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La Top11 della ventinovesima giornata: Fabbian e Pellegrini incursori, totem Zapata

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A nove giornate dalla fine dei giochi, in attesa del recupero di Atalanta-Fiorentina, ecco la Top11 con l’aggiunta di qualche menzione, della ventinovesima giornata di Serie A

PORTIERE: Wladimiro Falcone (Salernitana-Lecce 0-1). Nonostante le grandi prestazioni dell’estremo difensore romano, la porta dei salentini era una delle più perforate dell’intero campionato. Con l’arrivo di Gotti, nella vittoria di Salerno il Lecce torna a blindare la porta, soprattutto grazie agli interventi prodigiosi di Falcone;

DIFENSORE: Matteo Darmian (Inter-Napoli 1-1). Inzaghi lo schiera praticamente ovunque, tra difesa e fascia, e Darmian risponde sempre presente. Contro il Napoli si fa vedere più in fase offensiva che in difesa. Ha il merito di aprire le danze, con un inserimento da centrocampista puro, sul cross di Bastoni;

DIFENSORE: Theo Hernandez (Hellas Verona-Milan 1-3). Nonostante i risultati intermittenti dei rossoneri, le prestazioni di Theo rimangono sempre di alto livello. Le sgroppate del terzino francese rappresentano un porto sicuro per le transizioni offensive del Milan, e a Verona la gara si stappa grazie alla sua rete, un mix tra freddezza, caparbietà e un pizzico di fortuna;

DIFENSORE: Juan Jesus (Inter-Napoli 1-1). Dopo l’errore di Cagliari, che era costato due punti ai partenopei, l’esperto centrale brasiliano è finito al centro di continue critiche da tifosi e stampa. Il club azzurro ha sempre disposto grande fiducia in lui, e a San Siro, contro il rodatissimo attacco nerazzurro, riesce a bloccare eccellentemente Lautaro e Thuram. Nel finale ha il merito di pareggiare la gara su calcio d’angolo;

CENTROCAMPISTA: Nikola Vlasic (Udinese-Torino 0-2). L’ago della bilancia granata. Giocatore fondamentale in mezzo al campo grazie alla sua intelligenza tattica e al suo dinamismo. Juric lo schiera alle spalle di Zapata e Okereke e per tutta la partita crea problemi ai bianconeri. Nel secondo tempo riceve l’assist di Zapata e con il mancino chiude il match;

CENTROCAMPISTA: Giovanni Fabbian (Empoli-Bologna 0-1). Partita dopo partita, si sta confermando sempre di più come centrocampista incursore. Thiago Motta da due mesi a questa parte lo ha piazzato al centro del campo, con il compito di inserirsi come un centravanti, e nella difficile trasferta di Empoli ci vuole tutto il suo killer instict per conquistare tre punti che tengono vivo il sogno Champions;

CENTROCAMPISTA: Lorenzo Pellegrini (Roma-Sassuolo 1-0). Negli ultimi tre mesi solo Foden ha segnato più gol di Pellegrini nei maggiori campionati europei. Il capitano giallorosso sembra rigenerato dalla cura De Rossi,  dopo un girone d’andata complicatissimo, e le sue prestazioni e soprattutto i suoi gol, come quello che decide il match con i neroverdi, fanno volare sempre più in alto la Roma, adesso a ridosso della Champions;

CENTROCAMPISTA: Daniel Maldini (Monza-Cagliari 1-0). L’acquisto del giovane figlio d’arte ha sollevato i soliti mugugni riguardo il suo cognome, ma in Brianza Maldini ha trovato l’ambiente adatto per mettersi finalmente in mostra. Nelle ultime quattro partite, in cui il Monza ha totalizzato 9 punti, Maldini ha realizzato tre gol, tutti e tre decisivi per le vittorie dei brianzoli. Contro il Cagliari il gol vittoria arriva su calcio piazzato, con una parabola dolcissima che sbatte sulla traversa ed entra in porta;

ATTACCANTE: Vitinha (Juventus-Genoa 0-0). Dopo l’ottimo ingresso, con gol, contro il Monza, Gilardino decide di inserire il tridente contro la Juventus. La coesione con Retegui era uno dei punti interrogativi di questo Genoa, ma la grande prestazione del portoghese, caparbia e generosa, ha permesso al grifone di avere sempre dei punti di riferimento a cui affidarsi nelle situazioni di difficoltà, e portare a casa un punto d’oro contro una Juve sempre più in crisi;

