Calcio
Guida alla Serie A 24/25: Prima parte
Archiviato il turno preliminare di Coppa, si entra nel vivo della settimana che porterà all’inizio della nuova Serie A 24/25. In attesa del fischio di inizio, fissato per sabato alle 18.30, ecco la prima parte della guida a tutte le squadre che affronteranno la stagione 2024/25.
ATALANTA
Dopo la prestigiosa vittoria dell’Europa League, 3-0 contro il Bayer Leverkusen, l’Atalanta si appresta ad aprire la sua stagione nell’attesissima Supercoppa Europea contro il Real Madrid di Bellingham, Vincius, Mbappé e compagni. Dopo l’ennesima grande stagione alla guida della panchina orobica, nonostante le voci di mercato Gian Piero Gasperini ha rinnovato il suo contratto e si appresta a iniziare la sua nona stagione a Bergamo.
In attesa dell’esordio in campionato, lunedì 19 agosto alle 18.30 a Lecce, la Dea si trova ad affrontare alcune situazioni tutt’altro che piacevoli. L’arrivo di Godfrey dall’Everton ha messo una toppa al tridente difensivo, privo di Scalvini (fuori a causa della rottura del crociato rimediata nell’ultima partita dello scorso campionato contro la Fiorentina), e gli acquisti di Zaniolo e Sulemana, oltre il riscatto di De Ketelaere, avevano rinforzato l’organico bergamasco, ma l’amichevole contro il Parma (sconfitta per 4-1) la Dea ha perso Gianluca Scamacca, vittima di un grave infortunio al ginocchio che lo terrà fuori dal campo per tanti mesi. La risposta della dirigenza atalantina all’infortunio è l’acquisto blitz di Mateo Retegui, arrivato per 25 milioni dal Genoa. Sul lato cessioni, la dirigenza bergamasca si è mossa molto in uscita, con le cessioni di Hateboer, Miranchuk, Cambiaghi, Adopo e Zortea.
Tanti i punti interrogativi per questa nuova stagione dell’Atalanta, a partire dalla gestione dei due portieri, con Musso (impiegato in Europa League e in Coppa Italia) che reclama più spazio in campionato. Le rotazioni difensive rappresenteranno un’incognita a causa della carenza di difensori di ruolo nella rosa orobica e le tante competizioni (Champions League, Coppa Italia, campionato e Supercoppa). A centrocampo e nelle fasce si attendono risvolti dal mercato, a causa della situazione legata a Teun Koopmeiners, in rotta con la società e in procinto di passare alla Juventus. In attacco tutti gli occhi sono puntati su Lookman e De Ketelaere, chiamati a sorreggere il peso dell’attacco bergamasco in attesa di Zaniolo e Retegui, sicuramente indietro nelle gerarchie ai nastri di partenza.
Tanta curiosità per la squadra campione d’Europa in carica, attesa al definitivo salto di qualità per lottare al vertice in campionato.
BOLOGNA
60 anni dopo il Bologna è tornato in Champions League. Il quinto posto conquistato nello scorso campionato ha permesso ai felsinei di tornare nel palcoscenico internazionale per eccellenza dopo l’esperienza singolare del 1964. Un percorso straordinario guidato da Thiago Motta, che ha deciso di lasciare la panchina rossoblù per accettare la proposta della Juventus. Al suo posto è arrivato Vincenzo Italiano, reduce da un percorso triennale alla guida della Fiorentina.
Un’estate turbolenta a Bologna, fatta di radicali cambiamenti e colpi di scena. I protagonisti della scorsa stagione (Thiago Motta in primis) hanno deciso di lasciare il club per palcoscenici più grandi. Le cessioni di Zirkzee e Calafiori (rispettivamente al Manchester United e Arsenal) hanno fruttato un bel gruzzolo alla dirigenza felsinea, che ha cercato di continuare sulla linea adottata negli ultimi anni da Sartori, ossia un mercato ponderato e non troppo esuberante.
Gli acquisti di Holm e del neo campione olimpico Miranda servono a rinforzare le fasce. Al posto di Calafiori è stato acquistato Erlic dal Sassuolo, mentre in attacco sono arrivati Nicolò Cambiaghi, atteso al salto di qualità mostrato timidamente a Empoli, e Thijs Dallinga, centravanti classe 2000 arrivato per 15 milioni dal Tolosa.
