Calcio
Giro di Boa, il resoconto del girone d’andata

In attesa del completamento della diciannovesima giornata, con le gare di Inter, Milan, Juventus e Atalanta, l’occhio di DailyZeta si concentra sul girone d’andata. Un excursus sulla prima parte di campionato, con uno schedario dettagliato di tutte le squadre e dei loro protagonisti. All’interno della rubrica verrà presentata ogni squadra insieme al voto, al giocatore migliore, la sorpresa, la delusione e il giocatore da tenere d’occhio in vista del girone di ritorno, che comincerà questa sera.
Atalanta: 9
(A cura di Tommaso Patti)
La consapevolezza dell’Atalanta di essere una big non l’abbiamo scoperta di certo dopo la finale di Dublino, ma da quel momento la squadra di Gasperini ha alzato ancora di più il livello. Era impensabile che la Dea riuscisse ad essere competitiva in tutte le competizioni, e al massimo del rendimento, ma ormai l’Atalanta è più di una semplice favola.
IL MIGLIORE: Marco Carnesecchi
In una squadra che spicca per quantità spropositate di gol e giocate, quest’anno la scena se la sta prendendo anche lui. Meno spettacolare, meno spietato dei suoi compagni in avanti, ma terribilmente costante e decisivo. Tante le sue parate che hanno blindato o costruito vittorie importanti, come quella di Cagliari, e grazie a lui la Dea è diventata anche solida in difesa.
LA SORPRESA: Charles De Ketelaere
Nonostante un reparto offensivo da invidiare e ricco di nomi, CDK è comunque riuscito a ritagliarsi uno spazio importante, divenendo nel tempo un punto fermo del reparto offensivo della dea: con 5 gol e 4 assist, De Keteleare sta portando l’Atalanta in alto, incidendo molto nella meravigliosa favola nerazzurra.
LA DELUSIONE: Matteo Ruggeri
La stagione di Ruggeri è chiaramente inferiore rispetto alla precedente annata. Seppur non negativa al 100%, la poca partecipazione nelle azioni offensive dell’esterno sinistro della dea, sta molto incidendo molto sulle prestazioni della squadra e di un suo possibile futuro in nazionale
DA TENERE D’OCCHIO: Nicolò Zaniolo
Dopo i vari prestiti in Turchia e Inghilterra, Zaniolo è tornato all’Atalanta per riprendersi da un paio di stagioni altalenanti, e finora è riuscito alla grande nel suo intento. Nonostante abbia trovato poco spazio, Nicolò è riuscito a lasciare il segno due volte, segnando il gol che chiude la partita nella trasferta con la sua ex Roma, e trovando la rete decisiva nella trasferta insidiosa contro il Cagliari. Dati i numeri in crescendo, e le importanti partite da disputare nella seconda metà di stagione, Nicolò Zaniolo può essere l’arma in più per quest’Atalanta già ricca di gioielli.
Bologna: 7
In attesa di chiudere il girone d’andata contro l’Inter, il Bologna tira le somme di questa storica stagione. Il ritorno in Champions League idealmente poteva togliere molte energie -e punti- in campionato, ma nelle ultime gare il rendimento della squadra di Italiano è stato ottimo. Sebbene l’esperienza europea si avvia verso un tragico finale, in campionato il Bologna si trova al settimo posto, a pochi punti da quell’Europa che mai come quest’anno sta regalando spettacolo. Tanta curiosità per una delle squadre più frizzanti e imprevedibili del campionato, con Italiano che adesso sembra aver trovato la quadra.
IL MIGLIORE: Santiago Castro
Il ‘Toto’ aveva già ben figurato nel finale della scorsa stagione, ma quest’anno si è preso la scena al centro dell’attacco. Sebbene l’acquisto di Dallinga sia uno dei più dispendiosi della storia recente del club, il centravanti argentino ha conquistato il posto da titolare a suon di gol e prestazioni eccellenti. L’eredità lasciata da Zirkzee era pesante, ma al momento il ‘Toto’ è riuscito a conquistarsi il suo spazio, oltre che l’affetto e il supporto del tifo rossoblù.
LA SORPRESA: Benjamin Dominguez
Schierato a sorpresa nella gara contro il Genoa, l’esterno argentino si era fatto notare per il suo baricentro basso e la sua agilità ed imprevedibilità. Nelle ultime gare Italiano lo ha schierato regolarmente, e Dominguez si è conquistato il posto grazie ad una serie di prestazioni di altissimo livello. La gara dello Stadium contro la Juventus è uno dei manifesti del potenziale e del talento di questo giocatore, che adesso si è ufficialmente presentato al campionato. L’ennesimo capolavoro di Sartori?!
LA DELUSIONE: Stefan Posch
Uno dei punti fermi di Thiago Motta ha perso praticamente il posto. Spesso disattento e molto imprudente, Posch adesso è la riserva di Holm e De Silvestri. Le sirene di mercato lo vedono lontano da Bologna, ma è evidente come l’austriaco sia scivolato in fondo alle gerarchie a causa di un rendimento ben sotto la media che aveva fatto vedere in questi anni.
DA TENERE D’OCCHIO: Jens Odgaard
Il trequartista olandese si sta rivelando come una delle armi in più della trequarti rossoblù. Italiano comincia ad impiegarlo con continuità e la sua abilità nel tiro da fuori sta diventando sempre più pungente. In un Bologna sempre più delineato, se fisicamente riuscirà a essere prestante, può essere il titolare indiscusso della trequarti.
Cagliari: 5.5
(A cura di Marco Rizzuto)
Se il campionato finisse oggi la squadra di Nicola si salverebbe per il rotto della cuffia un’ennesima volta. Tuttavia siamo solamente alla 19ª giornata e questa costante vicinanza con la zona retrocessione non rassicura molto i tifosi che, si aspettavano un campionato più tranquillo e meno rocambolesco dello scorso anno. I rossoblù stanno lottando per mantenere la categoria (come il glorioso pareggio ottenuto contro il Milan in casa), ma la fragilità difensiva è uno dei punti critici da risanare il prima possibile se si vuole raggiungere una salvezza tranquilla.
IL MIGLIORE: Sebastiano Luperto
Nonostante una fase difensiva non perfetta, il Cagliari può contare sull’esperienza e la costanza che Luperto sta mostrando in campo, rappresentando l’anima del ‘casteddu’. Il centrale ex Empoli sta disputando una stagione più che positiva, impeccabile sul piano disciplinare non avendo ancora ricevuto alcuna sanzione, con ben 2 assist a referto che parlano per lui.
LA SORPRESA: Nadir Zortea
Una bellissima sopresa resta quella di Zortea. Il terzino scuola Atalanta ha collezionato 3 reti nel corso del girone d’andata, ricucendosi un posto da titolare inamovibile nell’undici iniziale del mister. L’ultima rete spettacolare vista contro il Monza rappresenta a pieno lo stato di forma del giovane classe 99′
LA DELUSIONE: Zito Luvumbo
Un grande assente di questa squadra è proprio Zito Luvumbo. Il fantasista angolano non è riuscito a sfondare sotto la gestione di Nicola, totalizzando solamente una rete e un assist in ben 16 partite. Tuttavia, per lottare per la salvezza, il tecnico avrà bisogno della sua miglior condizione per fare la differenza nelle partite cruciali.
DA TENERE D’OCCHIO: Mattia Felici
Mattia Felici potrebbe essere la pedina da tenere d’occhio nel girone di ritorno, nelle ultime sei giornate il classe 2001 ha guadagnato un importante minutaggio e potrebbe aver convinto il mister a puntare su di lui per dare maggior imprevedibilità alle manovre rossoblù, approfittando di una condizione non ottimale di Zito Luvumbo questa potrebbe essere la sua occasione.
Como: 6-
(A cura di Simone Scafidi)
Dopo più di vent’anni, i lagunari tornano a giocare un campionato di massima serie, e lo fanno con una proprietà ricchissima che ha condotto un mercato discretamente importante. La squadra di Fabregas, ad oggi, occupa il sedicesimo posto in classifica con 18 punti, risultato di un discreto attacco controbilanciato, però, da una difesa totalmente rivedibile, che fino ad oggi ha concesso ben trenta reti. In avanti la qualità indubbiamente non manca: il gioiello Nico Paz, un ritrovato Cutrone, affiancati da Strefezza, Gabrielloni, Belotti e non solo conferiscono alla fase offensiva comasca un ingente peso specifico, che potrebbe mostrare il suo vero potenziale già a partire da questo girone di ritorno.
IL MIGLIORE: Nico Paz
Tra i grandissimi nomi quali Varane (ormai svincolato), Pepe Reina, Alberto Moreno e Sergi Roberto, a spiccare per qualità e dedizione è indubbiamente lui. Ha fatto innamorare i suoi tifosi, e con il numero 79 sulla maglia ha finora messo a segno 3 gol e 3 assist, prendendosi sulle spalle una squadra a suon di giocate sopraffini e tecnicamente superiori a molti giocatori di squadre anche più blasonate. Semplicemente magico.
LA SORPRESA: Patrick Cutrone
È tornato in Serie A, e lo ha fatto in grande stile. Con i suoi 5 gol è il capocannoniere della squadra e sembra non volersi fermare. Si mette al servizio dei suoi compagni, rappresentando sempre una soluzione valida, che oltre a segnare fa anche assist, finora sono 2 in campionato. Che sia tornato quello di una volta?
LA DELUSIONE: Alberto Moreno
0 gol, 0 assist: questo è il dipinto della stagione del terzino spagnolo. Arrivato come una sicurezza sulla fascia, ad oggi è il peggiore della squadra. In mezzo a molti giovani e giocatori di talento, uno dei giocatori spagnoli più nominati degli ultimi anni sembra essere totalmente in ombra.
DA TENERE D’OCCHIO: Alieu Fadera
Ogni pallone che viaggia sulla fascia sinistra è suo. Alieu Fadera è il nome che non ti aspetteresti di leggere osservando la formazione del Como. Corre, aiuta i compagni e si fa trovare sempre pronto. Il suo rendimento, finora di 1 gol e 2 assist, è in crescita nelle ultime partite, e lui potrebbe essere il vero crack di questa seconda parte di campionato.
Empoli: 8
(A cura di Tommaso Patti)
Seppur con alti e bassi, la stagione dell’Empoli sta procedendo bene. I toscani dopo aver mantenuto l’imbattibilità nelle prime 6 giornate, hanno vissuto un periodo no, successivamente seguito dal K.O. per infortunio di Pellegri, uno dei giocatori principali del progetto di D’Aversa. Militare a metà classifica al giro di boa, e riuscire a togliersi qualche soddisfazione a livello del collettivo, è un grande risultato per una squadra giovane, ma con tantissimi margini di miglioramento
IL MIGLIORE: Sebastiano Esposito
I 7 gol in 15 partite in campionato, certificano quanto bene stia facendo l’ex Inter. Dopo essere stato ricordato da tutti sia al Bari, che alla Sampdoria, come un buon giocatore da avere in prestito e niente più, Sebastiano Esposito si sta conquistando a suon di gol il posto da titolare all’interno di una squadra di Serie A.
LA SORPRESA: Tino Anjorin
Dopo un modesto rendimento nella passata stagione, Tino Anjorin si sta prendendo a suon di prestazioni di livello le chiavi del centrocampo toscano. Seppur senza reti, il centrocampo 2001 inglese ha già realizzato tre assist, tutto ciò se viene unito a molte giocate di livello, lo rendono senza dubbio la sorpresa di questo giro di boa dell’Empoli.
LA DELUSIONE: Jacopo Fazzini
La mancanza di marcature e di assist sta incidendo molto nella gestione di uno dei giovani più promettenti sfornati dall’Empoli.
L’inizio di stagione del centrocampista azzurro è stato molto faticoso infatti, la posizione da centrocampista che gli è stata affidata da D’Aversa, lo vede giocare più lontano rispetto a prima dalle zone in cui ci ha abituato con grandi giocate.
DA TENERE D’OCCHIO: Saba Goglichidze
La stagione del difensore georgiano, seppur cominciata con tre giornate di ‘ritardo’, può ritenersi molto positiva. Dopo l’esordio alla terza giornata contro il Bologna infatti, il difensore classe 2004 è riuscito a mantenerne il posto da titolare, dimostrando solidità difensiva e adattabilità sia in una linea a quattro che a tre.
Fiorentina: 8