ATTACCANTE: Duvan Zapata (Udinese-Torino 0-2). Il passaggio da Bergamo a Torino sembrava certificare la definitiva parabola discendente del colombiano, ma in Piemonte Zapata è tornato a essere devastante. Contro l’Udinese gioca una partita da vero totem, punto di riferimento per tutta la squadra con il suo imponente fisico. Apre la gara con un gran colpo di testa, la chiude con l’assist per il raddoppio di Vlasic;

ATTACCANTE: Taty Castellanos (Frosinone-Lazio 2-3). Il continuo ballottaggio con Immobile e la situazione critica della Lazio hanno frenato notevolmente il suo rendimento. Ma quest’anno il Taty quando vede il Frosinone si trasforma. Dopo il gol e l’assist dell’andata, allo Stirpe entra nel secondo tempo e in cinque minuti segna due gol che valgono la rimonta sui ciociari e tre punti che pesano tantissimo in questo buio periodo dei biancocelesti;

ALLENATORE: Stefano Pioli (Milan). La stagione del Milan vive di fiammate, e le prestazioni non sempre eccellenti hanno spinto Pioli al centro di continue critiche da parte della stampa e dei tifosi. Il Milan di questo 2024 però è una squadra viva, attiva e arcigna. Il doppio passaggio del turno in Europa League ha fatto maturare la rosa rossonera e adesso la vittoria di Verona e il pareggio della Juve, consegnano a Pioli l’occasione di conquistare il secondo posto, e lottare per l’Europa.

MENZIONI: Tra le menzioni Alex Meret (Inter-Napoli 1-1), autore di una grandissima prestazione a San Siro, provvidenziale in più occasioni. In difesa la rinascita diGianluca Mancini (Roma-Sassuolo 1-0), tornato ad altissimi livelli che gli sono valsi anche la Nazionale; eRiccardo Calafiori (Empoli-Bologna 0-1), decisivo in occasione del gol vittoria con il suo tiro da fuori area che porta all’errore Caprile. A centrocampo l’ottimo ingresso diValentin Carboni (Monza-Cagliari 1-0), che ha permesso al Monza di gestire agevolmente il risultato; e il ritorno al gol diMattia Zaccagni (Frosinone-Lazio 2-3), dopo più di tre mesi. In attacco un’altra grande prova di Noah Okafor (Hellas Verona-Milan 1-3), sempre pericoloso con le sue giocate; e Nikola Krstovic (Salernitana-Lecce 0-1), decisivo in occasione dell’autogol da tre punti di Gyomber

Menzione per Francesco Calzona (NAPOLI). Dal suo arrivo, il Napoli è ancora imbattuto in campionato. La sconfitta di Barcellona sembrava lapidaria per il cammino degli azzurri, chiamati a reagire contro la favoritissima Inter. Ma Calzona al Napoli ha portato serenità, ha portato idee nuove e ha rinnovato la fiducia verso i propri giocatori, e la grande prestazione dei partenopei certifica il gran lavoro svolto finora dal tecnico calabrese.

Classe 2005. Studente in Scienze della Comunicazione all’Università degli Studi di Palermo. Aspirante giornalista sportivo e grande appassionato di calcio.

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Un capolavoro di Zaccagni ci fa chiudere al secondo posto. Sarà Italia-Svizzera agli ottavi

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Dopo la sconfitta contro la Spagna, l’Italia soffre e va in difficoltà contro la Croazia. La rete all’ultimo respiro di Zaccagni permette agli azzurri di chiudere al secondo posto, a quota 4 punti. Beffa per la nazionale di Dalic, che chiude al terzo posto a quota 2 punti, ufficiosamente fuori da Euro2024.

Nonostante i tre cambi dopo la sconfitta contro la Spagna, nei primi minuti il possesso palla è controllato esclusivamente dalla Croazia, che si affaccia dalle parti di Donnarumma dopo meno di cinque minuti, con un tiro all’incrocio da parte di Sucic respinto in maniera prodigiosa dal capitano azzurro. Dopo lo spavento iniziale il gioco dell’Italia comincia a svilupparsi con un pizzico di lucidità in più, ma sempre sterile nei confronti di una Croazia ben messa in campo e battagliera fin dai primi minuti. La prima occasione degli azzurri arriva al 17′ con un cross di Calafiori verso Retegui che conclude verso la porta, conclusione sporcata da Gvardiol. Al 26′ Raspadori riceve palla al limite, serve Barella che decide di crossare sul secondo palo dove Bastoni calcia di testa a botta sicura, provvidenziale Livakovic in tuffo. Verso la fine del primo tempo ci provano i due numeri 10, Modric e Pellegrini, ma le loro conclusioni terminano alte sopra la traversa, ponendo fine a una prima frazione equilibrata che momentaneamente qualifica gli azzurri agli ottavi.