La rivoluzione influenzata dal mercato ha portato nuovi volti e un nuovo allenatore, alla prima esperienza in Champions League. Il percorso del Bologna ai gironi condizionerà inevitabilmente il campionato, dove i rossoblù sono chiamati a confermarsi nei piani alti della classifica. Le amichevoli precampionato hanno evidenziato un’ottima condizione fisica, con Italiano che ha deciso di proseguire il lavoro attuato da Thiago Motta. Il 4-2-3-1 sarà il modulo di riferimento del Bologna anche quest’anno, con gli esterni che torneranno a essere molto incisivi anche in zona offensiva, rispetto ai compiti più conservativi e equilibratori affidati da Thiago Motta. La difesa rimane il punto interrogativo principale, poiché è avvenuto il passaggio da una difesa compatta con il baricentro molto basso, a una difesa audace e coraggiosa con il baricentro alto. Le prime amichevoli hanno evidenziato qualche difficoltà in questo cambiamento con i tanti gol subiti che suonano già come campanello d’allarme in vista dell’esordio di domenica pomeriggio, al Dall’Ara contro l’Udinese.
CAGLIARI
Anche in terra sarda quest’anno si è deciso di cambiare radicalmente il progetto. La salvezza della scorsa stagione ha concluso -in via ufficiosa- la carriera da tecnico di Claudio Ranieri, e adesso la dirigenza ha deciso di alzare il livello per puntare a una salvezza più che tranquilla.
Dopo l’ennesimo capolavoro della sua incredibile carriera, con la salvezza agguantata negli ultimi minuti dell’ultima gara contro la Roma, Davide Nicola ha deciso di sposare il progetto del Cagliari. Sul fronte cessioni, hanno salutato la Sardegna figure portanti della scorsa stagione come Dossena (ceduto al Como), Nahitan Nandez (ceduto in Arabia Saudita) e Sulemana (acquistato dall’Atalanta). Nel nuovo Cagliari di Nicola tanti i nuovi acquisti, a partire dall’esperienza e leadership di Sebastiano Luperto, che ha deciso di seguire il tecnico piemontese dopo un’altra stagione di altissimo livello con la maglia dell’Empoli. La cessione di Sulemana ai nerazzurri ha favorito una maxi-operazione tra Atalanta e Cagliari, con Zortea, Piccoli e Adopo che hanno effettuato il percorso opposto e si sono accasati in Sardegna per cercare la definitiva consacrazione nel massimo campionato, dopo stagioni incolori in prestito.
La base si partenza di Nicola sembra essere un solido e compatto 3-5-2 con un tridente difensivo molto roccioso e affidabile, con la presenza di due pilastri come Yerry Mina e Luperto. In mezzo al campo tanta ‘garra’ e dinamismo, con Marin e Deiola che cercheranno di garantire equilibrio e presenza a centrocampo. In attacco, nonostante l’esperimento di tridente effettuato nella vittoria di ieri in Coppa Italia (3-1 alla Carrarese), la scelta dovrebbe ricadere sulla coppia Piccoli-Luvumbo, con il primo che avrà il compito di sorreggere il peso dell’attacco rossoblù, mentre l’angolano dovrà essere il jolly che collegherà i due reparti.
La brillante vittoria contro la Carrarese ha mostrato un Cagliari già sul pezzo, pronto ad affrontare la Roma, nel match in programma domenica alle 20.45 all’Unipol Domus.
COMO
Uno storico ritorno n Serie A. Dopo più di 21 anni il Como è tornato in Serie A, e lo ha fatto con un percorso e un progetto ambizioso e solido. La scorsa stagione Cesc Fabregas è stato promosso dalla primavera alla prima squadra, e grazie a un calciomercato di altissimo livello (con l’arrivo sulle sponde del lago di Strefezza e Goldaniga) ha chiuso la regular season al secondo posto, conquistando la promozione in Serie A.
Con il chiaro obiettivo della salvezza, ma le idee e ambizioni all’Europa, il Como ha deciso di puntare forte sul calciomercato in entrata, con gli acquisti di Belotti, Audero, Dossena e Mazzitelli che servono a rinforzare l’organico lariano di giocatori di qualità e sacrificio, con una buonissima dose di esperienza in massima serie. Il calciomercato del Como diventa di interesse nazionale quando la dirigenza acquista Pepe Reina, Alberto Moreno, ma soprattutto Raphael Varane. Il centrale francese, campione del mondo e pluricampione d’Europa con il Real Madrid, approda in Serie A dopo un’esperienza incolore al Manchester United. In uscita il Como ha salutato il capitano Bellemo, acquistato dalla Sampdoria insieme al terzino cipriota Ioannou, oltre al portiere Semper (ceduto al Pisa di Pippo Inzaghi) e Odenthal (acquistato dal Sassuolo).
