Lifestyle
Gen Z sempre più appassionata per gli allucinogeni
La Gen Z sta ridefinendo i canoni del divertimento cercando nuovi metodi e vie per poterlo vivere diversamente.
Non si tratta di un tipo di alcolico particolare o una marca di superalcolici alla moda, come erano soliti fare i millenials per potersi divertire e passare una serata in allegria spensierati, tirando occhiatacce a chi diceva di non voler bere per definirsi astemio, oggi i giovani non si vogliono limitare ad un calo di inibizioni.
La Gen Z ora mira al divertimento della dissociazione tramite sostanze psichedeliche in dosi, con un dosaggio sempre più quotidiano e reperibile. Questa scelta ad un divertimento più spinto è dovuto soprattutto ad un tentativo di fuga sensoriale a 360° dalla realtà, troppo diversa dalle proprie aspettative.
Da uno studio internazionale pubblicato sula rivista scientifica Social Science & Medicine risulta che tra i comportamenti degli adolescenti nei paesi che godono di un reddito alto tra il 1999 e i 2019 vi è stato un drastico calo dei “comportamenti a rischio“. Mostrando che alla fine degli anni 90 ragazzi e ragazze fumano di meno, consumano meno alcolici, assumono meno cannabis, hanno i loro primi rapporti sessuali più tardi e commettono meno reati.
Ma, nonostante il problema della salute mentale sia diventato ormai un manifesto della nuova generazione espressa in maniera più marcata rispetto le altre generazioni, i giovani sanno ancora divertirsi, ma in modo diverso spesso tramite l’uso di droghe. Soprattutto durante il periodo del lockdown diverse ricerche hanno evidenziando come i più giovani rimpiazzassero l’alcol con sostanze psichedeliche, mentre solo 1 su 5 sperimentava il microdosing.
Gli allucinogeni bollati spesso come “antisociali” hanno avuto il loro momento di boom di vendite, come evince il nome, durante il periodo del covid19, ma l’uso di funghi, LSD, 2C-B, DMT e ketamina è continuato ad aumentare anche durante l’isolamento del virus, superando MDMA ed ecstasy nella classifica delle droghe più utilizzate.
Lifestyle
Quando i diversi sapori del mondo si incontrano nella Fusion Food
La cucina viene molto spesso concepita come l’insieme di unione, arte e tradizione.
In un mondo sempre più globalizzato e aperto alle novità, anche le diverse tradizioni gastronomiche stanno rivoluzionando il modo in cui concepiamo il cibo e l’arte della cucina.
CUCINA FUSION: di che si tratta?
In termini generici, si tratta di un approccio che miscela elementi di diverse tradizioni culinarie per creare piatti innovativi e sorprendenti. Questa “contaminazione” può avvenire in vari modi: utilizzando ingredienti esotici in ricette tradizionali, combinando tecniche di cottura di diverse culture, o reinventando piatti classici con un tocco moderno e internazionale; e sebbene sembri un fenomeno moderno, ha radici storiche profonde che risalgono a secoli fa.
STORIA DELLA CUCINA FUSION
Tutto ha inizio tra il 2000 e il 1500 a.c, anni in cui il commercio delle spezie tra Asia, Medio Oriente e Europa ha introdotto nuovi ingredienti e tecniche culinarie in vari paesi. Ad esempio, il pepe e la cannella dall’India sono diventati ingredienti fondamentali nella cucina Europea.
In questo periodo, sono state le rotte commerciali, (come la via della Seta), a facilitare lo scambio di cibo e ricette tra culture diverse, portando all’integrazione di nuovi sapori e tecniche.
La colonizzazione ha giocato un ruolo cruciale nella diffusione della cucina fusion.
Un perfetto esempio dell’influenza del fenomeno è rappresentato dalla cucina creolana della Louisiana e peruviana; che ha integrato influenze spagnole, africane, cinesi e giapponesi, portando alla nascita di piatti come il ceviche (un piatto a base di pesce marinato nel limone).
A partire dal 1970 fino agli anni 80, la California è stata un epicentro della moderna cucina fusion.
Chef come Wolfgang Puck hanno iniziato a combinare ingredienti e tecniche culinarie asiatiche con quelle occidentali, dando vita a piatti innovativi come la pizza con anatra alla pechinese.
Questo periodo ha visto l’emergere di ristoranti che sperimentavano liberamente con sapori globali, riflettendo la diversità culturale della regione.
