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Il Super Commento della 20ª Giornata di Serie A

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Il Super Commento, con la Top 11 alla fine, della 20ª giornata di Serie A. Giornata che apre il girone di ritorno senza particolari big match, fatto salvo il Derby della Mole tra Juventus e Torino.

Lazio-Como (A cura di Marco Rizzuto)

La prima giornata del girone di ritorno si apre col pari tra Lazio e Como. Dia apre le danze ma non basta, nella ripresa Cutrone risponde portando a casa un pareggio importante. Inizio da brividi per i biancocelesti, la palla imprecisa della difesa verso Lazzari innesca il contropiede di Fadera che, serve Nico Paz a tu per tu con Provedel, lo spagnolo col tocco sotto non riesce ad inquadrare la porta. Al quarto d’ora il fantasista dei lariani diventa vittima da un intervento scomposto di Gigot, costringendolo al forfait. Dopo una mezz’ora di dominio da parte dei Lariani la Lazio esce gli artigli trovando a sorpresa la rete che sblocca la gara: Guendouzi raccoglie la sfera nella metà campo avversaria e serve Dia che, si libera dalla marcatura di Kempf e buca l’estremo difensore sul secondo palo. Alla ripresa, il doppio giallo di Tchaouna per l’intervento in ritardo su Alberto Moreno, quasi all’ora di gioco, riaccende le speranze per i lariani. Al 67′ Isaksen lanciato a rete, non trova il raddoppio per la parata decisiva di Butez. A venti dalla fine Strefezza raccoglie sulla fascia il passaggio di Van De Brempt, disegnando un traversone insidioso, perfetto per l’incornata di Cutrone che, lasciato completamente libero ha tutto il tempo di colpire di testa e battere Provedel. L’incontro termina senza vincitori nè vinti. Terza partita consecutiva senza vittoria per la Lazio che prosegue a rilento a quota 36 punti mantenendo il quarto posto in classifica. Pareggio accettabile per il Como, quinto risultato utile consecutivo che vale la quindicesima posizione a pari punti con Parma e Verona.

Empoli-Lecce (A cura di Marco Rizzuto)

Il Lecce di Giampaolo esce vittorioso dal match del Castellani, Tete Morente sblocca e Krstovic chiude. Primo tempo dominato dai salentini che, indirizzano dopo appena sei minuti il match salvezza: Pierotti sfonda in area ma non arriva alla conclusione, il pallone arriva nella zona di Tete Morente che col piattone spedisce in rete. Allo scoccare del 10′ Krstovic trova il gol che vale il raddoppio giallorosso con una conclusione di pregevole fattura da una zona defilata dell’area di rigore. La partenza shock dei padroni di casa permette al Lecce di comandare dominare per tutta la prima frazione del match, con i padroni di casa che  rimangono miracolosamente in partita grazie alle parate prodigiose di Seghetti. Il secondo tempo mostra un approccio completamente opposto e l’Empoli trova la rete che riapre tutto dopo appena due minuti di gioco: cross sul secondo palo per Gyasi che fa da torre trovando l’assist per l’incornata vincente di Cacace, che suona la carica del tifo casalingo. La ripresa fa da monologo per le iniziative azzurre, ma il Lecce tiene botta e chiude il match allo scoccare del novantesimo, ancora una volta con Krstovic. Il numero nove servito in area da Dorgu, calcia da fermo disegnando una traiettoria imparabile per Seghetti. La cura Giampaolo continua a fare effetto, rendendo il Lecce la quarta squadra per punti fatti da quando il tecnico ex Sampdoria e Milan siede sulla panchina salentina. Questa vittoria vale il tredicesimo posto per il Lecce, che aggancia l’Empoli a 20 punti.

Udinese-Atalanta (A cura di Tommaso Patti)