Fabregas, nonostante i numerosi acquisti, sembra voler proseguire con la sua idea di gioco, basata su un 4-2-3-1 mobile, reso possibile da un continuo movimento e interscambio dei tre giocatori sulla trequarti, Da Cunha, Strefezza e Cutrone. Alle spalle di Belotti, i ‘tre trequartisti’ avranno il compito di fornire il giusto apporto ai due reparti. A centrocampo il dinamismo di Braunoder e la qualità di Mazzitelli serviranno a mantenere equilibrio e possesso palla, che sembra il punto fermo del gioco di Fabregas. In difesa tanti punti interrogativi, rappresentati dalle condizioni fisiche poco ottimali di Varane (uscito malconcio dalla prima apparizione in Coppa Italia contro la Sampdoria), Alberto Moreno e Pepe Reina.
Tutti gli occhi sono puntati su questo Como, che comincerà il suo nuovo ciclo in Serie A lunedì sera, all’Allianz Stadium contro la Juventus. Con la salvezza come obiettivo minimo, il Como è chiamato a diventare una delle sorprese di questa Serie A.
EMPOLI
L’incredibile salvezza della scorsa stagione ha permesso all’Empoli di far parte del campionato di Serie A per la quarta volta consecutiva (record nella storia del club toscano). Dopo la stagione travagliata e turbolenta, l’Empoli si appresta a cominciare un nuovo ciclo, con nuovi volti e nuove figure, a partire dal direttore sportivo (con l’addio del d.s. Accardi). In panchina, dopo l’addio di Nicola, è arrivato Roberto D’Aversa, in cerca di riscatto dopo l’esperienza della scorsa stagione a Lecce. La rosa ha salutato due figure di riferimento dello scorso campionato, come Luperto (ceduto al Cagliari) e Caprile (rientrato a Napoli dopo il prestito). In porta i toscani hanno acquistato il venezuelano Vasquez, in prestito dal Milan. In difesa è tornato a Empoli il difensore Viti, dopo una girandola di esperienze poco soddisfacenti a Nizza e Sassuolo). A centrocampo hanno deciso di ritornare in Toscana due figure centrali degli ultimi anni, come Youssef Maleh e Szymon Zurkowski, mentre in attacco l’Empoli continua a mantenere la propria identità italiana, con i prestiti di Sebastiano Esposito e Lorenzo Colombo.
Il modulo disegnato in queste prime gare da D’Aversa è un 3-4-2-1 molto fluido e dinamico. La scelta del doppio trequartista alle spalle della punta può garantire al centrocampo e all’attacco azzurro molta qualità. Nella larga vittoria in Coppa Italia (4-1 al Catanzaro) si sono messi in luce i tre tenori dell’attacco toscano, con Fazzini (nuovo numero 10 e autore di una doppietta) ed Esposito e Colombo autori degli altri due gol.
L’attesa per il nuovo Empoli cresce anche in vista dell’esordio in campionato, sabato sera in casa contro il Monza di Alessandro Nesta. Occhi puntati su D’Aversa, chiamato a risollevare la propria immagine dopo stagioni al di sotto delle aspettative e marchiati da episodi bizzarri (come la testata a Henry dello scorso anno).
FIORENTINA
Dopo la seconda sconfitta consecutiva in finale di Conference, la Fiorentina ha deciso di aprire un nuovo ciclo, ricostruendo dalle fondamenta. Dopo la separazione con Vincenzo Italiano, la dirigenza ha puntato su un profilo giovane e in rampa di lancio come Raffaele Palladino, reduce da due anni di alto livello alla guida del Monza.
La sconfitta di Atene ha fatto venire al pettine tutti quei nodi che le qualificazioni in Conference League avevano mascherato, seppur con pochi risultati. La sterilità dell’attacco, insieme a un complesso generale di mediocrità della rosa, hanno portato la dirigenza viola a un radicale cambiamento della squadra. I viola sono stati molto attivi sul mercato, sia in entrata che in uscita.
In uscita le cessioni di Milenkovic e Nzola hanno permesso alla dirigenza di racimolare un buon budget da investire nelle entrate, mentre hanno salutato Firenze a parametro zero Giacomo Bonaventura, Castrovilli e Duncan. In entrata la Fiorentina ha cercato di consegnare a Palladino nuovi giocatori, molto duttili e allo stesso tempo congeniali alle sue idee di gioco. L’acquisto di Colpani dal Monza e di Moise Kean dalla Juventus servono a ringiovanire l’attacco, con giocatori in cerca di riscatto o della consacrazione definitiva. A centrocampo Amrabat è rientrato dal prestito al Manchester United e può essere una risorsa a stagione in corso, mentre dal Reims è arrivato il centrocampista brasiliano Richardson. In difesa con l’addio di Milenkovic è arrivato Marin Pongracic, difensore croato acquistato per 15 milioni dal Lecce. In porta il grande colpo, con l’arrivo dello svincolato De Gea, uno dei migliori portieri dell’ultimo decennio in cerca di riscatto dopo la fine della sua decennale esperienza al Manchester United.