Al rientro dagli spogliatoi i due allenatori decidono di cambiare qualcosa, con Spalletti che inserisce Frattesi al posto di Pellegrini, e Dalic che aggiunge peso all’attacco con l’ingresso di Budimir. Al 51′ l’episodio che sblocca la gara: conclusione a giro di Kramaric, deviata con la mano da Frattesi. Dopo un check del VAR il direttore di gara Makkelie assegna il calcio di rigore alla Croazia. Dal dischetto si presenta Luka Modric che apre il destro ma Donnarumma indovina l’angolo e respinge il penalty. Il pareggio resiste soltanto trenta secondi, perché lo stesso Modric si getta sulla palla vagante (dopo un altro miracolo di Donnarumma su Budimir) e porta in vantaggio la Croazia, diventando il marcatore più anziano della storia degli europei. Dopo la rete del fuoriclasse croato, Spalletti tenta il tutto per tutto schierando Chiesa, Fagioli, Scamacca e Zaccagni ma per gran parte della ripresa la Croazia non corre nessun rischio, giocando con più lucidità e verve agonistica, per una vittoria che indirizzerebbe la squadra di Dalic agli ottavi di finale contro la Svizzera. Nel finale la Croazia si barrica nella propria metà campo, concedendo il possesso palla -sterile- all’Italia. Quando tutto sembrava finito, all’ultimo respiro Calafiori si getta in avanti, anticipa il contrasto di Pongracic e allarga per Zaccagni che apre il piatto e insacca il pallone all’incrocio dei pali, regalando il secondo posto agli azzurri.

Pareggio che sa di vittoria per gli azzurri, autori di un’altra prestazione incolore contro una buona Croazia. Il capolavoro di Zaccagni permette all’Italia di chiudere al secondo posto, con annessa qualificazione agli ottavi di finale dove affronteremo la Svizzera. La rete del pareggio è frutto dell’intraprendenza di Calafiori e della qualità di Zaccagni, che permettono al viaggio azzurro di aggiungere una nuova tappa.

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Una brutta Italia cade a Gelsenkirchen. L’autogol di Calafiori spedisce la Spagna agli ottavi

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Dominio spagnolo alla Veltins Arena di Gelsenkirchen. Dopo la vittoria di sabato contro l’Albania, gli azzurri vengono dominati e sconfitti dalla Spagna, che conquista meritatamente l’accesso agli ottavi di finale. All’Italia basta un pari per qualificarsi agli ottavi.

In avvio la Spagna prova a pungere subito, e il primo squillo è proprio della Roja con il cross di Nico Williams per la testa di Pedri, strepitoso Donnarumma che in tuffo spedisce la sfera in calcio d’angolo. Il pressing acceso e furente della Spagna mette in difficoltà la squadra di Spalletti, specialmente nella fascia sinistra dove Nico Williams è scattante già dalle prime battute. Al 10′ è ancora l’ala dell’Athletic Bilbao a spaventare gli azzurri, con un colpo di testa da pochi passi che termina di poco a lato. Nonostante qualche trama di gioco interessante, l’Italia rimane in balia del possesso e dell’aggressività degli spagnoli che intorno al ventesimo costruiscono altre due occasioni con Morata, chiuso in uscita da Donnarumma, e una con Fabian Ruiz, altra risposta strepitosa dell’estremo difensore azzurro. Nel finale della prima frazione il ritmo si abbassa leggermente, con l’Italia che prova timidamente ad affacciarsi dalle parti di Unai Simon, ma l’unica conclusione della prima frazione azzurra, di Chiesa, termina in curva.