Reti bianche a Udine, l’Atalanta fa un altro passo falso. il doppio errore di Sanchez regala solo un punto a Runjaić. Dopo l’eliminazione ottenuta contro l’Inter in supercoppa, l’Atalanta non riesce a trovare il successo nemmeno nella trasferta contro l’Udinese, tre punti che adesso mancano dalla vittoria sofferta contro l’Empoli. La prima grande occasione del primo tempo arriva al ventunesimo minuto, quando Ehizibue riesce a servire Thauvin che di prima intenzione calcia da lunga distanza scheggiando il palo. Sugli sviluppi di un calcio d’angolo al 33’, i bianconeri vanno nuovamente vicini al gol del vantaggio. Questa volta a negare la rete dell’1-0 non è un imprecisione dei friulani, ma un miracolo di Carnesecchi sul colpo di testa di Bijol, lasciato totalmente da solo e libero di colpire il pallone di testa in maniera indisturbata. Nonostante i continui richiami di Gasperini, con l’obiettivo di far riprendere la propria squadra dopo un primo tempo passato per lo più a difendere, l’Udinese spreca forse la palla gol piu nitida che gli potesse capitare: sul cross di Kamara, Sanchez raccoglie il pallone e colpisce di testa, tiro che però si infrange  sul palo e successivamente sulla traversa dopo la ribattuta dello stesso cileno. A chiudere un primo tempo ricco di colpi di scena, ci pensa nuovamente Carnesecchi che, dopo i due legni presi da Sanchez, effettua un altro miracolo sul colpo di testa di Lovric, respinta che da lì a poco chiude la prima frazione di gioco. Dopo un primo tempo che non ha mai visto attaccare l’Atalanta e creare occasioni, la ripresa conferma il momento poco creativo degli uomini di Gasperini, privi di soluzioni per creare manovre offensive, e troppo ‘leggeri’ nel leggere preventivamente le occasioni offensive dei bianconeri. In tutta la ripresa entrambe le squadre creano poco, sbagliando molto sia dal punto di vista tecnico, che dal punto di vista tattico. Prima del triplice fischio però, al  quarto minuto di recupero, l’Atalanta rischia di indirizzare la partita con Lazar Samardžić che, dopo aver stoppato e saltato due avversari, calcia in porta ma trova il riflesso di Sava, che chiude definitivamente la partita. Un punto a testa tra Udinese e Atalanta, che rimangono incollate ai propri obiettivi prefissati

Torino-Juventus (A cura di Dennis Rusignuolo)

Juventus e Torino si annullano nel Derby della Mole, partita più interessante di questa giornata. Alla rete di Yildiz, sempre più protagonista dei bianconeri, risponde Vlasic, che regala un punto al Toro.

Milan-Cagliari (A cura di Dennis Rusignuolo)

La papera di Maignan regala un punto a un grande Cagliari. Cambiano gli allenatori, si ingrossa la bacheca, ma un determinato tipo di problemi resta, resiste e appesantisce una volta di più la classifica. Il Milan parte forte, cercando di portare fin da subito l’inerzia della gara dalla sua parte. Leao, Pulisic e Rejinders sono dappertutto, ma la linea difensiva del Cagliari, unito al massacrante lavoro dei mediani, Adopo e Makoumbou, regge bene l’urto. Viola ha una buona occasione che spreca con un’improbabile acrobazia, mentre Caprile interviene in maniera efficace sulle conclusioni di Rejinders e Pulisic. Con il passare dei minuti i rossoblù prendono qualche metro, e sul finire del tempo confezionano l’azione più pericolosa: Felici si mangia Calabria, arriva al limite e  impegna i riflessi di Maignan, che neutralizza da campione il tiro a giro dell’esterno. Nella ripresa Conceicao ordina maggiore concretezza, ed i rossoneri partono ancora più forte rispetto alla prima frazione. Pulisic fa tremare la traversa con un tiro al volo, ma al 51′ la rete arriva: lancio dalla sinistra che pesca Pulisic in piena area. L’americano è bravo ad eludere la marcatura di Obert e conclude verso la rete, ma la sfera si stampa sul palo, complice la deviazione di Caprile. Sulla stessa, però, si catapulta Morata che realizza il più facile dei goal. La strada sembra spianata, ma non è così. Il Cagliari alza il baricentro e trova il pareggio solamente quattro minuti più tardi. Felici recupera palla sulla propria trequarti, si invola sulla sinistra, e giunto al limite dell’area serve Zortea: il tiro dell’esterno non è forte, e Maignan la combina grossa andando in maniera troppo molle sulla sfera che termina la sua corsa nel sacco. Il Milan accusa il colpo, ma riprende ben presto ad assediare la porta rossoblù con Caprile inizia il suo percorso che lo porterà ad essere incoronato MVP della gara. L’estremo difensore si oppone ai vari tentativi di Morata, ancora Pulisic, Musah, mentre Leao fatica ad innescarsi per via della solida opposizione di Zappa. Il tecnico portoghese prova a spostarlo al centro, ma con risultati poco concreti. Viene aumentato il peso specifico in avanti con gli ingressi di Abraham e Jimenez (quest’ultimo per tamponare sull’effervescente Felici ed intensificare la spinta sull’out destro). Nicola alza la barricata sostituendo Viola con Deiola, la scelta paga perché il Cagliari non soffre le incursioni centrali dei rossoneri. Ultimo brivido al 95′ quando Wieteska stende Abraham a pochi passi dall’area di rigore, ma il la punizione battuta da Hernandez si stampa sui guantoni di Caprile. Un pareggio coraggioso quello della squadra di Nicola, che si gode i miracoli di Caprile, arrivato pochi giorni fa da Napoli e subito protagonista. La rete di uno scatenato Zortea, difensore goleador del campionato con ben quattro centri, mette il sigillo a un pari che permette al Cagliari di allungare sul penultimo posto e avvicinarsi alla salvezza, che dista solo un punto. Esordio amaro a San Siro per Conceicao. Nonostante la Supercoppa in bacheca, la prestazione dei rossoneri ha presentato gli stessi problemi palesati nella prima parte di stagione. La classifica si fa sempre più dura, e adesso il tecnico portoghese cerca nuove soluzioni per riaccendere il campionato.