Un avvio e un finale poco felici, ma nella fase centrale la Fiorentina ha alzato notevolmente i giri del motore. La cura Palladino ha avuto bisogno di un paio di gare per ingranare, ma quando il tecnico ha cambiato sistema di gioco la Viola è rinata. Otto vittorie consecutive, tra cui successi illustri come la cinquina rifilata alla Roma o la vittoria sul Milan. Un percorso che è alle battute iniziali, ma che già ha proiettato la Fiorentina verso orizzonti più luminosi. Al momento i ragazzi di Palladino si trovano al sesto posto a quota 32 punti, a pari punti con la Juventus. Adesso gli occhi del campionato si concentrano sulla continuità che la Viola può avere per riconquistare l’Europa che conta.
IL MIGLIORE: Moise Kean
Palladino lo insegue da quando era seduto nella panchina del Monza, e l’incontro con il centravanti ha svoltato la stagione di entrambi. Kean è diventato il punto fermo dell’attacco della Fiorentina, il pivot su cui giocare in caso di difficoltà o per sfruttare la sua forza e velocità in campo aperto. Al termine del girone d’andata i sigilli sono già 11, ben oltre le medie che Kean ha avuto nel corso delle sue avventure italiane. Senza dubbio il protagonista di questo primo scorcio di stagione.
LA SORPRESA: David De Gea
Arrivato a sorpresa dopo un anno da svincolato, tante erano i dubbi e le perplessità sul suo conto. Ma un portiere del genere non si può discutere, e De Gea lo ha ribadito partita dopo partita. Grazie ai suoi interventi la Viola è diventata una delle difese più solide e rocciose del campionato; tra i pali non servono ulteriori chiarimenti, bastano i due rigori parati nella vittoria contro il Milan. Rastrillo!
LA DELUSIONE: Cristiano Biraghi
Il capitano già nel precampionato era stato declassato dalla fascia, le cui condizioni atletiche non permettevano uno sviluppo fluido del gioco dinamico di Palladino. L’esperienza nei tre dietro non ha dato i suoi frutti e l’arrivo di Gosens lo ha relegato ai margini della rosa. Le continue discussioni con l’allenatore al momento lo hanno reso un oggetto misterioso, e adesso l’addio sembra sempre più probabile.
DA TENERE D’OCCHIO: Pietro Comuzzo
Schierato a sorpresa al fianco di Ranieri, ormai è un punto fermo della retroguardia Viola. Roccioso, coraggioso, intraprendente, Comuzzo rappresenta il prototipo di difensore centrale moderno, abile nella marcatura a uomo a tutto campo e sempre più affidabile con la palla tra i piedi. La convocazione in nazionale è solo il primo step della crescita del classe 2005, che adesso deve confermare quanto visto in questa prima parte di stagione.
Genoa: 6.5
Dopo aver conquistato largamente la salvezza nella passata stagione, quest’anno Genova ha visto una squadra più in difficoltà. Gilardino sembrava avere la situazione sotto controllo, e la squadra dalla sua parte, ma gli infortuni avevano condizionato il percorso dei rossoblù nel corso della stagione. Nonostante dei chiari segnali di ripresa, la società ha deciso di cambiare guida, con Patrick Vieira che ha sposato la causa genoana e ha portato subito risultati. Il Genoa è una delle squadre più in forma dell’ultimo periodo, solida dietro e cinica davanti. Il tredicesimo posto in classifica è ancora fragile, con la retrocessione molto vicina, ma i 20 punti in classifica sono rassicuranti in vista del ritorno, in cui la squadra recupererà gli infortunati e cercherà di chiudere il discorso salvezza nel minor tempo possibile.
IL MIGLIORE: Andrea Pinamonti
La partenza di Retegui e Gudmundsson ha lasciato un alone di mistero e dubbio sul rendimento dell’attacco rossoblù in questa stagione. Con Vitinha martoriato dagli infortuni, il peso dell’attacco è stato sorretto interamente da Pinamonti, autore di un girone d’andata di altissimo livello. 6 gol in 18 partite, una rete ogni 3 gare in una delle squadre che produce meno a livello offensivo.
LA SORPRESA: Nicola Leali
L’infortunio di Gollini ha regalato una chance per mettersi in mostra al portiere italiano, l’avvento di Vieira gli ha consolidato il posto tra i pali. A suon di prestazioni ben sopra la sufficienza, Leali si è confermato un portiere solido e affidabile. Nella vittoria di Empoli, una delle più importanti dell’intero girone d’andata, il rigore parato a Esposito ha indirizzato la gara, rendendo Leali uno dei titolarissimi di questo Genoa targato Vieira.
LA DELUSIONE: Junior Messias
La partenza di Gudmundsson sembrava il definitivo lasciapassare per diventare il titolare alle spalle di Pinamonti, ma il brasiliano in questo girone d’andata non si è praticamente visto. Una sfilza di infortuni hanno compromesso il suo minutaggio e le sue -poche- prestazioni. L’arrivo di Vieira rischia di relegarlo ulteriormente ai margini della rosa.
DA TENERE D’OCCHIO: Alessandro Zanoli
Risorsa importante con Gilardino, titolare inamovibile con Vieira. Velocissimo, sempre più abile con il pallone tra i piedi e adesso fondamentale nello sviluppo della manovra del Grifone. Zanoli si candida a rimanere uno dei pilastri di questo Genoa, che cercherà di ipotecare il discorso salvezza il prima possibile.
Hellas Verona: 4.5
(A cura di Simone Scafidi)
Dopo il Monza, probabilmente la peggior squadra del campionato. Peggior difesa della Serie A con 42 gol subiti e quindicesimo posto in classifica. L’Hellas, per sua fortuna, è riuscito leggermente a rialzare il morale nelle ultime partite, trovando sette punti nelle ultime quattro, tirandosi così fuori dalla zona retrocessione ma rimanendo comunque in costante pericolo. I sei gol subiti dall’Atalanta, i cinque dall’Inter, i quattro dall’Empoli e non solo rappresentano alla perfezione come il Verona, lì dietro, vada spesso in confusione, facendo molta fatica anche a reagire e incappando così in diverse goleade. Finora, stagione totalmente da dimenticare.
IL MIGLIORE: Casper Tengstedt
Uno dei pochi fasci di luce nel buio pesto dei gialloblu, 6 gol e 1 assist per essere il capocannoniere della squadra di Zanetti. Un giocatore veloce e cinico, che riesce, nei momenti di difficoltà, a risollevare il morale della squadra. Uno dei pochi che lotta sempre in campo e si fa trovare sempre preparato e all’altezza.
LA SORPRESA: Jackson Tchatchoua
Nonostante diverse prestazioni insufficienti, la stagione di TchaTchoua può comunque considerarsi più che sufficiente. Lasciando perdere una fase difensiva come già detto non brillante, dà una grande mano anche alla manovra offensiva, che gli ha permesso finora di raccogliere 2 assist e 1 gol.
LA DELUSIONE: Tomas Suslov
DA TENERE D’OCCHIO: Amin Sarr
Si è fatto vedere solo in queste ultime partite del girone d’andata, ma Amin Sarr ha dimostrato di poter essere il prossimo gioiello del Verona, che di questo tipo di giocatori ne ha sfornati tanti. 3 gol che possono far ben sperare i tifosi del Verona, e che senza dubbio aumenteranno nel girone di ritorno.
Inter: 8.5
(A cura di Tommaso Patti)
Seppur con qualche passo falso e con qualche prestazione sottotono, la stagione dell’Inter può ritenersi ampiamente all’altezza delle aspettative. Il percorso dei campioni d’Italia procede più in sordina rispetto alle avversarie, ma con un potenziale primo posto, con il miglior attacco, e con la seconda miglior difesa, il cammino dell’Inter alla ricerca del bis continua spedito.
IL MIGLIORE: Marcus Thuram
L’acquisizione del francese nei panni di Batman, a differenza della passata stagione, sta dimostrando quanto potenziale abbia un attaccante come Thuram. L’affinità con Lautaro sta dimostrando che, anche quest’anno, l’ex Borussia Mönchengladbach è un punto fermo dell’attacco nerazzurro, divenendone anche il capocannoniere della serie A (alla pari con Retegui), con 12 reti e 3 assist.
LA SORPRESA: Yann Bisseck
La sorpresa di questa metà di stagione nerazzurra è senza dubbio quella di Bisseck. In poco tempo, il difensore tedesco è riuscito perfettamente a rimpiazzare sia come braccetto di destra, sia come centrale difensivo, gli infortunati Pavard e Acerbi. Data la giovane età, le ottime prestazioni nelle palle inattive, e l’immediato ingresso negli ingranaggi di Inzaghi, non sarebbe strano un suo impiego con maggiore continuità anche nella successiva metà di stagione.
LA DELUSIONE: Krjstian Asllani
L’arrivo in nerazzurro stracolmo di pretese ha rallentato parecchio il lancio del talento di Asllani. Nonostante negli anni gli sia stato data tanta fiducia, ripagata con prestazioni sopra la sufficienza, quest’anno il centrocampista albanese non è mai riuscito a distinguere in campo per prestazioni e giocate.
DA TENERE D’OCCHIO: Denzel Dumfries
I due super gol segnati nella semifinale d’andata di Supercoppa italiana hanno lanciato definitivamente Denzel a Dumfries. Per lui sono già tre i gol in quattordici partite disputate in Serie A, ma l’aumento graduale delle proprie performance fa ben sperare in vista del girone di ritorno.
Juventus: 6.5
Il nuovo ciclo di Thiago Motta è forse il caso più controverso e paradossale dell’intero campionato. Fin dalla prima gara contro il Como si è vista una “nuova” Vecchia Signora. L’avvento di Thiago ha dato nuovi impulsi alla squadra, ma gli infortuni hanno invertito il trend dei bianconeri. Dopo la sconfitta in Supercoppa, il campionato della Juve ripartirà dal derby di Torino, ma arrivati al termine del primo atto l’unica statistica che rende meno amaro il percorso è lo zero nella casella relativa alle sconfitte. Una sfilza lunghissima di pareggi, molti in scontri diretti e big match, hanno rallentato la corsa -già molto complicata in partenza- verso lo scudetto, con la Juventus che adesso si trova al quinto posto a quota 32 punti,. Il paradosso bianconero è quello di essere l’unica squadra imbattuta in Serie A, ma molto distante dalla vetta (occupata momentaneamente dal Napoli, a dodici punti di distanza).
IL MIGLIORE: Manuel Locatelli
Già nel precampionato il centrocampista italiano aveva fatto intravedere ottime cose, ma partita dopo partita la sua qualità in regia e la sua intelligenza in fase di non possesso sono diventate chiavi fondamentali per lo scacchiere di Motta. Con la sua costanza di rendimento e leadership silenziosa, Locatelli è diventato il nuovo capitano della Juventus.
LA SORPRESA: Nicolò Savona
Thiago Motta decide di impiegarlo a sorpresa nel match contro il Verona, dopo averlo fatto esordire nella prima giornata, il risultato è una prestazione maiuscola condita anche da un gol. Da quel momento il giovane terzino italiano è diventato sempre più centrale nelle gerarchie e adesso, tra infortuni e un gran rendimento, è a tutti gli effetti il titolare della fascia destra bianconera. Una prima fase di campionato che gli è valsa anche la chiamata della Nazionale di Luciano Spalletti.
LA DELUSIONE: Douglas Luiz
Arrivato in estate, il brasiliano era uno dei fiori all’occhiello del calciomercato bianconero. Poche presenze, alcuni errori decisivi nelle prime gare (come il rigore causato con il Cagliari che ha interrotto la striscia di imbattibilità di Di Gregorio e Perin) e molti problemi fisici. Ad oggi l’investimento fatto sul brasiliano ha deluso le aspettative, e Douglas Luiz ha il compito di conquistarsi un posto nel centrocampo bianconero, a partire da queste prime gare di gennaio.
DA TENERE D’OCCHIO: Nico Gonzalez
Rientrato nel match di campionato contro il Venezia, Nico Gonzalez è tornato a essere una pedina fondamentale per Motta. Duttilità, qualità e sacrificio sono le doti che lo hanno reso imprescindibile nella sua esperienza alla Fiorentina, e su queste basi l’argentino può essere una risorsa importante per l’attacco bianconero, fino a questo momento poco prolifico e scarico.