Nella ripresa Spalletti cambia radicalmente il suo undici titolare, con gli ingressi di Cristante e Cambiaso al posto di Frattesi e Jorginho.  Sulla falsa riga del primo tempo, la Spagna continua a mantenere il controllo del pallone e del gioco, con l’Italia in costante difficoltà nel possesso e nelle uscite. La prima occasione del secondo tempo è di Pedri, servito dal pase de la muerte di Cucurella, che non riesce a indirizzare il pallone verso la porta. La pressione rimane invariata e al 54′ la Spagna trova il meritato vantaggio: Morata spizza di testa un cross di Nico Williams, Donnarumma sporca il pallone che carambola addosso a Calafiori e termina in fondo alla rete. La Roja continua a spingere incessantemente e sfiora il raddoppio con la conclusione a giro di Lamine Yamal, a pochi centimetri dall’incrocio dei pali. L’egemonia spagnola non si placa e al 70′ Nico Williams disegna un arcobaleno a giro che -per fortuna dell’Italia- si spegne sulla traversa. La girandola di cambi del c.t iberico De La Fuente rallenta i ritmi della gara, con l’Italia che continua ad arrancare senza riuscire a perforare la difesa gialla. Nel finale la Spagna sfiora due volte il vantaggio con due conclusioni di Ayozé Perez, entrambe respinte da un sontuoso Donnarumma, migliore in campo degli azzurri.

Partita a senso unico, con la Spagna che si conquista con ampio merito l’accesso agli ottavi di finale. Con la certezza del primo posto, la partita contro l’Albania diventa una formalità per i ragazzi di De La Fuente. Sconfitta pesante per gli azzurri, i costante confusione contro il possesso e il pressing spagnolo. Prestazione fenomenale di Donnarumma, autore di numerose parate che ha evitato alla squadra di Spalletti un passivo peggiore. Lunedì a Lipsia contro la Croazia l’Italia è chiamata a una reazione d’orgoglio. Basta un pareggio per conquistare il pass per gli ottavi di finale.

Nelle altre partite di questa seconda giornata di Euro2024, la Slovenia sfiora i tre punti contro la Serbia, in vantaggio grazie alla rete del terzino Karničnik. Nel finale il pareggio di testa del milanista Jovic. Nello stesso girone, l’Inghilterra continua a non convincere, non riuscendo a sfondare contro una coraggiosa Danimarca. 1-1 con le reti di Kane nel primo tempo e il pareggio danese firmato dall’ex Lecce Hjulmand.

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Esordio positivo per la Francia, battuta 1 a 0 l’Austria

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La Francia debutta con una vittoria ad Euro2024, alla Düsseldorf Arena basta l’autorete di Wober per regalare i tre punti ai francesi.

La nazionale francese si affaccia per la prima volta alla porta austriaca all’ottavo minuto di gioco, ovviamente com Mbappé. Il numero dieci francese lanciato da Theo Hernandez calcia verso la porta ma trova un’ottima risposta di Pentz. Nella prima mezz’ora regna l’equilibrio, con fiammate improvvise da entrambi i fronti. L’Austria riesce a prendere diverse volte iniziative offensive sfiora il vantaggio, negato per millimetri al 35′, nell’ azione successiva la Francia trova inaspettatamente la rete che sblocca il match grazie alla deviazione sfortunata di Wober sul cross di Mbappè. Il primo tempo vede i francesi in vantaggio con un’Austria ferita ma non ancora sconfitta.

Alla ripresa la Francia mette alle strette gli austriaci conducendo all’errore. Al 55‘ Mbappé divora il gol del raddoppio calciando al lato a tu per tu con l’estremo difensore. Il ct Rangnick prova ad invertire la rotta effettuando tre cambi in una volta. Non si concretizza l’asse Theo Hernandez – Griezmann, il milanista con una sgasata dalla sinistra mette in mezzo un pallone teso pericolosissimo, ma Griezmann in scivolata non riesce a spedirlo in fondo alla rete. Sul finale la Francia gestisce il vantaggio impedendo agli austriaci di avvicinarsi alla porta difesa da Maignan.

Il successo francese porta gli uomini di Deschamps a pari punti con l’Olanda, mentre Polonia e Austria rimangono a secco.

Nei match di oggi non mancano sorprese, la Romania si è imposta per 3 a 0 sull’Ucraina grazie all’eurogol di Stanciu e le reti di Marin e Dragus a chiudere i giochi. Mentre il Belgio è crollato per 1-0 contro la Slovacchia, l’errore decisivo di Doku ha scaturito la rete di Schranz, mettendo subito in salita il cammino per i suoi.

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