Genoa-Parma (A cura di Dennis Rusignuolo)

Il 2025 casalingo del Genoa si apre con un sorriso, 1-0 sul Parma e prima vittoria al Ferraris. Parte subito forte la squadra di casa con una girata di testa di Pinamonti che però termina a fondo campo. Il Grifone é decisamente più propositivo in questo avvio di match e al 23’ un batti e ribatti all’interno dell’area di rigore porta Vasquez a concludere due volte verso Suzuki. Sulla seconda conclusione è bravissimo il portiere del Parma a respingere salvando tutto. Alla mezz’ora ducali pericolosi con una sgasata di Bonny che supera Bani ma il suo diagonale si spegne sul fondo. Sul ribaltamento di fronte é Miretti che pesca sul secondo palo Pinamonti ma il suo colpo di testa coglie solo l’esterno della rete. Nel secondo tempo il Genoa cerca di spingersi in avanti e chiudere il Parma nella propria metà campo, e ci prova con Kassa che calcia male da fuori area. Al quarto d’ora lampo del Parma con Sohm che riceve dal limite dell’area, ma il suo destro si spegne alto sopra la traversa. Al 20’ il Grifone passa con un bel passaggio filtrante di Miretti che riceve da Martin. L’imbucata è per Frendrup che calcia di prima intenzione, il pallone sbatte su Delprato e si impenna superando Suzuki sotto la Nord. I padroni di casa resistono e non si scoprono molto subendo davvero pochissimo. Una vittoria che inaugura al meglio l’era Sucu, neopresidente del Grifone. La squadra di Vieira continua a macinare punti e adesso tenta l’allungo sulla zona retrocessione. Sconfitta sfortunata per il Parma di Pecchia, beffati solo dalla deviazione di Delprato. I ducali rischiano di venir risucchiati nel treno retrocessione, e adesso bisogna tornare a vincere e convincere.

Venezia-Inter (A cura di Tommaso Patti)

L’Inter supera di misura il Venezia, al Penzo la decide Darmian. Dopo le critiche per il calo di concentrazione in finale di Supercoppa contro il Milan, l’Inter si prende i 3 punti a Venezia e scaccia via i fantasmi di un possibile principio di crisi. L’occasione che cambia la partita arriva al quarto d’ora, quando Asllani (forse l’uomo più criticato dopo la rimonta rossonera a Riyad), serve con un lancio preciso Lautaro Martinez che stoppa il pallone con il mancino, e calcia con il destro, trovando l’ottimo riflesso da parte di Stankovic, oggi sotto banco di prova in vista del match contro la sua ex squadra, che detiene ancora la possibilità di riaverlo a Milano. La respinta del figlio d’arte sul tiro del Toro però non basta, il tocco di Darmian anticipa tutti e spedisce il pallone in rete, firmando la sua seconda rete in serie A dopo il gol segnato contro il Lecce ad Agosto. Al 20’ i nerazzurri provano a raddoppiare quando sul cross di Dumfries, Taremi calcia di prima spedendo la sfera di poco alta dalla porta avversaria, sprecando un enorme chance di indirizzare la partita. Prima della fine del primo tempo, l’Inter cresce ancora e sfiora il raddoppio in altre tre occasioni, con protagonisti Lautaro, Taremi e Asllani, conclusioni che terminano tutte fuori dallo specchio della porta. Nella ripresa, l’Inter non ingrana la marcia, facendo salire molto la linea offensiva avversaria, che vanno vicini al pareggio con il colpo di testa ravvicinato di Doumbia, respinto da Sommer. Inzaghi mette mano alla panchina facendo entrare Thuram e Frattesi, entrambi protagonisti in occasione che li vedeva in ottima posizione di tiro, ma murati ancora una volta dal portiere rivelazione di questa serie A. Il palo di Busio e la conclusione centrale al 92’ di Pohjanpalo confermano la sfortuna dei lagunari sotto porta, che sprecano occasioni su occasioni senza portare punti a casa nemmeno nella sfida contro l’Inter. Sconfitta che vede gli uomini di Di Francesca ancorati al 19’ posto, a +4 sul Monza ventesimo.