ESEMPI DI CUCINA FUSION
– Sushi burrito: Il sushi burrito prende la forma di un burrito messicano, ma utilizza ingredienti tipici del sushi giapponese. Invece della tortilla, si usa un foglio di alga nori per avvolgere riso, pesce crudo (come il tonno o il salmone), avocado, verdure fresche e salse come la maionese piccante o la salsa di soia.
Questo piatto è nato negli Stati Uniti, in particolare a San Francisco, dove l’abbondanza di ristoranti di sushi e taquerias ha ispirato chef locali a combinare i due stili culinari.
– Pizza con Hummus e verdure grigliate: La pizza è un simbolo della cucina italiana, mentre l’hummus è una salsa tradizionale del Medio Oriente.
La base della pizza è preparata come una classica pizza italiana, cotta al forno fino a ottenere una crosta dorata e croccante. Al posto della tradizionale salsa di pomodoro, la base viene spalmata con uno strato generoso di hummus. La pizza viene poi guarnita con verdure grigliate come peperoni, zucchine, melanzane e cipolle rosse. Per completare, si aggiungono foglie di rucola fresca e una spruzzata di olio d’oliva.
SUCCESSI E CRITICHE
La cucina fusion non solo offre un’esperienza culinaria unica e diversificata, ma promuove anche la comprensione e l’apprezzamento delle diverse culture. Tuttavia, non è immune da critiche. Alcuni puristi della cucina tradizionale sostengono che la fusione di tecniche e ingredienti possa diluire l’autenticità dei piatti originali, ignorando il fatto che non si tratti solo di una tendenza gastronomica, ma una celebrazione della diversità e della creatività culinaria; poiché in un’epoca dove le distanze culturali si riducono, sedersi a tavola e gustare un piatto fusion può essere un piccolo passo verso una maggiore comprensione e apprezzamento reciproco.
Lifestyle
Le mete più popolari dei viaggiatori italiani
Con l’estate alle porte, milioni di persone in tutto il mondo si preparano per godersi un viaggio, spesso in Italia. Ma se l’Italia è tra le mete di turismo più famose, dove vanno in viaggio gli italiani?
Secondo un’analisi recente su Skyscanner, la meta più gettonata dagli italiani è la Croazia, seguita da Mumbai e infine vi è Skopje in Macedonia.
Ma la top 10 destinazioni più desiderate del 2024 dagli italiani è piena di località sorprendenti:
- Pola, Croazia
- Mumbai, India
- Skopje, Macedonia del Nord
- Madeira, Portogallo
- Ginevra, Svizzera
- Hanoi, Vietnam
- Osaka, Giappone
- Tokyo, Giappone
- Kathmandu, Nepal
- Lussemburgo
Lifestyle
Pro e contro: impatto della tecnologia sulla salute mentale
La tecnologia ha rivoluzionato molti aspetti della nostra vita, incluso il modo in cui affrontiamo e gestiamo la salute mentale.
Sebbene le innovazioni tecnologiche offrano strumenti preziosi per migliorare il benessere psicologico, presentano anche sfide significative.
Quali sono gli effettivi vantaggi e svantaggi?
I PRO: Le risorse di supporto, anche a distanza poichè la tecnologia ha reso più facile che mai l’accesso a informazioni e supporto per la salute mentale. Piattaforme come BetterHelp e Talkspace offrono consulenze online, permettendo alle persone di connettersi con terapeuti qualificati da qualsiasi luogo. Questo è particolarmente utile per chi vive in aree remote o ha difficoltà a spostarsi. Inoltre numerose app, come Headspace e Calm, forniscono tecniche di meditazione e mindfulness, aiutando le persone a gestire lo stress e l’ansia. Altre app, come Moodpath, offrono monitoraggio dell’umore e suggerimenti personalizzati, permettendo agli utenti di tenere traccia del loro benessere emotivo quotidiano.
I CONTRO: La dipendenza dai dispositivi e social media, che può contribuire a sviluppare ansia, depressione e isolamento sociale. L’esposizione continua a contenuti negativi o il confronto con vite idealizzate può peggiorare il benessere mentale. (Senza contare i problemi di privacy e sicurezza dei dati insieme ad una riduzione delle interazioni faccia a faccia).
Ammettiamolo: le relazioni personali e il contatto umano rimangono elementi insostituibili per una salute mentale equilibrata.
Le risorse digitali possono integrare, ma non sostituire, il supporto umano diretto e le cure professionali. Come in ogni ambito, l’uso della tecnologia nella gestione della salute mentale deve essere bilanciato, tenendo conto dei potenziali rischi e benefici.
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