Lazio: 8-
(A cura di Marco Rizzuto)
Il cammino dei biancocelesti è senza dubbio una delle rivelazioni più brillanti del nostro campionato. L’avvento di Baroni ha risanato l’ambiente distrutto lasciato dalla triade di allenatori della passata stagione. Al giro di boa la Lazio occupa la quarta posizione della classifica a quota 35 punti, ed è in perfetta corsa per la Champions League dietro soltanto a Napoli, Atalanta e Inter. L’unica nota amara del cammino biancoceleste è la difesa, 27 reti sono decisamente troppe per una squadra che punta ai piani alti della classifica (per trovare una difesa altrettanto permeabile bisogna scendere fino all’Udinese, al nono posto).
IL MIGLIORE: Nuno Tavares
L’arma in più in questo girone d’andata è stata senza dubbio Nuno Tavares. La sua presenza in campo è diventata imprescindibile per il gioco del tecnico Baroni, portando dinamismo e gamba sulla fascia sinistra del campo, collezionando 7 assist nelle prime 9 partite disputate.
LA SORPRESA: Nicolò Rovella
Se la Lazio ha reso così bene gran parte del merito va a Nicolò Rovella, metronomo che ha dettato i tempi delle manovre di gioco biancocelesti. Le sue ottime prestazioni non sono passate inosservate, interessando club blasonati come il Manchester City in questo mercato invernale
LA DELUSIONE: Ivan Provedel
Se c’è un giocatore che al momento ha ‘deluso’ le aspettative è stato Ivan Provedel. Nonostante l’alto rendimento mostrato la scorsa stagione, le prestazioni odierne dell’estremo difensore sono complessivamente inferiori agli standard a cui ci ha abituati. Tuttavia, il gran numero di gol subiti non è, e non può, essere solamente colpa sua, ma di un reparto difensivo troppo ballerino.
DA TENERE D’OCCHIO: Fisayo Dele-Bashiru
Dopo le prime dieci giornate da fantasma, Dele-Bashiru ha ritrovato la continuità necessaria che gli ha permesso di diventare il jolly più adatto per agire alle spalle di Castellanos. Il suo strapotere fisico da una grossa mano in fase di copertura e, la sua abilità negli inserimenti è un’arma pericolosissima che potrebbe fare la differenza per i biancocelesti nel girone di ritorno.
Lecce: 5.5
(A cura di Tommaso Patti)
In pieno stile salentino, la stagione del Lecce è quella di una squadra in trincea, che partita dopo partita deve conquistarsi la salvezza. Il percorso di Luca Gotti non aveva rispettato le aspettative della società che ha deciso di cambiare rotta dopo il pareggio con l’Empoli. L’arrivo di Marco Giampaolo ha dato più spregiudicatezza ai salentini, con prestazioni di alto livello e risultati importanti come il pari con la Juventus. Nonostante la boccata d’aria fresca, la posizione del Lecce rimane bollente (17° posto a quota 17 punti).
IL MIGLIORE: Patrick Dorgu
Gli esperimenti apportati da Gotti hanno permesso al giovane danese di sbocciare nel corso di questo girone d’andata. Avanzato nella linea d’attacco, Dorgu è riuscito a risultare sempre più pericoloso e intraprendente, grazie alla sua classe e la sua intelligenza tattica. Sia Gotti che Giampaolo si appoggiano sulla sua fascia, e nonostante qualche scivolone, il danese sta ripagando con giocate di pregevole fattura.
LA SORPRESA: Klaonda Gaspar
L’ennesimo colpaccio di Pantaleo Corvino, perché il difensore angolano, proveniente dal Portogallo e sconosciuto praticamente a tutti, si è ambientato subito nel campionato italiano. Difensore roccioso, bravissimo nel gioco aereo e nella marcatura a uomo. Con Baschirotto aveva trovato un’intesa quasi perfetta, ma nel corso del tempo il Lecce ha cominciato a fare acqua da altre parti. L’infortunio al ginocchio subito contro la Roma ha interrotto anzitempo il suo 2024, ma quando rientrerà sarà sicuramente un pilastro del roster di Giampaolo.
LA DELUSIONE: Remi Oudin
Il numero 10 salentino non è riuscito a conquistarsi un posto da titolare con Gotti, rimanendo sempre più fuori nelle gerarchie. Con l’avvento di Giampaolo le cose non sono cambiate particolarmente e adesso il francese rischia di finire fuori rosa. Una parabola discendente inspiegabile per uno dei giocatori tecnicamente più forniti dell’intera rosa.
DA TENERE D’OCCHIO: Tete Morente
La cura Giampaolo sta rigenerando completamente lo spagnolo, autore di un mese di dicembre in costante crescita. I suoi dribbling stanno sopperendo all’assenza prolungata di Banda, e adesso Tete Morente si candida a rimanere stabilmente nella fascia sinistra per gran parte del girone di ritorno, infortuni permettendo.
Milan: 5
(A cura di Marco Rizzuto)
Il girone d’andata lasciato alla gestione Fonseca non ha dato assolutamente i risultati sperati, costringendo la dirigenza rossonera a cambiare la guida della squadra, virando su Conceicao. L’operato del tecnico ex Roma ha fatto sprofondare il Milan all’ottava posizione, alternando diversi insuccessi pesanti come la sconfitta di Parma o il pareggio di Cagliari. Risultati che hanno pregiudicato ogni speranza alla lotta scudetto e messo in salita la strada per un posto in Champions League.
IL MIGLIORE: Tijani Reijnders
Tra le poche note positive di questa stagione spicca senza dubbio l’exploit di Tijjani Reijnders. Il centrocampista olandese ha trascinato i rossoneri in diversi match (tra cui il derby), con prestazioni di altissimo livello, mostrando qualità, dinamismo ed una personalità da vero trascinatore. Una vera e propria luce in un momento buio per i rossoneri.
LA SORPRESA: Youssouf Fofana
L’ex Monaco tanto voluto dalla dirigenza rossonera, si è reso protagonista di una prima parte di stagione eccezionale, diventando il perno della metà campo rossonera. Un vero tuttofare, decisivo per contrasti vinti e per chiusure difensive, ma non è tutto. Il francese ha dimostrato la sua duttilità anche negli ultimi metri, collezionando 4 assist e 1 gol da mediano. Una vera rivelazione.
LA DELUSIONE: Theo Hernandez
Si è distinto in negativo invece Theo Hernandez. Il terzino francese oltre a non aver convinto per nulla in mezzo al campo, con prestazioni molto al di sotto delle aspettative, ha anche perso il posto da titolare nelle ultime giornate a fronte di Jiménez. Una involuzione a dir poco che tuttavia, sembra essere già un brutto ricordo, alla luce della prestazione positiva in finale di Supercoppa Italiana contro l’Inter, sotto la guida del nuovo tecnico.
DA TENERE D’OCCHIO: Rafael Leão
Come per Theo Hernandez, anche Leao ha avuto un inizio di campionato non troppo roseo, tuttavia la ventata d’aria fresca che ha portato Conceicao al Milan, sembra aver rivitalizzato anche la stella della squadra che, sembra essere pronta ad aggredire questo girone di ritorno nel modo migliore.
Monza: 3
(A cura di Marco Rizzuto)
Il Monza è partito malissimo in questo campionato, trovandosi all’ultimo posto in solitaria a ben 8 punti dalla zona salvezza. L’inizio di stagione è stato disastroso sotto la guida di Nesta, tanto da portare la società a prendere la decisione drastica di esonerarlo. L’arrivo di Bocchetti sulla panchina non ha ancora avuto l’effetto sperato, con il nuovo tecnico che fatica a trovare la giusta quadra per risollevare la squadra. Ora serve un cambio di mentalità e di gioco: il girone di ritorno è già alle porte e servirà un vero e proprio miracolo per invertire la rotta e accendere la lotta salvezza.
IL MIGLIORE: Geōrgios Kyriakopoulos
Una delle poche luci in questa stagione buia per il Monza è sicuramente Kyriakopoulos. Il terzino greco sta brillando come un faro di speranza per la squadra, con 2 reti e 3 assist. Le sue prestazioni in campo sono una delle poche certezze di questa annata difficile, e sembra che sia lui a prendersi la responsabilità di trascinare i compagni. Tuttavia, da solo non può fare miracoli. Il Monza ha bisogno di un contributo corale, con tutta la squadra che deve alzare il livello per supportarlo e invertire la rotta. La determinazione e la qualità di Kyriakopoulos sono importanti, ma senza un collettivo che risponde, sarà difficile uscire dalla crisi.
LA SORPRESA: Warren Bondo
Una piccola nota positiva, seppur in un avvio complicato, arriva da Warren Bondo. Il centrocampista classe 2003 si è distinto per la sua costanza e la sua solidità in mezzo al campo, diventando una pedina fondamentale sia nel gioco di Nesta che in quello di Bocchetti. Tra duelli vinti, recuperi palla e chiusure decisive, Bondo si è fatto notare come uno dei pochi giocatori in grado di garantire equilibrio e intensità. Il giovane centrocampista francese sta diventando una delle poche certezze su cui il Monza può fare affidamento, rappresentando una soluzione importante per cercare di salvare questa stagione.
LA DELUSIONE: Daniel Maldini
La delusione più grande di questa stagione per il Monza porta il nome di Daniel Maldini. Il figlio d’arte era arrivato con grandi aspettative, pronto a dimostrare il suo valore e a consacrarsi nel calcio che conta. Purtroppo, fino ad ora, quelle aspettative sono state ampiamente disattese. Sebbene le sue qualità tecniche non siano mai state messe in discussione, Maldini non riesce a essere incisivo come ci si aspettava, con appena una rete all’attivo. La promessa del suo talento sembra essere ancora inespresso, e se il Monza vuole risollevarsi, è fondamentale che il giovane attaccante trovi finalmente quella continuità e quella concretezza che finora gli sono mancate.
DA TENERE D’OCCHIO: Patrick Ciurria
Un giocatore che potrebbe risultare decisivo nel girone di ritorno è Patrick Ciurria. Dopo una stagione deludente e l’esclusione dalle scelte di Nesta, che lo aveva relegato in panchina, l’emiliano sembrava aver perso completamente spazio nella squadra. Tuttavia, con il cambio di panchina, Bocchetti ha deciso di puntare su di lui, riconoscendo le qualità che Ciurria aveva mostrato qualche stagione fa. Con l’obiettivo di raggiungere la salvezza, il tecnico potrebbe far tornare protagonista il talentuoso esterno, che potrebbe essere un’arma in più per dare il cambio di marcia alla squadra e provare a salvare una stagione fin qui difficile.
Napoli: 9-
(A cura di Simone Scafidi)
Dopo la delusione totale della scorsa stagione, sotto la guida di Conte i partenopei hanno totalmente invertito la rotta e sono tornati a combattere attivamente per lo scudetto. L’arrivo del duo scozzese McTominay-Gilmour a centrocampo, quello di Buongiorno in difesa e l’esperienza aggiunta da Neres e Lukaku in attacco hanno perfezionata l’organico azzurro. Alla perfetta metà del campionato in corso, il Napoli in testa alla classifica, a più tre sull’Atalanta e più quattro sull’Inter. 44 punti raggiunti soprattutto grazie all’ottima fase difensiva, che si dimostra la migliore del campionato con solo 12 gol subito e che bilancia un attacco non troppo prolifico da “soli” 30 gol.
IL MIGLIORE: Scott McTominay
Con lui a centrocampo il Napoli sembra aver ritrovato un perno fondamentale, una colonna portante solida ma prolifica come non si vedeva da queste parti dai tempi di un certo Marek Hamsik. L’uomo che viene “dal Nord del Vallo Adriano” ha decisamente spaccato il nostro campionato, confermandosi un fuoriclasse assoluto.
LA SORPRESA: André-Frank Zambo Anguissa
La scorsa stagione è stata pessima, forse una delle peggiori della sua carriera, ma quest’anno è totalmente rinato. L’ultima partita contro la Fiorentina ne è la dimostrazione: corsa, solidità, sacrificio per la squadra. Elementi da leader in campo, che sembra essere tornato, sia con il corpo che con la mente, a comandare il centrocampo azzurro.
LA DELUSIONE: Kvicha Kvaratskhelia