Roma-Bologna

Bologna e Roma si annullano portando a casa un pareggio che probabilmente sta stretto a entrambe, in quanto rallenta l’inseguimento all’Europa. Un primo tempo totalmente spoglio di emozioni e azioni rilevanti, con le due squadre che si studiano e che mantengono una costante fase di stallo, viene compensato da un secondo tempo divertente e ricco di emozioni. Al 58’ la squadra di Ranieri va in vantaggio con il migliore in campo tra i suoi: Salemekaers, ex di questa partita. L’esterno belga, dopo una discesa sulla fascia destra, calcia con il sinistro a giro una conclusione non irresistibile, che trova però Skorupski impreparato e si insacca in rete. Appena due minuti dopo il Bologna trova il pareggio, con il gol di Dallinga, che raccoglie il cross di Odgaard e beffa Svilar, anche lui non perfetto nell’intervento. Qualche istante dopo, al 62’, la squadra di Italiano arremba e, su situazione di corner, guadagna un calcio di rigore per un fallo di mano di Koné. A calciare si presenta Ferguson, che spiazza Svilar e porta avanti i suoi. La mezz’ora successiva prosegue con il Bologna che prova a difendere il risultato, riuscendoci fino al 94’, quando un’ingenuità di Lucumí, un fallo di mano netto in area di rigore, concede ai giallorossi un penalty e l’occasione di pareggiare i conti. Dagli undici metri parte Dovbyk, che insacca il pallone e scaccia via i fantasmi di un periodo complicatissimo, regalando ai suoi un punto che sembrava perso.

Napoli-Hellas Verona

Il Napoli sembra veramente inarrestabile, batte anche il Verona e mantiene il momentaneo primo posto. I partenopei stappano subito la partita e lo fanno con il contributo fondamentale del loro capitano: dopo un rapidissimo scambio con Lukaku all’interno dll’area di rigore, Di Lorenzo calcia di sinistro, a giro, sul primo palo, favorendo l’autogol di uno sfortunato Montipò. Al 12’ il Napoli tenta uno schema su punizione, che si conclude con il sinistro di Lukaku di poco a lato. Due minuti dopo, il colpo di testa di Tengstedt porta il Verona vicino al pareggio, con il pallone che sfiora la traversa. Vicino al gol diverse volte anche McTominay e Anguissa, che però non riescono a concretizzare e lasciano il primo tempo sul parziale di 1-0. Al 49’ va vicino al raddoppio il Napoli anche con Rrahmani, il cui colpo di testa viene salvato sulla linea dalla difesa gialloblù, in evidente affanno sin dal primo minuto, non una novità di questa stagione. Al 71’ arriva il raddoppio con il gol, bellissimo, della sorpresa azzurra di questa stagione, André-Frank Zambo Anguissa. Il centrocampista camerunense, dopo l’ennesimo scambio con Lukaku, buca la difesa del Verona con un tiro potente da fuori area, sul quale Montipò poteva probabilmente fare di più. La partita si conclude senza altre particolari emozioni, con il Verona che dopo il pareggio con l’Udinese torna a perdere, ma lo fa con le attenuanti di avere come avversario un Napoli a dir poco straripante.