In attesa dell’esordio di sabato pomeriggio al Tardini contro il Parma, Palladino continua a lavorare sul suo 3-4-2-1. Occhi puntati sul reparto offensivo, chiamato a dare una scossa dopo le stagioni piuttosto incolori con Italiano. Moise Kean dovrebbe essere il riferimento centrale dell’attacco viola, e nelle amichevoli precampionato si è messo in mostra a suon di gol. Occhio anche alle corsie laterali, dove Dodò e Parisi (Biraghi in amichevole è stato impiegato come braccetto di sinistra) hanno mostrato grande gamba e un costante apporto offensivo. La Conference rimane l’obiettivo principale della Fiorentina, che proverà in tutti i modi a inseguire la zona Europa, con il sogno della Champions League
Calcio
EUReka: scopriamo insieme come sono andate le coppe europee del giovedì
Arriva il giovedì europeo e con esso anche moltissimi gol e spunti interessanti da analizzare, per restare aggiornati su quella che è la situazione in Europa e Conference League, ormai arrivate a metà della loro fase iniziale.
Male Roma e Fiorentina, Lazio prima in solitaria
In Belgio la squadra di Juric inciampa, ottenendo niente di più che un pareggio contro un’Union Saint-Gilloise mai veramente pericolosa se non nell’occasione del gol. I Giallorossi si mostrano subito propositivi con un palo colpito da Baldanzi e riescono a passare in vantaggio con Mancini, che impatta il cross di Pellegrini e anticipa Moris portando avanti i suoi. Quindici minuti più tardi, la confusione all’interno della difesa costa alla Roma il gol del pareggio, siglato da Kevin Mac Allister, fratello del più famoso Alexis, giocatore del Liverpool. Sul finale i belgi tentano addirittura di vincerla, fermati solamente da Celik, che fa da muro ed evita il gol del 2-1. Nella Capitale invece, una Lazio in forma smagliante vince la quarta partita su quattro e si porta prima in classifica a punteggio pieno. Nel recupero di un primo tempo decisamente divertente e dopo una clamorosa traversa colpita da Fabio Vieira, la squadra di Baroni passa in vantaggio con Romagnoli, che fa da torre e batte Diogo Costa. Il Porto però non molla mai la presa e dopo diverse occasioni passate per i piedi di Omorodion trova il pareggio con Eustaquio, che insacca la sfera alle spalle di Provedel. I Biancocelesti non muoiono letteralmente mai, e il sangue vincente di questa Lazio viene confermato con il gol (un altro) nel recupero, siglato da Pedro, rinato in questa prima parte di stagione. In Conference League arriva la prima sconfitta per la Fiorentina, che cade a Cipro, in casa dell’Apoel Nicosia per 2-1. La squadra di Palladino appare totalmente spenta e subisce i colpi inferti dall’Apoel, che passa in vantaggio al 37’ con Donis e raddoppia poco dopo con Abagna, che approfitta di un grave errore di Biraghi. Nel secondo tempo la Viola si sveglia e accorcia le distanze con Ikone, non riuscendo però a pareggiare i conti e uscendo così sconfitta dal Neo GSP Stadium.
La giornata di Europa League
Vediamo ora come si sono comportate le avversarie di Roma e Lazio. A Istanbul vincono sia Besiktas che Galatasaray: i primi battono abbastanza agilmente gli svedesi del Malmö per 2-1, mentre i secondi fanno la voce grossa con un Tottenham messo alle strette, grazie alla doppietta di Osimhen e al gol di Akgun (quarto gol in quattro partite) che apre la partita. Serata dolceamara per gli Spurs, con il gol del giovane Lankshear, all’esordio da titolare, che viene successivamente espulso, indirizzando inevitabilmente la partita dei suoi. In Olanda domina l’Ajax, che batte il Maccabi Tel Aviv per 5-0 portandosi al secondo posto e vince anche l’AZ Alkmaar, che batte il Fenerbahce per 3-1. L’Eintracht vince di misura contro lo Slavia Praga grazie al gol su punizione di Marmoush, che sta attraversando un periodo di forma straordinario, mentre l’Hoffenheim pareggia per 2-2 con il Lione dopo una partita senza senso, con quattro gol tutti messi a segno nel secondo tempo. Se la cava lo United, che sotto la guida di Van Nistelrooij batte per 2-0 il PAOK, grazie alla doppietta di Diallo. Soffrono le spagnole in trasferta: l’Athletic Bilbao rimonta il Ludogorets e vince per 1-2, mentre crolla con lo stesso risultato la Real Sociedad in casa del Viktoria Plzen. Nizza e Anderlecht pareggiano con Twente (rimontato dopo lo 0-2 iniziale) e Riga Futbola Skola, mentre, nel campo neutro di Amburgo, il Ferencvaros spazza via la Dinamo Kiev per 4-0. Ad Atene l’Olympiakos non va oltre il pareggio per 1-1 con i Glasgow Rangers, e la stessa sorte tocca anche all’Elfsborg che inchioda il Braga sull’1-1. Per concludere, in Norvegia cade il Bodo Glimt per mano del Qarabag, che porta a casa i tre punti.