In mezzo alle stelle di Conte, quella forse più luminosa, almeno fino allo scorso anno, sembra essersi spenta. Il georgiano è diventato prevedibile, viene facilmente fermato e difficilmente riesce a trovare la via della rete. Aria di cessione?
DA TENERE D’OCCHIO: Mathias Olivera
Piano piano, in silenzio, la fascia sinistra sta diventando tutta sua. Difende e attacca con umiltà e decisione, portando in campo un atteggiamento convincente che piace molto a Conte. Forse, dopo molto tempo a Napoli, potrebbe finalmente essere arrivato il suo momento.
Parma: 6-
(A cura di Marco Rizzuto)
Al giro di boa la squadra di Fabio Pecchia si piazza al quattordicesimo posto della classifica, risultato che sembrerebbe più che accettabile per una squadra, soprattutto giovane, proveniente dalla serie sottostante. Tuttavia, sono tanti i punti che il Parma ha perso per strada in questa prima frazione di campionato, alternando vittorie importanti con Milan e Lazio a sconfitte pesanti, come la ‘manita’ subita con la Roma e il crollo casalingo col Verona. Il posizionamento dei crociati è complesso, dati i pochi punti di vantaggio sui bassi fondi della classifica ed essendo la seconda peggior difesa del campionato. Sarà compito del tecnico quindi, tenere alta la concentrazione dei giocatori, evitando possibili cali che potrebbero rivelarsi fatali alla resa dei conti.
IL MIGLIORE: Enrico Delprato
Nonostante la mole di gol subiti dai crociati, le prestazioni del difensore classe 99′ hanno fatto la differenza, rendendolo un pilastro imprescindibile nella formazione di Pecchia. Il vizio del gol è diventata la ciliegina sulla torta delle sue prestazioni.
LA SORPRESA: Ange-Yoann Bonny
Il francese ha dimostrato di poter caricarsi il peso dell’attacco sulle spalle. Al di là dei 4 gol siglati, il francese è diventato una figura chiave per l’attacco, mostrando una grande maturità tecnica e tattica, non soffrendo più di tanto il salto di categoria. Inoltre, il suo dinamismo e lo strapotere fisico di cui dispone lo rendono un brutto cliente per le difese avversarie ed, in un gioco ricco di contropiedi e ripartenze come quello dei ducali, Bonny può essere determinante.
LA DELUSIONE: Mattia Cancellieri
L’acquisto di Cancellieri al termine del calciomercato estivo doveva essere l’arma in più di questo Parma ‘giovane’ alla ricerca della salvezza tranquilla in Serie A. Eppure la sua presenza in campo non è risultata decisiva come sperato, con solamente 2 gol all’attivo in 16 gare disputate. Quella che doveva essere la stagione della consacrazione sembra essere rimandata.
DA TENERE D’OCCHIO: Adrian Bernabé
Dopo l’infortunio che lo ha tenuto ai box dalla 12ª giornata, Bernabè è pronto a tornare e portare il suo contributo unico al centrocampo del Parma. La sua completezza gli permette di essere un giocatore totale, capace di eccellere sia nelle mansioni difensive, con recuperi intelligenti, chiusure decisive e pressing efficace, sia in fase offensiva, dove la sua tecnica fuori dal comune, la sua visione e precisione lo rendono un regista avanzato che potrebbe spostare gli equilibri a favore dei Ducali. Un ritorno tanto atteso e fondamentale.
Roma: 6.5
(A cura di Simone Scafidi)
Mezzo voto in più solo per l’atteggiamento mostrato nelle ultime partite e per la convincente vittoria nel derby contro la Lazio. Dopo un mercato dispendioso e pieno di grandi nomi, le aspettative sono state completamente deluse: una società assente, autrice di moltissime scelte sbagliate ha inevitabilmente condizionato la stagione dei giallorossi, salvati solo da un atto di vero amore. Sotto la guida di Sir Claudio Ranieri, la Roma sta piano piano riuscendo ad uscire la testa dal buio, per provare a tornare nelle posizioni che le competono. Decimo posto in campionato con 23 punti e sia una difesa che un attacco poco efficienti sono i chiari segnali di una condizione tutt’altro che ottimale, con qualche segnale di ripresa.
IL MIGLIORE: Mile Svilar
Probabilmente l’unico giocatore della squadra a mostrare costanza di rendimento, protegge i pali con sicurezza e ottime prestazioni, dimostrando di meritare il posto. Stagione da 8 in pagella
LA SORPRESA: Manu Koné
Non era partito benissimo, ma ci ha messo veramente poco ad entrare nel cuore dei tifosi giallorossi. Anche quando le partite andavano male era uno dei pochi a lottare su ogni pallone e non mollare mai. Può diventare un pilastro di questa Roma.
LA DELUSIONE: Artem Dovbyk
Arrivato con il premio di “Pichichi” della Liga in valigia, l’ucraino finora ha faticato e non poco. Solo 5 gol per lui, a cui doveva essere affidato un intero reparto. Poca freddezza sotto porta e scarso inserimento all’interno dell’organico di gioco sono il dipinto della sua stagione finora.
DA TENERE D’OCCHIO: Niccolò Pisilli
A far sorridere l’Olimpico in questa stagione è un romano e romanista, che ha il cuore unicamente a tinte giallorosse e che sta mostrando grandi capacità in mezzo al campo. Il gol contro il Venezia è solo una piccola (ma grande) dimostrazione della grinta e della passione del classe 2004, che ha una carriera tutta in divenire.
Torino: 6
(A cura di Tommaso Patti)
Cominciare la stagione pareggiando a San siro, battendo l’Atalanta per poi vincere sfide insidiose contro Venezia e Verona, davano il presagio di un ritorno ai vecchi tempi, dove il Torino lottava per l’Europa. L’ottimo lavoro fatto da Vanoli però, è stato frenato da alcuni passi falsi che hanno fatto perdere al Toro punti importanti. Il grave infortunio di Zapata e lo scarso rendimento di alcuni giocatori considerati ormai di alto livello, hanno portato i granata all’undicesimo posto dopo diciannove partite.
IL MIGLIORE: Vanja Milinkovic-Savic
Le prestazioni, gli interventi provvidenziali e i sei clean sheet rendono questo pezzo di stagione la miglior metà di stagione di Milinkovic Savic. Distinguersi come il migliore in una rosa piena di giovani promettenti e grandi attaccanti è davvero il miglior risultato di tanto duro lavoro.
LA SORPRESA: Saul Coco
Il passaggio dal giocare in una difesa a quattro come al Las Palmas, a giocare in una difesa a tre non era facile, ma l’impatto di Saul Coco al Torino ha sottolineato subito buoni numeri. Oltre all’immediato ambientamento in un nuovo modulo e in un campionato differenze, il nuovo gigante granata sta riuscendo a disputare un ottima stagione, condita da due gol che certificano quanto bene sta facendo anche nelle azioni offensive.
LA DELUSIONE: Tonny Sanabria
Il rendimento del centravanti paraguaiano è altamente insoddisfacente. Dopo l’infortunio di Zapata, era chiamato a prendersi sulle spalle l’attacco granta ma, con scarsi risultati, Sanabria ha anche perso il posto da titolare ai danni di Karamoh.
DA TENERE D’OCCHIO: Adrien Tameze
Le performance di Tameze in questa prima parte di stagione non possono essere da giudizio definitivo per uno dei giocatori più duttili della Serie A. Dopo un inizio condito da più bassi che alti, il tuttofare granata è richiamato a invertire la marcia, per ritornare ad essere la marcia in più del Torino.
Udinese: 7+
(A cura di Simone Scafidi)
25 punti che significano nono posto sono l’immagine di un’Udinese molto cinica, che nonostante i diversi gol subito (28), ha saputo ben sfruttare i 23 gol fatti per portare a casi diversi punti fondamentali. Sotto la guida di Runjaic i bianconeri possono seriamente pensare di insidiare le grandi del nostro campionato, soprattutto grazie alla coppia d’attacco formata da Thauvin e Lucca che partita dopo partita sta rendendo sempre di più.
IL MIGLIORE: Lorenzo Lucca
Punta di diamante assoluta dei friulani. Il prototipo dell’attaccante moderno: alto, fisico e dedito al sacrificio per i compagni. 7 gol per lui, che rappresentano alla perfezione come Lorenzo Lucca si stia (ri)prendendo il calcio italiano, mandando anche un chiaro messaggio al CT Luciano Spalletti.
LA SORPRESA: Florian Thauvin
Con una stagione fantastica, costellata da 5 gol e 3 assist, il francese ci teneva a ricordare che nella rosa vincitrice del mondiale 2018 era presente anche lui. Fantasia, estro e tecnica sopraffina, erano ciò che servivano all’Udinese per cercare di combattere per posizioni più alte e per qualche punto in più.
LA DELUSIONE: Isaak Touré
Una prima stagione in Italia finora da dimenticare per il classe 2003. Due espulsioni che dimostrano ancora un po’ di goffaggine e di necessità di adattamento al nostro campionato, per un giocatore che è arrivato con grandi aspettative, finora non rispettate, ma che ha tempo per crescere e migliorarsi.
DA TENERE D’OCCHIO: Jaka Bijol
Si è ripreso la difesa bianconera, dopo una scorsa stagione non ai livelli della precedente. Oltre ad una fase difensiva oculata e rocciosa, Bijol partecipa attivamente anche alla fase di costruzione dell’azione, che gli hanno permesso di mettere a referto anche un gol e due assist.
Venezia: 5.5
All’inizio della stagione il Venezia era già retrocesso, a detta di molti media e non solo, e la situazione dei lagunari è un concentrato di sfortuna abbinata a qualche errore di troppo. Una serie di sfortunati eventi, una nuvola fantozziana, tutto questo accompagna il povero Eusebio Di Francesco da un paio d’anni, ma nonostante tutto il tecnico romano cerca sempre di reagire con idee e coraggio. Il Venezia si trova al penultimo posto, a quota 14 punti, ma nel corso del girone d’andata ha disputato grandi prestazioni a cui è mancata solo la vittoria. Tanti giovani in rampa di lancio, per una delle squadre più giovani dell’intero campionato (al quinto posto di questa classifica).
IL MIGLIORE: Gaetano Oristanio
In Sardegna aveva fatto intravedere grandi cose nel ruolo di trequarti, spalle alla punta. Venezia gli ha consegnato quella leadership e centralità che gli serviva. Adesso Oristanio è il leader tecnico del Venezia, da lui passano tutte le giocate dei lagunari ed è sempre l’arma in più per cercare di scardinare le difese avversarie, grazie alla sua velocità e ai suoi dribbling. Pochi gol in questo girone d’andata in relazione alle occasioni, ma senza dubbio Oristanio è l’ancora su cui poggia tutto il vaporetto di Di Francesco.
LA SORPRESA: Filip Stankovic
Un finale di anno in costante crescita, per uno dei portieri più promettenti del campionato. Reattivo, solido tra i pali e molto spettacolare per i fotografi e non solo. In tutte le migliori prestazioni del Doge ci sono sempre i suoi guanti e i suoi interventi di mezzo, come le parate prodigiose che hanno cucito la vittoria e l’aggancio -momentaneo- al Cagliari nel corso del girone d’andata.
LA DELUSIONE: Antonio Candela
In B era uno dei pilastri della squadra, sfruttato da Vanoli per la sua velocità e la sua duttilità tattica. Candela sembrava pronto a essere il padrone della fascia destra, ma qualche errore -anche piuttosto importante- e lo slittamento di Zampano sul suo versante, hanno favorito una sua lenta scomparsa. Adesso Candela rischia di dover cambiare aria per evitare di rimanere relegato in panchina durante il girone di ritorno
DA TENERE D’OCCHIO: Hans Nicolussi Caviglia
Tecnicamente è indiscutibile, sempre pulito e freddo con il pallone tra i piedi. In fase di non possesso sta migliorando partita dopo partita, e adesso i suoi numeri sono importanti, considerando il ruolo e la situazione di classifica in cui il Doge sguazza. Nel girone di ritorno Nicolussi Caviglia dovrà mantenere questo rendimento alto per alzare i giri del motore a un Venezia che cerca disperatamente punti per la salvezza.
Calcio
Europa e Conference, quarti di andata: Lazio freddata, cuore Viola in Slovenia

