposta dei sardi è affidata al duo Gaetano-Piccoli, con il centrocampista che inventa per la punta, non perfetta nella conclusione al volo: il suo tiro termina alto. Nel miglior momento forse della squadra di Pecchia a passare in vantaggio è ancora una volta il Cagliari con un gioiello di Marin, che dal limite dell’area al 75′ si inventa un destro a giro all’incrocio dei pali che batte Suzuki. Dal 79′ a fine gara succede di tutto: Gaetano si mangia il 3-1 a tu per tu con Scuffet, Palomino commette un’ingenuità e consente a Hernani di andare dal dischetto e pareggiare momentaneamente all’87′ con un piattone alla sinistra di Scuffet, ma alla fine è Piccoli a deciderla con un destro forte e incrociato su assist di Gaetano. È una gara pazza, chi esulta alla fine è Nicola, con Man che calcia alto da buona posizione l’ultima chance dell’incontro. Chiedeva una reazione e la reazione è arrivata, con i sardi che alzano la testa dopo un avvio poco brillante e incostante dal punto di vista delle prestazioni. Il Parma continua il suo percorso fatto di alti e bassi. La difesa ducale subisce una media di due gol a partita e 12 gol subiti in 6 giornate sono tante per una squadra che punta a concludere la stagione in una posizione di sostanziale tranquillità.

LA TOP11 DELLA 6ª GIORNATA:

Grafica: Julya Marsala

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