Altri risultati:
– Steaua Bucarest – Midtjylland 2-0
La Top 11 di Europa League
Modulo: 3-4-3
POR: Trapp (Eintracht Francoforte)
DS: Bayramov (Qarabag)
DC: Romagnoli (Lazio)
DD: Popescu (Steaua Bucarest)
ES: Pedro (Lazio)
CC: Akgun (Galatasaray)
CC: Taylor (Ajax)
ED: Gendrey (Hoffenheim)
AS: Barnabas Varga (Ferencvaros)
ATT: Osimhen (Galatasaray)
AD: Diallo (Manchester United)
La giornata di Conference League
Per finire, diamo uno sguardo complessivo ai risultati di Conference League, che tra sorprese e conferme è anch’essa arrivata al giro di boa della ”fase campionato”. A Londra il Chelsea travolge a valanga gli armeni del Noah per 8-0 e si porta al primo posto in classifica, con un gioco che, nonostante l’avversario non di altissimo livello, sembra essere tornato quello di una squadra che può davvero fare paura. Dietro ai Blues troviamo il Legia Varsavia, che batte per 4-0 la Dinamo Minsk e la sorpresa di questa Conference: lo Jagellonia, che sconfigge per 3-0 il Molde e si posiziona, a punteggio pieno, al terzo posto della classifica. Prima vittoria per il Betis, che finalmente si sblocca e batte il Celje, grazie ai gol di Natan e Juanmi, e prima vittoria anche per il San Gallo, che vince fuori casa contro il Larne. In Danimarca Copenaghen e Basaksheir danno vita ad uno spumeggiante pareggio per 2-2, che mette in luce il giovane Chiakha, autore di una doppietta. Il Gent vince di misura e batte l’Omonia Nicosia per 1-0, così come vincono con scarto di un gol anche Pafos e Shamrock Rovers, che battono Astana e New Saints. Soffre ma vince anche il Vitoria Guimaraes contro il Mlada Boleslav, e crolla fuori casa il Panathinaikos sotto i colpi del Djurgarden, alla prima vittoria in stagione. I tedeschi dell’Heidenheim vincono in Scozia, sconfiggendo gli Hearts e portandosi al sesto posto a punteggio pieno, così come il Rapid Vienna, che vince in Moldavia contro il Petrocub Hincesti. Ottime prestazioni anche del Backa Topola, che in casa vince per 4-1 contro il Lugano e dell’Olimpia Lubiana, che in Finlandia batte l’Helsinki e sale a sei punti in classifica.
Altri risultati:
-Vikingur Reykjavik – Borac Banja Luka 2-0
-LASK – Cercle Brugge 0-0
La Top 11 di Conference League
Modulo: 3-5-2
POR: Jorgensen (Chelsea)
DS: Natan (Betis)
DC: Oscar Rivas (Vitoria Guimaraes)
DD: Bolla (Rapid Vienna)
ES: Donis (Apoel Nicosia)
CC: Joao Felix (Chelsea)
CC: Stanic (Backa Topola)
CC: Peter Agba (Olimpia Lubiana)
ED: Hansen (Jagiellonia)
ATT: Burgstaller (Rapid Vienna)
ATT: Marc Gual (Legia Varsavia)
Calcio
Muraglia nerazzurra a San Siro. Apoteosi Atalanta a Stoccarda
Mercoledì di Champions super positivo per le italiane. L’Inter non delude e vince di misura in casa grazie al rigore di Calhanoglu. La Dea domina in Germania, Lookman apre i giochi e Zaniolo li chiude.
INTER-ARSENAL
Un’Inter stoica batte di misura l’Arsenal a San Siro, in seguito ad una partita in cui ha saputo soffrire con pazienza , tenendo i nervi saldi e portando a casa tre punti fondamentali che la lanciano al quinto posto in classifica.