Europa e Conference League sono ormai arrivate ai quarti di finale, con le gare di andata che hanno già fornito i loro verdetti. Serata dolceamara per le italiane, mentre negli altri match in giro per l’Europa gol e spettacolo non sono affatto mancati.
EUROPA LEAGUE
L’Italiana
La terra novergese, si sa, e soprattutto per le italiane, è un campo che ormai diventa un fortino molto complicato da sormontare. Ce lo dimostrano, su tutto, i numeri in casa del Bodo, che in Europa, in casa, nelle ultime dieci partite ha collezionato ben nove vittorie. La squadra di Baroni arriva in terra scandinava consapevole di ciò che l’avrebbe aspettata: zero gradi ad aprile, freddo e una squadra che sa mettere in difficoltà anche le compagini più quotate, e il campo lo dimostra sin da subito. La prima metà di gara non tarda a dimostrare quanto detto, il Bodo tiene sempre e costantemente il pallino del gioco in mano, possesso palla, palleggio, dominio assoluto del centrocampo, portano in scena un primo tempo senza interpretazioni che vede la squadra di Baroni totalmente assente sul piano del gioco, per quanto un pò più solida nelle retrovie. Nel secondo tempo, inevitabilmente, la storia cambia, con i biancocelesti che dopo appena un minuto vengono gelati dal gol di Saltnes arrivato a seguito di un’azione costruita magistralmente dai norvegesi, che riescono ad arrivare serenamente a tu per tu con Mandas, insaccando la sfera. La Lazio, dopo il gol, non prova nemmeno a reagire, e paradossalmente si sottomette ancora di più all’assalto giallonero, tentando di difendere il difendibile per provare una possibile rimonta all’Olimpico, ma il Bodo non è della stessa idea e a venti minuti dalla fine, ancora con Saltnes, che con un tocco sotto supera Mandas e trova il raddoppio che annichilisce definitivamente gli uomini di Baroni, autori di un disperato (e vano) tentativo di salvataggio sulla linea. Da qui in poi, il dominio dei padroni di casa è totale, a centrocampo si vedono solo frecce giallonere che trafiggono lo scudo celeste, arrivando, ancora una volta troppo facilmente, a tu per tu con Mandas, autore di una parata fondamentale sul tentativo di Saltnes che avrebbe siglato la tripletta personale. A un minuto dallo scadere la Lazio rischia ancora di subire la terza rete, negata, ancora una volta, e stavolta clamorosamente sulla linea, dal portiere greco. Giovedì prossimo, all’Olimpico, la Lazio sarà chiamata ad attuare una clamorosa e (per quanto visto ieri) insperata rimonta, cercando di approdare alle semifinali, dopo aver chiuso il girone iniziale al primo posto.