Monza-Fiorentina

Nel posticipo del lunedì sera, il Monza torna a vincere dopo otto giornate e lo fa guadagnando i primi tre punti casalinghi di questa stagione. La squadra di Bocchetti approfitta di un periodo terribile dei viola per regalare al suo allenatore la prima vittoria in Serie A e dare qualche segnale di ripresa. Al 17’, dopo una bella incursione della squadra di Palladino, Sottil viene steso in area, procurandosi un calcio di rigore. In seguito all on-field review, l’arbitro Dionisi però revoca il penalty in quanto Pablo Marì, scivolando, evita totalmente il contatto con l’esterno italiano, non commettendo alcun fallo. Da qui, il Monza trae la forza per spingersi in avanti. Prima con una bella progressione di Bondo, che si conclude con il tiro dalla distanza di poco a lato, poi a meno di due minuti dalla fine di primo tempo, con Patrick Ciurria, che raccoglie una palla vagante in area e calcia di prima, bucando De Gea sul secondo palo. Subito all’inizio della ripresa, il Monza si trova a dover difendersi ancora una volta, con la difesa brianzola che salva sulla linea un tiro di Beltran. Appena pochi istanti dopo, il Monza si spinge ancora avanti e trova il 2-0, con il ritorno al gol di Daniel Maldini, che impatta al volo il cross di Pedro Pereira e stende definitivamente la viola. Al 72’ la Fiorentina reagisce e lo fa procurandosi, stavolta sì, un calcio di rigore. Sul dischetto si presenta Beltran, che accorcia le distanze ma non riesce a dare l’avvio definitivo ad una rimonta che non si concretizza. La partita termina così con la vittoria del Monza, che risolleva il morale della squadra di Bocchetti in vista di un girone di ritorno che sarà arduo da affrontare.

Classe 2004. Studente in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Palermo. Aspirante giornalista sportivo e grande appassionato di sport

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Calcio

Tsunami Blues: il Chelsea travolge il Betis in rimonta e vince la sua prima Conference League

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La Conference League è finalmente giunta al suo atto conclusivo. La finale di Breslavia porta in scena Chelsea e Real Betis (alla prima finale europea della sua storia) per contendersi, sul campo, il titolo di quarti campioni della Conference. La squadra di Pellegrini, dopo un inizio di stagione non brillantissimo, da gennaio in poi ha cambiato totalmente rotta, risultando come una delle squadre più in forma d’Europa, meritevole di approdare in finale per affrontare la compagine favorita della competizione.

Speranza e Realtà

In uno stadio quasi interamente biancoverde, il fischio d’inizio viene anticipato dalla consueta cerimonia d’apertura, che porta sul manto verde i volti dei protagonisti di questo ultimo atto. Il Betis non esita a partire subito con la marcia ingranata, portando in scena uno stile di gioco immediatamente arrembante e offensivo. Dopo appena otto minuti, la squadra di Pellegrini va in vantaggio grazie al colpo da biliardo di El Zazzouli, che riceve, al limite dell’area, un pallone magico da Isco e calcia a incrociare, battendo Jorgensen. Nonostante la sicurezza del gol del vantaggio, i biancoverdi non smettono di pressare e proporre diverse manovre offensive nei minuti immediatamente successivi, con Bartra che arriva addirittura a sfiorare un clamoroso gol da 35 metri. Il Chelsea sembra essere sulle gambe, probabilmente per la tensione del momento e per un approccio alla gara non proprio sereno; dal 35’ in poi, però, la squadra di Maresca riesce a trovare un suo equilibrio e si difende egregiamente limitando i movimenti del Betis. Nel secondo tempo l’inversione di marcia è pressoché totale: i Blues cominciano a pressare e a proporsi insistentemente, fino ad arrivare ad un dominio totale. Al 65’ Palmer sale in cattedra, e dopo una gestione palla magistrale in mezzo al campo, fa partire un cross preciso per Enzo Fernandez, che si trasforma in un gigante e di testa buca Adriàn, riportando tutto in parità. Non passano neanche quattro minuti, e un’altra, magica, invenzione di Cole Palmer dall’out di destra trova in area Nicholas Jackson, che anticipa tutti e ribalta le sorti del match, portando avanti i Blues. Il Betis è in balia dell’onda blu che lo sta travolgendo, e il Chelsea, dal canto suo, è bravo ad approfittare degli errori avversari, soprattutto in fase difensiva. All’83’, un liscio di Sabaly favorisce Reece James, che stoppa il pallone e, con diverso tempo per prepararsi, calcia sul secondo palo e insacca il pallone all’incrocio dei pali, chiudendo la partita con un epilogo degno delle più belle favole. Nel recupero si unisce alla festa anche Caicedo, che dal limite dell’area calcia all’angolino basso, bucando Adriàn per la quarta volta e siglando il gol del definitivo 4-1, che manda in paradiso la squadra di Maresca.