La squadra di Inzaghi parte subito in quinta con un tiro di Dumfries al 2’ che spacca la traversa, seguito da una conclusione di Calhanoglu che termina di poco a lato della porta di Raya. Il primo tempo prosegue a ritmi molto bassi, ma è comunque interessante analizzare come le due squadre si equivalgano perfettamente sul piano fisico, soprattutto a centrocampo, dove la palla rimbalza costantemente da una parte all’altra. Da sottolineare inoltre i particolari schieramenti dei Gunners sulle situazioni di calcio d’angolo: la squadra di Arteta si dispone in due gruppi distanti, che vanno poi a convergere in un unico grande gruppo per cercare la deviazione decisiva, senza successo. Al 47’ Mikel Merino tocca ingenuamente il pallone con la mano in area di rigore, concedendo un penalty ai nerazzurri. Sul dischetto torna a presentarsi Calhanoglu, al ritorno in campo dopo qualche settimana di stop, che continua a confermarsi infallibile dagli undici metri. All’inizio del secondo tempo l’Arsenal prova subito a proporsi in avanti con un’azione portata avanti dal neo entrato Gabriel Jesus che scarica su Martinelli, la cui conclusione termina sull’esterno della rete. L’Arsenal alza notevolmente il pressing e il baricentro del suo gioco, portando quasi tutti i suoi uomini nel centrocampo nerazzurro dimostrando un gioco a tratti anche molto falloso, per cercare di recuperare qualche pallone in zona pericolosa che possa dare origine all’azione del pareggio. Al 59’ un tiro-cross di Havertz si rivela più pericoloso del previsto e costringe Sommer a fare quasi un miracolo per evitare che il pallone finisca in rete. Il tempo scorre, e seppur in maniera abbastanza disordinata, il pallino del gioco sembra averlo l’Arsenal, che molto timidamente tenta di costruirsi qualche occasione, giocando molto spesso sulla fascia di Saka, centro del gioco e unico giocatore veramente pericoloso dei Gunners. La squadra di Arteta continua a spingere e al 74’ Havertz conclude a rete, trovando però la deviazione decisiva di Bisseck, che salva l’Inter. Per l’ultimo quarto d’ora la partita prosegue in maniera molto lenta, caratterizzata anche da nervi piuttosto tesi e poche vere occasioni, sia da una parte che dall’altra. Protagonista assoluto di questo finale di partita è senza dubbio Bisseck, che fa praticamente da muro e respinge ogni singola conclusione dell’attacco londinese, compiendo una prestazione monumentale.
STOCCARDA-ATALANTA (A cura di Marco Rizzuto)
Anche in un campo difficile come quello della MHP Arena, l’Atalanta domina e porta altri tre punti a casa grazie ai centri di Lookman e Zaniolo.
La Dea non cambia assetto tattico ed approccia la gara proiettandosi in avanti e cercando di prendere sin da subito le redini del match. Nel primo quarto di partita assistiamo ad un incontro equilibrato, entrambe le squadre cercano la giocata che indirizzerebbe la gara. Alla mezz’ora ci va vicino l’Atalanta con Pasalic, il croato viene mandato a tu per tu con Nubel ma controlla male il pallone vanificando tutto. Sul finale del primo tempo lo Stoccarda sfiora il vantaggio con l’imbucata di Fuhrich per Undav, il secondo è bravissimo a muoversi tra le linee ma il tiro termina sull’esterno della rete. Nella ripresa Gasperini inserisce De Ketelaere per accendere il match, che aspetta soltanto una scintilla. Scintilla che arriva dopo appena cinque minuti! Proprio De Ketelaere guizza via dalla marcatura di Mittelstadt e serve in mezzo Lookman che deve solo appoggiare in rete. Strada che si fa in salita per lo Stoccarda, Undav chiede il cambio due minuti dopo il gol subito, al suo posto Demirovic. I tedeschi rispondono subito alzando il baricentro e mandando in affanno la retroguardia nerazzurra, con il neoentrato Demirovic che per poco non firma il pari, si è acceso definitivamente il match. A venti minuti dalla fine Gasperini concede spazio a Zaniolo, che subentra al posto di Retegui (il più assente del tridente). Col passare dei minuti la Dea riesce sempre più a controllare la gestione del pallone, facendo correre a vuoto gli avversari. Ma lo Stoccarda non accenna la resa, basta una sbavatura difensiva per tornare a spaventare. A pochi minuti dalla fine Rouault pasticcia col pallone e regala a Zaniolo la palla gol per sigillare la vittoria e siglare il suo primo centro con la maglia della Dea. Vittoria importantissima per la formazione di Gasperini che sale a 8 punti non subendo nemmeno un gol in questi quattro incontri di Champions, violando dopo oltre un anno la casa dello Stoccarda.