Foto: X BeFootball
Le altre sfide
Oltre alla debacle biancoceleste, il giovedì sera ci regala altri tre risultati, tre pareggi che renderanno i quarti di ritorno della prossima settimana ancora più entusiasmanti. Nel nord di Londra, due giorni dopo la maestosa impresa dell’Arsenal contro il Real, il Tottenham non va oltre il pareggio con un ottimo Eintracht Francoforte, che apre le marcature con il gol fulmineo di Ekitike per poi farsi pareggiare da Pedro Porro. Sempre nella terra del re, stavolta il Scozia, i Glasgow Rangers, in dieci per quasi ottanta minuti, riescono ad inchiodare sullo 0-0 l’Athletic Bilbao, “killer” della Roma agli ottavi. Ultimo, ma non per importanza, il match tra Lione e Manchester United, preceduto da diversi battibecchi, in particolare tra Matic e Onana, con il primo che accusa quest’ultimo di essere il portiere più scarso della storia dei Red Devils, probabilmente non sbagliando, dal momento che due gravi errori dell’ex Inter permettono ai francesi prima di andare in vantaggio e poi di pareggiare all’ultimo secondo con i gol di Thiago Almada e di Cherki, compensati, nella compagine inglese, dalle marcature di Yoro e Zirkzee.
Il protagonista
Quattordici anni al Bodo, una doppietta nel gelo della Norvegia che condanna gli avversari, dominio assoluto, leadership nel reparto avanzato della sua squadra e vantaggio di due gol nella gara di ritorno: Saltnes non può che essere il protagonista di questa settimana, con i due gol probabilmente più importanti della sua carriera che potrebbero far sognare in grande il Bodo/Glimt, unica squadra dei quarti di andata ad uscire vincitrice dalla propria gara. Aspettando di vederlo sul campo dell’Olimpico, Saltnes ha mandato un messaggio chiaro a tutta l’Europa, dimostrando che, in corsa per questa competizione, non bisogna dare per spacciato mai nessuno.