Illusione

Per 65 minuti, il Betis ha creduto di potercela fare, di poter mettere piede nell’Olimpo dei vincitori Europei, portando un gioco convincente e aggressivo, che sembrava stare immobilizzando una delle regine del calcio inglese. Nonostante la volontà, la voglia e la speranza, il grande dispendio fisico, a lungo andare, si è rivelato un’arma a doppio taglio.  Nel secondo tempo il crollo prestazionale è inevitabile, i Blues prendono il sopravvento e gli ultimi venticinque minuti non lasciano spazio ad interpretazioni. Il 4-1 finale è immagine di un Betis coraggioso, audace, ma che non è riuscito a reggere la richiesta fisica di un match per cui, il Chelsea, era sicuramente più preparato.

 

 

 

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Gossip

Freddie Mercury aveva una figlia segreta? A rivelarlo è la nuova biografia di Lesley-Abb Jones

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Foto: Radio Beat

A breve è prevista l’uscita di “Love Freddie”, scritta da Lesley-Ann Jones, che ci fa una rivelazione sensazionale: secondo la biografa e giornalista, il famoso frontman dei Queen, aveva una figlia!

Stando a quanto dichiarato, sarebbe nata nel 1976, come frutto di una relazione nascosta tra Freddie e la moglie di un caro amico, e attualmente, lavora in Europa nel settore della sanità.

La donna, ha esplicitamente chiesto a Lesley Ann Jones di rimanere anonima, (tanto che per indicarla è semplicemente stato utilizzato l’appellativo di “B”) nonostante sia stata proprio lei, tre anni fa, a contattarla per raccontarle la sua storia. (Dunque, l’assenza di testimonianze e prove concrete rende le sue affermazioni di incerta attendibilità.)

La donna pronuncia solo belle parole, per quello che ritiene essere suo padre “Le circostanze della mia nascita potrebbero apparire, per gli standard della maggior parte delle persone, inconsuete e persino oltraggiose. Non dovrebbe essere una sorpresa. Non ha mai fatto mancare il suo impegno nell’ amarmi e prendersi cura di me. Mi ha amato come un bene prezioso

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Intrattenimento

Il Diavolo veste Prada 2: arriva la conferma della data di uscita con anticipazioni

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Il noto film cult che ha appassionato molte persone nel 2006 sta per tornarne sul grande schermo e annuncia la data ufficiale: 1 maggio 2026. Nel cast stellare ritornano le attrici originali come Meryl Streep ed Emily Blunt, mentre sono in trattativa Hathaway e Tucci.

Dopo quasi vent’anni dal debutto del primo film che ha ricevuto un enorme successo e tanto appoggio per un continuo, i fan sono finalmente stati accontentati, Il Diavolo veste Prada avrà un sequel ufficiale, nonostante il titolo non sia ancora stato ufficializzato assieme alla data, confermata invece il 1 maggio 2026.

TRAMA

Il nuovo sequel vedrà Miranda Priestly (Maryl Streep) che farà i conti con la crisi legata all’editoria tradizionale e della sua rivista storica. Dunque la direttrice di “Runway” in cerca di nuovi investimenti pubblicitari, dovrà confrontarsi con Emily Charlton, nonché l’ex assistente interpretata nel 2006 da Emily Blunt, ma ora diventata dirigente di un potente marchio di lusso. In quello che sembra essere un ribaltamento dei ruoli, sarà proprio la donna a controllare i fondi pubblicitari di cui la rivista ha disperatamente bisogno.

Pertanto si può intuire che il sequel de Il Diavolo veste Prada esplorerà dinamiche di potere nel mondo della moda e dell’editoria e al contempo riflettere le sfide contemporanee dell’era digitale.

CAST

Stando alle ultime indiscrezioni ricevute, Maryl Streep e Emily Bunt sarebbero confermate come parte del cast in modo ufficiale, rispettivamente nei loro ruoli ormai iconici. Non si può dire lo stesso per Anne Hathaway e Stanley Tucci dato che le due attrici sono attualmente in trattative per tornare rispettivamente nei panni di Andrea Sachs e Nigel Kipling.  La regia sarà affidata nuovamente a David Frankel che sarà accompagnata dalla sceneggiatura di Aline Brosh McKenna e Wendy Finerman alla produzione.

 

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