Calcio
Milan da sogno a Madrid. Pari tra Juventus e Lille. Terza sconfitta consecutiva per il Bologna
Real Madrid-Milan
Il Milan torna a vincere dopo quindici anni al Bernabeu contro il Real grazie ad una super prestazione dei suoi uomini principali.
Nei primi minuti di gara il Milan si mostra intraprendente, motivato ma soprattutto impassibile da tutte le voci della vigilia, che vedevano i rossoneri nettamente inferiori ai quindici volte campioni d’Europa. Dopo essersi studiate bene, le due squadre iniziano a rendersi pericolose con un iniziativa per parte ma, in entrambi i casi, Mbappé e Theo Hernandez non riescono a sorprendere i portieri avversari. Il match si sblocca al 12′, quando sugli sviluppi di un calcio d’angolo battuto da Pulisic, Thiaw anticipa Éder Militão e porta avanti il Milan grazie al suo primo gol in maglia rossonera. Con il gol del centrale tedesco, la gara si accende, il Real attacca e sfiora il pareggio con Mbappé e Vinicius, due dei principali giocatori chiamati al gol per risollevare il morale della squadra dopo la sconfitta nel Clasico. Con il passare dei minuti, il Milan continua a soffrire, soprattutto quando Emerson Royal è chiamato a fronteggiare Vinicius che, al 22′, si procura e trasforma (spiazzando Maignan) un calcio di rigore per un intervento irregolare del terzino rossonero sul numero sette brasiliano. La reazione degli uomini di Fonseca è inizialmente timida ma non tarda ad arrivare con Theo Hernandez e Reijnders, entrambe le conclusioni dei rossoneri mettono in difficoltà Lunin, che si rifugia tutt’e due le volte in corner. Ad una manciata di minuti dal duplice fischio, un grande Milan si riporta in vantaggio con Morata: Leao riceve palla in area, elude la pressione di Tchouameni e calcia basso sul secondo palo, Lunin interviene in maniera prodigiosa ma non può nulla sul tap-in di Morata. Nella ripresa, gli ospiti riescono a non chiudersi nella propria area, rendondosi pericolosi con la testata di Leao e la ripartenza di Pulisic, sprecata dal punto di vista finalizzativo proprio dall’esterno portoghese. Dopo un paio di minuti passati a difendere il gol del vantaggio, il Milan recupera palla e approfitta di una serie di disattenzioni del Real a metà campo per attaccare l’area avversaria con Leao che, con un cross arretrato, serve che da pochi passi non spreca e segna il gol dell’1-3, sottolineando ancora di più il suo momento di forma. Ferito dal terzo gol subito, il Real Madrid si riversa nell’area di rigore rossonera nella speranza di accorciare le distanze, andandoci solamente vicino nonostante il gol di Rüdiger per un fuorigioco di Rodrygo. Nei sei minuti finali, il Real le prova tutte per accorciare le distanze ma, le conclusioni ravvicinate di Brahim Diaz e Militão vengono perfettamente neutralizzate da Maignan.
Lille-Juventus (A cura di Dennis Rusignuolo)
Prima David, poi il rigore di Vlahovic evita il ko ai bianconeri. 1-1 Al Pierre-Mauroy.