Foto: X Play Spor
La conferma
Nessuna conferma, se non l’equilibrio e lo spettacolo che questa competizione riesce a mettere in scena ad ogni giornata. Tre pareggi e un risultato a sorpresa confermano quanto l’Europa League risulti, ogni anno, sempre più equilibrata e a tratti anche meglio della Champions, dove non mancano, ancora ai quarti di finale, risultati altisonanti come il 4-0 del Barcellona e dove sembrano esserci squadre con la strada spianata.

Foto: DAZN
La delusione
Parlare della Lazio sarebbe scontato e anche ripetitivo, per questo non si può non parlare dell’Athletic Bilbao. Dopo aver eliminato la Roma con una prestazione pressoché magistrale, nonostante il vantaggio numerico, i Baschi si trovano nuovamente sopra di un uomo contro i Rangers per quasi tutta la partita, non riuscendo però ad incidere e ad insaccare nemmeno un gol. Le statistiche parlano chiaro: 71% di possesso palla ma solo tre tiri in porta, decisamente troppo poco per una squadra che, sul piano offensivo, ha uno dei migliori reparti della competizione. Al ritorno, seppur in casa, la squadra di Valverde dovrà fare in modo che questa mancata e necessaria vittoria non gli costi caro.

Foto: X Athletic Bilbao
CONFERENCE LEAGUE
L’Italiana
Una partita semplice, quantomeno sulla carta, nel secondo tempo mette alle strette la Fiorentina, che con cuore, grinta, e un super De Gea, si porta a casa il quarto di finale di andata contro un Celje ostico spinto da un pubblico di casa tutt’altro che sereno. Il primo tempo arride alla viola, che sembra tenere in mano il pallino del gioco, eccezion fatta per i primi minuti di partita in cui i padroni di casa, spinti dall’entusiasmo del pubblico casalingo, riecsono a rendersi pericolosi in un paio di occasioni che culminano sull’esterno della rete. La costruzione della squadra di Palladino, favorita a centrocampo dall’immensa qualità di Adli, Cataldi e Mandragora, riesce a dare il via a moltissime occasioni pericolose che impensieriscono la difesa slovena. Nelle retrovie, Ranieri e Matìas Moreno riescono a dare una sicurezza, sia difensiva che nel palleggio, fuori dal comune, compensando le prestazioni tutt’altro che perfette di Comuzzo e Pongracic. Sulle fasce la spinta è poderosa, e poco dopo la metà del primo tempo, Ranieri sigla il gol dell’1-0, saltando due avversari e, con un pò di fortuna e complicità da parte di Ricardo Silva, insaccando il gol dell’1-0, che permette alla viola di portare avanti un primo tempo in gestione totale del gioco, tenendo a bada il potenziale offensivo del Celje. Nel secondo tempo, quantomeno durante le prime battute, la storia non cambia, e il gioco viola la fa da padrone per buona parte della frazione. Verso il sessantesimo, un rilancio di De Gea, prolungato dal tocco di Folorunsho, arriva nei piedi di Mandragora che in mezzo a tre avversari viene steso con un pestone da Karnicnik, capitano avversario, il cui gesto viene sanzionato con un calcio di rigore in seguito alla consueta on-field review. Sul dischetto si presenta proprio Mandragora, che corona una prestazione pressoché impeccabile con il gol del 2-0. In questa stagione, come ormai noto, la Fiorentina mostra però un rendimento altalenante, che si rende manifesto proprio nei risultati in trasferta in Conference, in cui è arrivata una sola vittoria, contro il San Gallo. Appreso ciò, non stupisce che il Celje, per la mezz’ora finale, si svegli e domini il piano del gioco, trovando anche il gol del 2-1 su situazione di penalty, causato da Pongracic che entra in maniera abbastanza dura su Matko, venendo sanzionato con il fallo e venendo graziato con l’estrazione solo del cartellino giallo, nonostante il giocatore avversario stesse colpendo a botta sicura da solo davanti alla porta spalancata di De Gea. Dal dischetto Delaurier Chaubet non sbaglia e negli ultimi venti minuti il Celje le tenta tutte per pareggiare, sbattendo sempre sul muro alzato da un maestoso De Gea, che mette il sigillo al match con una parata formidabile all’ultimo secondo.

Foto: X ACF Fiorentina
Le altre sfide
Il giovedì di Conference non delude le aspettative, portando in campo risultati che ci si poteva aspettare e che vanno a favore delle quattro “big” rimaste in gara. Nell’anticipo del pomeriggio, il Chelsea schianta, fuori casa, il Legia Varsavia grazie alla doppietta di Madueke e al gol del diciannovenne George, assicurandosi la qualificazione già ai quarti di andata con il compito di andare a Stamford Bridge per chiudere definitivamente la pratica. Vince abbastanza agilmente anche il Betis contro la sorpresa Jagiellonia, che si deve arrendere ai colpi di Bakambu e di Jesus Rodriguez e che, in Polonia, combatterà fino alla fine per ribaltare il proprio destino. Infine, vince in esterna anche il Rapid Vienna che batte il Djurgarden di misura grazie all’autogol di Finndeli.
Il protagonista
Quindici minuti per archiviare, probabilmente, la qualificazione in semifinale. Noni Madueke si prende sempre di più il Chelsea, con l’ultimo anno, e in particolare questa stagione, che ha visto alzarsi vertiginosamente il livello delle sue prestazioni, sempre più fondamentali per la squadra di Maresca, anche e soprattutto in Europa. Sulle ali dell’entusiasmo e dei suoi giovani, il Chelsea si sta facendo strada, trovando nell’esterno inglese uno dei suoi maggiori interpreti, con le conferme che arrivano partita dopo partita.

Foto: X Chelsea Photos
La conferma
Il 2025 è a tinte biancoverdi: il Betis, con l’arrivo dell’anno nuovo, sembra aver cambiato mentalità. In campionato è probabilmente la squadra più in forma del momento, e le grandi prestazioni arrivano anche in Conference. Due gol, una vittoria pulita e nessuna rete subita, i numeri della serata di ieri degli spagnoli sono l’emblema del meraviglioso periodo della squadra. C’è chi ironizza (oppure chi è serio) e dice che l’arrivo di Antony abbia svoltato la squadra, ma in realtà, oltre ciò, dietro i risultati della compagine biancoverde c’è il meraviglioso lavoro di Manuel Pellegrini, che sta mettendo sù un Betis formato europeo, che mai si era visto prima e che si candida seriamente alla vittoria finale dopo la vittoria sullo Jagiellonia, sorpresa di quest’anno.

Foto: X Real Betis
La delusione
Poco minutaggio in campionato, gioca in Europa e combina disastri, così come in quei pochi minuti che gli vengono concessi in Serie A. Marin Pongracic è arrivato a Firenze con il compito di diventare il leader della difesa viola, ma quando c’è lui in campo la squadra di Palladino sembra non avere punti di riferimento lì dietro. Nonostante la vittoria dei suoi, la prestazione del centrale croato è tutt’altro che da incorniciare. Il Celjie torna in partita grazie ad un rigore causato da lui, che viene graziato dall’arbitro non venendo espulso. Dopo la prestazione di ieri, c’è da capire se Palladino intende dargli ancora fiducia o preferirà correre ai ripari puntando ad una soluzione più solida.

Foto: X ACF Fiorentina
Calcio
Champions League, quarti di andata: Barcellona a valanga, spettacolo all’Emirates

I primi atti dei quarti di finale sono tutti in archivio. Tra calcoli cervellotici per il ranking e un mix di sorprese, abbinata alla solita parata di stelle, la Champions continua a non perdere quel fascino e quello smalto delle serate di grande, grandissimo, calcio.
L’Italiana
Va all’Inter il primo atto dei quarti di finale. In casa del Bayern Monaco la squadra di Inzaghi gioca una partita strepitosa sotto tutti i punti di vista e torna da Monaco di Baviera con la consapevolezza di poter mettere in difficoltà chiunque. Precisi, lucidi, compatti fino all’osso e terribilmente cinici ed estetici. Al cospetto del più quotato Bayern (nonostante le assenze) la squadra di Inzaghi ha saputo sfruttare al meglio le occasioni capitate tra i piedi dei nerazzurri. Con un pizzico di fortuna, che grazia la retroguardia interista dalla conclusione pessima di Kane, che in quella posizione difficilmente sbaglia, l’Inter mette in campo quei movimenti codificati che mandano in tilt qualsiasi squadra. Alla vigilia il rebus principale era legato alla gestione spasmodica del pallone, e il prato dell’Allianz non ha tradito le attese: tanto possesso dei bavaresi, ma transizioni rapide e pungenti dei nerazzurri. La difesa del Bayern, completamente rivisitata dai tanti infortuni, non è riuscita a prevalere nel duello individuale contro i riferimenti nerazzurri, sempre molto bravi a divincolarsi dalla pressione e scombinare qualsiasi castello difensivo. Il vantaggio di Lautaro Martinez è un manifesto dell’ideologia di Simone Inzaghi: un possesso ragionato, ma molto preciso e rapido, che parte da sinistra e poi si conclude al centro dell’area con il solito gioco delle coppie. Il lavoro sporco, si fa per dire, dell’assistente per la finalizzazione del capitano; l’incredibile sponda di tacco di Thuram per l’arrivo di Lautaro Martinez, lucidissimo nel freddare Urbig con l’esterno del piede destro. Nel secondo tempo il Bayern alza il pressing, cementa la linea di centrocampo con un Goretzka sempre più presente in mezzo al campo, mentre l’Inter comincia a tirare il fiato. Kompany riacciuffa il pari grazie alla fame e alla grinta del più bavarese di tutta la rosa, e il pari dell’eterno Thomas Muller sembra mettere una toppa alla prestazione opaca del Bayern. L’Inter non si scompone, anzi trova paradossalmente la scintilla per piazzare la scossa decisiva: solita costruzione dal basso, sempre mirata a cacciar fuori i difensori bavaresi, Lautaro e Barella muovono velocemente la palla e spianano il campo a Carlos Augusto, lucido nel servire Frattesi che quando attacca l’area sa sempre come punire. In attesa del ritorno di mercoledì prossimo, l’Inter ci tiene a ribadire la crescita e la pulizia che Inzaghi ormai ha impiantato nel dna della squadra. Occhio però a sottovalutare il Bayern, i tedeschi sanno sempre come rimettersi in corsa anche nelle situazioni più improbabili.

Foto: gameofgoals.it
Le altre sfide
Oltre al successo dell’Inter in Baviera, il martedì si impreziosisce con una vittoria maestosa dell’Arsenal di Arteta sui campioni del Real Madrid. Un successo schiacciante, certificato dal 3-0 con cui i Gunners andranno a Madrid a difendere il pass per la semifinale, che in questo momento sembra indirizzato verso Londra. Nelle altre due gare che chiudono i quarti, regalano spettacolo sia Barcellona che Paris Saint Germain. I blaugrana schiantano per 4-0 il Borussia Dortmund a Montjuic, mentre i ragazzi di Luis Enrique, freschi campioni di Francia, vincono e si divertono contro l’Aston Villa. 3-1 al Parco dei Principi sotto i colpi di Doué, Kvaratskhelia e Nuno Mendes, una rete più bella dell’altra; per i Villans a segno il solito Morgan Rogers.
Il protagonista
Più di 300 gare senza riuscire a insaccare un piazzato alle spalle del portiere. La magia della Champions si racchiude anche nell’imprevedibilità con cui certi eventi si verificano. Declan Rice ad oggi si può considerare tranquillamente uno dei centrocampisti più completi al mondo, e la prestazione contro il Real Madrid non verrà di certo dimenticata. L’astuzia e la precisione del centrocampista inglese si racchiudono nella punizione con cui stappa la gara, conclusione molto potente e molto effettata che batte Courtois -non proprio impeccabile. La serata del centrocampista dei Gunners assume quella parvenza di magia quando dopo dieci minuti piazza un’altra punizione alle spalle di Courtois, questa volta all’incrocio dei pali. La foto della sfera che si adagia sotto i legni è una delle immagini più belle e suggestive dell’intera stagione calcistica.

Foto: X Champions League
La conferma
Questo Barcellona adesso comincia a fare seriamente paura. In soccorso a questa teoria arrivano i numeri offensivi della squadra di Flick: 145 gol in 47 partite, una media di più di tre reti per gara. Numeri spaventosi, che mostrano quanto il club catalano abbia trovato un’alchimia in campo che non lascia scampo agli avversari. Il 4-0 casalingo contro il Borussia Dortmund è una prova di forza totale dei blaugrana: la doppietta del solito, meraviglioso, Robert Lewandowski, che quando vede giallo e nero si scatena (il Borussia Dortmund è la sua vittima preferita, 29 gol in 28 partite), e i sigilli dei due esterni più forti d’Europa, Raphinha (12 gol in 11 gare di Champions) e Lamine Yamal, permettono alla banda di Flick di ipotecare la semifinale già nel primo atto dei quarti. Il calcio sa sempre regalare imprese e rimonte leggendarie, ma al cospetto di questo Barcellona non sembra esserci trippa per gatti. La strada verso Monaco di Baviera ha trovato l’auto di punta…

Foto: X FC Barcelona
La delusione
Nonostante il ritorno da giocare -e vivere- al Bernabeù, il Real Madrid esce dall’Emirates con le ossa rotte. Il percorso della squadra di Ancelotti in questa Champions continua a mostrare difficoltà e brutte battute d’arresto. Dinanzi a un Arsenal decisamente più in palla, i Blancos non sono riusciti a far valere i gradi di campioni d’Europa in carica. In vista del ritorno di mercoledì prossimo, se l’irreale dovesse concretizzarsi nuovamente al Santiago Bernabeù, il Real Madrid dovrà ereggere un monumento a Thibaut Courtois. Nonostante l’errore in occasione della prima punizione di Rice, le parate dell’estremo difensore belga sono state preziose per evitare un parziale peggiore. Assenti ingiustificati tutti gli Avengers in avanti, ingabbiati dalla freschezza e dall’intensità messa in campo dalla squadra di Arteta. Mbappé e Vinicius sono chiamati a dare un segnale feroce dinanzi al pubblico che più di ogni altro è riuscito a trasformare l’impossibile in possibile. Job not finished!
Calcio
Una grande Inter resiste e punisce in Baviera. La zampata di Frattesi decide il primo atto

Nell’andata dei quarti di finale, l’Inter si regala una notte da sogno in Baviera. I nerazzurri vincono 2-1 in casa del Bayern Monaco, e si regalano un vantaggio enorme in vista del ritorno di mercoledì prossimo. Decide il gol di Frattesi a ridosso del novantesimo.
Confermate le numerose assenze in casa Bayern. Con l’aggiunta alla lista (che vede nomi illustri come Coman, Upamecano, Davies ecc.) di Musiala, uscito malconcio dopo l’ultima gara di campionato contro l’Augsburg, Kompany schiera Guerreiro nella linea dei trequartisti. Difesa rivisitata con Stanisic e Laimer sulle fasce, Dier e Kim al centro. Inzaghi rinuncia inizialmente a Dimarco, non ancora al meglio, con Carlos Augusto. Per il resto tutti confermati, a cominciare da Lautaro e Thuram in avanti.
Nonostante una prima fase di possesso coraggiosa e propositiva da parte dei nerazzurri, i bavaresi cominciano a conquistare sempre più terreno, grazie al solito pressing aggressivo e intenso. Il palleggio ipnotico e rapido del Bayern cerca di sfondare per vie centrali, per poi finalizzare nella parte destra del campo. La prima occasione della gara nasce proprio lì: Olise riceve palla dal centro, si porta palla sul mancino e sfiora il vantaggio, Sommer sembrava in traiettoria ma la conclusione del francese termina di poco a lato. L’Inter sembra riuscire a far male in transizione, anche perché il Bayern lascia accoppiati i soli centrali sui due attaccanti, ma i nerazzurri -almeno inizialmente- peccano di velocità e pulizia in mezzo al campo. Entrambe le squadre marcano a uomo, e la riaggressione voluta da Kompany permette ai bavaresi di avere sempre un giocatore libero di inserirsi tra le linee, come in occasione del destro di Guerreiro, intercettato in due tempi da Sommer al minuto 20. Olise, in assenza di Musiala, sembra il valore aggiunto del Bayern, e al minuto 25 il francese semina il panico tra i difensori nerazzurri, appoggia per Kane che apre il piatto ma calcia male e scheggia il palo. Brutta conclusione per l’attaccante inglese, che difficilmente sbaglia da quella posizione, ma l’avvio di gara di Olise è da sottolineare, indiavolato. L’occasione più nitida dell’Inter arriva in contropiede, alla mezz’ora Bastoni si stacca dalla linea e porta palla, serve Carlos Augusto in area ma il brasiliano calcia male, conclusione che termina sulla parte esterna della rete. La gara si sblocca al 37′ con tutta la qualità e l’astuzia del tandem offensivo: sviluppo laterale, guidato da una prima sponda di Lautaro, Carlos Augusto arriva subito al cross verso Thuram, il francese apparecchia di tacco per l’arrivo di Lautaro, conclusione di esterno e vantaggio Inter. Grandissima azione della squadra di Inzaghi, conclusa in maniera splendida dalla sponda di tacco, da fuoriclasse, di Thuram e dal bellissimo esterno di Lautaro Martinez. Dalla mezz’ora l’Inter è venuta fuori sempre di più, mentre il Bayern accusa il colpo del gol subito, non riuscendo ad avvicinarsi alla porta di Sommer negli ultimi minuti della prima frazione.
Nessuna sostituzione all’intervallo, nonostante alcuni problemi accusati da Acerbi nella parte finale del primo tempo. Copione invariato al rientro dagli spogliatoi, il Bayern continua a controllare il gioco ma l’Inter ha gli strumenti giusti per essere sempre pericolosa in ripartenza. Al 55′ Lautaro riceve l’ennesima palla preziosa di Thuram, arriva in corsa e calcia forte, bravo Urbig a schermare il primo palo al capitano nerazzurro. All’ora di gioco l’Inter comincia a soffrire la spinta dei bavaresi, anche se l’unico brivido arriva da una conclusione al volo di Guerreiro alta di poco sopra la traversa. I cambi dei due allenatori rispecchiano i momenti opposti delle due squadre: Inzaghi inserisce Frattesi al posto Mikitharyan e Bisseck al posto di uno stremato Darmian; Kompany ne cambia addirittura tre (Boey, Gnabry e Muller al posto di Guerreiro, Sané e Kim). L’offensiva dei bavaresi è totale nell’ultimo quarto di gara, l’Inter non riesce più a uscire e perciò comincia a blindare la porta di Sommer. All’81’ Muller riceve un passaggio in area, calcia a botta sicura ma trova l’opposizione miracolosa di Bastoni. L’ingresso del numero 25 tedesco è un fattore per sparigliare le carte in casa Inter. L’eterno Thomas Muller è il protagonista del pareggio dei bavaresi: all’85′ cross di Kimmich sul secondo palo, la difesa rimane statica e concede prima il cross a Laimer e poi la zampata decisiva a Muller. Nonostante l’intera ripresa giocata a difesa della porta di Sommer, nella fatica l’Inter trova la giocata per riportarsi subito avanti. Due minuti dopo il pareggio di Muller, i nerazzurri fraseggiano bene in mezzo al campo, trovano scopertissimi i difensori del Bayern e li bucano con tre semplici tocchi: Barella per Lautaro, Martinez per lo scatto bruciante di Carlos Augusto e passante centrale del brasiliano per il solito inserimento di Frattesi. Altro grandissimo fraseggio della squadra di Inzaghi, che con pochi semplici tocchi è riuscita a risalire il campo e trovare il pallone del vantaggio, che in vista del ritorno ha un peso gigantesco. Nonostante l’ultima offensiva dei bavaresi, la difesa nerazzurra tiene e porta a casa una vittoria prestigiosa e preziosa.
Non bastava essere belli, ma soprattutto cinici. L’Inter all’Allianz Arena ha saputo resistere alle offensive della squadra di Kompany, che ha mostrato indubbiamente un momento di confusione dettato dalle tante assenze, ma che nel complesso non è riuscita a trovare le misure alle solite transizioni armoniche e precise della squadra di Inzaghi. I due graffi di Lautaro e Frattesi partono da ben lontano, da quella lucidità dei giocatori dell’Inter hanno nel non buttare il pallone e dalla brillantezza con cui i nerazzurri sono riusciti ad eludere il pressing a uomo del Bayern. In vista del ritorno di mercoledì prossimo, il successo in Baviera regala ai nerazzurri due risultati e la consapevolezza di quanto il gioco espresso possa mettere in difficoltà qualsiasi squadra. Appuntamento a mercoledì per il secondo atto, San Siro non farà mancare la sua spinta, ma adesso serve un’altra prestazione da grande Inter.
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