Parte subito forte la squadra di casa, sempre in pressione alta con David e Zeghrova che fin dai primi minuti provano a mantenere alto il baricentro dei francesi. L’intento del Lille è chiaro: non far impostare con libertà i difensori e i centrocampisti bianconeri. La qualità della squadra francese si evince nel momento in cui la Juve sbaglia l’uscita o il fraseggio, con André che ringhia sulle caviglie di Thuram e Locatelli e cerca di ribaltare subito il fronte verso gli attaccanti. Nonostante il ritmo forsennato della squadra di Genesio, la Juventus cerca sempre la via del fraseggio per perforare la difesa del Lille. Al 23′ i bianconeri recuperano palla in avanti, Yildiz serve tardi Vlahovic che pesca Koopmeiners in area, l’olandese trova il vantaggio ma Vlahovic partiva in posizione di fuorigioco e la rete viene annullata. Tre minuti dopo i due tenori del Lille collezionano il vantaggio: Zeghrova recupera palla nei pressi della sua area di rigore, sfugge via a Cabal, taglia il campo e trova un filtrante in verticale verso David, Kalulu liscia l’intervento e il canadese è freddo nel battere Di Gregorio in uscita. La Juve prova a reagire con la consueta pressione alta, Locatelli recupera palla su Gudmundsson, Vlahovic si smarca al centro e prova l’anticipo sul primo palo, provvidenziale Chevalier in tuffo. A cinque dal termine ancora Koopmeiners trova il gol, ma anche questa volta la rete è annullata per posizione irregolare, questa volta di Yildiz. Nessun cambio all’intervallo, e ripresa che comincia con lo stesso copione del primo tempo. La prima variante tattica che si intravede nei primi minuti è un baricentro basso dei francesi, e questo favorisce il possesso della squadra di Thiago Motta. Al 54′ la Juventus si stanzia stabilmente nella trequarti francese e nel momento in cui la Juve spinge in tutti i modi, Chevalier chiude la porta e compie altre due parate provvidenziali. La prima è sul tiro-cross di Conceicao, la seconda è sulla conclusione di Thuram. Al 57′ Conceicao si infila in area e André lo colpisce allo stinco. L’arbitro assegna il penalty e dal dischetto Vlahovic spiazza Chevalier e rimette in equilibrio la gara. Il pareggio del serbo certifica il dominio della Juventus nel secondo tempo, con Thiago Motta che sceglie di mantenere alto il ritmo ed effettuare un triplo cambio. Savona, McKennie e Weah rilevano Cabal, Thuram e Vlahovic, forze fresche e coraggiose per cercare nuove soluzioni per arginare il muro francese. Il Lille non si scompone e approfitta del momento di confusione della Juve per rialzare la testa. Al 77′ Zeghrova calcia forte sul primo palo, ma lì Di Gregorio è attento e presente. Nel finale il Lille rischia molto nelle retrovie, ma la Juve è poco lucida e non riesce ad approfittarne. Una buona prestazione della Juventus, tante occasioni e tante risposte dal punto di vista emotivo e tattico, ma il mezzo bottino non soddisfa appena Thiago Motta, che adesso rischia di rimanere imbrigliato nella lotta a un posto saldo nei play-off. Il calendario complica il percorso dei bianconeri, chiamati a reagire nel prossimo match contro l’Aston Villa. Continua a macinare punti il Lille, dopo le vittorie contro Real e Atletico Madrid. Altra prestazione solida della squadra di Genesio, che continua a sorprendere sotto i colpi di Zeghrova, i gol di David e le parate di Chevalier.
Bologna-Monaco (A cura di Dennis Rusignuolo)
Il Bologna cede anche al Monaco. Terza sconfitta consecutiva in Champions.
Partita subito molto movimentata, con il primo squillo targato Miranda: dopo un’azione insistita da parte del Bologna la palla finisce sul mancino del terzino rossoblù che però spara alto, mentre qualche minuto più tardi ci vuole un grandissimo intervento di Skorupski per evitare il vantaggio del Monaco. Filtrante di Ben Seghir per Embolo e diagonale del centravanti che trova prima la miracolosa deviazione del portiere e successivamente il palo, che grazia la squadra di Italiano. Dopo un’occasione con Fabbian protagonista, orchestrata da Ndoye e conclusa con una deviazione in calcio d’angolo sul tiro del centrocampista, i monegaschi trovano il gol con Singo, vecchia conoscenza del calcio italiano. Fallo però dell’ex Torino su Skorupski e dopo un colsulto con il VAR l’arbitro Aghayev annulla la rete. Al 42′ lo stesso direttore di gara strozza in gola l’urlo del Dall’Ara per la rete trovata da Castro, con un perfetto diagonale, ma subito non convalidata a causa di un fuorigioco di Ndoye a inizio azione. Nel finale altra grande parata di Skorupski, che salva il risultato su Akliouce. Nel secondo tempo il ritmo della partita si abbassa molto, con Italiano che prova a cambiare le carte in tavola facendo entrare subito Pobega e successivamente sia Orsolini che Dallinga, con quest’ultimo che non riesce mai a entrare effettivamente in partita. I felsinei provano con costanza a sbloccare il risultato, senza però trovare nitide occasioni, fino alla doccia fredda che costa la partita. All’87’ il Monaco trova il gol decisivo grazie a Kehrer, che si trova al posto giusto nel momento giusto, batte Skorupski con un tocco di destro su calcio d’angolo battuto dalla sinistra e fa calare il gelo tra le tribune del Dall’Ara. Errore decisivo di Beukema, che buca il pallone di testa in area di rigore. Terza sconfitta di fila per il Bologna, che resta a un punto in classifica, con ancora zero gol segnati. Continua a faticare in zona offensiva e adesso la partita contro il Lille chiama una reazione furente per risollevare questa prima esperienza europea.
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